Cronologia di Bologna dal 1796 a oggi
Archivio di notizie sulla storia della città e del suo territorio dal 1796 ad oggi. Con riferimenti bibliografici, link, immagini.
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1905I controversi restauri di Rubbiani a palazzo Re EnzoIl Municipio delibera di ripristinare parzialmente palazzo Re Enzo, antica rimessa “del Carroccio e delle macchine balistiche del Comune glorioso” (Rubbiani), divenuto, con i pesanti interventi del Sei-Settecento, un “onesto nido di osti e liquoristi”.Nel 1908 Rubbiani presenta, assieme al Comitato per Bologna Storica e Artistica, il progetto per la demolizione del vecchio fabbricato del 1572, giudicato "privo di ogni valore storico e privo di un'organica idea architettonica".Sceglie, tra l'altro, di coronare l'edificio con dei merli gigliati, per i quali si attira gli strali di Giuseppe Ceri, suo abituale oppositore.Questi critica soprattutto l'inclinazione del muro alla sommità dell'edificio: "i merli in pendenza" sono, per l'implacabile ingegnere, "più atti a riparo di amoreggianti gatti che di combattenti soldati".Nel 1910 comunque l'enorme facciata di piazza Nettuno verrà abbattuta - assieme saranno distrutti il palazzo degli Uditori di Rota e il voltone della Corda - e due anni dopo sarà ricostruito un cortile interno, separato dalla piazza da un basso muro di mattoni.Nel 1912 sarà invece restaurata la cappella di S. Maria dei Carcerati, da tempo ridotta a bottega e sarà messo in luce lo stemma del cardinale Anglico, che la fece costruire. Nel 1913, infine, saranno demoliti gli edifici rimasti tra le vie Rizzoli, Accuse e Canepa.In pieno '900, ormai da tempo terminati i lavori di restauro, nel muro a settentrione, prospiciente via Rizzoli, saranno ritrovate le finestre originali del palazzo: bifore con archetti a sesto acuto, molto diverse dalle trifore con archetti a sesto pieno proposte da Rubbiani nella facciata occidentale sulla base dell' "analogia degli esempi" di altri palazzi coevi.dettagli
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1905Nuovo pavimento nella cattedrale di San PietroE' rifatto il pavimento della cattedrale di San Pietro. Il vecchio pavimento in mattoni è sostituito con uno di marmi intarsiati, disegnato da Silvio Gardini. Nello stesso anno, in occasione della Decennale Eucaristica, è aperto un accesso alla cripta sottostante al centro della gradinata del presbiterio. Questo accesso verrà chiuso negli anni Cinquanta dal cardinal Lercaro.dettagli
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1905Augusto Majani insegna all'AccademiaAugusto Majani (1867-1959) ottiene la cattedra di Disegno di figura all'Accademia di Bologna, incarico che terrà fino al 1937. Saranno suoi allievi, tra gli altri, Morandi, Licini, Saetti. E' conosciuto come pittore, con una certa propensione “per l'arte sociale, per un certo umanitarismo dolente” (Contini), ma soprattutto come disegnatore caricaturista. Con lo pseudonimo di Nasica, ha collaborato con il "Resto del Carlino" - debuttando nel 1885 con una macchietta del suo concittadino Quirico Filopanti - e con numerose riviste umoristiche, da "Ehi! ch'al scusa" a "Bologna che dorme". E' anche autore di réclame pubblicitarie e bozzetti teatrali. Diverrà noto inoltre come illustratore delle opere di Alfredo Testoni presso Zanichelli e collaboratore dell'editore modenese Formiggini.dettagli
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1905La Zabban farmaceuticiNel 1895 Gino e Filippo Zabban iniziano a fornire materiale per l'ortopedia all'Ospedale Rizzoli, inaugurato quell'anno. Dal 1905 la ditta Zabban sviluppa la produzione di materiali sanitari e di numerose specialità farmaceutiche. Durante la guerra di Libia e la Prima Guerra Mondiale fornirà all'esercito centinaia di migliaia di pacchetti di medicazione. In seguito amplierà la propria attività producendo prodotti galenici e garza amidata, con la consulenza del professor Putti, direttore del Rizzoli. Dopo il 1938 la ditta dei fratelli Zabban, di origine ebraica, sarà tra le venti aziende famigliari italiane con più di 100 dipendenti coinvolte nell'applicazione delle leggi razziali e subirà la nomina di un commissario di vigilanza e la discriminazione dei titolari.dettagli
