Cronologia di Bologna dal 1796 a oggi
Archivio di notizie sulla storia della città e del suo territorio dal 1796 ad oggi. Con riferimenti bibliografici, link, immagini.
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1917La Felsina FilmNei primi mesi dell'anno nasce la casa di produzione cinematografica Felsina Film. Il regista Alfredo Masi, un colonnello dell'Esercito in pensione, che si firma con lo pseudonimo di Mario Isma e si fa chiamare cavaliere, apre, presso il Teatro Rappini in via dell'Oro, una scuola d'arte cinematografica, in cui il pittore Severo Pozzati (Sepo) insegna scenografia e costumi e Sebastiano Sani "l'arte del porgere e la mimica" (Cervellati). La frequentano "sartine, meccanici, arrotini, cestai, venditori di carditi e arsenaline" della vicina fabbrica militare dell'Annunziata. Il teatro di posa - in pratica un padiglione di vetro, che permette di utilizzare al meglio la luce naturale - si trova in via Rialto, nei pressi del "pallaio” della Castellata, un rinomato campo di gioco a bocce. Per gli esterni si gira a Casalecchio di Reno e ai Giardini Margherita. I titoli sono: Come conclude amore (1917), Rebus e Bianco e nero (1918). Quest'ultima pellicola sarà colpita dalla censura "per scene indecenti e immorali". I film vengono proiettati al cinema Fulgor, ma non hanno nessun successo e i finanziatori dell'impresa si ritrovano con un pesante passivo. Perciò la Felsina Film sarà costretta a chiudere in fretta.dettagli
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1917Il "geidrovolante" di don Dido Marchesi primo aereo a reazioneDon Dido Marchesi, parroco di Montebudello, località dei colli bolognesi, sperimenta per primo in Italia una macchina volante a reazione. Nel 1917 pubblica uno studio su uno strano apparecchio aeromobile senza elica e senza ali, dotato di propulsore a scoppio d'acetilene, chiamato “geidrovolante”. Nelle intenzioni utopistiche del suo inventore si tratta di una macchina polivalente, in grado di volare, navigare e correre su strada. Le prove sperimentali non saranno però coronate da successo: uno dei prototipi, alimentato ad acetilene, esploderà addirittura. Ciò non impedirà al prete-inventore di ricevere, nel 1924, l'onorificenza di Cavaliere della Corona.dettagli
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1917La "Bologna turrita" di Angelo FinelliViene presentato un grande plastico di legno, di circa due metri quadrati, raffigurante la ricostruzione documentata della città di Bologna in epoca medievale, tra l'XI e il XII secolo, con oltre 180 torri, derivante da uno studio dettagliato del conte Gozzadini, pubblicato nel 1875. L'autore di questa impresa è un ciabattino, di via del Pallone, Angelo Finelli, uno strano artista-scienziato autodidatta, che dedicherà tutta la sua vita a conoscere la città turrita. Disegnerà una mappa delle torri, ne compilerà un elenco, indicando per ciascuna la famiglia proprietaria, il numero civico di riferimento e l'epoca di costruzione. Per molte di esse saprà indicare persino le misure. Dal plastico verrà tratta una serie di cartoline molto popolari “con foto dei modellini di torri, mura, chiese, case, scorci di strade e di piazze” Finelli lascerà due scritti: Bologna nel Mille (1922) e Bologna ai tempi in cui vi soggiornò Dante (1929), che rimarranno opere affascinanti e importanti anche dal punto di vista scientifico, benchè il numero delle torri indicate sia probabilmente esagerato. Il plastico della città turrita sarà conservato presso le Collezioni comunali d'Arte del Comune.dettagli
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2 gennaio 1917Sezioni di pubblica lettura nella periferiaIl bibliotecario Albano Sorbelli e l'Amministrazione comunale promuovono l'apertura di alcune sezioni di lettura nelle zone periferiche della città. La prima biblioteca è inaugurata il 2 gennaio 1917 in località Crocetta, fuori porta S.Isaia. Altre tre sezioni si aggiungono tra il settembre 1917 e il giugno 1918: sorgono alla Zucca, fuori porta S. Vitale e a Roveretolo. Assieme alla Popolare di Santa Lucia, fondata nel 1909, i centri di lettura periferici formano il nucleo di una rete urbana di biblioteche pubbliche. Si tratta comunque di piccole strutture, aperte solo alcune ore serali - in genere dalle 20 alle 22 - e alla domenica mattina.dettagli
