Cronologia di Bologna dal 1796 a oggi
Archivio di notizie sulla storia della città e del suo territorio dal 1796 ad oggi. Con riferimenti bibliografici, link, immagini.
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1911Luigi Federzoni e "L'idea nazionale"Il bolognese Luigi Federzoni (1878-1967) fonda “L'idea nazionale”, organo del Movimento nazionalista italiano, da lui stesso avviato l'anno precedente assieme a Enrico Corradini. Il nazionalismo fa proseliti a Bologna soprattutto tra i giovani e nell'ambiente universitario. E' appoggiato dagli agrari e dagli industriali. Federzoni sarà tra coloro che condurranno i nazionalisti tra le fila del fascismo. Durante il Ventennio sarà più volte ministro, presidente del Senato e dell'Accademia d'Italia. Assieme a Dino Grandi voterà contro Mussolini nel Gran Consiglio del 25 luglio 1943 e sarà perciò condannato a morte in contumacia dai fascisti di Salò.dettagli
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1911Il calzaturificio MontanariViene fondata la Montanari, azienda attiva nel settore calzaturiero. Lo stabilimento sarà dal 1935 in via Franco Bolognese n. 4 e dal 1939 in via Emilia Levante n. 144. Le calzature, di ottima qualità, sono destinate anche al mercato estero. Negli anni di guerra la produzione di scarpe civili sarà quasi interamente soppiantata da quella di calzature militari, di qualità molto inferiori. Utilizzati nella campagna di Russia, gli scarponi della Montanari non salveranno i soldati italiani dai congelamenti. Nel 1940 la produzione mensile, assicurata da 300 addetti, sarà di 3.500 calzature militari. Nel 1943 saranno occupati fino a 700 operai, in grande maggioranza giovani donne.dettagli
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1911La clinica per le malattie nervose e mentaliL'Amministrazione Provinciale inizia i lavori di edificazione della clinica per le malattie nervose e mentali a porta Saragozza. Il primo progetto del geom. Emilio Boselli (sez. Fabbriche) è del 1907. Esso segue "diligentemente e con intuito non comune" le indicazioni del prof. Silvio Tonini, ordinario di psichiatria all'Università. Nello stesso periodo è allo studio l'ammodernamento del vicino manicomio.dettagli
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1911L'Ospizio Marino provinciale bolognese intitolato ad Augusto MurriA Bellariva di Rimini viene inaugurato l'Ospizio Marino provinciale bolognese. Si tratta della prima colonia marina permanente in Italia. La struttura, formata da otto padiglioni collegati tra loro e capace di 400 posti letto, è stata progettata e realizzata dall'ing. Giulio Marcovigi (1870-1937). Un reparto isolamento ospita i bambini malati di morbillo, scarlattina e difterite. Nel 1912 la colonia è intitolata ad Augusto Murri (1841-1932), raro caso di dedica a un personaggio ancora vivente. Il prof. Murri è uno dei massimi esponenti del rinnovamento in senso pratico e positivista della medicina. Dal 1875 è titolare della cattedra di clinica medica all'Università di Bologna. I suoi scritti sono apprezzati nel mondo scientifico, è stimato come docente e considerato tra i massimi filosofi della scienza contemporanea. A Rimini Murri rilevò Paolo Mantegazza nella direzione sanitaria dello Stabilimento idroterapico adibito dal 1876 alle cure marine e dotato di modernissime attrezzature. Al mantenimento dell'Ospizio il prof. Murri destinerà un capitale di 150.000 lire e i proventi della vendita di due prodotti farmaceutici da lui brevettati. Durante la prima guerra mondiale l'edificio sarà requisito dall'autorità militare, che ne farà un grande ospedale. Sarà restituito al Comune nel 1919. Dotata di impianto di riscaldamento, dal 1920 la struttura funzionerà anche durante l'inverno, per la cura dei bambini poveri. Nel secondo dopoguerra la colonia resterà a lungo abbandonata. Nel 1991 un progetto ne prevederà la riqualificazione, con destinazione in parte a uso privato - negozi e appartamenti - e in parte a uso pubblico. Sarà realizzato solo il giardino pubblico, intitolato “Parco Murri”. Un nuovo progetto del 2008 sarà sospeso sine die per la sopravvenuta crisi edilizia.dettagli
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1911Villa Braschi a San LucaAntonio Calippo Braschi (1872-1953), ingegnere presso le Ferrovie Argentine, progetta e fa edificare per sé e la sua famiglia una villa lungo l'erta che conduce alla basilica della B.V. di San Luca.Si tratta di uno dei rari esempi di residenza suburbana in stile liberty a Bologna. Su un impianto volumetrico e planimetrico abbastanza tradizionale sono adottati elementi decorativi di derivazione jugendstil.dettagli
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1911Riconosciuta ufficialmente la Comunità ebraicaLa Comunità ebraica di Bologna è ufficialmente riconosciuta. Dal 1829 si raccoglie nei locali di casa Gombruti, appartenuta a una antica famiglia bolognese da tempo estinta. Il centese Angelo Carpi vi fondò un oratorio al quale si accedeva dall'interno, divenuto tempio israelitico nel 1877, alla vigilia della festa di Shavuot. Esso rimarrà in funzione fino al 1928, quando sarà inaugurato il tempio grande.dettagli
