Cronologia di Bologna dal 1796 a oggi
Archivio di notizie sulla storia della città e del suo territorio dal 1796 ad oggi. Con riferimenti bibliografici, link, immagini.
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1915Le "scatolette" di CasaraltaNell'area militare di Forte Galliera (Casa Ralta) è in funzione un grande stabilimento per la preparazione della carne in scatola destinata alle truppe al fronte. Vi vengono macellati ogni giorno circa 150 bovini, il che consente la confezione di 200.000 scatolette e migliaia di porzioni di dadi da brodo e condimenti per la minestra in boccette. Nella fabbrica lavorano oltre 1.500 soldati e numerosi civili, tra i quali 350 donne. Un primo, "modestissimo" impianto di conserve alimentari per le forze armate è stato avviato nell'ex convento dei Frati Gaudenti a Casaralta fin dal 1876, dopo la dismissione del campo trincerato bolognese. Esso si è ingrandito nei decenni seguenti, ma solo dal 1912 è divenuto un grande complesso industriale, pienamente controllato dal Ministero della Guerra. La gestione è affidata a ditte appaltatrici, che forniscono il bestiame da macellare e provvedono alla lavorazione. Nei pressi dell'impianto è costruito un grande panificio per i militari di stanza a Bologna. Durante il conflitto il carnificio militare sarà dotato di nuove stalle, di un nuovo mattatoio, di un gigantesco frigorifero per la conservazione di carni congelate e di una falegnameria per gli imballaggi. Le mercedi piuttosto basse degli operai saranno la causa di continue agitazioni, in parte guidate dalla Camera del Lavoro. Nell'aprile 1918 un centinaio di operaie saranno licenziate in tronco per aver partecipato a uno sciopero. Intorno al 1940 lo stabilimento di Casaralta cesserà di produrre carne in scatola, e sarà adibito a deposito di derrate alimentari per l'Esercito.dettagli
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1915L'opera dell'Istituto Ortopedico Rizzoli e dell'Officina ProtesiDurante tutta la guerra l'Istituto Ortopedico Rizzoli compie ogni sforzo per poter ospitare i feriti e i mutilati che giungono numerosi dal fronte. Tutti gli spazi disponibili, compresi la biblioteca e l'ex refettorio dei monaci, sono trasformati in sale di degenza. Il coro notturno diviene scuola per infermieri, le antiche scuderie una sala di ginnastica. Viene anche costruito un nuovo padiglione nello spazio antistante l'ingresso principale, che porta la capienza complessiva dell'ospedale a 500 posti letto. La villa Favorita, già residenza del console tedesco, è destinata a ospitare gli ufficiali convalescenti. Il personale del Rizzoli viene in parte militarizzato e molti medici sono richiamati al fronte. Quelli che rimangono sono costretti a lavorare, con scarsi mezzi, su migliaia di pazienti. C'è solo abbondanza di ipoclorito di sodio, con il quale piaghe e cancrene sono dominate, attraverso continui lavaggi. Il professor Vittorio Putti (1880-1940), direttore dell'Istituto, affida al dott. Francesco Delitala (1883-1983) l'organizzazione e la conduzione delle Officine Ortopediche, che occupano alcuni locali del sotterraneo e del piano terra. Qui vengono costruiti gli arti artificiali di migliaia di mutilati. Si tratta di manufatti razionali e funzionali, ma anche validi esteticamente, grazie all'opera di Augusto Fusaroli, valente artigiano, al quale si devono anche gli arredi della biblioteca e dello studio di Putti (1924-1925). Durante il conflitto l'Officina Nazionale di Protesi è il maggior centro di produzione italiano di apparecchi per mutilati e strumenti chirurgici, creati in collaborazione con la Scuola di Applicazione per gli Ingegneri. Tra il 1915 e il 1920 produrrà oltre 8.500 protesi, 6.000 scarpe speciali, 2.200 apparecchi ortopedici. Nel 1919 il Rizzoli otterrà dalla Direzione militare di Artiglieria tre capannoni tra la via San Mamolo e la via Panoramica, che permetteranno lo sviluppo delle Officine.dettagli
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1915Il Museo Centrale ScientificoAcquistando una villa in località Roveretolo, nella periferia nord, il Comune entra in possesso di una vasta collezione di conchiglie, minerali, animali imbalsamati e oggetti di popolazioni africane. Decide quindi di creare in loco un Museo Centrale Scientifico, dotato di sale di esposizione e di aule didattiche fraquentate dalle scolaresche. Per arricchire la dotazione di minerali, sono interpellate tutte le miniere italiane. Molte di esse invieranno campioni dei loro giacimenti. Durante la grande guerra la Giunta Zanardi utilizzerà la proprietà di Roveretolo come colonia estiva per i bambini affetti da scrofola, una malattia dovuta alla povertà della dieta alimentare, che in questo periodo ha effetti devastanti.dettagli
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1915Progetto di Villaggio scolastico alla BologninaL'Ufficio Edilità e arte del Comune progetta un Villaggio scolastico nel rione Bolognina, frazione Arcoveggio, in un'area edificata dall'Istituto delle case popolari. Dei 9.000 mq previsti, tra le vie Zampieri, Fioravanti e Nicolò dell'Arca, circa 1.800 sono coperti da costruzioni e gli altri tenuti a giardino, con viali alberati. Quattro padiglioni sono dedicati alle aule scolastiche: ognuno di essi ha due piani con tre aule ciascuno, i “gabinetti” per gli insegnanti e un sotterraneo per il refettorio. Un padiglione è riservato alla ginnastica e al bagno. La struttura è in grado di ospitare 1.200 bambini. Lo scoppio della guerra impedirà o ritarderà gravemente la realizzazione dei progetti della giunta Zanardi.dettagli
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1915La pasticceria RovinazziGiovanni Masotti (1873-1915) decora con bei disegni floreali la pasticceria Rovinazzi, in via D'Azeglio. Costituito nel 1869, il negozio è passato nel 1880 ad Augusto Pedrini. Nel 1906 è divenuto proprietario Enrico Zanarini, che ha mantenuto la vocazione dell'esercizio e accresciuto il numero dei prodotti in vendita. L'ex fornaio di via Repubblicana ha trasferito sopra la pasticceria anche la propria abitazione.dettagli
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gennaio 1915"La Vita cittadina" rivista del ComuneA inizio anno il Comune di Bologna decide di pubblicare una rivista mensile dal titolo "La Vita cittadina. Bollettino mensile di cronaca amministrativa e di statistica". Curata dall'Ufficio di stato civile e statistica, uscirà regolarmente negli anni seguenti, riportando notizie e dati dell'Amministrazione municipale. La pubblicazione sarà interrotta nel novembre 1920 dopo i tragici fatti di Palazzo d'Accursio e il commissariamento del Comune. Le stampe riprenderanno nel 1924 con un nuovo titolo, "Bollettino del Comune di Bologna", mantenendo, almeno all’inizio, lo stesso indirizzo del foglio precedente, pur in un clima politico radicalmente mutato.dettagli
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1915Restauri a Palazzo Ghisilardi FavaIl Comitato per Bologna Storica e Artistica cura il restauro del Palazzo Ghisilardi Fava, uno dei più belli e armoniosi della città, costruito tra il 1484 e il 1491 su commissione di Bartolomeo Ghisilardi. Vengono ripristinati i trafori delle finestre della facciata, imitandone una perfettamente conservata fino ad ora. Altri importanti restauri verranno eseguiti nel 1925 dall'arch. Giulio Ulisse Arata in occasione della trasformazione del palazzo in Casa del Fascio. Verranno scoperti soffitti lignei del Quattrocento, gli avanzi in selenite del “palatium“ imperiale e il basolato di una strada romana.dettagli
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5 gennaio 1915I cristiani democratici si schierano per l'interventoTra i 5 e il 7 gennaio si tiene a Bologna il V Congresso della Lega democratico cristiana. Seguendo l'orientamento di Romolo Murri (1870-1944), il periodico l' “Azione” di Eligio Cacciaguerra e Giuseppe Donati si schiera per l'intervento dell'Italia contro l'Austria. Il sacerdote marchigiano è in questo periodo impegnato in una serie di conferenze sul tema della guerra. Essa gli appare necessaria e purificatrice. Ormai non è più possibile sottrarsi all’ “eroico conato delle razze europee”.dettagli