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1905Automobili e carri con motoreLa Società Italo-Svizzera, già De Morsier, acquista il brevetto “Orion” per vetture da trasporti industriali e comincia a costruire nella sua officina fuori porta Lame omnibus e carri da trasporto con motore. Utilizza un motore monocilindrico "per carri di minor portata" e a due cilindri orizzontale per quelli a portata maggiore. L'accensione è a elettro-magnete, il raffreddamento per circolazione d'acqua con radiatore, ventilatore e pompa. Nel 1906 a Bologna risulteranno immatricolate 66 automobili e 165 motociclette. L'automobile si imporrà definitivamente in città dal 1908, dopo il trionfale appuntamento della Coppa Florio (Circuito di Bologna).dettagli
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1905L'Istituto Santa MartaE' fondato in via Santo Stefano l'Istituto Santa Marta, diretto da alcune signore con l'intento di proteggere "tante sventurate figliuole, le quali abbandonate a se stesse cadranno vittime di sciagurate megere e di abominevoli trafficanti del loro onore". Si rivolge soprattutto alle ragazze che vengono a Bologna come collaboratrici familiari o donne di servizio di famiglie facoltose. Un certo numero di esse saranno collocate presso "oneste famiglie" e continueranno ad essere assistite dalle Sorelle dei Poveri o dalle Maestre pie in caso di perdita del posto. L'Istituto avrà un fiorente ricreatorio e una sala di ristoro, con la possibilità di scaldare le vivande. Attiverà a Bologna una Casa famiglia con ufficio di collocamento, un albergo per brevi periodi di ospitalità e altre varie forme di assistenza.dettagli
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1905Chioschi "con lo smaltitoio"La Società Italiana Chioschi Luminosi di Milano ottiene dal Comune il diritto di installare nelle strade della città e dei sobborghi alcuni chioschi “forniti nell'interno di non meno di due orinatoi”. La concessione è prevista per 15 anni.Il primi dodici chioschi con orinatoio (o “smaltitoio“) ad olio sono collocati davanti alla stazione ferroviaria, in piazza Otto Agosto, in via Indipendenza vicino al monumento di Garibaldi, sotto le Due Torri, in piazza Maggiore e in altre piazze cittadine.Gli altri verranno posti quasi tutti nei pressi delle porte: ex barriera di Santo Stefano e di Porta Mazzini, barriera San Vitale, Porta Saffi, ex barriera D'Azeglio e di Sant'Isaia.La manutenzione dei chioschi sarà a carico della ditta concessionaria, la pulizia giornaliera degli orinatoi verrà fatta dal Comune. Sulle pareti a vetri e in tutte le parti al riparo dagli orinatoi appariranno scritte pubblicitarie.Tutti i chioschi rimarranno illuminati fino a mezzanotte, con lumi alimentati dal gas, allo stesso modo dei pubblici fanali. L'alimentazione e la manutenzione dei lumi sarà effettuata dal Comune.L'Ufficio Tecnico comunale ha provveduto, nel corso dell'800, ad installare nelle strade centrali alcuni "spanditoi" in marmo rosso di Verona. Nel 1865, ad esempio, ne furono messi tre all'imbocco di via Cartoleria Vecchia, nei pressi del Teatro Brunetti.Intorno al 1870 venne chiesta alle Officine Calzoni la progettazione e la produzione di tre tipi di orinatoi ad acqua "in ferro fuso e parte battuto a mano, con la copertura in ferro zincato, colorati in verdone scuro", oppure in nero o in grigio antracite.Eredi di questi primi orinatoi pubblici saranno i “vespasiani” in pietra distribuiti lungo le strade della città, soprattutto in periferia. Nel 1976 ve ne saranno ancora 23 in funzione.dettagli
