Lo "scioperissimo" a favore della rivoluzione russa
Si svolge il 20 e 21 luglio uno sciopero internazionale di solidarietà con la rivoluzione russa e contro il trattato di Versailles. E' proclamato dal sindacato e dal Partito socialista e viene visto come grande prova rivoluzionaria.
A Bologna la situazione è molto tesa, anche per l'improvvisa agitazione dei ferrovieri. Gli anarchici e i socialisti rivoluzionari provano a dare al movimento caratteristiche preinsurrezionali.
Prima dello "scioperissimo" vengono arrestati per precauzione il leader anarchico Armando Borghi (1882-1968) e l'intero Comitato Centrale dell'USI con l’accusa di eccitazione alla rivolta.
Il Prefetto vieta la circolazione di automobili e mezzi simili per evitare disordini, in pratica proclama lo stato d’assedio. Diverse unità dell'esercito sono fatte affluire nel capoluogo.
Intanto le associazioni combattentistiche raccolgono l'appello di Benito Mussolini per un "antisciopero" e il governo Nitti le autorizza ad agire assieme ai soldati per mantenere l’ordine pubblico. Circa 600 ferrovieri vengono denunciati per abbandono del posto di lavoro e molti di essi subiscono l’arresto.
I partiti di sinistra e i sindacati dimostrano con i loro contrasti che un piano rivoluzionario non è attuabile. All'interno dell'Unione Socialista bolognese i riformisti di Zanardi si oppongono ai massimalisti capeggiati da Nicola Bombacci (1879-1945).
Dopo un dibattito molto acceso è votato un documento in cui si approva lo sciopero, ma si invita i lavoratori alla calma e alla disciplina. Si dichiara che la rivoluzione è per il momento rinviata.
Secondo Pietro Nenni (1891-1980), mentre gli ordini del giorno del Partito Socialista e del sindacato, “il linguaggio della stampa, l’allarme dell’opinione pubblica” sembrano “preludere ad avvenimenti decisivi”, in definitiva le manifestazioni si svolgono in un clima più di festa che di rivolta.
L‘ordine pubblico non è sostanzialmente turbato e la borghesia, in preda a “un’emozione senza precedenti”, può trarre un sospiro di sollievo.
- Pietro Alberghi, Il fascismo in Emilia Romagna. Dalle origini alla marcia su Roma, Modena, Mucchi, 1989, p. 63
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- Le origini del fascismo in Emilia-Romagna. 1919-1922, a cura di Andrea Baravelli, Bologna, Pendragon, 2022, p. 195, 403
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- Antonio Senta, Il sindacalismo anarchico a Bologna (1893-1923), Bologna, Edizioni Atemporali, 2013, p. 20
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