Cronologia di Bologna dal 1796 a oggi

Archivio di notizie sulla storia della città e del suo territorio dal 1796 ad oggi. Con riferimenti bibliografici, link, immagini.

8 giugno 1914

La "settimana rossa"

Durante la “settimana rossa”, la rivolta che infiamma la Romagna e le Marche, a seguito dell'uccisione ad Ancona di tre manifestanti di sinistra, a Bologna è proclamato lo sciopero generale, al quale partecipano le camere del lavoro, i partiti socialista e repubblicano e gli anarchici.

Nella notte tra l'8 e il 9 giugno un petardo, scoppiato nel sottopassaggio della ferrovia a Porta Lame, dà il segnale di inizio dello sciopero. Al mattino un migliaio di scioperanti tentano di forzare i cancelli della Manifattura Tabacchi per costringere gli operai ad uscire.

Nel primo pomeriggio sono sospese le corse dei tram: grossi macigni sono posti sui binari per impedire le poche corse fatte dai "crumiri", mentre la ferrovia Porrettana è bloccata tra Borgo Panigale e Casalecchio da travi messe sulla linea.

In piazza VIII Agosto si radunano diecimila lavoratori. Parlano l'anarchica Maria Rygier, Demos Altobelli, il segretario dell'USI Armando Borghi, il socialista Genuzio Bentini e Argentina Altobelli per la Federterra.

Al termine un lungo corteo si snoda verso il centro. Alcune vetrine vanno in frantumi, così come le finestre del palazzo delle Poste in piazza Minghetti.

Il "Resto del Carlino" porrà in rilievo le gesta di "teppistelli", che prendono a sassate la redazione del giornale. Gli scontri più cruenti tra manifestanti e forza pubblica si hanno in via Indipendenza.

Intanto in piazza Maggiore l'ex sindaco liberale Giuseppe Tanari guida una contro-manifestazione contro il "pericolo rosso" e propone alla "teppa dorée", la caccia al socialista.

Nei giorni seguenti staffette cicliste vengono inviate in provincia per estendere l'agitazione. Il 9 giugno a Imola sono incendiati il palazzo della Pretura e la stazione, occupata dai manifestanti e sono devastate le linee telegrafiche.

Per impedire il trasferimento delle truppe da Bologna verso Ancona è divelto un tratto di binari. Nelle strade della cittadina si innalzano barricate. Da Imola il moto si propaga lungo la via Emilia: una dopo l'altra si incendiano tutte le città, fino a Rimini.

Il 10 giugno scioperi e agitazioni sono segnalate a Molinella, Minerbio, Crevalcore, Budrio. Vi prendono parte oratori socialisti e anarchici come Massarenti, Borghi, Lizzoni.

Tumulti di popolo si hanno a Corticella e a San Giovanni in Persiceto, con oltre cento arresti tra i dimostranti. A Molinella una enorme folla di dimostranti si raduna in piazza per il comizio di Nullo Baldini.

A Bologna si accendono tumulti e scontri tra scioperanti contrari alla guerra di Libia e gruppi di nazionalisti. Tra i denunciati per incitamento alla lotta armata vi è il futuro sindaco socialista Francesco Zanardi.

Intanto anche in parlamento i deputati bolognesi disputano duramente: il nazionalista Federzoni contro il socialista Bentini.

Dopo tre giorni di tumulti gli Agrari organizzano pattuglioni di cittadini, che affancano la polizia per il mantenimento dell'ordine pubblico.

Anche dopo l'ordine di cessazione dello sciopero generale da parte della C.G.d.L., continuano a confluire manifestanti dalle campagne, mentre in provincia si tengono comizi. I ferrovieri torneranno al lavoro solo il 14 giugno, senza ottenere garanzie contro eventuali rappresaglie.

Esaurita la protesta, rimarrà nella borghesia cittadina una sensazione di timore nei confronti dei socialisti, definiti dalla contessa Lina Bianconcini, moglie dell'on. Cavazza, "i più gran mascalzoni che esistano al mondo".