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1905L'editore musicale BongiovanniFrancesco Bongiovanni fonda l'omonima casa editrice musicale. Negli anni successivi si distingue per la pubblicazione delle opere di compositori come Respighi, Malipiero, Balilla Pratella. Il negozio in via Rizzoli, a pochi passi dalle due torri, diviene anche un ritrovo di melomani e sede del goliardico “Cenacolo delle Beffe”. Nel secondo dopoguerra all'attività editoriale si affiancherà quella della produzione discografica. In seguito al successo della prima incisione - un recital del soprano Mirella Freni (1935-2020), premiato dalla critica discografica italiana - l'editore percorrerà la strada, allora poco battuta, delle registrazioni di recital di cantanti lirici di fama mondiale o di opere liriche eseguite raramente. Nel 1999 l'attività sarà trasferita in via Ugo Bassi.dettagli
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1905Leonida Bertolazzi rinnova la facciata di Santa Maria della VitaIn esecuzione delle volontà testamentarie di Don Raffaele Mareggiani (1892), è intrapresa la costruzione delle facciate della chiesa della Vita e quella dell'Ospedale Maggiore in via Riva Reno. I progetti di entrambe sono redatti dall'ing. Leonida Bertolazzi (1852-1913), tecnico dell'Amministrazione degli Ospedali, che l'anno seguente costruirà anche il sanatorio di Budrio. La facciata di S.M. della Vita è a due ordini, con il paramento in laterizio stuccato e con cornici e capitelli in cemento. Nelle nicchie sono poste due statue, modellate sempre in cemento da Tullo Golfarelli (1853-1928), che raffigurano i beati Rainiero Fasani e Bonaparte Ghisilieri, a ricordo dell'origine della Compagnia dei Disciplinati (o dei Battuti) e dell'Ospedale della Vita.dettagli
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1 gennaio 1905"Il Resto del Carlino" per CarducciIl “Resto del Carlino” dedica la prima pagina di capodanno a Giosue Carducci, che sta per lasciare l'insegnamento universitario. A questo “plebiscitario omaggio” partecipano i personaggi più eminenti della cultura italiana, da De Amicis a Croce, da Fogazzaro a Pascoli, da Oriani a D'Annunzio. Giunge al poeta malato anche il telegramma del re Vittorio Emanuele III. L'albo con i messaggi originali pervenuti al giornale sono portati a casa Carducci dal direttore Zamorani e da Federzoni. Il poeta rimane piacevolmente sorpreso nel sapere che il promotore dell'iniziativa del "Carlino" è Alfredo Oriani (1852-1909), con il quale in passato c'erano stati dissidi. Il 1905 terminerà con un altro omaggio pubblico a Carducci: il 16 dicembre si terrà al Teatro comunale un’Accademia Letteraria-Musicale in suo onore introdotta dal prof. Giuseppe Picciola, con declamazione di “Poesie Carducciane” da parte del cavalier Luigi Rasi.dettagli
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1905La distilleria FabbriGennaro Fabbri (1860-1935), ex impagliatore di sedie, fonda a Portomaggiore (FE), assieme alla moglie Rachele, la distilleria che porta il suo nome. La sede dell'azienda sarà trasferita alcuni anni più tardi a Borgo Panigale in via Emilia Ponente. Tra i primi marchi della Premiata distilleria G. Fabbri il liquore Virow, fatto con le uova, il liquore Primo Maggio, con tanto di falce e martello sull'etichetta, e l'Amaro Carducci, in onore del fresco Premio Nobel. Ma saranno soprattutto gli sciroppi e le amarene al liquore, conservate nel caratteristico vaso con decorazioni faentine bianche e blu, a dare alla ditta una durevole fama. Il primo sciroppo, ispirato a una ricetta della moglie, si chiamerà “Marena con frutto”. Negli anni Trenta nascerà la “Ciliegia al liquore”. Gennaro dedicherà sempre uno speciale impegno al sostegno del proprio marchio. I figli Aldo e Romeo, ad esempio, saranno mandati in giro per l'Italia a bordo di auto mitiche, come l'Isotta Fraschini e l'Itala, per pubblicizzare i prodotti Fabbri. Un luogo particolare di promozione sarà poi il Bar Centrale, locale alla moda di fronte alla Sala Borsa, acquistato da Gennaro poco prima di morire e tenuto aperto dai figli 24 ore su 24. Nel 1912 la famiglia Fabbri acquisterà una drogheria a Bologna accanto all'Arena del Sole e quindi trasferirà la distilleria nella periferia ovest della città. Nel secondo dopoguerra la ditta sarà conosciuta in tutta Italia attraverso le pubblicità televisive di Carosello, con personaggi di grande successo, come il pirata Salomone, ideato da Guido De Maria e Ebro Arletti.dettagli