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1911Due nuove bancheCon l'appoggio del Piccolo Credito Romagnolo vengono fondate a Bologna due nuove società ordinarie di credito: la Banca Emiliana Romagnola e il Banco bolognese di cambio. Entrambe gli istituti sono espressione della nuova borghesia agraria, che si è affermata in provincia a partire dall'ultimo decennio dell'Ottocento e che appare impegnata sia nelle opere di bonifica, che nella modernizzazione della locale economia agricola. La presidenza delle due nuove banche è assunta, non a caso, da due grandi imprenditori e affittuari, Ignazio Benelli e Enrico Pini, tra i principali "costruttori di terre" del bolognese. Nel 1912 il Banco bolognese di Pini assorbirà la Società Coloniale cementi di Alessandria d’Egitto.dettagli
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1911Il Gruppo giovanile nazionalistaI fratelli Cesare e Pompeo Tumidei, fondano il gruppo giovanile nazionalista bolognese, che avrà un notevole seguito tra gli studenti universitari. Nel corso della “settimana rossa” i giovani nazionalisti assumeranno la funzione di milizia borghese. Fervente interventista, Pompeo Tumidei guiderà gli assalti delle "camicie azzurre" contro Francesco Zanardi e gli amministratori socialisti. A contrastare la “scioperomania” socialista sarà anche la Lega Antibolscevica Popolare guidata da Cesare Tumidei assieme a Dino Zanetti e Costantino Andruzzi e appoggiata dall'Associazione Combattenti (ANC) e dalla Prefettura. Dopo la grande guerra il cap. Cesare Tumidei, nazionalista e monarchico, sarà tra i fondatori del primo Fascio di combattimento. Durante il Ventennio ricoprirà importanti cariche di governo.dettagli
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1911Il rione CirenaicaMentre è in corso la guerra libica, comincia l’edificazione del quartiere della Cirenaica (o rione Libia), fuori porta San Vitale. Notevole è l’attività edificatoria della Coop. Risanamento, mentre tra il 1934 e il 1937 opererà soprattutto l’Azienda delle Popolarissime. Le vie del quartiere sono tutte dedicate a una città libica (Tripoli, Bengasi, Derna, ecc.). I nomi saranno cambiati nel dopoguerra, sostituiti con quelli di patrioti e partigiani (Giuseppe Bentivogli, Sante Vincenzi, Mario Musolesi, Paolo Fabbri, ecc.). L’unica via che manterrà il nome originario sarà la centrale via Libia, destinata a collegare, attraverso un ponte che scavalca la ferrovia adriatica (Bologna-Rimini) e la direttissima Bologna-Firenze, il quartiere della Cirenaica a quello di San Donato e alla Fiera.dettagli
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1911Trasferimento della Birreria RonzaniIn vista delle incombenti demolizioni nel Mercato di Mezzo, la Birreria Ronzani annuncia il suo trasferimento sotto il portico dei Musei (o Portico della Morte). La mescita ufficiale della fabbrica di birra di Camillo Ronzani è nell'antico palazzo Lambertini tra via Spaderie e via Orefici, costruito nel XVI secolo su progetto di Baldassarre Peruzzi (1481-1536). Nelle ore diurne - e soprattutto nei giorni di mercato - il locale è frequentato da uomini di campagna. Alla sera ospita a volte le riunioni della Accademia della Lira. Vi si accede attraverso un loggiato, che fiancheggia il cortile interno, utilizzato d'estate con tavoli e sedie ombreggiati da teloni. Nelle grandi sale della birreria, decorate a tempera, con ampie vetrate e lampadari in ferro battuto, graziose kellerine (cameriere) servono boccali con coperchio alla tedesca, contribuendo a dare al luogo un'aria nordeuropea. Sono diversi gli alberghi e i locali del centro destinati a scomparire con l'allargamento di via Rizzoli, assieme ad antiche stradine: ad esempio l'Albergo Commercio, che si trova anch'esso in palazzo Lambertini, con facciata su via Orefici, o la Trattoria Romagnola, in vicolo Tosapecore.dettagli
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1911L'Albergo Diurno Cobianchi e gli altri "lieux d'aisance"Cleopatro Cobianchi, fratello di Stanislao, titolare dell’Amaro Montenegro, apre a Bologna un “lieu d'aisance” (Albergo Diurno) sotto il caffé di sua proprietà, affacciato su Piazza Maggiore, importando per la prima volta dall’Inghilterra in Italia questo tipo di struttura sotterranea, dedicata alla cura della persona. Allestito in stile liberty sotto il Voltone del Podestà, il Diurno Cobianchi ospita vari servizi: toilettes, docce e bagni in tinozza, deposito bagagli, lavanderia, cabina telefonica, lucidatura di scarpe e altri servizi. L'impianto è stato facilitato dalla concessione, da parte del Comune, di una tariffa agevolata per l'uso di acqua potabile. I diurni avranno a Bologna un rapido successo, rispondendo a una esigenza sentita. Nel 1916 ve ne saranno già tre: oltre al Cobianchi e a un impianto in via dè Musei, un Diurno Centrale sarà aperto in via Pietrafitta, accanto al cinema Fulgor, non lontano dal “bliguel ed Bulagna”, cioè quello che è considerato l'ombelico, il centro geometrico della città. Aperto tutti i giorni dalle 7 alle 20, il Centrale sarà dotato di "Salone da barbiere, Water Closets, Gabinetti da toilette, Deposito bagagli e Posto pubblico telefonico". Il progetto di un quarto diurno di grande pregio sotto piazza Re Enzo non sarà invece mai realizzato. Uno Stabilimento Bagni per Uomo e Signora è inoltre documentato all'incrocio tra via D'Azeglio e via Asse. Il modello bolognese sarà replicato in numerose città italiane. Il Diurno Cobianchi rimarrà in attività fino al dicembre 1998.dettagli