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8 gennaio 1915Contrabbando di materiale bellicoUn'indagine di polizia scopre che numerose aziende emiliane, tra cui nove bolognesi, producono spolette per bombe da cannone, che poi vengono inviate di contrabbando in Germania. La cosa fa scandalo: molte di quelle bombe saranno probabilmente utilizzate contro i soldati italiani, di lì a poco impegnati al fronte contro gli Austriaci.Il sospetto coinvolge anche la ditta Zamboni & Troncon: l'8 gennaio il "Mattino" denuncia l'esistenza, presso questa fabbrica, di una misteriosa commessa di spolette di artiglieria. Si scoprirà però che essa fa parte della "mobilitazione occulta", avviata da tempo dall'Esercito italiano.dettagli
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12 gennaio 1915Il foglio interventista "L'Appello ai giovani"Il 12 gennaio esce a Bologna la rivista "L'Appello ai giovani", uno dei tanti fogli nazionalisti, che incitano all'intervento dell'Italia in guerra contro gli imperi centrali. Vi scrive anche Benito Mussolini. Nelle scuole della città si formano battaglioni di studenti volontari, che inscenano manifestazioni contro l'Austria.dettagli
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13 gennaio 1915Aiuti ai terremotati della MarsicaIl 13 gennaio un grave terremoto provoca oltre 30.000 morti nella Marsica, in Abruzzo, con epicentro nella zona di Avezzano e del Fucino. Da L'Aquila, Roma e altre regioni italiane partono i soccorsi alle popolazioni colpite. Sono mobilitati oltre 9.000 soldati. Lo scrittore Scipio Slataper testimonia della "magnifica opera" del pompieri bolognesi. Il comune di Bologna promuove una sottoscrizione, che consentirà la costruzione di alcune casette per i terremotati. Il sindaco Zanardi riceverà i ringraziamenti dal comune di San Benedetto dei Marsi.dettagli
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13 gennaio 1915Il Comitato bolognese di preparazione civilePer iniziativa dell'ing. Alberto Barattini, presidente del Tiro a segno nazionale e dirigente del partito radicale, nasce il Comitato bolognese di preparazione civile. In vista di un probabile coinvolgimento dell'Italia nella guerra, si propone di curare l'addestramento militare di ragazzi non ancora sotto le armi, promuovere la formazione di corpi ausiliari specialistici (autisti, guide alpine, ecc.), formare personale per la sostituzione dei richiamati nei servizi pubblici e per l'impiego in settori in probabile espansione, come l'assistenza sanitaria e scolastica. La presidenza è offerta al senatore Giuseppe Tanari, affiancato da alcuni notabili, quali la contessa Isolani e lo stesso Barattini. Nonostante i promotori dichiarino di non voler "spingere il paese all'avventura guerresca", la costituzione del Comitato di preparazione è giudicato negativamente dall'amministrazione comunale e dalla "Squilla" socialista, che vi intravedono una speculazione elettorale.dettagli
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febbraio 1915L'Arsenale e la Direzione d'Artiglieria producono a pieno ritmoFin dallo scoppio della guerra europea la Direzione generale di Artiglieria dell'Esercito ha spinto perchè fosse notevolmente aumentata la produzione del Laboratorio Pirotecnico, situato tra Porta San Mamolo e Porta Castiglione. Nel febbraio 1915, a pochi mesi dall'avvio delle ostilità in Italia, esso ha già quintuplicato il proprio fatturato rispetto agli anni precedenti. Oltre alle munizioni per armi leggere, l'Arsenale provvede all'innesco e caricamento dei proiettili d'artiglieria. Il confezionamento delle miscele esplosive avviene in una sezione staccata dell'opificio alla Lunetta Gamberini, fuori porta Maggiore. Durante la guerra arriverà a fabbricare due milioni di cartucce al giorno, coprendo buona parte del fabbisogno dell'esercito al fronte. Saranno oltre 10.000 gli operai occupati, in gran parte donne. Anche la Direzione di Artiglieria, che prima del conflitto mondiale era una modesta officina per la riparazione di materiale d'artiglieria, moltiplica la propria attività, arrivando ad occupare oltre 2.000 operai, addetti alla produzione e riparazione dei proiettili. Le officine e i depositi sono sparsi nella cintura periferica, soprattutto ai Prati di Caprara, alla Lunetta Gamberini e nella zona di Casaralta. Dopo Caporetto saranno trasferite a Bologna anche le officine di riparazione dei pezzi di artiglieria attivate dall'Ansaldo in prossimità del fronte. Durante il conflitto, a seguito della grande espansione dei servizi logistici, saranno attivati anche l'Opificio Vestiario e una grande lavanderia militare. Quest'ultima sarà creata nell'estate del 1915 per soddisfare il bisogno di lenzuoli, camici, vestiti puliti e igienizzati per i soldati degenti negli ospedali militari. Occuperà alcune centinaia di operai, in gran parte donne, e sarà al centro a più riprese di vertenze economiche, tanto che la direzione dell'Ospedale militare centrale di Bologna arriverà a chiedere la militarizzazione delle maestranze.dettagli
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febbraio 1915A Bologna nevica. Tafferugli tra gli spalatoriNel febbraio in città nevica abbondantemente. Il Municipio fa uscire vetture spartineve e ingaggia, oltre ai cantonieri, agli spazzini e ai manovali comunali, anche circa cinquecento spalatori cottimisti. Ben presto il servizio risulta “alquanto insufficiente” e limitato alle sole strade del centro. Si dovrà provvedere ad aumentare, fino a duemila unità, il numero degli spalatori. Fuori Porta Galliera accade “uno spiacevole e grave incidente”: scoppia un tafferuglio tra alcuni addetti alla rimozione dei cumuli di neve e una quarantina di muratori disoccupati, che si ritengono esclusi ingiustamente dall’ingaggio. Le forti nevicate del 1915 risulteranno comunque provvidenziali nella grave crisi occupazionale conseguente alla fine della guerra, con il ritorno dal fronte dei reduci e la smobilitazione degli opifici militari. Almeno 4.000 persone troveranno un lavoro, almeno per breve periodo.dettagli
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20 febbraio 1915Adolfo Busi espone a San FranciscoIl pittore Adolfo Busi (1891-1977), nato a Faenza, ma da tempo operante a Bologna, partecipa all'Esposizione internazionale Panama-Pacifico di S. Francisco (US), dove ottiene una medaglia d'argento e l'acquisto dell'opera da parte della Fondazione Carnegie. Nello stesso anno espone a Bologna all'hotel Baglioni e prende parte alla Secessione romana. E’ presente inoltre alla mostra dell'Associazione "Francesco Francia" in Palazzo Bentivoglio. Oltre che come pittore, raggiungerà una buona fama anche come incisore, illustratore di favole e disegnatore di affiches, collaborando con lo Stabilimento Tipolitografìco Chappuis. Attraverso l'esercizio della grafica passerà dall'iniziale stile liberty al Deco, “secondo una scansione dinamica che utilizza i portati del futurismo” (Contini). Nel 1928 e nel 1929 un suo manifesto vincerà il Concorso Nazionale promosso per pubblicizzare la “Battaglia del Grano“. Dal 1932 continuerà la sua carriera di cartellonista a Milano. Sue opere saranno presenti in diverse mostre d'arte in Italia e all'estero fino agli anni Settanta.dettagli
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23 febbraio 1915Disordini e violenze tra neutralisti e interventistiIl 21 febbraio, dopo un comizio a Porta Gallera presso le scuole De Amicis, alcuni dimostranti si recano in via dei Mille sotto le finestre del “Giornale del Mattino”, che sostiene l'entrata in guerra. Il 23 febbraio, per protestare contro le violenze subite dai neutralisti in varie città italiane nei giorni precedenti, i socialisti occupano il palazzo dei Notai, nel quale è in programma un comizio del Fascio d'azione rivoluzionaria. Ne nasce una furiosa collutazione tra gruppi contrapposti. L'ex anarchica Maria Rygier (1885-1953), il futuro quadrumviro fascista Michele Bianchi (1883-1930), il repubblicano Pietro Nenni (1891-1980) e altri esponenti interventisti improvvisano una manifestazione di protesta sugli scalini di San Petronio, dove proseguono i tafferugli a suon di randellate e lanci di sassi. Da qui parte poi un corteo interventista, inneggiante alla guerra e alla liberazione di Trento e Trieste, che tocca il bar Ponzio, ritrovo di socialisti, la redazione dell'"Avvenire" in via Marsala e termina presso il monumento a Garibaldi in via Indipendenza con un breve discorso della Rygier. Nel commentare i fatti accaduti, il "Mattino" si chiede ironicamente se "i bastoni della Molinella" sono i nuovi simboli del pacifismo. Il 25 febbraio il sindaco Zanardi rivendicherà il diritto di esprimere "in qualunque modo l'avversione alla guerra". Il 26 febbraio in via Indipendenza verranno malmenati il vice sindaco Nino Bixio Scota (1876-1954) e gli assessori Luca Antonio Tosi Bellucci (1883-1916) - che di lì a poco morirà in guerra, disinnescando un proiettile - e Demos Altobelli (1890-1941), chiamati "gli austriaci d'Italia".dettagli
