Si insedia il commissario prefettizio
Il commissario prefettizio Vittorio Ferrero si insedia a governo della città, dopo la strage di Palazzo d'Accursio, al posto della giunta socialista eletta legalmente. Vi rimarrà sino al 4 marzo 1923, quando lascerà il posto al sindaco fascista Umberto Puppini.
Durante il suo mandato, il commissario interviene con mano pesante in diversi campi: dall'istruzione all'assistenza, dall'edilità alla sicurezza, segnando, in tutta la sua azione, una netta discontinuità con la precedente amministrazione socialista.
E' drasticamente ridotto il servizio scolastico, con la soppressione di 34 classi. Oltre alla riduzione dell'organico, è attuata la sostituzione delle maestre con ex combattenti e mutilati. Sono privilegiati gli asili privati rispetto a quelli comunali, riservati esclusivamente ai bambini bisognosi.
Vengono ridotte "al minimo" le scuole serali, strumento di educazione popolare, mentre un taglio drastico subiscono le spese per la refezione scolastica. Infine è praticamente abolita la figura dell'insegnante supplente, giudicato il vero "cancro" del bilancio comunale.
Altri servizi pubblici che Ferrero provvede a ridurre, licenziando i dipendenti, sono la lavanderia, i bagni pubblici, il forno del pane. In generale al servizio municipale è preferito il ricorso all'appalto privato.
- Relazione sull'amministrazione straordinaria novembre 1920-marzo 1923 del Commissario prefettizio Vittorio Ferrero nella seduta di insediamento del Consiglio comunale, 4 marzo 1923, Bologna, Tip. Azzoguidi, 1923
- Fiorenza Tarozzi, Nuova amministrazione, nuova classe dirigente, in: Storia di Bologna, a cura di Renato Zangheri, Bologna, Bononia University Press, 2013, vol. 4., tomo 2., Bologna in età contemporanea 1915-2000, a cura di Angelo Varni, pp. 153-165