Giuseppe Tanari sindaco
Alle elezioni amministrative del 22 gennaio i partiti popolari si presentano divisi. I socialisti, dilaniati tra riformisti e massimalisti, decidono di formare una lista di candidati scelti esclusivamente tra gli iscritti al partito.
I radicali e i repubblicani decidono allora di astenersi. Il moderato Giuseppe Tanari (1852-1933) ottiene 7.116 voti, avvalendosi anche dell'appoggio dei clericali, contro i 2.521 del primo dei socialisti. Vota solo una minoranza degli aventi diritto (circa 10.000 su 22.000).
Figlio del senatore Luigi e proprietario terriero, il marchese Tanari è il nuovo sindaco. Si dimetterà nel 1906, ma rimarrà a lungo pro-sindaco. Sarà nuovamente eletto alla massima carica cittadina tra il 1910 e il 1911.
A lui si deve buona parte del rinnovamento edilizio della città all'inizio del secolo: promuoverà infatti la costruzione di case popolari, edifici universitari, l'apertura di strade come via Irnerio, via Dante e l'allargamento di via Rizzoli.
Collaborerà inoltre con il Comitato per Bologna storico-artistica per il restauro di monumenti come il Palazzo Re Enzo, il Palazzo dei Notai, il Salone del Podestà.
Nell'ultima parte della sua vita aderirà al fascismo.
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