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1911Alfredo Protti sei volte vincitore al Concorso della "Francesco Francia"Alfredo Protti (1882-1949) ottiene per sei volte consecutive, dal 1906 al 1911, il premio all’annuale esposizione di pittura dell’Associazione “Francesco Francia” e per tre volte vince il premio Curlandese. L'artista bolognese, che ha rinnegato clamorosamente l’Accademia, regalando il suo diploma al portiere della scuola, si pone in antitesi con i pittori di gusto liberty, da lui definiti “professori della foglia”. Guarda invece agli impressionisti, soprattutto a Renoir, Whistler e all’americano Sargent. Al contrario del coetaneo Roberto Franzoni (1882-1860), amante dei contorni netti e delle campiture definite, è propenso “al piacere della pennellata, all'impasto succoso, al clima delle intonazioni” . Le sue figure sono immerse nella penombra delle alcove o sotto le luci dorate delle camere da pranzo e dei salotti borghesi tappezzati di carte da parati (Contini). Protti è l'interprete più genuino della Belle Epoque. Negli anni prebellici ha grande successo. Esordisce nel 1909 alla Biennale di Venezia e alla Prima Secessione Romana del 1913 è il pittore bolognese più rappresentato, con sei opere esposte. Negli anni Venti parteciperà più volte alle biennali veneziane, alle quadriennali di Torino e alle principali manifestazioni internazionali. Seguirà poi un lungo periodo di declino e di dimenticanza. Durante la seconda guerra mondiale sarà visto correre “da un capo all'alto della città per rendersi conto di persona dell'entità dei danni”. Alcuni dei suoi ultimi quadri ritraggono gli effetti devastanti dei bombardamenti su Bologna.dettagli
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febbraio 1911Sciopero e barricate a MedicinaLe leghe del comune di Medicina chiedono la revisione delle tariffe degli operai agricoli, in vista dei lavori primaverili. L'Associazione agraria del comune si dichiara disposta a mettere a punto un concordato. La lega chiede, oltre all'aumento delle tariffe, l'abolizione degli obbligati - braccianti con un lavoro continuativo e un tenore di vita simile a quello dei mezzadri - e la riserva dei lavori di trasporto e facchinaggio alle cooperative del luogo. L'associazione padronale rifiuta l'abolizione completa degli obbligati e il monopolio dei trasporti e del facchinaggio. Inizia il boicottaggio delle tenute, con la proibizione di trasportare qualunque merce con i carri dei mezzadri. Un tentativo di trasporto privato dalla tenuta Fiorentina, di proprietà Santi, è reso impossibile dalla presenza di barricate, formate da barrocci (carretti) provenienti da diversi comuni, ai quali sono state tolte le ruote. Nell'aprile sarà concluso un concordato, nel quale gli Agrari accetteranno miglioramenti delle tariffe e limitazioni degli obbligati esterni alle tenute. La cooperativa comunale otterrà inoltre la preferenza per l'assegnazione di lavori di trasporto.dettagli
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15 febbraio 1911Approvato il progetto della Ferrovia Direttissima Bologna-FirenzeIl Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici approva il progetto esecutivo della Ferrovia Bologna-Firenze, presentato dagli ingegneri Protche, Zannoni e Sugliano nel lontano 1882. La nuova Direttissima è destinata a sostituire la linea Porrettana a binario unico, ideata sempre da Protche nel 1856 e ritenuta ormai insufficiente. Il nuovo progetto prevede una quota di valico a m 322 contro i 615 della Porrettana. L'opera è stata inserita nel 1901 nel programma del governo Zanardelli, suscitando aspettative di sviluppo e prospettive di lavoro nei due versanti dell'Appennino. Dopo un affollato comizio nel 1906 a Vaiano per la discussione del tracciato, si è avuta una prima approvazione il 18 giugno 1808. I lavori cominciano piuttosto a rilento e le condizioni di impiego sono spesso assai inique. Nel 1913 saranno aperti, tra Bologna e Pianoro, i cantieri del lungo terrapieno che, cingendo la città ad oriente, consentirà gli incroci tra strade e ferrovia attraverso dei sottopassi e non dei passaggi a livello. Sarà inoltre costruita la nuova stazione di Bologna San Ruffillo. Nel 1914 il tratto Bologna-Pianoro e la ferrovia di servizio saranno completati, ma i lavori subiranno una lunga interruzione per lo scoppio della guerra mondiale, durante la quale una parte dei binari e dei carrelli saranno inviati nelle zone del fronte. Solo nel 1920 inizieranno i lavori per l'apertura della grande galleria di valico dell'Appennino, lunga 18 km e 507 m, che sarà definita "una delle più alte espressioni dell'ingegno e dell'ardire dell'uomo". La nuova linea ferroviaria sarà inaugurata nel 1934.dettagli