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14 gennaio 1917Nuovo regolamento di igieneIl nuovo regolamento di Igiene, approvato dalla amministrazione Zanardi il 20 dicembre 1916, affronta in 545 punti tutti i temi della salute pubblica. Esso prevede che entro due anni i proprietari di case debbano dotare le abitazioni di acqua corrente e di una latrina a cacciata d'acqua automatica. Le abitazioni collettive (trattorie, alberghi, dormitori) devono essere collegate all'acquedotto. Anche gli stabilimenti industriali hanno l'obbligo di dotarsi di servizi igienici. Tutte le stalle vanno trasferite dal centro storico in periferia, oltre le mura del Trecento. E' inoltre prevista la graduale eliminazione dei pozzi neri, tra i principali responsabili dell'inquinamento delle falde e quindi del diffondersi di malattie infettive, come il tifo e il colera. Un'altra misura che mira al contenimento delle epidemie è la costruzione di lavatoi pubblici, che consentano di far terminare l'uso di lavare i panni nei maceri e nei canali cittadini. Il nuovo regolamento di igiene ottiene anche il consenso dell'opposizione, capeggiata da Alessandro Ghigi.dettagli
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febbraio 1917Restrizioni nei consumi e consigli di parsimoniaLa sezione bolognese della Lega Nazionale Femminile per la limitazione dei Consumi pubblica sul Resto del Carlino un elenco di consigli ai cittadini e di restrizioni ufficiali nei consumi. E' proibito mangiare carne il giovedì e il venerdì, mentre i dolci sono consentiti solo il sabato e la domenica. Non si possono consumare più di due vivande a colazione e più di tre a pranzo, esclusa la frutta. Sono banditi dalla tavola la panna e il burro. In nome della parsimonia si consiglia di vestire con semplicità, evitare l'acquisto di prodotti stranieri, limitare il consumo di materie essenziali, quali carbone, lana, cuoio.dettagli
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1 febbraio 1917Entra in funzione il forno del pane municipaleInizia la produzione del panificio municipale, fatto costruire dal sindaco Zanardi in via Umberto I (poi via don Minzoni) per consentire una forte riduzione del prezzo del prezioso alimento. Dispone di dieci forni a vapore in funzione per sedici ore al giorno. Gli operai del Comune vi lavorano per otto ore, alternandosi in due turni. Il panificio pubblico può produrre fino a 500 quintali al giorno, quasi tutto il fabbisogno cittadino e i fornai privati protestano vivacemente sentendo minacciata la loro attività. Ma l'iniziativa del sindaco riceverà gli elogi personali del Re e il pane bolognese sarà premiato come il migliore in Italia. La Commissione Nazionale degli Approvvigionamenti del Ministero dell'Agricoltura ne loderà la confezione, il grado di cottura e il prezzo di soli 46 centesimi al chilo. Nel primo anno di attività, sotto il controllo diretto del Comune, il forno produrrà circa 250 quintali al giorno. Nel 1918 sarà ceduto in affitto all'Ente autonomo dei consumi. Esso contribuirà ad evitare a Bologna la fame e i tumulti, che affliggeranno altre città italiane durante la guerra. Zanardi sarà ricordato come il "sindaco del pane".dettagli
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15 febbraio 1917L'Associazione di previdenza fra gli artisti drammaticiCon decreto luogoteneziale n. 425 del 15 febbraio 1917 è costituita l'Associazione di previdenza fra gli artisti drammatici. E' promossa dall'impresario teatrale Adolfo Re Riccardi insieme a un gruppo di artisti e scrittori. All'interno della società figurano personaggi come Edoardo Boutet, Giuseppe Giacosa, Flavio Andò. Grazie a questo sodalizio sorgerà nel 1931 la Casa di Riposo per Artisti, costruita su un terreno concesso dal Comune di Bologna nei pressi del Meloncello.dettagli
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marzo 1917Mobilitazione patriotticaGli studenti e gli insegnanti bolognesi sono chiamati a dare un loro contributo attivo alle attività di supporto allo sforzo bellico. Sono coinvolti in diverse opere: dalle collette per i mutilati, all'acquisto di marche per la Croce Rossa, dalle lotterie per l'esercito, alla raccolta fondi per i pacchi natalizi ai soldati. La mobilitazione patriottica, promossa fin dal 1914 con il concorso di società come la Dante Alighieri o l'Unione generale degli insegnanti italiani per la guerra nazionale, si esplica anche con l'invio di libri ai militari feriti, la confezione di capi di lana o la fabbricazione di rotoli "scalda ranci" di carta paraffinata (è il caso dell'Istituto Pier Crescenzi). Altre attività che coinvolgono gli studenti sono la raccolta di oro per la patria e la lavorazione di terre incolte. Sono molti i ragazzi che si offrono volontari per il fronte - anche falsificando i propri dati anagrafici - o vengono arruolati appena concluse le scuole. Il 10 % dei giovani tra i 17 e i 20 anni non torneranno alle loro famiglie.dettagli
