La vertenza Zerbini Pondrelli a Molinella
Si apre a Molinella un conflitto tra parti sociali per il rinnovo dei patti colonici mezzadrili. Nel corso della trattativa, l’agrario Giacomo Zerbini dà lo sfratto al capolega di Alberino Germano Pondrelli, dopo averlo isolato dagli altri coloni.
Il 17 novembre 1911 Molinella è messa in stato d’assedio da 800 soldati inviati per arginare la protesta dei contadini, convenuti a difesa di Pondrelli da tutta la Bassa bolognese e attivamente appoggiati da Giuseppe Massarenti.
In una lettera a Giolitti il sindaco socialista definisce Zerbini un “pitocchio rifatto”, una “bestia umana” dentro “un corpo malfatto”.
La famiglia del capolega, composta di diciotto persone, è comunque costretta a lasciare il fondo Cà Nova: viene smembrata e ospitata presso parenti e amici, mentre le masserizie e gli attrezzi sono ricoverati nella palestra della scuola di San Pietro Capofiume.
Allo sfratto di Pondrelli farà seguito lo sciopero bianco degli altri coloni di Zerbini, finchè i provvedimenti di espulsione verranno ritirati.
La vicenda innesterà un lungo conflitto, culminato nel 1914 con l’eccidio di Guarda. Allora i fratelli Pondrelli saranno tra i primi ad essere arrestati e confinati nell’isola di Capraia.
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