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25 febbraio 1911Il Grand Hotel BaglioniIl palazzo del Seminario Arcivescovile, al n. 6 di via Indipendenza, venduto dalla Curia nel giugno 1909 al barone Gastone Treves e preso in affitto, secondo denuncia alla Camera di Commercio del 25 febbraio 1911, da Guido Baglioni, è trasformato in albergo dall'ingegner Gasperini. L'edificio del XVII secolo era stato ampliato nel 1733 per ordine di papa Benedetto XIV (il cardinale bolognese Prospero Lambertini), che incaricò dei lavori l'architetto Alfonso Torregiani. Situato nei pressi dei teatri e dei locali alla moda aperti sulla più vivace arteria cittadina, il Grand Hotel Baglioni, dotato di oltre posti letto in lussuose camere, diverrà presto una delle mete obbligate del turismo di classe. Nel salone da pranzo, dichiarato monumento nazionale, si potranno ammirare le pitture della scuola dei Carracci, gustando i piatti migliori della cucina bolognese. Nel 1924 sarà innalzato un nuovo piano.dettagli
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2 marzo 1911Quarto Congresso nazionale dei Lavoratori della TerraDal 2 al 5 marzo si tiene al Teatro Contavalli il IV Congresso nazionale dei Lavoratori della Terra. I principali temi trattati sono: l'emigrazione verso il continente americano, il lavoro nelle risaie e gli uffici di collocamento. Secondo una cartolina ricordo stampata per l'occasione, il convegno è dedicato alla "Romagna rossa" ed ha come slogan principale: "Le macchine a chi le fa funzionare".dettagli
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17 marzo 1911Il Piano Regolatore ferroviario di BolognaAlla Esposizione Internazionale di Torino vengono presentati il piani regolatori ferroviari per la sistemazione e l'ampliamento di 53 stazioni italiane. Tra essi c'è anche quello di Bologna, redatto nel 1908. Vengono qui gettate le basi per una serie di lavori, che saranno effettuati soprattutto dopo la grande guerra. Il Piano prevede nuovi spazi e servizi nella stazione centrale, il trasferimento in via Casarini delle Officine per la riparazione del materiale rotabile e dei Magazzini ferroviari e in via Tanari della Gestione Merci. Negli anni Venti l'area del nuovo Deposito Locomotive (dove sono previste due grandi rimesse circolari) diverrà Cantiere dell'elettrificazione e il deposito sarà sistemato ad ovest della stazione, in via del Lazzaretto. Lo sviluppo del traffico e la messa in cantiere della Direttissima Bologna-Firenze consiglierà, inoltre, lo spostamento del traffico merci fuori dallo scalo centrale, tramite una linea di cintura dedicata e la costruzione dello scalo merci nel rione San Donato.dettagli
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26 marzo 1911Festeggiamenti per il Cinquantenario dell'Unità d'ItaliaBalconi illuminati, negozi aperti, gente dappertutto: è la sera del 26 marzo e iniziano i festeggiamenti per il cinquantesimo dell'Unità d'Italia. A mezzanotte tuona il cannone di San Michele in Bosco e vengono accese le luci sul monumento a Vittorio Emanuele II, che campeggia al centro di Piazza Maggiore. I palazzi della piazza si tingono dei colori della bandiera italiana e la folla segue entusiasta le note della Marcia Reale e i rintocchi del campanone dell'Arengo. Il giorno successivo un lungo corteo depone fiori ai monumenti di Garibaldi e Cavour e alla targa di Mazzini. Le coreografie della festa, le luminarie e i discorsi degli oratori saranno esaltati dai giornali liberali. Unica voce fuori dal coro sarà quella del quotidiano progressista "Giornale del Mattino", che polemizzerà per l'uso di addobbi religiosi, che hanno dato al Cinquantenario un "carattere festaiolo clericale".dettagli
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27 marzo 1911Il Padiglione Emiliano Romagnolo a RomaAlla presenza dei Reali si inaugurano solennemente a Roma le Celebrazioni per il 50. anniversario dell'Unità d'Italia. La capitale ospita varie manifestazioni, tra le quali una mostra regionale etnografica nella ex piazza d'armi del quartiere Prati.Tra gli effimeri padiglioni progettati per l'occasione, quello della regione emiliana è opera dell'architetto Edoardo Collamarini e del pittore Cleto Capri.Si tratta di un edificio in stile eclettico, che evoca l'epoca delle signorie: i tre corpi di fabbrica, tra loro collegati, richiamano il castello estense di Ferrara, il Tempio Malatestiano di Rimini e il palazzo Bentivoglio di Bologna.All'interno sono allestite le sale d'esposizione delle otto provincie emiliano-romagnole. Quella di Bologna è interamente ricoperta di stemmi, a imitazione della sala dello Stabat Mater dell'Archiginnasio.Autori delle decorazioni sono gli artisti dell'Aemilia Ars Edoardo Breviglieri e Achille Casanova, coadiuvati da Alfredo Baruffi per la grafica e Sante Mingazzi per i lampadari in ferro battuto.Nell'ingresso sono esposte quattro tele sui temi del lavoro e dello studio: ne sono autori Augusto Majani (L'Agricoltura), Giacomo Lolli (L'arte della Ceramica), Adolfo Magrini (La Bonifica) e Domenico Ferri (Lo Studio).dettagli
