Cronologia di Bologna dal 1796 a oggi

Archivio di notizie sulla storia della città e del suo territorio dal 1796 ad oggi. Con riferimenti bibliografici, link, immagini.

1 dicembre 1912

La fabbrica di argenterie "Felsinea" (Wilkens-Clementi)

Via Garibaldi, 40033 Casalecchio di Reno (BO)

Martin Wilkens, imprenditore tedesco di Brema, apre a Casalecchio di Reno, sulla strada dei villini liberty, la fabbrica di argenteria “Felsinea”. Il marchio usato è la pressa “ciclopica” che serve a stampare posate e vasellami.

Passata nelle mani di Michelangelo Clementi, la ditta diventerà tra le più famose e rinomate al mondo per la lavorazione artigianale delle posate, con rifiniture fatte esclusivamente a amano.

Per la durata della Grande Guerra l’attività commerciale sarà completamente sospesa, per la presenza in azienda di interessi tedeschi.

La fabbrica sarà poi completamente distrutta durante il secondo conflitto mondiale. Ricostruita nel dopoguerra, arriverà ad occupare 120 operai.

Nel 1969 la proprietà passerà alla famiglia Mantel Martelli. Con la crisi degli anni Ottanta l'azienda verrà acquistata dalla famiglia milanese Buccellati. Gino Buccellati, direttore dal 1984, trasferirà la fabbrica a Zola Predosa.

Nel febbraio del 2019, dopo oltre cent'anni di attività, lo storico stabilimento di via Garibaldi sarà demolito e al suo posto verranno costruite due palazzine residenziali. Nel piccolo giardino antistante sarà ricordato Giovanni Mantel (1891-1964), il direttore più longevo della Fabbrica Argenteria Clementi.

Approfondimenti
  • Bologna s'industria. La rinascita economica dal secondo dopoguerra agli anni '80 nelle immagini dell'archivio Fototecnica, a cura di Cinzia Frisoni, Santarcangelo di Romagna, Maggioli Musei, 2019
  • Barbara Rambaldi, Wilkens, Clementi, Mantel, Buccellati. Cent'anni di argenteria a Casalecchio di Reno, Casalecchio di Reno, Pro Loco Casalecchio Insieme-Casalecchio Meridiana, 2014
  • Barbara Rambaldi, Wilkens, Clementi, Mantel, Buccellati. Cent’anni di argenteria a Casalecchio di Reno, in: "Scuolaofficina", 1 (2013), pp. 28-34
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