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marzo 1915I nuovi edifici universitari requisiti dall'autorità militareDopo le vaste demolizioni effettuate nel 1913 tra via San Giacomo e via San Leonardo, vengono costruiti (e completati, nel marzo 1915) otto dei nove edifici universitari previsti dalla Convenzione del 1910. Dopo lo scoppio della guerra i nuovi istituti saranno requisiti dall'autorità militare e trasformati in ospedali ausiliari per le truppe.dettagli
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10 marzo 1915Un piroscafo per il rifornimento di carboneIl rifornimento di carbone per la città viene fatto direttamente via mare dall'Inghilterra con il piroscafo “Jupiter“, acquistato per l'occasione dall'Officina del Gas e ribattezzato “Andrea Costa“. In questo modo il prezzo del carbone e del gas diviene a Bologna tra i più bassi in Italia. Un secondo piroscafo, il “Febo” - poi rinominato “Giosue Carducci“ - destinato al rifornimento di grano dall'Argentina, verrà acquistato nel febbraio 1916. Durante il suo primo viaggio da Mar del Plata sarà però requisito dalle autorità militari, per il trasporto di merci e soldati verso il fronte.dettagli
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aprile 1915Il Comitato per gli Irredenti di BolognaNell'aprile 1915 nasce la Commissione centrale di patronato dei fuoriusciti adriatici e trentini. E' una costola della Società Dante Alighieri, legata alla massoneria e sostenitrice dell'irredentismo. Alla Commissione fanno capo dodici Comitati, tra i quali quello di Bologna, presieduto dall'avvocato triestino Ugo Quarantotto (1880-1951). La Commissione centrale e i Comitati si occuperanno dei volontari irredenti, del loro arruolamento, cercheranno informazioni sui soldati caduti e sul luogo della loro sepoltura. Spetterà inoltre alla Commissione la tutela dei prigionieri di guerra austro-italiani. Il Patronato fornirà aiuti ai profughi dalle terre irredente, eseguirà ricerche su familiari, cercherà di alleviare le condizioni degli internati in Austria. Con l'entrata in guerra dell'Italia l'impegno maggiore dei Comitati sarà dedicato a superare gli ostacoli frapposti dalle autorità all'arruolamento dei trentini e degli adriatici. Il Comitato bolognese per gli Irredenti, ospitato in via Olanda 1, in locali prestati dall’Automobile Club, sarà mobilitato per la raccolta dei documenti necessari ai volontari e si occuperà delle pratiche per il loro arruolamento. Fino al giugno 1915 sarà patrocinato e finanziato dalla Società Dante Alighieri, poi dal Governo italiano, attraverso la Prefettura di Roma. Nel dicembre 1915 sarà riconosciunto come Ente Morale. Fin dalla sua nascita il Comitato richiederà ai volontari un ritratto con firma. La “copiosa raccolta di fotografie” rimediate fino alla fine del conflitto andrà a costituire un vero e proprio archivio della memoria. A partire dal 1919 sarà consegnata a più riprese da Ugo e Silvio Quarantotto al Comune di Trieste, assieme alle carte dell’archivio.dettagli
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11 aprile 1915Manifestazioni interventisteAl comizio interventista che si tiene l'11 aprile al palazzo dei Notai gli oratori attaccano Giolitti e i dirigenti socialisti. Questi ultimi sono accusati di assecondare “le tendenze vilmente pacifiste dei lavoratori”. Al termine del comizio si scatena una rissa tra interventisti e simpatizzanti socialisti. Il giorno successivo un gruppo di studenti tentano l'assalto al consolato austriaco, trattenuti a stento da cordoni di polizia. Nel pomeriggio vi sono scontri per le strade: la "caccia all'interventista" prosegue fino alla sera. I disordini si ripetono il 5 maggio, anniversario della spedizione dei Mille. Dopo un comizio di Guido Bergamo al monumento di Garibaldi in via Indipendenza, seguito da tafferugli ormai consueti con i neutralisti, un corteo interventista tenta di raggiungere il consolato tedesco, ma è bloccato in via D'Azeglio, davanti alla chiesa di S. Procolo, dalle forze dell'ordine.dettagli
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21 aprile 1915Il Prefetto auspica un regime eccezionaleIl Prefetto di Bologna mette a punto un piano di repressione contro il Partito socialista e la Camera del Lavoro. Chiede l'invio di forze armate sufficienti a soffocare ogni atto di ribellione e auspica un “regime eccezionale”. Attua un rigoroso controllo dell'informazione, censurando sistematicamente le notizie di carattere politico e sindacale. Boccia inoltre la proposta socialista per il blocco degli affitti fino alla fine della guerra.dettagli
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30 aprile 1915Il Comitato per l'Assistenza religiosa ai militari in guerraIl conte Giovanni Acquaderni (1839-1922) fa una cospicua donazione per l’assistenza spirituale dei militari in guerra. In seguito si costituisce un comitato, presieduto da don Emilio Faggioli (1883-1977), che ha il compito di procurare altari da campo e suppellettili per la celebrazione della Messa negli ospedali militari e presso le unità combattenti. Un gruppo di pie operaie volontarie si raduna, intanto, per confezionare paramenti sacri. Il comitato organizza anche corsi di formazione per preti-soldati e per cappellani militari. Presso la chiesa di San Giovanni in Monte, durante la Grande Guerra, sarà celebrata la Messa del Soldato per i militari di passaggio a Bologna, con il Vangelo spiegato da un militare.dettagli
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maggio 1915Gli ambulatori comunali trasferiti a Palazzo d'AccursioGli ambulatori medici comunali di città sono trasferiti in locali appositi all'interno del Palazzo d'Accursio. Gli ambulatori per i poveri erano gestiti dal 1882 dalla Congregazione di Carità. Il Comune ha avocato a sè il servizio dal 1° gennaio 1907.dettagli
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1 maggio 1915"Orrore per la guerra!", "Viva la guerra!"La festa del lavoro del Primo Maggio è l'occasione per una grande manifestazione popolare contro il conflitto mondiale in corso. Anche la giunta comunale socialista ribadisce il proprio “orrore per la guerra”, che impedisce l'affermazione delle idee democratiche e porta inevitabilmente fame e povertà per le classi umili. La risposta degli interventisti non si fa attendere: il 5 maggio, anniversario della spedizione dei Mille, si tiene un corteo commemorativo, che fa propaganda per l'ingresso dell'Italia nel conflitto a fianco della Triplice Intesa. Dieci giorni dopo un'altra imponente dimostrazione si dirige lungo via Indipendenza verso piazza VIII Agosto. La folla, calcolata in quindicimila persone, inneggia alla guerra e a Trieste italiana. Lungo il percorso vi sono piccoli tafferugli tra interventisti e neutralisti.dettagli
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5 maggio 1915I negozi dell'Ente Autonomo dei ConsumiIl 5 maggio apre a porta Saffi uno spaccio comunale di pane, farina, latte e riso. Nel corso del 1915 i negozi dell'Ente Autonomo dei Consumi saliranno a cinque e diventeranno ventuno alla fine della guerra. Oltre al pane e alla farina, venderanno anche frutta, verdura, latte, conserva, caffè e persino carbone coke. Dal 1917 funzionerà un servizio di macellazione e vendita al dettaglio di carni fresche, mentre non riuscirà l'apertura della cantina sociale. Il quotidiano cattolico "L'Avvenire" accuserà il sindaco Zanardi di farsi "un monumento sulla mollica di pane", mentre la minoranza consigliare denuncerà l'intenzione di "creare in città un vero e proprio monopolio nel commercio dei generi esserziali" (Degli Esposti). Ma il successo delle iniziative del sindaco socialista a favore dei consumatori sarà testimoniato dal numero dei cittadini che aderiranno all'Ente Autonomo dei Consumi: circa 6.000 a metà del 1918. Una parte degli utili andranno a beneficio delle famiglie dei richiamati, alla Società contro la tubercolosi, al Ricovero di Mendicità, agli studenti bisognosi e agli orfani di guerra.dettagli