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9 gennaio 1905Regolamento di igieneIl Consiglio comunale approva il nuovo regolamento di igiene, redatto dall'Assessore della giunta popolare Francesco Zanardi e sottoposto quindi all'approvazione della Società medico-chirurgica. Tra le disposizioni vi è l'uso generalizzato di acqua pulita. La cattiva qualità dell'acqua disponibile - nessun pozzo cittadino fornisce acqua davvero potabile - è considerata, assieme alle pessime condizoni delle fogne, uno dei principali fattori di insalubrità delle case e la causa principale dei numerosi casi di tifo riscontrati in città.dettagli
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25 gennaio 1905Giuseppe Bacchelli presidente della Associazione "Francesco Francia"Giuseppe Bacchelli (1849-1914), già Presidente della Deputazione provinciale, viene eletto alla guida dell'Associazione per le Arti “Francesco Francia” e provvede in breve a svecchiarne la fisionomia. Il 25 gennaio 1905 è approvato un nuovo statuto: l'esposizione annuale è aperta agli artisti non bolognesi. Vengono istituiti due premi, per la pittura e la scultura. E' bandito un concorso per il manifesto dell'esposizione. I soci dell'Associazione sono 225: tra essi figurano i principali artisti bolognesi e alcuni dei protagonisti della cultura cittadina, quali gli architetti Edoardo Collamarini e Attilio Muggia, il marchese Carlo Alberto Pizzardi, lo scrittore Alfredo Testoni e lo storico e restauratore cav. Alfonso Rubbiani.dettagli
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30 gennaio 1905Giuseppe Tanari sindacoAlle elezioni amministrative del 22 gennaio i partiti popolari si presentano divisi. I socialisti, dilaniati tra riformisti e massimalisti, decidono di formare una lista di candidati scelti esclusivamente tra gli iscritti al partito. I radicali e i repubblicani decidono allora di astenersi. Il moderato Giuseppe Tanari (1852-1933) ottiene 7.116 voti, avvalendosi anche dell'appoggio dei clericali, contro i 2.521 del primo dei socialisti. Vota solo una minoranza degli aventi diritto (circa 10.000 su 22.000). Figlio del senatore Luigi e proprietario terriero, il marchese Tanari è il nuovo sindaco. Si dimetterà nel 1906, ma rimarrà a lungo pro-sindaco. Sarà nuovamente eletto alla massima carica cittadina tra il 1910 e il 1911. A lui si deve buona parte del rinnovamento edilizio della città all'inizio del secolo: promuoverà infatti la costruzione di case popolari, edifici universitari, l'apertura di strade come via Irnerio, via Dante e l'allargamento di via Rizzoli. Collaborerà inoltre con il Comitato per Bologna storico-artistica per il restauro di monumenti come il Palazzo Re Enzo, il Palazzo dei Notai, il Salone del Podestà. Nell'ultima parte della sua vita aderirà al fascismo.dettagli
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9 febbraio 1905Muore il burattinaio Angelo CuccoliMuore Angelo Cuccoli (1834-1905), il principe dei burattinai bolognesi. La famiglia Cuccoli - prima di Angelo il padre Filippo (1806-1872), eccellente interprete del Sandrone modenese - ha deliziato i bolognesi per oltre settanta anni dalla baracca posta d'inverno sotto il Voltone del Podestà e d'estate in piazza San Francesco. “Prodighi dispensatori di petroniana giocondità”, i Cuccoli hanno portato al successo la maschera di Fagiolino, il tipico facchino o "birichino" bolognese, col berretto bianco, un neo sulla guancia e il bastone sempre in mano: un sempliciotto furbo e manesco, che sfida i potenti e trasforma