Attentato al Caffè Garibaldi di Corticella
La sera del 18 aprile a Corticella viene lanciata una bomba Sipe nella Trattoria Garibaldi di Amedeo Librenti. Lo scoppio “strazia orrendamente” Albertina Librenti, figlia del proprietario, e ferisce due ospiti fascisti.
Per l'attentato saranno in seguito arrestati e processati diversi militanti antifascisti. L'anarchico Pietro Ghinazzi subirà 20 anni di carcere e il meccanico comunista Arturo Guidi, già coinvolto negli incidenti del Casermone, avrà 16 anni e 8 mesi.
Saranno inoltre condannati in contumacia Francesco Andalò, ardito del popolo comunista (16 anni e 8 mesi) e Alberto Fabbri, ex segretario dei giovani socialisti espatriato in Francia (24 anni). Altri tre imputati subiranno pene minori.
Per pareggiare il conto, il 21 aprile i fascisti getteranno una bomba nella sala del Caffè Olmo, ritrovo socialista fuori porta San Vitale, provocando numerosi feriti. Gli squadristi arrestati saranno in breve prosciolti e liberati.
- Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel Bolognese, 1919-1945, Bologna, Comune – ISREBO, vol. I, Nazario Sauro Onofri, Bologna dall'antifascismo alla Resistenza, 2005, p. 80
- G. A. Chiurco, Storia della rivoluzione fascista, vol. 4: Anno 1922, Firenze, Vallecchi, 1929, p. 103