Ristrutturazione della Manifattura Tabacchi
La Manifattura Tabacchi viene profondamente ristrutturata per poter accogliere la fabbricazione delle nuove spagnolette, le piccole sigarette, che nel corso del secolo sostituiranno in gran parte il consumo del sigaro tradizionale.
"Agli angusti pozzi di luce si sostituiscono spaziosi cortili; alle costruzioni vetuste, cadenti e sudicie, grandi fabbricati regolari". Un unico edificio centrale prende il posto di vecchie casupole. La parte anteriore su via Riva Reno ha una nuova facciata in stile liberty ad opera dell'ing. Gaetano De Napoli.
L'intervento di ristrutturazione è all'avanguardia in Italia per il largo impiego del cemento armato secondo il sistema Hennebique ad opera della ditta Lambertini, attiva in seguito in numerosi cantieri cittadini, da Palazzo Ronzani (1909) al Palazzo delle Poste (1911).
La Camerale Fabbrica dei Tabacchi funziona dall'inizio dell'Ottocento. E' installata nel dormitorio dell'ex convento di S. Maria Nuova. La stessa chiavica del convento serve per il funzionamento delle pile da tabacco.
Impiega soprattutto donne, ritenute più abili degli uomini nell'arrotolare con cura le foglie di tabacco per confezionare sigari. Nonostante le difficili condizioni ambientali, il lavoro in Manifattura è considerato tra i più dignitosi.
La struttura è inoltre dotata di servizi avanzati: dal refettorio alla sala di maternità per i figli delle "tabacchine". Già dalla fine dell'800 l'impianto bolognese è citato per il suo grado elevato di meccanizzazione.
Gravemente danneggiata durante la seconda guerra mondiale, la Manifattura Tabacchi rimarrà in funzione in via Riva Reno fino al 1952. Negli anni Sessanta sarà trasferita in un nuovo grande complesso nella periferia nord.
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