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19 marzo 1917Il Comune "trippaio"La Giunta comunale raggiunge un accordo con la Direzione del Commissariato militare di Bologna per il ritiro integrale delle frattaglie prodotte quotidianamente dal carnificio di Casaralta. Una parte di esse sono impiegate per la produzione di trippe, vendute in uno speciale spaccio municipale in via Ugo Bassi, un'altra parte sono cedute a esercenti privati - tenuti a commerciarle ai prezzi dell'Ente Autonomo comunale - e ai comuni di Modena e Venezia. Il quotidiano cattolico "Avvenire" denuncerà prezzi troppo alti per le frattaglie comunali e cessioni di partite sottobanco: in sostanza una speculazione socialista. Una inchiesta ministeriale non rileverà però gravi mancanze nella lavorazione e prezzi solo lievemente superiori al dovuto.dettagli
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25 marzo 1917Sette giocatori del Bologna FC muoiono in guerraIl Modena conquista la Coppa emiliana battendo in finale il Bologna per 5 a 1. E' l'ultima partita ufficiale prima della sospensione dei campionati per lo stato di guerra. Saranno sette i giocatori della prima squadra bolognese a versare il proprio sangue per la Patria: Guido Alberti, Agostino Bianchi, Aldo Brivio, Guido Della Valle - tra i fondatori del Club Rossoblu e fratello del capitano Giuseppe - Lazzaro Antonio Fontana, Lino Sala Rosa e Guido Pifferi. Il portiere Brivio sarà tra gli ultimi calciatori a perdere la vita nel conflitto, ucciso il 15 giugno 1918 sul Monte Grappa. Una lapide al campo dello Sterlino ricorderà a lungo il sacrificio dei soci che “donarono generosi le giovani vite“. La ricostruzione della squadra rossoblù nel dopoguerra avverrà tra mille difficoltà.dettagli
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aprile 1917Morandi e la Pittura MetafisicaGiorgio De Chirico e Carlo Carrà, pittori arruolati nel 27. Reggimento Fanteria, vengono ricoverati all'Ospedale Neurologico Militare di Ferrara. Nella Villa del Seminario ai due artisti sono messe a disposizione alcune stanzette dove possono dipingere e ricevere amici. In pochi mesi di intensa collaborazione i due gettano le basi della Pittura Metafisica. Protagonisti di questa breve stagione artistica di importanza internazionale saranno, oltre ai fratelli Chirico e a Carrà, il giovane poeta e pittore ferrarese De Pisis e il bolognese Morandi. Giorgio Morandi (1890-1964) è autore nel 1918 di almeno dieci splendide nature morte metafisiche. La sua adesione al movimento avviene per conoscenza indiretta, tramite riviste come “La Brigata” o “La Raccolta”. Il coinvolgimento sarà breve e parziale: già nel 1919 l'artista bolognese abbandonerà i manichini, le sfere e le scatole di vetro, per eleggere a propri strumenti di indagine pittorica le note bottiglie e altri oggetti da rigattiere.dettagli
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aprile 1917Don Emilio Faggioli fonda il primo Riparto Scout dell'Emilia-RomagnaDon Emilio Faggioli (1883-1977) fonda, nella parrocchia di San Giovanni in Monte, il primo Riparto Esploratori Cattolici in Emilia, il Bologna 1° ASCI "Pro Fide et Patria". Aquile e Camosci sono le due prime squadriglie. Alla base dell'attività scout sono, oltre alla dottrina cristiana, la conoscenza della natura e la vita all’aperto. Diffusosi rapidamente nella regione, lo scoutismo cattolico sarà avversato dal fascismo. Dopo la costituzione dell'Opera Nazionale Balilla, nel 1928 l'ASCI sarà abolita. Mons. Faggioli sarà protagonista della rinascita dei gruppi scout dopo la guerra e animatore dei primi gruppi femminili di Guide.dettagli
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9 aprile 1917Un "presunto" sciopero generaleIl 9 aprile un tentativo di manifestazione pacifista promossa dalle donne fallisce sul nascere per l’intervento dell'autorità militare: un piccolo assembramento davanti al Palazzo comunale viene disperso. In città sono in sciopero oltre seicento operaie della Manifattura Tabacchi. Le lavandaie dello Stabilimento militare di Borgo Panigale abbandonano il lavoro a metà giornata e tentano di dirigersi in centro, ma sono bloccate dalla forza pubblica, che effettua alcuni arresti. Le agitazioni proseguono il giorno dopo: le operaie del Linificio e Canapificio rifiutano di iniziare il lavoro per un "atto di protesta contro la guerra". Ad una manifestazione delle Fonderie Parenti partecipano anche alcuni operai militari. Agitazioni e disordini avvengono anche davanti alla Sigma e alla Stagni, oltre che in alcune imprese impegnate nel munizionamento. L'11 aprile vi sono ancora manifestazioni e astensioni dal lavoro "a macchia di leopardo" in vari stabilimenti e davanti ai municipi di alcuni comuni della provincia come Minerbio e Bentivoglio, ma senza proporzioni di rilievo. Qualche giorno più tardi il Prefetto Quaranta affermerà essersi trattato di uno sciopero generale "abortito". Il direttore del "Giornale del Mattino" Pietro Nenni parlerà, invece, di "sobillazione malvagia" di quei partiti, ad esempio il partito socialista, che si sono posti volontariamente "fuori della compagine nazionale". Fino alla fine di agosto in provincia di Bologna continueranno agitazioni di varia natura, con l'astensione dal lavoro di centinaia di operai e salariati agricoli.dettagli