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6 aprile 1911Il IV Congresso internazionale di FilosofiaFilosofi e scienziati di tutto il mondo - tra essi Emile Boutroux, Henri Poincaré, Giuseppe Peano e Henri Bergson - si riuniscono a Bologna per il IV Congresso internazionale di filosofia. L'assise è organizzata da Federigo Enriques (1871-1946), sotto l'alto patronato del Duca degli Abruzzi ed è direttamente legata alle celebrazioni per il Cinquantesimo dell'Unità d'Italia. Illustre matematico, fondatore della rivista "Scientia", professore dal 1896 a Bologna e quindi a Roma, Enriques sarà espulso dalle università italiane nel 1938, dopo la promulgazione delle leggi razziali. Durante il congresso si consuma la rottura dell'ambiente scientifico positivo con i maestri dell'idealismo. In una intervista a Guido De Ruggero durante il viaggio di ritorno dal congresso, Benedetto Croce attacca duramente Enriques, che "con zelo ma scarsa preparazione si diletta di filosofia". Suscita, invece, perplessità nel mondo cattolico la partecipazione dell'Arcivescovo alla colazione in onore del Principe Luigi Amedeo di Savoia-Aosta, duca degli Abruzzi, che si tiene all'hotel Italia. Durante il congresso, mons. Della Chiesa esprime il suo disappunto per l'abito secolare concesso a padre Gemelli e ai sacerdoti stranieri, consapevole delle reazioni negative del clero bolognese.dettagli
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1 maggio 1911Rose vincentiIl primo premio alla Esposizione internazionale di floricoltura nel giardino della Società di Orticoltura di Firenze è vinto dalla rosa Garisenda, una rambler ottenuta dal bolognese Gaetano Bonfiglioli. Si tratta di una rampicante di colore rosa incarnato, molto profumata. Il Premiato Stabilimento di orticoltura Bonfiglioli è stata avviato nel 1883, con sede in via Galliera e vivai fuori Porta S. Vitale. Dopo la morte dei fondatori Gaetano e Aristide, l'impresa è passata nelle mani dei cinque figli di quest'ultimo. Dal 1905 si è trasferita in località Alemanni e ha aperto un negozio di vendita al dettaglio in via Indipendenza. Davanti alla vetrina due grandi mazzi di fiori, "da rinnovarsi ogni giorno", inebriano con il loro profumo "ruffiano" coloro che passeggiano lungo la nuova strada alla moda. Negli anni '20 e '30 la Bonfiglioli espanderà l'attività il Sudamerica: Carlo, uno dei proprietari, vivrà per alcuni anni in Argentina. Tra le varietà di rose ibridate dalla ditta Bonfiglioli saranno famose e particolarmente pregiate la Variegata di Bologna, dal fiore bianco e rosso ciliegia a strisce e dal profumo intenso, allevata da Massimiliano Lodi nel 1909, la Ricordo di Giosuè Carducci, la Ricordo di Géo Chavez (l'eroico trasvolatore delle Alpi), la Luigi Galvani (1911), l' Italia 1911, la Isabeau (ispirata all'opera omonima di Pietro Mascagni) e infine nel 1913 la Clementina Carbonieri, una Tea che sarà conosciuta in tutto il mondo. I Bonfiglioli dedicheranno questa rosa a Clementina Cionini, giovane e bella moglie di Francesco Carbonieri (1886-1960), un ricco possidente modenese dilettante di fotografia.dettagli
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18 maggio 1911Renato Gardini campione del Pentathlon RealeAll'VIII Concorso Ginnico Federale, che si svolge a Torino dal 18 al 21 maggio, l'atleta della Virtus Renato Gardini (1889-1940) trionfa nel Pentathlon Reale. La competizione, divenuta in questo periodo la gara di atletica più importante in Italia, comprende: corsa veloce, lancio del disco, salto in alto, salto in lungo e lotta greco-romana. E' “uno scontro tra atleti completi nel vero senso del termine, atleti in grado di sostenere sforzi rilevanti in rapida successione e, necessariamente, di recuperare in breve”. Gardini emula così un altro campione virtussino, Angelo Pedrelli, vincitore l'anno prima. I due si ripeteranno insieme nel 1912 ai Campionati Nazionali di Roma: primo Gardini, secondo Pedrelli. Archiviata la sfortunata esperienza delle Olimpiadi di Stoccolma - eliminato al quarto turno della lotta greco-romana, dopo aver vinto le selezioni nazionali - Gardini dominerà per la terza volta il Pentathlon Reale al IX Concorso Federale di Milano del 1913, consentendo alla Virtus la conquista definitiva della Coppa del Re. Negli anni seguenti, dopo aver sperimentato anche il pugilato, “Stuzziga” (o “Stuziga”) - nomignolo dovuto alla sua abitudine di provocare gli avversari - si trasferirà negli Stati Uniti per gareggiare nella lotta libera americana (catch as catch can) e nel 1915 diventerà campione del mondo di questa disciplina, nella categoria dei medio-massimi. Poco prima della morte prematura, avvenuta in Brasile nel 1940, farà conoscere la lotta libera in Italia, fermandosi anche nella sua Bologna per alcune esibizioni al Teatro Duse e al Teatro Verdi.dettagli