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6 maggio 1915Gli istituti scolastici ospitano i richiamatiIl Comando della Divisione militare territoriale di Bologna requisisce i locali l'Istituto Tecnico Pier Crescenzi per alloggiarvi, con paglia a terra, circa 2.000 richiamati in partenza per il fronte. Le scuole Laura Bassi sono occupate dalla Croce Rossa. Altri istituti superiori situati nel centro cittadino, quali i licei ginnasi Galvani e Minghetti, sono interessati dalla mobilitazione bellica. A settembre 1915 ben 236 aule su 380 delle scuole elementari saranno adibite ad usi militari, portando al collasso l'organizzazione scolastica. Durante la guerra a Bologna saranno messi a disposizione dell'autorità militare oltre settanta immobili e sedici caserme. Il Comune si occuperà in molti casi di eseguire lavori di riduzione e di adattamento dei servizi di acqua potabile e di illuminazione.dettagli
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16 maggio 1915Manifestazioni interventiste e posizioni neutralisteLa direzione del Partito socialista si riunisce il 16 maggio a Bologna, assieme ai rappresentanti del gruppo parlamentare e della C.G.L. Sulla partecipazione dell'Italia alla guerra è ribadita la posizione neutralista. La parola d'ordine, indicata dal segretario Lazzari, è "Nè aderire nè sabotare". Il partito si dissocia dalle responsabilità del governo. Viene lanciata l'ipotesi di uno sciopero generale, che però suscita molte perplessità ed è lasciata cadere. Per il 19 maggio sono convocati diversi comizi contro la guerra, subito vietati dalla Questura. Nei giorni precedenti si sono svolte in città varie manifestazioni interventiste, accompagnate da intimidazioni e violenze contro i simpatizzanti di sinistra. Il 15 maggio un corteo di un migliaio di interventisti, guidati da Dino Zanetti - tra essi molti studenti - ha percorso via Rizzoli e via Indipendenza fino al monumento di Garibaldi, urlando lo slogan di Carducci: "Perché viva la Patria, oggi si muore". Dalle finestre, imbandierate col tricolore, le signore gettavano fiori, mentre i manifestanti contestavano i governanti "sonnolenti e paurosi" e i "pagnottisti traditori". Un tentativo di invadere Palazzo d'Accursio al grido di "Abbasso Zanardi" non ha avuto successo.dettagli
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23 maggio 1915Gli interventisti all'assalto del municipioAlla vigilia dell'entrata in guerra dell'Italia, un corteo di interventisti, con bandiere tricolori e vessilli di Trento e Trieste, si dirige prima lungo via Indipendenza fino al monumento di Garibaldi, poi verso il municipio, gridando: "Fuori la bandiera a Palazzo, il Palazzo è buio!". La folla travolge il cordone di carabinieri e agenti e si riversa sugli scaloni e nelle sale. Con la tolleranza delle forze dell'ordine si apre una caccia agli assessori socialisti, che però va a vuoto. Poco dopo, sul terrazzo dell'ingresso principale, appaiono tre bandiere, una delle quali viene fissata al davanzale, come segnale di rimprovero per l'assenteismo dell'amministrazione comunale. Si gridano slogan contro Zanardi e a favore del conflitto contro l'Austria per la conquista delle terre irredente. Il sindaco socialista, che si è sempre dichiarato contrario alla guerra, è da tempo nel mirino degli interventisti. Già nel settembre 1914 è stato aggredito e bastonato in piazza Nettuno, mentre il 14 maggio gruppi di giovani hanno tentato di invadere Palazzo d'Accursio al grido "Socialisti beduini!". L'interventismo cresce a Bologna grazie all'azione di alcuni gruppi politici e allo slancio di giovani studenti: radicali, repubblicani, socialisti eretici, si muovono assieme, sotto l'ombrello della massoneria. Dall'altra parte il “colpo di mano” (A. Tasca) che porta all'intervento determina nelle classi popolari una sensazione di prevaricazione e di inganno e concorrerà nel dopoguerra ad alimentare uno stato d'animo antiparlamentare e massimalista.dettagli
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23 maggio 1915La Brigata EmiliaCostituita nel marzo 1915, la Brigata Emilia (119° e 120° Reggimento Fanteria) parte il 23 maggio da Bologna, Forlì, Modena e Ravenna. Il 24 raggiunge Udine in ferrovia e il 26 è dislocata nella zona Planina-Korada. Il 22 giugno passa l'Isonzo su un ponte di barche e attacca contro Globna-Britov. Globna è occupata il 24 con la perdita di sette ufficiali e del 30% della truppa. Per questa azione il 120° Reggimento riceve la Medaglia di Bronzo al Valor Militare. A fine luglio la Brigata Emilia è schierata sul Monte Nero, in sostituzione dei reparti alpini. Il 14, il 19 e 20 agosto attacca Luznica, ma viene respinta dalle difese nemiche. I successivi, ripetuti attacchi nella zona producono numerose perdite e esigui guadagni territoriali, finchè il 15 dicembre essa lascia il settore del Monte Nero. Nel corso del 1916, dopo un periodo a Bergogna, torna nella zona di Caporetto, sostituendo la Brigata Modena. Il 3 agosto subisce un attacco con mine, in parte evitato, e respinge il successivo tentativo di sfondamento della linea da parte degli Austriaci. In questa serie di attacchi e contrattacchi la Brigata Emilia perde circa 350 uomini. Fino alla fine dell'anno sarà impegnata a difendere e a consolidare le posizioni raggiunte. Nel gennaio successivo sarà trasferita nella zona di Gorizia. Nel 1916, presso il cimitero di guerra di Kamno, viene posta una grande lapide dedicata ai caduti della Brigata Emilia nella zona dei monti Sleme, Mrzli e Vodil. Qui, per l'assoluta impreparazione del Regio Esercito alla guerra di posizione, i reparti di linea hanno subito perdite altissime, soprattutto nei primi mesi di guerra.dettagli
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24 maggio 1915Appello della giunta socialista dopo l'entrata in guerraIl giorno della dichiarazione di guerra contro l'Austria-Ungheria la Giunta socialista fa esporre il tricolore sulla torre di palazzo d'Accursio e rivolge un appello ai cittadini bolognesi: "Salutiamo i più validi che partono verso i campi di battaglia a preparare l'auspicata vittoria". Nell'ordinanza del sindaco si dichiara che il proletariato, benché contrario alla guerra, una volta che questa è stata dichiarata, è tenuto a difendere il proprio paese dallo straniero. Si afferma inoltre che l'operato dell'Amministrazione sarà volta a "far sì che dal danno, dal dolore, meno gravi sofferenze derivino alla popolazione". La bandiera nazionale rimarrà issata a palazzo fino alla fine del conflitto.dettagli
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24 maggio 1915Riduzione della pubblica illuminazione e protezione dei monumentiCon l'entrata in guerra dell'Italia sono attuate misure precauzionali contro eventuali attacchi aerei. L'illuminazione pubblica viene ridotta, sia come numero di fanali, che come intensità della luce. I fanali sono colorati con una tinta blu scura. Nonostante l'attenuazione di alcune norme ritenute eccessive, come la cessazione della circolazione dei tram dopo le dieci di sera o lo spegnimento delle vetrine dei negozi nelle prime ore serali, l'oscuramento si protrarrà ben oltre la fine della guerra, tanto che un giornale chiamerà Bologna "il regno delle tenebre". Provvedimenti sono presi anche per la tutela dei monumenti d'arte: il soprintendente Luigi Corsini (in carica dal 1894 al 1933) predispone un piano di "blindatura", messo in opera con grande rapidità nei primi mesi di guerra. La fontana del Nettuno, il portale di Jacopo della Quercia in San Petronio, la Madonna di Niccolò dell'Arca e la statua di papa Gregorio XIII, sulla facciata del palazzo comunale, sono protetti da barriere di legno, mentre i pezzi di maggior valore del Museo civico sono ricoverati in locali sicuri.dettagli
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25 maggio 1915Bologna "zona di guerra"Le provincie di Bologna, Forlì e Ravenna sono dichiarate zone di guerra. Accanto a ragioni militari vi sono soprattutto ragioni politiche. Il Bolognese e la Romagna sono considerate zone potenzialmente sovversive, controllate in gran parte da amministrazioni socialiste di tendenze neutraliste e sede di importanti organizzazioni sindacali di livello nazionale, quali l'USI (Unione Sindacale Italiana) e la Federterra. Il Prefetto di Bologna Quaranta coinvolge subito i militari nella gestione dell'ordine pubblico, mantenendo il controllo degli affari politici. I decreti emanati dopo l'ingresso dell'Italia in guerra gli consentono di vietare le riunioni pubbliche e di chiudere le associazioni sovversive. La repressione colpirà le sedi del partito socialista e i suoi organi di stampa, i circoli anarchici, i sindacati e anche molti religiosi, accusati di "tedescofilia".dettagli