tutto in burla. La maschera è stata inventata all'inizio dell'Ottocento dal Cavallazzi, che forse si è rifatto al Bertoldo di Giulio Cesare Croce. Il suo inseparabile compagno Sganapino, invece, è una creazione di Augusto Galli, allievo e continuatore dei Cuccoli. Ormai stanco e ammalato, negli ultimi anni Angelo ha formato una compagnia di burattini "in persona", cioè di burattinai che recitano all'improvviso, come gli attori della Commedia dell'Arte. Nel 1919 nel cimitero della Certosa sarà collocata una lapide in memoria dei due Cuccoli, Filippo e Angelo. L'epigrafe dettata da Oreste Trebbi menzionerà la Casa del Soldato, dove durante la grande guerra opereranno a lungo per beneficenza i loro allievi Augusto Galli e Giulio Gandolfi.dettagli
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marzo 1905Il "Re Enzo" di RespighiL’opera comica in tre atti e quattro quadri Re Enzo di Ottorino Respighi, su libretto di Alberto Donini, viene rappresentata al Teatro del Corso. Le prove e il reclutamento del cast, tra i giovani goliardi bolognesi, avvengono presso lo stabilimento musicale Bongiovanni. Dirige il maestro Pietro Cimini, reduce dai teatri della Russia imperiale. Le scene sono disegnate da Gualtiero Pontoni (1875-1941), l'architetto del Modernissimo, titolare nei primi anni del Novecento di un fiorente studio professionale specializzato in allestimenti teatrali. Il lavoro “doveva essere un centone studentesco” e invece risulta “un’omogenea e complessa produzione teatrale”, alla quale “la genialità ricca e spontanea” di Respighi ha dato respiro e vita (Giacomelli). Nonostante il notevole successo di pubblico e di critica, il lavoro, per volere del maestro, non sarà più replicato.dettagli
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15 marzo 1905Allagamento del territorio di San Giovanni in PersicetoDopo una settimana di piogge, tra il 20 e il 28 febbraio 1905, con la concausa dello scioglimento delle nevi, una vasta porzione di territorio tra il fiume Reno e il torrente Samoggia si trasforma in un grande lago. E' l'ultima grave conseguenza dello sciagurato intervento statale di raddrizzamento del Reno a Bagno di Piano nel 1887, che ha creato notevoli difficoltà nello scolo delle acque attraverso il canale collettore Dosolo. Ciò ha portato un notevole peggioramento delle condizioni idrauliche del territorio attorno a Sala Bolognese e alla sua classificazione tra le zone malariche. Il 15 marzo un migliaio di contadini e braccianti si radunano davanti al palazzo comunale di San Giovanni in Persiceto per chiedere urgenti interventi di bonifica. Al termine di una lunga serie di trattative, il Regio Decreto del 21 luglio 1907 classificherà come urgenti i lavori idraulici da effettuare nella zona. Lavori che però cominceranno solo nel 1922.dettagli
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2 aprile 1905Lo sviluppo delle affittanze collettive e delle cooperative agricoleDa un'idea di Giuseppe Massarenti (1867-1950), in esilio a Lugano, sorge a Molinella la Cooperativa agricola. Vi aderiscono inizialmente 57 soci. Vengono prese in affitto la tenuta Borra-Gavasini a Marmorta e la tenuta Boscosa a Selva Malvezzi, già diretta dall'Istituto di Credito per la Cooperativa di Milano, per un totale di circa 422 ettari. I braccianti vi lavorano in parte gratuitamente e in parte a metà salario, rendendo i terreni fertili. Si tratta della prima affittanza collettiva della provincia di Bologna e una delle prime in Italia. Massarenti, che considera la cooperazione "la via maestra al socialismo", ne diverrà presidente dal 1910. Le cooperative agricole avranno un forte sviluppo negli anni successivi. Tra il 1906 e il 1907 si formeranno ad Altedo, Pegola-Ponticelli, San Pietro in Casale, San Venanzio di Galliera, Saletto di Bentivoglio, Baricella, Boschi di Baricella, Malalbergo e Medicina. Occuperanno soprattutto braccianti e mondine su terreni a risaia. Nel 1910 sarà avviata ad Anzola una nuova esperienza: una cooperativa unitaria di braccianti, mezzadri e fittavoli. Il modello sarà replicato in altre località. Dopo il 1914 affittanze collettive sorgeranno a Sant’Agata, Maddalena di Cazzano, San Giorgio di Piano, Calcara e Minerbio sui terreni dell'Amministrazione provinciale e delle Opere pie. Nel 1921 in tutta la provincia vi saranno 21 cooperative in attività, con 3.849 ettari di terreno in conduzione.dettagli
