La vittoria del "gregge proletario"
Nelle elezioni amministrative del 28 giugno - lo stesso giorno dell'attentato a Sarajevo, che scatenerà la prima guerra mondiale - la vittoria è dei socialisti, che precedono di mille voti i clerico-moderati (12.689 voti contro 11.370).
Francesco Zanardi è eletto sindaco, col maggiore consenso mai riportato da un amministratore bolognese. Il Psi ottiene, grazie al sistema elettorale di tipo maggioritario, 48 seggi su 60.
E' la vittoria di quelli che "Il Resto del Carlino" definisce "i nuovi barbari". "L'Avvenire d'Italia" registra con preoccupazione lo storico evento: "Bologna dotta, liberale e turrita sotto l'egemonia della Camera del lavoro e dell'analfabetismo".
Il quotidiano cattolico ironizza sulla bassa estrazione dei nuovi amministratori: "La teppa comanda. Prova dell'alfabeto a 14 consiglieri". Si spera che gli eletti per l'età anziché per l'istruzione
riescano a mettere insieme le prove dell'alfabeto: se no per la città dello Studio, che dovrà essere amministrata e diretta da loro, sarebbe uno scorno discreto.
Il 30 giugno i festeggiamenti per la vittoria socialista sono descritti con toni scandalistici: uno spettacolo "indecoroso", nauseante "per le persone beneducate", "una gazzarra che farebbe disonore al più remoto paese del continente selvaggio".
Via Indipendenza fu addirittura infestata. Delle piazze centrali non se ne parla. I canti degli inni sovversivi si alternavano alle canzoni più o meno sguaiate. Le trombe delle fanfare squillarono ... fino alla raucedine.
I cortei erano preceduti da ragazzi sudici e da teppisti. Dietro venivano gli scamiciati. Non si trattava certo della massa operaia seria, evoluta e cosciente!
Il nazionalista Dino Zanetti si proclama contrario all'ingresso della “feccia della città” nel consiglio comunale, conosciuto in precedenza per l' “impeccabile dignità nei costumi e nella elevazione del dibattito”.
A queste elezioni per la prima volta i socialisti conquistano la maggioranza anche nell’Amministrazione provinciale (31 seggi su 50). Il deputato Genuzio Bentini (1874-1943) diviene presidente della Provincia.
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- Luigi Arbizzani, Sguardi sull'ultimo secolo. Bologna e la sua provincia, 1859-1961, Bologna, Galileo, 1961, pp. 126-127, 133 (foto e caricatura di Zanardi)
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- Margherita Bianchini, 101 storie su Bologna che non ti hanno mai raccontato, Roma, Newton Compton, 2010, pp. 227-230
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- Beatrice Borghi, Rolando Dondarini, Bologna. Storia, volti e patrimoni di una comunità millenaria, Argelato, Minerva, 2011, p. 170
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- Comuni e province nella storia dell'Emilia-Romagna. Cento anni di politica di sinistra, a cura di Luigi Arbizzani e Aldo D'Alfonso, Roma, Editori riuniti, 1970, p. 84
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- Cultura e sport a Bologna negli anni della Grande Guerra 1915-1918, a cura di Paola Furlan, Bologna, Persiani, 2017, p. 18
- Mirella D'Ascenzo, Tra centro e periferia. La scuola elementare a Bologna dalla Daneo-Credaro all'avocazione statale, 1911-1933, Bologna, CLUEB, 2006, pp. 159-160
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- Maurizio Degli Innocenti e Paola Furlan, Francesco Zanardi, in: Storia illustrata di Bologna, a cura di Walter Tega, Milano, Nuova Editoriale Aiep, vol. 4.: Bologna dall'unita alla liberazione, 1990, pp. 161-180
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