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29 maggio 1915Divisione di compiti tra il Comune e il Comitato di preparazione civileA seguito di un cordiale colloquio tra il sindaco Zanardi e i rappresentanti del Comitato di preparazione civile, è stabilita una divisione di compiti nelle iniziative riguardanti l'assistenza in guerra, per impedire una sovrapposizione delle iniziative ed evitare che "qualche incontentabile postulante possa giovarsi della beneficenza cittadina a danno di altri più modesti e quindi più onesti". Il comitato deve occuparsi di assistenza ai feriti, mentre il Comune offre sussidi alle famiglie dei richiamati - soprattutto generi alimentari - e assistenza ai bambini nelle scuole. L'assessore Longhena ha il mandato di trovare un accordo con la signora Sanguinetti Ghiron del comitato, riguardo alla cura dei bambini in età prescolare. L'Amministrazione comunale si assume inoltre il compito della "difesa igienica civile, contro le malattie contagiose". A tal fine l'Ufficio Igiene predispone ospedali contumaciali e luoghi di isolamento.dettagli
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31 maggio 1915Laboratori per gli indumenti militariE' aperto in Palazzo Ruggi, in via Barberia, un "laboratorio gratuito" per la confezione di vestiario e biancheria a favore degli ospedali militari bolognesi. Diretto dalla signora Livi, si basa sul lavoro volontario di signore della buona società. Un secondo laboratorio "a pagamento", sorto su iniziativa del Comitato di azione civile con l'intento di fornire lavoro alle donne del popolo, riceverà parecchie commesse ministeriali. A partire da metà ottobre un altro laboratorio, messo in piedi dalla Fondazione Formiggini, inizierà a impiegare a domicilio circa duemila donne, iscritte nelle liste di disoccupazione della Camera del Lavoro, per la confezione di abiti militari in tela.dettagli
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giugno 1915Cucina per gli emigranti alle scuole "De Amicis"Alle scuole “De Amicis” di via Galliera è allestita una cucina per gli emigranti costretti a rientrare in patria a causa della guerra. Durante il mese di giugno vengono distribuiti 30.000 pasti. In seguito la scuola sarà utilizzata come ospedale militare di riserva, mentre la vicina Montagnola ospiterà i bivacchi dei soldati in partenza per il fronte.dettagli
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giugno 1915Comitati di guerraAll'inizio della guerra si costituiscono a Bologna due comitati: il primo è detto di Azione Civile e si propone di "eccitare e di favorire ogni iniziativa tendente a rafforzare la resistenza del paese"; il secondo è il Comitato di assistenza ai mutilati e storpi di guerra, destinato a soccorrere le vittime del conflitto. Entrambe sono presieduti dal marchese Giuseppe Tanari (1852-1933), ex sindaco di Bologna e Senatore del Regno. Per alcuni mesi essi trovano sede in Palazzo dei Notai, poi nei locali dell'Accademia di Agricoltura all'Archiginnasio, messi a disposizione dal presidente della stessa Agostino Ramponi (1852-1936). Dopo la rotta di Caporetto, si stabilirà qui anche il Comitato di Assistenza ai profughi delle terre invase. Durante la guerra il Comitato di azione civile svolgerà numerosi compiti a sostegno del fronte interno: aprirà tra l'altro alcuni asili per i figli delle operaie impegnate nella produzione bellica. Essi avranno la caratteristica di "luoghi di custodia", pressoché privi di azione didattica. Il giornale socialista "La Squilla" accuserà il Comitato di fare politica negli asili, costringendo i bambini a partecipare a manifestazioni patriottiche.dettagli
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10 giugno 1915Il calvario dei soldati bolognesi sul PodgoraL'assalto al monte Podgora, tra l'8 e il 10 giugno, è il primo attacco frontale della Grande Guerra, svolto secondo le norme dettate dal gen. Cadorna. Durante l'azione muoiono 55 soldati bolognesi (tra essi 4 ufficiali, compreso il Maggiore Giovanni Ricci) inquadrati nel 35. Reggimento Fanteria della Brigata Pistoia, stanziato dal 1905 sotto la collina di San Michele in Bosco. Ben 13 di essi verranno decorati e anche la bandiera del Reggimento potrà fregiarsi della medaglia d'argento al V.M. con la seguente motivazione: "Attaccando i fortissimi trinceramenti nemici del Podgora (Gorizia) fu eroico nello slancio, tenace nel respingere i contrattacchi, impavido nel sopportare gravissime perdite". La giornata del 10 giugno sarà definita il "calvario dei bolognesi", per l'alto numero delle vittime provenienti dal capoluogo felsineo. L'impressione provocata in città, dove decine di famiglie rimangono improvvisamente senza notizie dei loro cari, spingerà la contessa Lina Bianconcini Cavazza a costituire, nel suo palazzo in via Farini, l'Ufficio Notizie per le famiglie dei militari, benemerita istituzione a livello nazionale riconosciuta dai comandi dell'Esercito. L'assalto del 10 giugno sarà ricordato a lungo nelle caserme bolognesi e la Canzone del Podgora, composta dal maresciallo Rodriguez e dal colonnello Centofanti, diventerà l'inno del 35. Reggimento. Il 20 luglio sul Podgora, durante la terza battaglia dell'Isonzo, rimarrà ucciso il giovane scrittore e saggista cesenate Renato Serra (1884-1915), allievo a Bologna del Carducci.dettagli
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20 giugno 1915La Casa del SoldatoSu iniziativa di don Antonio Bottoni è aperta in via San Vitale n. 40 la Casa del Soldato. Presidente è nominato il conte Francesco Cavazza. Tra i consiglieri vi è il Rettore dell'Università Vittorio Puntoni. Nel vasto piazzale, ricavato nel giardino che fu della contessa Martinetti, sono installati vari padiglioni con tavoli e sedie, che ospitano le iniziative estive. Vi si svolgono spettacoli e concerti per i militari feriti, in licenza o in riserva dal fronte di guerra e si presta ogni tipo di assistenza, anche legale (saranno oltre 130.000 le pratiche trattate). Tra gli intrattenimenti più graditi vi sono le recite dei burattini, in cui sono impegnati artisti come Augusto Galli, Giulio Gandolfi - autori di oltre 500 rappresentazioni - Dina Galli e Amerigo Guasti, attori affermati. Il pubblico dei soldati “folto, pieno di giovinezza, di forza, di vita” partecipa con passione, applaudendo e fischiando sonoramente. Alla “massa pigiata nel mezzo della platea” si accompagnano grappoli umani “in equilibrio su ogni sporgenza”. D'inverno le attività si spostano nei locali del Circolo Galvani in via Zamboni (Palazzo Malvasia) o nel Teatro Contavalli. E' aperta una scuola elementare per soldati analfabeti e più avanti saranno avviati un corso tecnico per la licenza superiore, un corso di stenografia e corsi di lingua per i soldati stranieri. Si presteranno come insegnanti volontari anche professori universitari, come il celebre matematico Salvatore Pincherle. Nel 1918 il corso per analfabeti sarà ospitato nell'aula Carducci dell'Università. Oltre 400 soldati otterranno la licenza elementare e superiore. Dopo il trasferimento in via Castiglione, nelle sale di Palazzo Pepoli, la benefica istituzione continuerà ad operare fino al 30 giugno 1920 con finanziamenti privati e pubblici. Una nuova Casa del Soldato, dotata di un teatro da 3.500 posti, sarà aperta nel 1925 in via Castelfidardo.dettagli
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26 giugno 1915La Mobilitazione IndustrialeCon Regio Decreto n. 993 del 26 giugno 1915 è istituita la Mobilitazione Industriale. Pochi giorni dopo viene eletto il suo organo direttivo, il Sottosegretariato per le Armi e Munizioni. La carica è affidata a un tecnico, il generale bolognese Alfredo Dallolio. Per l'organizzazione della mobilitazione è adottata una soluzione ibrida: il sottosegretariato intrattiene rapporti diretti con le grandi imprese, lasciando le più piccole a Comitati regionali (CRMI) guidati da ufficiali delle forze armate in collaborazione con le Camere di Commercio. In seguito i CRMI, divenuti 11 nel 1917, saranno veri e propri organi statali decentrati e vedranno la partecipazione di rappresentanti della società civile, del ceto imprenditoriale e degli operai, sotto la direzione di un militare di alto rango. Nel Bolognese la mobilitazione industriale non riguarderà solo aziende impegnate nella produzione di armamenti, ma anche industrie tessili, alimentari, società elettriche e consorzi di bonifica.dettagli