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23 maggio 1911Fallisce il primo volo in aeroplano su BolognaUn colpo di cannone sparato da San Michele in Bosco annuncia l'arrivo del primo veivolo su Bologna, pilotato dall'aviatore Cavalieri. L'attesa della folla che assiepa i terrazzi e le altane è tuttavia delusa: l'apparecchio precipita nei pressi di Calderara di Reno, per fortuna senza gravi conseguenze per il pilota. Gli Esperimenti d'Aviazione previsti dal 22 al 30 maggio sono purtroppo ostacolati dal maltempo. In programma è anche un tentativo di trasporto passeggeri da parte dell'aviatore Van der Born. Grande entusiasmo susciteranno da lontano le evoluzioni di un velivolo, che si scoprirà essere un semplice aquilone di carta, manovrato da un ragazzo dalle parti di Chiesa Nuova.dettagli
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15 giugno 1911Il palazzo delle PosteViene inaugurato in piazza Minghetti il nuovo palazzo delle Poste e Telegrafi, opera in stile Rinascimento dell'ing. Emilio Saffi (1861-1930), figlio del leader repubblicano Aurelio Saffi. E' considerato uno dei palazzi di maggior pregio di Bologna nel periodo moderno, sotto il profilo decorativo e stilistico. La costruzione ha comportato, tra l'altro, la demolizione della chiesa di Sant'Agata su via Castiglione e la casa natale di Santa Caterina de' Vigri. In un primo tempo il lato nord di piazza Minghetti era stato destinato al Museo di Mineralogia, promosso e sostenuto dal prof. Luigi Bombicci.dettagli
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24 luglio 1911Riappare il coleraUna epidemia di colera causa trenta morti nel bolognese. Il primo caso accertato in città è quello di un'anziana in via Belvedere. Il focolaio principale diviene lo zuccherificio di via Corticella. Lì gli operai bevono acqua da un pozzo, nei cui pressi scorre una canaletta di fogna. I provvedimenti del Direttore sanitario e dell'Ufficio Igiene Giuseppe Bellei scongiurano il dilagare dell'epidemia. Viene deciso un potenziamento del Lazzaretto alla Lunetta Bisteghi e sono requisite alcune scuole (Ercolani, Masi) per i centri di diagnosi e quarantena. Uno dei fattori che facilitano l'epidemia è il basso livello delle dimore popolari: la maggioranza delle abitazioni bolognesi sono, a questa data, ancora prive di latrine e rubinetti d'acqua corrente.dettagli
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29 luglio 1911La Società Produttori SementiPromossa dai proprietari agricoli del Bolognese, è costituita legalmente la Società anonima cooperativa per la produzione di sementi della grande coltura, poi nota come Produttori sementi o Prosementi. Diretta dal prof. Francesco Todaro (1864-1950), docente di Economia e direttore dell'Istituto Superiore Agrario presso l'Università di Bologna, ha per scopo la ricerca, la produzione e la diffusione di sementi migliorate di piante erbacee. Tra il 1913 e il 1922 saranno introdotte alcune di varietà di grano “elette”, che scalzeranno in poco tempo e quasi del tutto le varietà originarie, consentendo in alcune aree della Bassa notevoli picchi di produttività. Nel 1930 la cooperativa sarà trasformata il Società per azioni e amplierà la sua attività anche nel settore degli ammassi.dettagli
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30 luglio 1911Campo Tizzoro paese-fabbricaLa Società Metallurgica Italiana (S.M.I.) della famiglia Orlando costruisce a Campo Tizzoro, al confine tra le provincie di Bologna e Pistoia, uno stabilimento industriale per la produzione di munizioni. L'impianto viene inaugurato il 30 luglio 1911. E' anche creato ex novo un nucleo abitativo dotato di scuole e servizi moderni per le famiglie degli operai e impiegati, che sarà ampliato negli anni seguenti. Nel 1926 l'area industriale sarà collegata a Pracchia e alla Ferrovia Porrettana tramite la Ferrovia Alto Pistoiese, sorta quasi esclusivamente in funzione della realtà produttiva di Campo Tizzoro. Negli anni Trenta sotto le fabbriche, a venti metri dal livello del suolo, sarà costruito un sistema complesso di bunker antiaerei, con oltre un chilometro di gallerie sotterranee, grandi camerate e servizi igienici: una vera e propria cittadella protetta da segreto militare. Gli impianti industriali avranno grande rilevanza durante le due guerre mondiali. Nella prima produrranno proiettili per l'Esercito italiano, ma anche per gli Inglesi. Durante la seconda guerra mondiale saranno utilizzati dai Tedeschi, che impiegheranno migliaia di operai italiani coatti. A dirigere la SMI sarà chiamato l'ingegnere tedesco Kurt Kaiser, che si adopererà generosamente per la salvaguardia e la protezione della popolazione locale e delle maestranze, preservandole da rastrellamenti e rappresaglie. Con l'arrivo del fronte la S.M.I. rimarrà, fino all'arrivo degli alleati, sotto il controllo delle formazioni partigiane.dettagli
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11 settembre 1911La Cooperativa edificatrice del Belcantone alla BarcaIn via della Barca sorge la Cooperativa Case Popolari Belcantone. Gli associati acquistano un lotto di terreno dalla proprietà Lambertini-Mattei e iniziano la costruzione di case economiche per operai, sotto la guida del muratore Alfredo Fratta. Nel 1912 sarà pronto il primo fabbricato, all‘angolo tra via della Barca e via Battindarno, costituito di dodici appartamenti, che saranno assegnati ai soci.dettagli