Approfondimenti
  • Pietro Alberghi, Il fascismo in Emilia Romagna. Dalle origini alla marcia su Roma, Modena, Mucchi, 1989, p. 46
  • Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel Bolognese, 1919-1945, Bologna, Comune – ISREBO, vol. I, Nazario Sauro Onofri, Bologna dall'antifascismo alla Resistenza, 2005, pp. 252-253
  • Luigi Arbizzani, Sguardi sull'ultimo secolo. Bologna e la sua provincia, 1859-1961, Bologna, Galileo, 1961, pp. 126-127
  • Alessandro Aruffo, Breve storia degli anarchici italiani (1870-1970), Roma, Datanews, 2004, pp. 109-113
  • Gabriele Bonazzi, Bologna nella storia, Bologna, Pendragon, 2011, vol. II, Dall'Unità d'Italia agli anni Duemila, pp. 61-62
  • Dino Biondi, Il Resto del Carlino 1885-1985. Un giornale nella storia d'Italia, Bologna, Poligrafici Editoriale, 1985, pp. 125-126
  • Giuseppe Brini, Artigiani a Bologna. Cenni di storia e attualità, Bologna, Tamari, 1978, p. 134
  • Giuseppe Brini, Quelli del tramway. Cento anni di vita e di lotta nella città di Bologna, Bologna, Centro Stampa ATC, 1977-1985, vol. I, pp. 119-120
  • Tullio Calori, Molinella. Cronaca e storia, Bologna, Tamari, 1975, p. 114
  • Mirco Carrattieri, Le forze politiche di fronte al 1917, in: Grande guerra e fronte interno. La svolta del 1917 in Emilia-Romagna, a cura di Carlo De Maria, Bologna, Pendragon, 2018, p. 90
  • Cento anni sono un giorno. 1893-1993. Il centenario della Camera del Lavoro di Bologna nelle immagini dell'archivio storico, s.l., Musea, 1993, p. 32
  • Dal Santerno al Panaro. Bologna e i comuni della provincia nella storia nell'arte e nella tradizione, a cura e coordinamento di Cesare Bianchi, Bologna, Proposta edizioni, stampa 1987, vol. I, p. 76
  • Fabio Degli Esposti, La grande retrovia in territorio nemico. Bologna e la sua provincia nella Grande Guerra (1914-1918), Milano, Edizioni Unicopli, 2017, pp. 41-42
  • Vittorio Emiliani, Libertari di Romagna. Vite di Costa, Cipriani, Borghi, Ravenna, Longo, 1995, pp. 21-22, 93-94
  • Ivan Fuschini, Sovversiva. La Settimana Rossa in terra di Romagna e in Italia, Ravenna, Longo, 1990
  • Miguel Gotor, L'Italia nel Novecento. Dalla sconfitta di Adua alla vittoria di Amazon, Torino, Einaudi, 2019, p. 22
  • Luigi Lotti, La settimana rossa. Con documenti inediti, Firenze, Le Monnier, 1972
  • Ignazio Masulli, Società e politica a Bologna dal 1914 al dopoguerra. In tema di origini del fascismo, in La Resistenza in Emilia-Romagna. Numero unico per il 25. anniversario della lotta di liberazione nazionale, Bologna, a cura della Deputazione Emilia-Romagna per la storia della Resistenza e della Guerra di liberazione, 1970, p. 76 sgg.
  • Nazario Sauro Onofri, La grande guerra nella città rossa. Socialismo e reazione a Bologna dal 1914 al 1918, Milano, Edizioni del Gallo, 1966, p. 53 sgg.
  • Annalisa Padovani, Stefano Salvatori, Cronaca del nazionalismo e del fascismo a Bologna dal 1918 al 1923. Nomi, fatti, luoghi, Bologna, Tinarelli, 2011, pp. 31-32
  • Rossano Pancaldi, La prima guerra mondiale a Bologna, in: "Il pensiero mazziniano", 2 (2017), p. 116
  • Giuseppe Raimondi, Giuseppe in Italia, 2. ed., Milano, A. Mondadori, 1957, pp. 52-55
  • Adler Raffaelli, Guerra e liberazione: Romagna 1943-1945, Bologna, Editcomp, 1995, vol. 1: Storiografia, pp. 243-245
  • La società attraente. Cooperazione e cultura nell'Emilia Romagna, Bologna, dicembre 1976-gennaio 1977, a cura di Franco Solmi, Bologna, Grafis, 1976, pp. 413-415
  • La storia d'Italia, Roma, La Biblioteca di Repubblica, 2005, vol. 25, Cronologia, pp. 269-270
  • Su compagni in fitta schiera. Il socialismo in Emilia-Romagna dal 1864 al 1915, a cura di Luigi Arbizzani, Pietro Bonfiglioli, Renzo Renzi, Bologna, Cappelli, 1966, pp. 369-372
  • Sandro Zabbini, Nadia Cesari, Da Napoleone al 1945, in: Dal Santerno al Panaro. Bologna e i comuni della provincia nella storia, nell'arte e nella tradizione, a cura e coordinamento di Cesare Bianchi, Bologna, Proposta, 1987, vol. 1: Da Bologna a Modena, p. 76
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