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luglio 1915Campo solare per i figli dei richiamati in guerraIn estate il Mutuo Soccorso e l'Amministrazione socialista organizzano alle Fonti di Corticella un “campo solare” in tenda per i figli dei lavoratori e dei richiamati in guerra. Qualche anno dopo l'iniziativa sarà trasferita alla scuola "Marsili".dettagli
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luglio 1915Colonie estive comunaliNell'estate il Comune apre due colonie scolastiche per bambini poveri: una è nel comune di Ozzano nella villa Guidalotti, di proprietà dell'Opera pia dei Vergognosi, l'altra è vicino al ponte sul Reno, a Villa Pagliani ed è riservata a bambini inferiori ai sei anni. I piccoli ospiti trascorrono il loro tempo all'aperto "sotto i boschi, sulle pendici soleggiate in mezzo al verde della città". Oltre al vitto, il Comune offre loro anche il vestiario e le scarpe. Nel 1916 saranno avviate altre quattro colonie sulle colline di Barbiano, Monte Donato, Gaibola e Casaglia, in edifici di proprietà comunale. L'esperienza delle colonie è destinata ai “bimbi a cui la sorte non ha concesso il benefizio dell'aria pura dei campi”. Il progetto prevede anche strutture situate in pianura: a Calamosco per i bimbi scrofolosi e a Casalecchio, presso il fiume Reno “nella Casa grande che circonda il Consorzio della Chiusa”, dove i bambini possono alternare i giochi sulla sabbia e i bagni a salutari passeggiate nei boschi delle vicine colline. Infine circa 400 ospiti frequentano la colonia diurna di Villa Aldini.dettagli
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3 luglio 1915Giornata sportiva per le famiglie dei richiamati in guerraA poche settimane dall'entrata dell'Italia nel conflitto mondiale, il Bologna Football Club, con sede al bar Libertas in via Ugo Bassi 13, si fa promotore di una giornata sportiva a favore delle famiglie dei richiamati in guerra e della Croce Rossa. Militari di stanza in città e giocatori del Bologna e del Modena si sfidano sul campo di Villa Hercolani (o dello Sterlino) in una partita di beneficenza a favore della Croce Rossa. La presenza della banda municipale, concessa dal Comune, concorre "al buon esito della festa", alla quale aderiscono numerose associazioni cittadine. Sostenuta da un pubblico entusiasta la squadra emiliana batte la selezione militare per 3 a 2. La settimana successiva la partita viene ripetuta con l'identico punteggio. Tra i protagonisti di quella che il "Resto del Carlino" chiama una "vera accademia di gioco" vi sono i fratelli Angelo e Emilio Badini, oriundi argentini. Al primo, morto in giovane età, sarà intitolato il campo da calcio di Villa Hercolani.dettagli
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17 luglio 1915Le malattie veneree colpiscono soldati e prostituteNei primi tempi del concentramento delle truppe si verifica un aumento delle malattie veneree. Da varie zone di guerra vengono inviati nelle retrovie gruppi di soldati ammalati. L'arrivo nella clinica dermosifilopatica di Bologna di circa 250 affetti da morbo celtico (in seguito trasferiti a Ravenna) è sufficiente a suscitare il falso allarme in città sulla diffusione inarrestabile delle malattie veneree. L'autorità di polizia effettua controlli tra le prostitute clandestine e una buona parte di esse (20 su 53) risultano ammalate e sono ricoverate nelle sale celtiche. Nel dicembre 1917 il Prefetto Quaranta ordinerà la visita sanitaria obbligatoria per "tutte le donne le quali esercitano notoriamente la prostituzione". Quelle che risulteranno affette da malattie dovranno essere "ricoverate, isolate e curate" in appositi locali, fino alla guarigione. La polizia e i carabinieri saranno impegnati a individuare le prostitute clandestine e a compilare appositi elenchi.dettagli
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19 luglio 1915Decio Raggi prima Medaglia d'Oro al V.M.Alle pendici del Monte Calvario (o Podgora), durante un assalto alle trincee austriache, viene gravemente ferito il tenente Decio Raggi della Brigata Casale. Morirà cinque giorni dopo in ospedale e sarà il primo soldato italiano insignito della Medaglia d'Oro al V.M. Il giovane, di origine forlivese, si era laureato l'anno prima in giurisprudenza all'Università di Bologna. Allievo di Giacomo Venezian, era divenuto un ardente irredentista e fu tra i primi a combattere dopo l'ingresso dell'Italia in guerra. Sarà celebrato come eroe universitario e diventerà un mito nel periodo fascista.dettagli
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19 luglio 1915A Castel Maggiore un Comitato di soccorso a favore delle famiglie dei soldatiA Castel Maggiore (BO) si costituisce un Comitato di Soccorso per le famiglie dei militari richiamati. L'iniziativa è della Giunta Municipale e della Congregazione di Carità, sotto la presidenza del sindaco Roberto Carati (1873-1934). Tornitore alle Officine Barbieri, nel 1899 Carati ha fondato, assieme al fratello, la locale sezione del Partito Socialista, che nel 1904 alle elezioni amministrative ha conquistato la maggioranza assoluta. Sarà a capo del municipio di Castel Maggiore per oltre 20 anni. La sua giunta promuoverà la costruzione del cimitero unificato del paese, di case popolari e scuole. Con l'avvento del fascismo sarà minacciato e perseguitato. Il 16 febbraio 1921 a Bologna subirà una cruenta aggressione e l'anno dopo lascerà la politica.dettagli
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24 luglio 1915Un "refrigerio" per i bambini in riva al RenoPer iniziativa dell'assessore Longhena, un tratto del fiume Reno nelle vicinanze del Pontelungo diventa una spiaggia, un “fresco e gioioso lavacro per i figli del popolo” nel periodo più caldo dell'estate. A turni di cento alla volta, i bambini sono accompagnati, assieme alle maestre e con un tram predisposto allo scopo, in questo improvvisato lido. Esso è dotato anche di casotti spogliatoio e l'area dei bagni è recintata con funi di sicurezza. In questa zona non è raro vedere le lavandaie sciacquare i panni nel fiume e i birocciai lavare i loro cavalli.dettagli
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25 luglio 1915L'assistenza ai combattenti e gli ospedali di guerraIl servizio di assistenza ai combattenti, che rientrano dal fronte, è organizzato dal Comune in collaborazione con le autorità militari, il corpo dei pompieri - potenziato con soldati automobilisti e della Sanità militare - e la Croce Rossa. I treni-ospedale sostano nello scalo della Grande Velocità, a ponente della stazione. I soldati feriti in transito ricevono pasti caldi distribuiti dalla locale Camera del Lavoro. Quelli bisognosi di cure sono accolti nell'infermeria ricavata in un magazzino ferroviario e poi dirottati nei vari ospedali cittadini. I casi di malattie epidemiche sono indirizzati al lazzaretto e gli abiti destinati ad un apposito centro di disinfezione. Alcune vetture tramviarie, modificate con barelle di ferro e tela prodotte dalla Cooperativa metallurgici di Persiceto, sono riservate al trasporto dei feriti. Per non fare interferire il traffico militare con quello civile, vengono posati nuovi binari del tram tra la stazione e lo scalo della Grande Velocità, lungo il viale Pietramellara. A Bologna oltre al potenziamento di quelli già esistenti - in particolare il Sant'Orsola e il Maggiore - altri ospedali di riserva sono allestiti in edifici comunali, demaniali o requisiti ai privati. Vengono requisiti le scuole De Amicis, Pascoli, Berti, Masi, gli istituti S. Leonardo, Primodì, S. Anna, Misericordia, il liceo Minghetti, varie cliniche universitarie, la casa di cura Nigrisoli, l'ospedale Rizzoli e la sede della Croce Rossa in via Milazzo. Nel seminario operano come infermiere le Minime dell'Addolorata: “le suore si aggirano in uno scenario indescrivibile. I malati e i feriti scaricati dai treni-ospedale vengono sistemati un pò dovunque. Delirano per la febbre altissima. I medicinali e le braccia scarseggiano ...” (Gherardi). E' organizzato inoltre l'ospedale militare territoriale dell'Abbadia, con il Centro neurologico e la Clinica psichiatrica. Un servizio neuropsichiatrico per i militari “impazziti” e traumatizzati è istituito presso il manicomio “Roncati”. La Sezione femminile del Comitato di Azione civile si occupa della raccolta di mobili, biancheria, stoviglie e materiale sanitario per gli ospedali di riserva. Oltre 700 signore e signorine del Comitato sono impegnate nell'assistenza sanitaria. Alcune decine di esse fanno parte della Croce Bianca, un corpo di infermiere operante negli ospedali. Nei primi mesi di guerra le strutture ospedaliere bolognesi ricevono visite illustri: per prima la duchessa d'Aosta, ispettore generale della Croce Rossa, che visita la clinica chirurgica del Sant'Orsola, il Gozzadini e il Rizzoli. Nel corso di una breve sosta in città il Presidente del Consiglio on. Salandra ispeziona i nosocomi militari. Infine il 25 luglio la regina Elena "visita e conforta i feriti", rilevando una buona situazione generale. Nel solo 1916 saranno 62.616 i militari infermi accolti alla stazione di Bologna e distribuiti nei 36 nosocomi dislocati tra città e provincia.dettagli
