Il Consorzio Cooperativo Italiano
Il sindaco Zanardi propone al Governo di produrre alimentari a basso costo da distribuire a cooperative e enti senza fini di lucro. Individua a questo scopo il grande stabilimento di Casaralta, dove durante la guerra si confezionavano carni conservate per l'Esercito.
Nel corso del conflitto era stato avviato un proficuo rapporto tra l'Ente Autonomo dei Consumi e l'autorità militare: il primo, infatti, aveva ricevuto e distribuito in appositi spacci i cascami e le frattaglie di carne provenienti dalle macellerie di Casaralta.
Il sindaco pensa ora a un Consorzio Cooperativo, che consenta anche di salvaguardare l'occupazione delle oltre 10.000 donne che hanno sostituito gli uomini al fronte nelle fabbriche cittadine e che ora, dopo la smobilitazione, si ritrovano senza lavoro.
Per Zanardi Bologna “nella quale sempre fiorirono le industrie degli alimenti è la sede naturale per la vagheggiata grande organizzazione dei consumatori italiani”.
Ma l'amministrazione cittadina sarà presto commissariata e il progetto del Consorzio Cooperativo Italiano non sarà mai realizzato.
- Pane e alfabeto. Francesco Zanardi sindaco socialista di Bologna (1914-1919), a cura di Marco Poli, Bologna, Costa, 2014, pp. 75, 77 (foto), 100-101