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17 settembre 1911Il raid aereo Bologna-Venezia"Le Petit Journal" di Parigi e "Il Resto del Carlino" organizzano un Circuito aereo Bologna-Venezia-Rimini-Bologna, di circa 640 chilometri. Vi partecipano sei aviatori italiani e quattro francesi, tra i quali cinque militari fuori concorso. Annunciata per l'8-10 settembre, la gara è rinviata di una settimana. Gli hangar dei veivoli sono piazzati all'ippodromo Zappoli, vicino a porta San Felice. Durante l'allenamento del 14 settembre l'aereo del tenente Giulio Gavotti sorvola, per la prima volta nella storia, il centro di Bologna. Primo a terminare il Circuito è il monoplano Blériot del capitano Carlo Maria Piazza, fuori concorso, mentre la gara è vinta dal francese André Frey, atterrato poco dopo. Durante il raid è effettuato anche uno dei primi esperimenti di posta aerea della storia: il 19 settembre Achille Dal Mistro atterra fortunosamente a Venezia con un sacco di corrispondenza, che viene regolarmente consegnato. Ogni lettera o pacco è dotato di un timbro postale speciale. Un banale incidente impedirà il volo di ritorno del "singolare" portalettere.dettagli
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27 settembre 1911Sciopero generale contro la guerra di LibiaLa Confederazione generale del Lavoro (CGdL) proclama uno sciopero contro l'avventura coloniale italiana in Libia. All'agitazione partecipano contadini, operai, scolaresche. A Bologna e in parecchi comuni della provincia lo sciopero ha un grande successo, con l'interruzione delle linee tramviarie e telegrafiche. In città si fermano completamente le attività del settore edile. Il servizio tramviario è praticamente interrotto, tranne le corse di alcune vetture sorvegliate dai carabinieri. A Imola sono chiusi lo zuccherificio e numerose officine e laboratori. Abbassano le saracinesche i negozi e i caffè, interrompono il lavoro gli spazzini comunali. In Romagna si svolgono violente dimostrazioni contro la guerra, guidate da Benito Mussolini e dal giovane Pietro Nenni. A Forlì i manifestanti si sdraiano sui binari per impedire la partenza dei convogli militari. Dalle colonne del "Resto del Carlino" - tra i primi giornali italiani ad appoggiare l'impresa tripolina - Mario Missiroli attacca i socialisti parlando di "duplice viltà". Importanti esponenti della cultura, quali D'Annunzio e Pascoli si schierano per l'avventura coloniale. Il poeta romagnolo desterà grande scalpore con il discorso La grande proletaria si è mossa.dettagli
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2 ottobre 1911Lascito Manservisi per una colonia climaticaAlessandro Manservisi (1851-1912), proprietario di una delle più importanti sartorie di Bologna, devolve le sue ricche sostanze per l'attivazione di una colonia climatica per bambini poveri. Nel 1886 ha acquistato una casa padronale della nobile famiglia Nanni-Levera a Castelluccio di Porretta e ha avviato una ristrutturazione secondo la moda del tempo: ne è risultato un castello neogotico, con torri e archi a sesto acuto, decorato da grate e lampioni in ferro battuto di notevole fattura. Il castello, dotato di albergo e buon ristorante, è diventato alla fine del secolo un punto di riferimento per i facoltosi villeggianti della zona, ospitando tra gli altri anche Alfredo Testoni. Nel lascito testamentario è precisato che i bambini, “figli di genti oneste”, che frequentano le scuole comunali “con buona condotta”, dovranno essere “alimentati e svagati” durante l'estate, da maggio a ottobre. Verranno scelti maschi e femmine in numero uguale, sulla base di una estrazione a sorte. L'Istituzione Manservisi, attiva fino al 1988, verrà unita alle Colonie Scolastiche Bolognesi, promosse a partire dal 1889 da Alberto Dallolio, formando la Ipab Fondazione Dallolio Manservisi.dettagli
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30 ottobre 1911Augusto Masetti, l' "arabo di Bologna"Alla caserma Cialdini, mentre la truppa è in attesa di partire per la Cirenaica, il soldato Augusto Masetti (1888-1966), un muratore di Sala Bolognese di simpatie anarchiche, spara contro il proprio colonnello e grida: “Compagni ribellatevi, lasciate le armi!”. Arrestato, verrà a lungo trattenuto in un manicomio criminale senza processo. Chiamato dai giornali conservatori l'"arabo di Bologna", il giovane attentatore è difeso in un comizio a Milano da vari esponenti della sinistra contrari alla spedizione libica, tra i quali Benito Mussolini e Pietro Nenni. E' proprio dopo una manifestazione per la sua liberazione, che nel giugno 1914, ad Ancona, avverranno i disordini che daranno origine alla "settimana rossa".dettagli
