L'Agraria contro il prefetto
Durante una delle riunioni per la soluzione del conflitto agrario a Medicina, il segretario dell'Agraria Donini si scontra con il prefetto Dallari.
Quest'ultimo, fedele alle direttive del primo ministro Giolitti - che considera lo stato il mediatore neutrale delle vertenze tra capitale e lavoro - rifiuta di tenere acriticamente le parti del padronato.
Denuncia anzi la posizione dell'Agraria “animata da una politica intransigente” che “mira a stabilire i principi puri del liberismo, volendo accantonare i concordati di tarifte e stabilire una concorrenza senza quartiere tanto fra proprietari che fra operai”.
I padroni rifiutano il controllo e la regolamentazione dell'impiego di manodopera da parte delle Leghe socialiste, temendo di dover accettare le tariffe sindacali pur di non perdere i raccolti.
Il prefetto dà ragione ai braccianti che protestano contro le violazioni dei contratti e Donini dichiara che non intende assolutamente subire le sue imposizioni.
Il giornale socialista "La Squilla" giudica invece positivamente l'atteggiamento di Dallari, che “cerca di avvicinare le parti per indurle a stipulare dei concordati che assicurino per un periodo di anni l'ordine e la tranquillità”.
- Chiara Pelino, L'ordine pubblico nell'età giolittiana. Il caso di Bologna (1912-1914), in: "Rassegna storica del Risorgimento" (2001), pp. 403-405