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16 aprile 1917Muore Tommaso Casini filologo e studioso di DanteMuore a Bazzano il critico e filologo Tommaso Casini (1859-1917). Era nativo di Pragatto, frazione di Crespellano (BO). Nel 1873, ancora studente, conobbe e iniziò a seguire gli archeologi Giovanni Gozzadini e Arsenio Crespellani. Nel 1873 costituì con un amico una società per lo scavo di un pozzo-deposito di età romana. Da questa iniziativa nacque la Società Archeologica che condusse importanti indagini nel territorio ad occidente di Bologna e consentì la fondazione del museo di Bazzano. Si iscrisse alla Facoltà di Lettere all'Università di Bologna, dove seguì con attenzione i corsi di Carducci sulla poesia italiana. Ebbe come compagni, tra gli altri, Giovanni Pascoli, Ugo Brilli, Severino Ferrari, Corrado Ricci. Invitato da Francesco Zambrini, collaborò al "Propugnatore", pubblicando studi sulle rime del Tassoni e sui trovatori bolognesi. Le rime tassoniane furono raccolte nel 1880 nella collana "Scelta di curiosità letterarie inedite o rare", curata sempre da Zambrini. Nel 1881 si laureò a Firenze con una tesi sulla cultura bolognese nel XII e XIII secolo. Oltre al lavoro di studio filologico su antichi testi letterari, iniziò ad insegnare e a curare libri scolastici. In questo ambito nacquero gli studi danteschi. L'intero commento alla Divina Commedia (condotto sull'edizione critica di Witte) venne pubblicato nel 1992. Giudicato di valore e innovativo da molti critici, compreso lo stesso Carducci, il lavoro acquistò da subito grande favore e importanza. Dal 1890 all'attività di filologo si affiancò quella di storico, con studi sul Risorgimento e soprattutto sul periodo napoleonico. La sua carriera nella scuola si svolse con vari ruoli e in varie città italiane: fu professore universitario, ispettore ministeriale, provveditore agli studi. Di convinzioni sinceramente democratiche, avverso ai governi Crispi e Pelloux, verso la fine della sua vita si iscrisse al partito socialista e nel 1914 venne eletto al Consiglio Provinciale, iniziando il suo mandato con un elogio al proletariato.dettagli
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26 aprile 1917L'opera "Lucrezia Borgia" di Donizetti al ComunaleAl Teatro Comunale si tiene una “indimenticabile esecuzione” dell'opera Lucrezia Borgia di Gaetano Donizetti. Il merito è soprattutto dei cantanti: il soprano Ester Mazzoleni (1883-1982) nel ruolo di Lucrezia e il tenore cesenate Alessandro Bonci (1870-1940) in quello di Gennaro.dettagli
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28 aprile 1917Si insedia l'Ente Autonomo dei ConsumiCon la nomina a direttore di Romeo Galli (1872-1945), seguace di Andrea Costa e direttore della biblioteca comunale di Imola, si insedia ufficialmente l'Ente Autonomo dei Consumi, fortemente voluto dal sindaco Zanardi. L'Ente possiede il forno pubblico, che produce 130 quintali di pane al giorno per i propri negozi, per altre cooperative di consumo, per gli ospedali e altri enti di assistenza. Meno soddisfacenti sono le vendite della pasta e del vino prodotto dalla cantina interna. Nel 1917 aprono nove nuovi spacci, richiesti in modo pressante dai cittadini. La contingenza della guerra crea notevoli problemi organizzativi: locali a volte poco idonei, scarsa preparazione degli addetti, carenze nei rifornimenti. La fine del conflitto porterà ostacoli: enormi rincari nelle merci, disservizi ferroviari, crisi delle aziende. Il personale, in particolare quello femminile, sarà costretto a lavorare "con incredibile intensità". Nel corso del 1918 l'Ente aprirà altri tre negozi, portando il totale a 19, più cinque spacci di frattaglie e uno di legna e carbone. I negozi diventeranno 28 nel 1919. Il loro successo è dovuto ai prezzi contenuti, alla qualità dei prodotti e alla rete presente ormai in tutto il territorio comunale. Nel giugno 1919, in un periodo di grave fermento popolare per l'aumentato costo della vita, il Municipio assegnerà all'Ente Autonomo dei Consumi la palestra di Santa Lucia, già tempio della ginnastica bolognese e casa della Virtus, che sarà adibita a spaccio comunale di merci.dettagli
