La marcia su Ravenna
Per l'anniversario dell'impresa di Fiume - e durante le celebazioni per il sesto centenario della morte di Dante Alighieri - Italo Balbo e Dino Grandi organizzano una marcia spettacolare su Ravenna, alla quale partecipano circa 3.000 squadristi, per la prima volta in camicia nera.
Due colonne, provenienti da Bologna e da Ferrara, si incontrano a Lugo presso la tomba di Francesco Baracca. I genitori dell'eroe dell'aria si aggregano al corteo.
Dopo tre giorni di cammino i partecipanti occupano la città, rendono omaggio al sepolcro di Dante e poi devastano la Camera del lavoro di piazza Marsala, la sede delle cooperative e vari circoli socialisti, facendo un rogo in piazza delle carte e dei libri sequestrati.
Vengono saccheggiati anche negozi e sedi di partiti e insultati e bastonati alcuni preti, incluso mons. Celso Costantini, delegato apostolico di Fiume.
Balbo registra che il fascismo, "esercito di studenti e contadini", sta prendendo una "regolarissima forma militare" ed è pronto a trasformarsi da fenomeno locale in realtà nazionale.
Per il futuro quadrumviro, la marcia su Ravenna è “il primo esperimento grandioso ... la prima impresa di grande portata” del fascismo.
- Mimmo Franzinelli, Squadristi. Protagonisti e tecniche della violenza fascista. 1919-1922, Milano, Mondadori, 2003, p. 352
- Emilio Gentile, E fu subito regime. Il fascismo e la marcia su Roma, Roma, Bari, GLF editori Laterza, 2012, p. 31
- Alessandro Luparini, Ravenna fascista. 1921-1925, la conquista del potere, con le fotografie di Ulderico David, Cesena, Il Ponte vecchio, 2017
- Le origini del fascismo in Emilia-Romagna. 1919-1922, a cura di Andrea Baravelli, Bologna, Pendragon, 2022, pp. 241-244