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novembre 1911Leone Pesci nuovo RettoreIl prof. Leone Pesci (1852-1917), scienziato chimico, originario di Osteria Grande, è eletto nuovo Rettore dell'Università. E' stato per vent'anni professore a Parma, dove ha realizzato le sue ricerche migliori sui composti organici del mercurio. Nel suo discorso inaugurale ricorda l'anniversario del risorgimento politico e intellettuale realizzato con l'Unità d'Italia. Negli anni del suo incarico a Bologna si adopererà per l'ampliamento e la riqualificazione di numerosi edifici universitari. Con l'entrata in guerra si impegnerà a dare sostegno ai giovani in partenza per il fronte, garantendo la prosecuzione della loro carriera universitaria. Lavorerà inoltre come chimico per il Ministero della Guerra, sperimentando esplosivi, gas tossici, liquidi infiammabili. Forse anche a causa del contatto con sostanze pericolose morirà all'improvviso nel gennaio 1917.dettagli
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1 novembre 1911La diga del Brasimone e i bacini idroelettrici dell'Appennino bologneseE’ definitivamente ultimata la diga costruita dalla Società Bolognese di Elettricità (SBE) nei pressi del mulino delle Scalere, nella valle del torrente Brasimone, per conto della Società Strade Ferrate Meridionali di Firenze. La realizzazione di questo impianto innovativo è stata motivata dalla crescente domanda di energia elettrica per usi domestici e industriali da parte della città di Bologna. Il progetto dell’invaso, dell'ing. Fausto Baratta, è stato presentato al Genio Civile il 24 aprile 1906. La diga, alta 35 metri, è del tipo a gravità. Il materiale principale utilizzato è la pietra locale, lavorata dagli scalpellini di Montovolo, preferita in questo caso al cemento armato. L'apertura di un collegamento sulla sommità consente il passaggio della nuova strada tra Castiglione dei Pepoli a Riola di Vergato attraverso Camugnano. Tramite essa gli abitanti della zona possono raggiungere la strada Porrettana nella Valle del Reno e la ferrovia Bologna-Pistoia. La realizzazione della diga delle Scalere è avvenuta sotto la responsabilità dell'ing. Angelo Omodeo (1876-1941), all'esordio di una luminosa carriera di "mago delle acque". Coerente alle sue idee socialiste, egli ha applicato qui, per la prima volta in Italia, la giornata lavorativa di otto ore. Il complesso cantiere di costruzione è stato diretto da Amilcare Toscani, stretto collaboratore del progettista e "personaggio straordinario sia come tecnico che come uomo" (Costa). La centrale idroelettrica collegata all’invaso del Brasimone sarà costruita più a valle, vicino all’antica chiesa di Santa Maria. Nel 1917 qui verrà innalzata dall'impresa Arturo Pagani una nuova diga, che formerà un piccolo lago artificiale in grado di alimentare, con un salto di 35 metri, la centrale di Corniolo. Nel 1925 un altro lago artificiale verrà realizzato nei pressi di Pavana, sul torrente Limentra di Sambuca, per l'elettrificazione della linea ferroviaria Porrettana. Il sistema dei bacini appenninici bolognesi, collegati tra loro da canalizzazioni sotterranee e impianti di pompaggio, sarà completato alcuni anni più tardi con l'elevazione della diga di Suviana, sul Limentra di Treppio.dettagli
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17 novembre 1911La vertenza Zerbini Pondrelli a MolinellaSi apre a Molinella un conflitto tra parti sociali per il rinnovo dei patti colonici mezzadrili. Nel corso della trattativa, l’agrario Giacomo Zerbini dà lo sfratto al capolega di Alberino Germano Pondrelli, dopo averlo isolato dagli altri coloni. Il 17 novembre 1911 Molinella è messa in stato d’assedio da 800 soldati inviati per arginare la protesta dei contadini, convenuti a difesa di Pondrelli da tutta la Bassa bolognese e attivamente appoggiati da Giuseppe Massarenti. In una lettera a Giolitti il sindaco socialista definisce Zerbini un “pitocchio rifatto”, una “bestia umana” dentro “un corpo malfatto”. La famiglia del capolega, composta di diciotto persone, è comunque costretta a lasciare il fondo Cà Nova: viene smembrata e ospitata presso parenti e amici, mentre le masserizie e gli attrezzi sono ricoverati nella palestra della scuola di San Pietro Capofiume. Allo sfratto di Pondrelli farà seguito lo sciopero bianco degli altri coloni di Zerbini, finchè i provvedimenti di espulsione verranno ritirati. La vicenda innesterà un lungo conflitto, culminato nel 1914 con l’eccidio di Guarda. Allora i fratelli Pondrelli saranno tra i primi ad essere arrestati e confinati nell’isola di Capraia.dettagli
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24 novembre 1911Un tram per San Michele in BoscoInaugura il 24 novembre la linea tranviaria tra Piazza Maggiore e San Michele in Bosco. La vettura arriva in via Castiglione dalla Piazza dei Tribunali, passa sotto la porta e imbocca la via dei Cappuccini (poi via Putti) per salire fino al piazzale della chiesa. Un biglietto costa 15 centesimi, prezzo assai elevato. Data la pendenza, i tram sono dotati di freni speciali. Nel 1940 sulla linea per San Michele in Bosco correranno i primi filobus. Dopo la guerra sarà ripristinato il tram, in gran parte a binario unico. Le corse termineranno il 22 luglio 1957 con la trasformazione della linea in automobilistica.dettagli