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25 maggio 1917La "Pro Patria"Sul “Resto del Carlino” è pubblicato un manifesto del Comitato “Pro Patria” a favore della guerra, combattuta per l'unità nazionale e per spezzare il sogno egemonico dei due imperi tedeschi. Firmato dal medico radicale Luigi Silvagni (1864-1946), ex allievo di Augusto Murri, il manifesto auspica che anche coloro che non hanno impugnato le armi si mobilitino a favore dei soldati e delle vittime del conflitto. Il Comitato “Pro Patria”, fondato da Silvagni nel 1915 poco dopo l'intervento, annovera molti intellettuali e personalità - Enrico Pini, Alessandro Ghigi, Eugenio Jacchia, Giuseppe Tanari tra gli altri - che in seguito confluiranno tra le fila del fascismo. I presidenti, da Luigi Silvagni a Jacchia, sono quasi tutti esponenti della massoneria. In questo periodo sono numerose le iniziative a sostegno dello sforzo bellico: dal Comitato di azione civile, nato su iniziativa di Giuseppe Tanari e dedito ad alleviare le sofferenze materiali e morali causate dal conflitto, al Comitato bolognese per l'assistenza agli invalidi, dall'operazione “Oro alla patria”, all'assistenza ai profughi del Friuli dopo la rotta di Caporetto.dettagli
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1 giugno 1917Agitazione operaia alla Manifattura TabacchiGli operai della Manifattura Tabacchi entrano in agitazione e chiedono un aumento dell'indennità caro viveri. Lo sciopero è attuato sospendendo l'attività all'interno dello stabilimento. In seguito è chiesta una ridefinizione delle tariffe di cottimo. Nuove fasi della protesta si avranno nell'autunno 1917 e nella primavera 1918, quando entreranno in scena anche le lavoratrici della Stagni e il personale avventizio della Cartiera del Maglio di Pontecchio.dettagli
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5 giugno 1917La "Rondine" di Puccini al ComunaleDopo il successo ottenuto al Teatro dell'Opera di Montecarlo, al Comunale di Bologna si rappresenta, per la prima volta in Italia, la Rondine di Giacomo Puccini (1858-1924), opera gentile e giocosa, che appare spaesata nel pieno della guerra mondiale. Forse considerando la gravità del momento Giuseppe Adami, autore del libretto, ha inserito un finale melodrammmatico, che contrasta col carattere del lavoro musicale di Puccini. Diretta da Ettore Panizza, con Aureliano Pertile e Toti Dal Monte nei ruoli di Ruggero e Lisette, l'opera ha comunque successo, ma non verrà più portata alla ribalta del Comunale.dettagli
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6 giugno 1917Via Indipendenza è la prima strada illuminata con l'energia elettricaDal 6 giugno via Indipendenza è la prima strada di Bologna illuminata grazie all'energia elettrica. E' inoltre rinnovato l'impianto di illuminazione nei principali edifici pubblici, a partire da Palazzo d'Accursio. In novembre una convenzione con la Società Bolognese di Elettricità (S.B.E) prevede l'impianto di illuminazione a luce elettrica per le strade tra via Rizzoli, Castiglione, Farini e D'Azeglio.dettagli
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22 luglio 1917Scuola all'aperto ai Giardini MargheritaAi Giardini Margherita è inaugurata una scuola all'aperto per i bambini di debole costituzione. Proposta da Mario Longhena, assessore della Giunta Zanardi, è stata costruita a tempo di record, scegliendo un semplice modello a cottage. E' aperta per otto ore ogni giorno. I bambini vengono dotati di banchi portatili, zoccoli, mantelli impermeabili e coperte: devono studiare, leggere e scrivere il più possibile all'aria aperta e seguire norme igieniche precise. I miglioramenti nella salute dei piccoli appaiono subito notevoli: si rileva un generale aumento di peso, non vi sono malattie e poche sono le assenze. La scuola è intitolata a Fernando Fortuzzi, ex facchino e consigliere comunale socialista, morto nel 1916 all'ospedale di Udine dopo essere stato richiamato in guerra.dettagli
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25 luglio 1917Proteste contro la guerraIl 25 luglio a Galliera 300 donne della locale lega socialista si riuniscono davanti al municipio per protestare contro la guerra. Il 25 agosto circa 500 operai e operaie del canapificio di Casalecchio manifestano contro il caroviveri e per l'aumento dei salari, imitati il giorno dopo dai lavoratori dello zuccherificio. Il 27 agosto le donne di Capugnano e Castelluccio, paesi attorno a Porretta Terme, protestano contro l'introduzione della tessera annonaria e la scarsità dei generi alimentari. Lanciano grida contro la guerra e contro i villeggianti. Secondo una comunicazione riservata del Comando di Corpo d'Armata di Bologna,"la propaganda dei partiti sovversivi" contro la guerra "va facendosi sempre più intensa".dettagli