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25 luglio 1915Per papa Benedetto XV la guerra è una "inutile strage"Nell'anniversario del conflitto mondiale papa Benedetto XV definisce la guerra una “orrenda carneficina che disonora l'Europa”. L'ex arcivescovo di Bologna, al secolo Giacomo Della Chiesa (1854-1922), ha denunciato la tragedia della guerra fin dal suo primo messaggio alle nazioni, nel settembre del 1914, dopo di che non ha mai cessato di prodigarsi per la cessazione delle ostilità. Ha condannato l'odio generato dal nazionalismo e dall'imperialismo, il “sacro egoismo” diventato “legge suprema”, il progresso tecnologico degli armamenti, la creazione di ordigni capaci di distruggere intere città. Durante la guerra si prodigherà, con l'aiuto di oltre 2.000 cappellani militari, per l'assistenza ai soldati al fronte. Impegnerà le finanze del Vaticano - fin quasi alla bancarotta - per portare soccorso alle popolazioni colpite. Si batterà, attraverso l'Opera dei Prigionieri, per il trattamento umano dei prigionieri di guerra e in seguito per il loro rimpatrio. Farà proposte di pace alle nazioni belligeranti e cercherà di convincere il presidente americano Wilson al non intervento. Definirà la guerra una "inutile strage" e il "suicidio dell'Europa civile". I suoi reiterati appelli alla pace gli procureranno la fama di disfattista e "austriacante". Durante la commemorazione di Cesare Battisti, giustiziato il 12 luglio 1916, Bissolati lo accuserà di essere corresponsabile della sua morte.dettagli
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27 luglio 1915I fratelli Legat, sportivi e volontari in guerraItalo Legat, figlio del prof. Remigio, fondatore della Sempre Avanti!, impegnato anch'egli nella Società come segretario e direttore tecnico, parte volontario in guerra con il grado di sottotenente nel 17° reggimento Artiglieria. Il 27 luglio muore all'ospedale militare di Novara. Sarà decorato con la croce di guerra del Governo Francese e il suo nome figurerà, assieme ad altri dieci soci, nella lapide commemorativa dei caduti della Sempre Avanti!, murata nel 1924 in via Maggia. Anche il fratello si è arruolato con il grado di Tenente aiutante maggiore in seconda nel III Reggimento Bersaglieri. Gravemente ferito al fronte, sarà proposto per la Medaglia d'Argento al Valore Militare. Manlio Legat è uno degli sportivi più apprezzati del primo Novecento. Atleta polivalente della Sempre Avanti!, specialista nei salti, nel 1911 a Verona ha stabilito il record di salto con l'asta con m. 3,60. Nel 1912 ha partecipato, con la Nazionale italiana, alle Olimpiadi di Stoccolma, gareggiando nel salto in lungo, nel decathlon e nel salto con l'asta. In quest'ultima specialità ha ottenuto il suo miglior piazzamento, con un 17° posto.dettagli
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agosto 1915Il Comitato Civile per le MunizioniSi costituisce in agosto il Comitato Civile per le Munizioni di Bologna. Raccoglie attorno al marchese Tanari alcuni autorevoli esponenti conservatori e vari imprenditori dell'industria meccanica. Si pone come centro di mediazione per le officine bolognesi da coinvolgere nell'industria bellica, molte delle quali di dimensioni troppo modeste per ottenere da sole commesse statali. Alle imprese consorziate è affiancata una officina appositamente creata, la Standard, con manodopera soprattutto femminile. L'attività del Comitato susciterà polemiche: lo si accuserà di coprire imprese poco efficienti e di dare vita a un sottobosco di favoritismi per gli esoneri dal servizio militare. Replicando a queste illazioni, si affermerà che la partenza di soldati con particolari competenze tecniche avrebbe ostacolato la produzione bellica.dettagli
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16 agosto 1915Indumenti di lana per i combattentiIl sindaco Zanardi convoca alcune signore influenti della città ed espone loro il bisogno di provvedere le truppe combattenti di indumenti di lana per l'inverno. Il Comune ha deciso di invitare i cittadini bolognesi a una pubblica raccolta. Viene costituito un Comitato, presieduto da Giulia Masini, che subito si attiva. Il 22 e 23 agosto si tiene una "passeggiata benefica pro lana": i pompieri percorrono le vie cittadine, raccogliendo vestiti di lana e di pelle. Nei giorni seguenti sarà effettuata la cernita del materiale: gli indumenti utili saranno trasportati presso l'Istituto Professionale Femminile Regina Margherita, dove alcune delle migliori alunne provvederanno, assieme alle signore del comitato, a lavarli, smacchiarli e rammendarli. Il 22 dicembre 1915 il caporal maggiore Giuseppe Pozzi arriverà direttamente dal fronte per ritirare 300 paia di calze, 100 gilets, 70 sacchi a pelo e altri indumenti di lana per gli Alpini del 4° Reggimento. Le cooperatrici bolognesi saranno ringraziate "con una nobilissima lettera" dall'on. Leonida Bissolati. Nei mesi successivi altre forniture di indumenti riguarderanno i pompieri bolognesi aggregati al 62° Battaglione e gli ospedali territoriali della Croce Rossa.dettagli
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3 settembre 1915Recite patriottiche di Alfredo Testoni a Casalecchio di RenoIl Comitato di Soccorso per le Famiglie dei Richiamati di Casalecchio di Reno promuove uno spettacolo di beneficenza, affidandolo ad Alfredo Testoni (1856-1931). Il commediografo allestisce una riduzione in chiave patriottica della fiaba di Cenerentola, facendo recitare più di cento bambini. Il 3 settembre la rappresentazione ottiene un grande successo ed è replicata più volte nel parco dell'Albergo Reno. Il 20 agosto precedente Testoni ha portato in scena un'altra “fantasia patriottica”, In alto!, con un cast ancora una volta di bambini (circa 300, ma nella pubblicità ne erano annunciati 1.000). In seguito lo spettacolo verrà anche ridotto in film con il titolo I bimbi d'Italia son tutti balilla, proiettato per la prima volta il 3 dicembre 1915 a Bologna al cinema Fulgor.dettagli
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novembre 1915La guerra come affare: Max Bondi e la SigmaE' inaugurata a Bologna la Sigma, Società Italiana Generale per Munizioni e Armi. Ne fanno parte Max Bondi, spregiudicato affarista toscano artefice dello sviluppo dell'ILVA di Piombino, colosso della siderurgia italiana, Giovanni Prampolini, direttore delle Reggiane, e altri industriali di Bologna e Ferrara. Ancor prima dell'edificazione degli impianti, che troveranno sede nell'area di Casaralta, fuori porta Mascarella, Bondi stipula un grosso contratto di fornitura di parti di cartucce con la direzione del Laboratorio Pirotecnico di Bologna e ottiene per la fabbrica Sigma, grazie alle proprie aderenze in alto loco, il titolo di stabilimento ausiliario. Le successive manovre, volte ad avere dilazioni nelle consegne e nuove vantaggiose commesse, caratterizzeranno l'azione impreditoriale del “pescecane” Bondi, intenzionato a massimizzare i profitti sfruttando la situazione bellica. L'azienda sarà liquidata al termine del conflitto e, nell'ottobre del 1919, i terreni passeranno alle Officine di Casaralta, che riprenderanno l’originaria destinazione di fabbrica di carrozze ferroviarie.dettagli
