La borghesia finanzia il Fascio di combattimento
Il Questore comunica al Prefetto che l'Associazione bolognese di difesa sociale ha versato 100.000 lire al Fascio di combattimento di Bologna, che in questo periodo sta ricevendo l'adesione di molti ex arditi, legionari e nazionalisti.
L'Associazione di difesa sociale (o civile) si è costituita nel capoluogo dopo il grande sciopero seguito all'eccidio di Decima, con l'intento di "porre fine con tutti i modi più risoluti ad un succedersi di cose intollerabili e rovinose".
Dietro di essa vi sono i principali esponenti della borghesia conservatrice, dal liberale Tanari al nazionalista Ghigi. L'organizzatore delle squadre d'azione, Leandro Arpinati, considera la borghesia bolognese "apatica e vile", ma non ne disdegna il denaro, ritenuto "tanto necessario alla nostra battaglia".
- Pier Paolo D'attorre, Il fascismo di Arpinati e Grandi, in: Storia illustrata di Bologna, a cura di Walter Tega, Milano, Nuova editoriale AIEP, 1990, vol. 4.: Bologna dall'Unità alla Liberazione, pp. 181-182
- Annalisa Padovani, Stefano Salvatori, Cronaca del nazionalismo e del fascismo a Bologna dal 1918 al 1923. Nomi, fatti, luoghi, Bologna, Tinarelli, 2011, p. 93