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10 agosto 1917Gli "argonauti della pace"Il 10 agosto arrivano a Bologna i signori Goldemberg e Smirnoff, due dei quattro delegati del Soviet di Pietrogrado inviati in Occidente per illustrare il significato della rivoluzione in atto nel paese. Sono accolti con grandi manifestazioni di simpatia dai socialisti bolognesi, che solo dopo diversi colloqui e un imponente comizio al teatro comunale con più di 5.000 persone, si rendono conto che gli "argonauti della pace" non sono pacifisti leniniani, ma seguaci di Kerensky. La contessa Lina Bianconcini Cavazza definirà la manifestazione al comunale "un principio di imitazione russa", una "pagliacciata" consentita in zona di guerra solo grazie alla debolezza del governo. In realtà l'autorità militare avrebbe voluto impedire la presenza dei delegati russi, ma si era trovata in contrasto con l'atteggiamento conciliativo del prefetto Quaranta. I giornali di opposizione, come l' "Avvenire" e l' "Idea Nazionale", amplieranno la denuncia della contessa di danneggiamenti nel teatro, ma il Prefetto ridimensionerà l'accaduto, parlando di "qualche atto di vandalismo" compiuto da "campagnoli e persone incolte".dettagli
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settembre 1917Una centrale elettrica d'emergenzaPer sopperire alla ridotta attività delle centrali alpine coinvolte nelle operazioni belliche, è costruita una nuova officina elettrica a valle di quella già esistente dal 1911 presso la diga del Brasimone, sull'Appennino bolognese. E' destinata a rifornire il capoluogo emiliano e le città dell'Oltrepò padano. Iniziati a partire dalla primavera 1916 sotto la direzione dell'ing. Angelo Omodeo, i lavori sono proseguiti con lentezza per mancanza di materie prime e ritardi nella consegna di macchinari. Non sono mancati sospetti sul reale impegno della Società Bolognese di Elettricità (SBE), legata al colosso industriale tedesco AEG. La seconda centrale del Brasimone funzionerà solo negli ultimi mesi della Grande Guerra e sarà comunque provvidenziale, perchè dopo la rotta di Caporetto verrà a mancare il contributo delle centrali SADE, situate nelle zone occupate dagli austriaci. Sarà dismessa subito dopo la fine delle ostilità.dettagli
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12 settembre 1917Il pittore futurista Athos Casarini muore in guerrail pittore bolognese Athos Casarini (1883-1917) muore in trincea sul monte San Gabriele. Emigrato a New York nel 1909, è stato l'unico artista italiano presente nel 1913 alla famosa Esposizione dell‘Armory Show, prima grande mostra di arte moderna in America. Pur essendo il solo artista futurista a pronunciarsi contro la guerra, è tornato in Italia e si è arruolato volontario nel 1915. Alcuni quadri di Casarini, riportati a Bologna dal fratello al termine del conflitto, saranno presentati alla Esposizione nazionale della Guerra del 1919. Essi riporteranno l’inedita immagine del paese d’oltreoceano “attraverso il diaframma coloratissimo del fauvismo, dell’espressionismo nordico e dell’ à plat di matrice giapponese”. Diversi anni dopo Filippo Tommaso Marinetti celebrerà la "sintassi vigorosamente italiana" di Athos Casarini, “pittore futurista italiano d’America”, in una mostra postuma.dettagli
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28 settembre 1917Muore Gualtiero SacchettiMuore Gualtiero Sacchetti (1836-1917), ingegnere e Senatore del Regno, originario di Colunga di San Lazzaro. Fu rappresentante del partito liberale e fedelissimo di Marco Minghetti. Ricoprì più volte l'incarico di consigliere comunale e provinciale e fu assessore comunale per l'edilizia dal 1874. Propugnò il rinnovamento di Bologna, soprattutto l’apertura di via Indipendenza e l’introduzione dei primi tram. Lascia le sue sostanze in eredità all'Università di Bologna, perchè siano convertite in premi per i professori che ne accrescono la gloria.dettagli
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29 settembre 1917Allarme aereoCon i grandi progressi dell'aeronautica nel corso della guerra, aumenta notevolmente il pericolo di bombardamenti dal cielo da parte di aeroplani e dirigibili austriaci. Sono più volte colpiti paesi della pianura veneta e centri costieri. Un bombardamento su Padova l'11 novembre 1916 fa quasi cento vittime. Oltre a diramare norme sull'oscuramento, a Bologna l'autorità militare stabilisce una rete di avvistamento, un posto di osservazione a San Michele in Bosco e batterie contraeree a Villa Aldini e a Borgo Panigale, dotate di riflettori e di linea telefonica. Particolare attenzione è posta nella protezione dell'Arsenale, con batterie di cannoni installate a Barbiano e a Villa Baruzziana. Il 29 settembre 1917 viene lanciato il primo - e unico - allarme aereo sulla città. E' dato con il suono del campanone del Podestà e con un botto di razzi. Non si vede però alcun veivolo. Si saprà che una squadriglia nemica ha sganciato alcune bombe a Malalbergo, provocando pochi danni, ma un grande spavento nella popolazione locale. La sera stessa tre incursioni colpiscono l'idroscalo di Ferrara. Altri aerei vengono respinti dal fuoco di sbarramento della contraerea all'altezza di Pontelagoscuro. La censura militare vieterà comunque la pubblicazione sui giornali di notizie su bombardamenti dal cielo, per non destare ulteriori preoccupazioni tra i cittadini. In questo periodo vengono aperti contratti assicurativi contro i rischi di guerra. E' ammessa la limitazione del rischio "ai soli bombardamenti aerei, cioè da Aeroplani o Dirigibili".dettagli