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novembre 1915Filippo de Pisis studente a BolognaRiformato alla visita militare a Venezia per nevrastenia, il giovane Luigi Filippo Tibertelli de Pisis (1896-1956) si iscrive all'Università di Bologna nella Facoltà di Lettere. Di famiglia nobile, non ha frequentato scuole regolari. La sua educazione è stata affidata a precettori, che lo hanno avviato a studi scientifici e letterari. Da bambino e da ragazzo ha frequentato d'estate Bologna e i suoi dintorni, ospite nelle ville dei parenti. E' stato allievo a Ferrara del pittore Odoardo Domenichini. A Bologna abita a pensione in via Marsala, frequenta le lezioni di storia dell'arte del prof. Supino e visita con i compagni monumenti e gallerie d'arte. Ma in questo periodo si considera soprattutto poeta. Ama Pascoli e gli rende omaggio facendo visita alla sorella Maria. Frequenta i caffè e i ritrovi letterari, come il Caffè della Barchetta e il Caffè di San Pietro, dove conosce Giuseppe Raimondi, al quale lo legherà una duratura amicizia, e incontra artisti e poeti quali Giorgio Morandi, Giuseppe Bacchelli, Umberto Saba e Vincenzo Cardarelli. Durante il soggiorno universitario scrive Vaghe stelle dell'Orsa, il Diario di Bologna (1916-1918) e le Lettere al fratello Leone. Nel 1920 otterrà la laurea, con una tesi su Pascoli. Subito dopo si trasferirà a Roma e a Parigi dove la sua carriera artistica decollerà.dettagli
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novembre 1915Industrie impegnate nella produzione bellicaA Bologna le aziende del comparto meccanico sono le prime ad essere impegnate nella mobilitazione industriale. Tra la fine del 1915 e l'inizio del 1916 le Officine Calzoni, la Zamboni e Troncon, la Fervet, la Sigma e la Parenti sono dichiarate ausiliarie e vanno ad affiancarsi al Pirotecnico e alle altre imprese statali: la Direzione di Artiglieria, il Carnificio di Casaralta, l'Opificio Vestiario e la Lavanderia militare. La Calzoni dal 1914 fornisce al Pirotecnico macchine per la produzione di caricatori e cartucce in ottone per il fucile modello '91, per bossoli da pistola e forni per ricuocere i bossoli in ottone. La Parenti, entrata in società con la francese Darraq Proiettili, durante il conflitto sfornerà a ritmo continuo bombe da 210, sfruttando massicciamente il lavoro femminile. La Barbieri e la Maccaferri diventeranno ausiliarie solo nel 1918: opereranno come assimilate nella produzione, la prima, di impianti di refrigerazione, la seconda di reti e filo spinato. La Baschieri e Pellagri, dedita alla fabbricazione di polveri da caccia, sarà la prima industria chimica ad essere dichiarata ausiliaria nel 1916 e concentrerà la sua produzione nel fulmicotone per polverifici. Nell'aprile 1916 anche la S.A. di Borgo Panigale metterà la sua produzione di acido solforico a disposizione di ditte come la Sipe e la Dinamite Nobel. Nel settore dei beni di consumo, tra le aziende indirizzate alla produzione bellica ci sarà la Canonica di Casalecchio, i cui filati di canapa serviranno alle calzolerie militari, e la cartiera del Maglio di Pontecchio, produttrice di cartine per le sigarette. Tra le industrie alimentari l'attenzione del Comitato per la Mobilitazione (CRMI) si concentrerà soprattutto sullo zuccherificio, mentre Prospero Genovesi affiancherà al Carnificio militare di Casaralta un proprio stabilimento, situato a Santa Viola, per la produzione di scatolette di carne.dettagli
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15 novembre 1915Scuole serali gratuiteSi aprono le iscrizioni alle scuole serali gratuite. Tra le iniziative nate all'interno del movimento socialista e delle leghe operaie, con lo scopo di alfabetizzare i lavoratori, sono sostenute con particolare favore dall'amministrazione Zanardi. Corsi serali funzionano alle scuole Guidi in via Muratori, alle Muzzi in via dei Mille, in via Saffi, all'Arcoveggio, a Chiesa Nuova, al Pontevecchio, a San Ruffillo. Nelle scuole di S.Egidio e S.Antonio sono previste sessioni festive, con lezioni dalle 19 alle 21.dettagli
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19 novembre 1915Lo scandalo dei "pescicani" di guerraUna grave frode coinvolge la Società dei Mulini Veneto Emiliani, che ha ottenuto l'appalto per la macinazione del grano dal Ministero della Guerra. Trattandosi del pane, alimento fondamentale nella dieta del popolo e dei soldati, lo scandalo dei “pescicani” ha una risonanza particolare. L'accusa comprende varie irregolarità: aggiunta di acqua per accrescere il peso della farina, uso di polvere di mulino e scarti di lavorazione, furto delle migliori qualità di macinato. Il processo si concluderà nel gennaio del 1916 con pesanti condanne per i principali imputati. Il quotidiano cattolico "Avvenire" commenterà che, dopo aver dato addosso al clero e ai cattolici, chiamandoli traditori austriacanti, alcuni fervidi interventisti, "ebrei e massoni della più bell'acqua", frodatori dell'erario, erano ora ospiti delle patrie galere.dettagli
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20 novembre 1915Morte in trincea di Giacomo Venezian, leader irredentistaIl professore Giacomo Venezian (1861-1915) muore al comando del suo reparto durante un assalto alle postazioni austriache a Castelnuovo del Carso. Di origine triestina, esponente fin da giovane del movimento irredentista, Venezian ha seguito gli studi di giurisprudenza all'Alma Mater, laureandosi nel 1900. A Bologna ha proseguito la carriera universitaria, divenendo titolare della cattedra di diritto civile. E' stato, assieme a Carducci, tra i fondatori della Società Dante Alighieri e nel 1911 si è iscritto all'Associazione Nazionalista. E' stato consigliere comunale della minoranza costituzionale. Il 6 febbraio 1915 ha lanciato un Appello ai giovani per la loro adesione alla guerra: “Trieste e Trento sono le nostre mete prossime delle nostre rivendicazioni; simbolo, nella dolorosa realtà della peggior forma di asservimento a cui oppressori stranieri abbiano ridotto il popolo italiano”. Dopo l'intervento dell'Italia nel conflitto mondiale ha chiesto di partire volontario e di essere assegnato al servizio attivo al fronte, dove ha preso parte, col grado di maggiore, a molte azioni temerarie. La sua salma sarà dapprima sepolta a San Pier d'Isonzo, nel cimitero del 121° Reggimento, poi nel sacrario di Redipuglia. Riceverà la Medaglia d'Oro al Valor Militare alla memoria.dettagli
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dicembre 1915Le fabbriche bolognesi diventano stabilimenti ausiliariCon l'entrata in guerra varie aziende bolognesi vengono dichiarate “stabilimenti ausiliari”. Alcune, come la Zamboni e Troncon, specializzata in macchine per la pasta, avviano la produzione di macchine per la lavorazione di proiettili e munizioni. Le Officine Maccaferri mutano radicalmente la loro produzione: dai gabbioni per il contenimento degli argini e dalle catenarie per la sicurezza degli edifici, ai reticolati di filo spinato e ai cavalli di frisia. Nei due impianti della ditta - a Zola e a Bologna, in via del Pratello - l'occupazione sale fino a 1.200 operai, dei quali 700 donne. Si conferma inoltre e si amplia la produzione bellica di imprese come la Calzoni, la Barbieri e la Parenti, che per la fabbricazione di bombe e proiettili impiegano soprattutto manodopera femminile.dettagli
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27 dicembre 1915Disastro ferroviario a San Lazzaro di SavenaNella notte tra il 27 e il 28 dicembre il diretto n. 54 proveniente da Ancona, carico di soldati e civili, investe il treno merci n. 6050 fermo - e in ritardo di oltre un‘ora - al disco della fermata di San Lazzaro di Savena. Nella zona la visibilità è pressochè nulla per la nebbia fittissima. I soccorsi vengono portati immediatamente dai cantonieri e da alcuni abitanti della zona accorsi dopo lo schianto e da un reparto di soldati di stanza in città. Purtroppo il bilancio delle vittime è grave: 20 morti e oltre 80 feriti. I feretri sono accompagnati da una grande folla commossa dall'ospedale militare dell'Abbadia fino alla camera ardente allestita nell'Oratorio di San Rocco. Il capostazione di San Lazzaro, incriminato per il disastro, sarà riconosciuto "gravemente malato di nevrosi" dal medico delle Ferrovie.dettagli