Contro i rincari dei generi di largo consumo
E‘ convocata a Palazzo d‘Accursio un'assemblea di sindaci, deputati e senatori socialisti della provincia, al fine di discutere misure “per scongiurare i gravi effetti del rincaro dei generi alimentari e della disoccupazione in conseguenza dello stato bellico internazionale”.
Nonostante il parere contrario di Francesco Zanardi viene deciso di fissare un calmiere settimanale sui prezzi dei generi di largo consumo.
Nelle settimane successive in vari comuni della provincia - a volte anche in quelli a guida non socialista - saranno acquistate scorte di farina e aperti spacci per la vendita di generi di prima necessità a prezzi calmierati.
Bologna - finora una delle città italiane dove vivere non costava molto - sta rapidamente diventando una delle più care. Sul "Resto del Carlino" Luigi Zecchi fotografa efficacmente la situazione:
"Il vino è diventato un medicinale, misurabile col contagocce, il pollame un'araba fenice, le uova una preziosità come la frutta".
Il calmiere non servirà, tuttavia, a frenare i forti rincari dell'epoca. Molti commercianti metteranno a disposizione a prezzi ribassati solo una piccola parte di merce, vendendo il resto di nascosto a prezzi elevatissimi.
Nuocerà inoltre ai consumatori l'abitudine a comprare secondo l'unità monetaria, invece che a peso: per lo stesso prezzo avranno sempre meno prodotto.
Un altro grave problema sarà l'adulterazione dei prodotti. Le frodi commerciali saranno abbastanza diffuse in tempo di guerra.
Colorazione artificiale dei cibi, scrematura del latte, vino mescolato al vinello, conserva allungata con l'acqua, vari tipi di surrogati, sostituzioni con prodotti scadenti, non saranno che alcuni degli espedienti adottati per truccare le vendite.
- Carlo De Maria, Le politiche municipali: lo status quaestionis, in: Grande guerra e fronte interno. La svolta del 1917 in Emilia-Romagna, a cura di Carlo De Maria, Bologna, Pendragon, 2018, p. 39
- Gaetano Miti, Bologna il comune bottegaio: dai negozi di Zanardi all'Ente dei Consumi, Bologna, Patron, 2015, pp. 18, 31-32