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19 ottobre 1917Piena dell'Idice e allagamento di MolinellaUna disastrosa piena dell'Idice provoca l'allagamento del territorio e dell'abitato di Molinella. Viene sommersa anche la Cassa di Colmata d'Idice e Quaderna. I lavori di arginatura condotti dal Consorzio della Bonifica Renana subiscono una lunga sospensione.dettagli
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24 ottobre 1917Dopo Caporetto la città è invasa dai profughiLe truppe austro-tedesche scatenano un'offensiva su larga scala tra la conca di Plezzo e Tolmino ed entrano a Caporetto. Inizia una disastrosa ritirata dell'esercito italiano e la fuga degli abitanti delle zone occupate del Friuli e del Veneto. Nelle settimane seguenti Bologna è invasa da circa 16.000 profughi. Entro novembre oltre 56.000 persone transitano dallo scalo cittadino (alla fine, secondo il Prefetto, i rifugiati in transito saranno centomila). Il Comitato d'azione civile presidia un punto di accoglienza alla stazione, dove distribuisce pane e carne conservata forniti dall'amministrazione militare e mette a disposizione pagliericci. Le prime strutture di ricovero per chi vuole fermarsi in città sono il Collegio Venturoli in via Centotrecento e l'Istituto dei Salesiani fuori porta Galliera. Al fine di allestire asili improvvisati per i bambini orfani e per quelli che nella fuga hanno perduto i familiari, si occupano anche le sale cinematografiche. Gli alunni iscritti nella scuole bolognesi salgono rapidamente a 1.400 unità. In città gli affitti raggiungono prezzi esorbitanti e prospera il mercato nero. La situazione diviene presto insostenibile: il 31 ottobre la polizia richiede l'intervento dei militari per impedire ai profughi di scendere dai treni. A Casalecchio di Reno è istituito un posto di blocco per fermare i militari fuggiaschi. Essi vengono nuovamente inquadrati e rispediti al fronte. La Giunta bolognese e il "Resto del Carlino" aprono una sottoscrizione per gli orfani e per il comune di Udine, la cui amministrazione è temporaneamente ospitata a palazzo d'Accursio. L'Associazione Agraria Bolognese offre una sede all'Agraria Friulana e promuove la collocazione di profughi per lavori agricoli. Le organizzazioni operaie denunciano "lo sfruttamento del lavoro dei profughi". Una commissione prefettizia distribuisce nelle campagne bolognesi circa seicento "mangiatori di polenta" provenienti dalle zone occupate. I proprietari terrieri forniscono vestiti e scarpe a 270 di essi. Con la ritirata oltre il Piave, il territorio bolognese rafforza il loro ruolo di "grande retrovia". Molti servizi logistici dell'esercito - ad esempio l'Intendenza generale, prima a Treviso - e migliaia di soldati prendono alloggio in città e nei dintorni, aggravando una situazione abitativa già precaria e mettendo in allarme le autorità. Preoccupano in particolare la diffusione di notizie "tendenziose", lo spionaggio, la propaganda disfattista e i contatti con i "sovversivi".dettagli
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24 ottobre 1917L' "Avanti!" bandito dalla provincia di BolognaLa colpa della disfatta di Caporetto è da varie parti addossata alla propaganda pacifista e alla politica neutralista dei socialisti. La diffusione dell'organo di stampa socialista L' “Avanti!” è vietata in trenta provincie italiane, tra le quali Bologna. Anche i periodici locali "La Squilla" e "La Lotta" subiscono pesantemente la censura, potendo pubblicare solo appelli di solidarietà per i profughi. Nell'agosto 1919 una apposita commissione d'inchiesta ricondurrà in modo più corretto la rotta di Caporetto agli errori dei generali.dettagli
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novembre 1917Tanti imboscati nel "bois di Bologna"Dopo l'arretramento del fronte sul Piave, Bologna diventa uno dei più importanti centri urbani delle retrovie. Vi si moltiplicano gli uffici militari e la città pullula di ufficiali e soldati. C'è chi la chiama “Bois de Boulogne”, come il famoso parco parigino, per la presenza di tanti militari "imboscati".dettagli
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novembre 1917Spediti a Firenze i libri più preziosi della Biblioteca UniversitariaPer proteggere da eventuali danni bellici i documenti più preziosi della Biblioteca Universitaria, il direttore Giuseppe Fumagalli fa riempire 17 casse di materiale bibliografico e le stiva al piano terra di palazzo Poggi. In novembre esse sono spedite a Firenze, in deposito presso la Biblioteca Medicea Laurenziana, da cui torneranno a Bologna a guerra finita.dettagli
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1 novembre 1917Tessera annonaria per il paneL'Amministrazione comunale introduce la tessera annonaria di razionamento. Ogni cittadino ha diritto a 250 grammi di pane al giorno, a 90 di pasta e 40 di riso. E' concessa una razione supplementare ai “lavoratori di fatica” e alle nutrici. Fissato per il 1° di agosto, il provvedimento entra in effetti in vigore dal 1° novembre. A fine mese le tessere consentiranno la distribuzione di oltre 160.000 razioni e 26.000 supplementi di pane. Esse aumenteranno notevolmente con l'arrivo dei profughi a seguito della rotta di Caporetto. L'Amministrazione comunale è anche costretta a ridurre i sussidi in denaro per le classi popolari.dettagli
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5 novembre 1917Bologna è una "grande retrovia"Dopo la rotta di Caporetto Bologna e il suo territorio confermano il loro ruolo di “grande retrovia”. Il 5 novembre il Ministero dell'Interno chiede un notevole potenziamento delle strutture gestite dal Comando Territoriale, prevedendo 25.000 posti letto. Senza andare troppo per il sottile, l'esercito effettua massicce requisizioni in città, dovendo sistemare con urgenza uomini e servizi. Gli elenchi di ville e palazzi privati forniti dal Prefetto sono poco utilizzati. I comandi concentrano la loro attenzione sulle scuole, costrette spesso a interrompere la propria attività. Via Jacopo della Quercia, nei pressi del nuovo istituto dei Salesiani, è occupata da baraccamenti militari. Un problema drammatico è quello delle migliaia di soldati, che hanno perduto i contatti con le loro unità e si sono riversati in disordine al di qua del Po. Essi vagano senza meta, laceri e affamati, in fuga dagli orrori della guerra. Per i numerosi ammalati sono attivati nuovi ospedali e sono aperte strutture sanitarie apposite per gli infettivi. Saranno 18.000 i ricoverati, dei quali oltre 6.000 contagiosi. La maggior parte dei militari sbandati sono bloccati e radunati in campi di riordinamento, dove vengono inquadrati in nuove unità e rispediti al fronte. Nella pianura emiliana i campi più grandi hanno sede a Guastalla (RE), a Copparo (FE) e soprattutto a Mirandola, dove sono concentrati 80.000 uomini dell'artiglieria, e a Castelfranco Emilia, dove sono riuniti circa 200.000 soldati sbandati di fanteria. A Bazzano e Cento (FE) sono invece istituiti magazzini per la raccolta del materiale bellico abbandonato durante la rotta e in seguito recuperato. Le autorità cercano di impedire i contatti tra i soldati fuggiaschi e le popolazioni "sovversive" della Bassa: entro il 4 novembre oltre 7.000 di essi sono consegnati dai carabinieri ai centri di raccolta. A metà dicembre gran parte degli sbandati giunti in Emilia saranno di nuovo al fronte, ma nei comuni intorno a Bologna molti di essi continueranno a vagare isolati e a sfuggire ai rastrellamenti.dettagli
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15 dicembre 1917Epidemia di vaioloOriginata all'interno del carcere, una epidemia di vaiolo si estende rapidamente, con focolai sparsi in tutta la città. Alcune decine di persone sono colpite, fortunatamente in forma mite. Tra gli ammalati vi è il medico condotto Francesco Baviera, che diventerà direttore del Lazzaretto. Come durante l'epidemia di colera del 1911, le persone colpite dal morbo sono isolate e coloro che hanno avuto contatti con esse vengono posti in contumacia. Si procede a una rigorosa disinfezione e a una generale vaccinazione.dettagli
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16 dicembre 1917La partenza dei "ragazzi del 99"Da porta D'Azeglio un corteo di richiamati della classe 1899 diretti al fronte, in marcia verso la stazione, percorre via San Mamolo gremita di folla e di bandiere tricolori. In via Indipendenza, di fronte al monumento di Garibaldi, i ragazzi ricevono il saluto dei generali Segato e Lubatti. Più tardi sono accolti in stazione dal Prefetto e dall'avvocato Giulio Giordani. Poichè Palazzo d'Accursio non ha esposto il Gonfalone, un gruppo di mutilati di guerra e studenti entrano nel palazzo municipale dopo duri scontri “col bastone e la stampella” e riescono ad issare il vessillo.dettagli