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17 aprile 1905Sciopero dei ferrovieriDal 17 al 22 aprile i ferrovieri scioperano a sostegno della statalizzazione delle ferrovie italiane. Durante l'agitazione i macchinisti e i fuochisti vengono sostituiti da militari. La potente Federazione nazionale dei ferrovieri si è pronunciata per la soluzione pubblica fin dal 1902, opponendosi alle intenzioni del governo Zanardelli di confermare le concessioni a imprenditori privati. Il 1° luglio entrerà in vigore la legge n. 137 (o legge Fortis), approvata dal Parlamento il 22 aprile, che affiderà le ferrovie allo Stato.dettagli
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22 aprile 1905Faccioli e Vighi alla Biennale di VeneziaLa VI Biennale di Venezia, che si svolge dal 22 aprile al 31 ottobre sotto la presidenza di Filippo Grimani, ospita per la prima ed unica volta alcune opere dei pittori bolognesi Raffaele Faccioli (1845-1916) e Coriolano Vighi (1846-1905). Per Faccioli, ormai sessantenne, è l'ultima grande occasione della sua compiuta carriera artistica, che lo ha visto spaziare tra varie tipologie e soggetti, dal ritratto alla pittura religiosa, dagli interni al paesaggio. A quest'ultimo, giocato “tra visione ideale e idillio campestre”, si dedicherà specialmente al limitare della sua vita. Vighi è più giovane di Faccioli ed è reduce dal successo al Salon di Parigi. A Venezia invia un grande pastello, che sarà rovinato da facchini inesperti. Questa disavventura minerà ulteriormente la sua salute ormai molto precaria. Morirà il 9 aprile, poco prima dell'apertura ufficiale dell'esposizione.dettagli
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22 luglio 1905Ines Oddone e il periodico "La donna socialista"Ines Oddone Bitelli (1874-1914), maestra di idee socialiste membro dell’esecutivo della Camera del Lavoro di Bologna, fonda il periodico "La donna socialista". E’ un settimanale destinato alla donna operaia, che si occupa di specifici problemi della questione femminile, ma anche di temi di politica generale. Propone l'immagine di una donna moderna "compagna dell'uomo e lavoratrice intelligente ed energica che assume nella vita la sua parte di responsabilità civile e morale, e non si ripara all'ombra della protezione maritale o paterna". Nella rubrica dal titolo Un consiglio alla settimana alle mamme si danno consigli per il corretto allevamento dei bambini con l’aiuto di esperti. Con la rubrica La parola alle lavoratrici si sollecita l’intervento diretto delle lettrici, rendendole partecipi della redazione del giornale. Vengono trattati temi connessi alla questione femminile, quali il ruolo della donna nella famiglia, il diritto di voto, problemi del lavoro. Fra le tematiche generali ha grande spazio la propaganda antimilitarista, per la quale alcuni numeri verranno sequestrati per intero. Dopo quattro mesi di vita tormentata il periodico trasferirà la sua sede da Bologna a Gallarate, centro “dell’industrialismo sfruttatore” in provincia Milano, dove continuerà a proporre dibattiti e interviste sul socilismo e i problemi delle donne lavoratrici.dettagli
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13 ottobre 1905Serate a favore dei terremotati di CalabriaAll'Arena del Sole si svolge una serata di beneficenza a favore delle vittime del terremoto che l'8 settembre in Calabria ha provocato oltre 2.000 vittime e costretto centinaia di migliaia di persone ad abbandonare le proprie case distrutte. Per l'occasione viene proiettato un documentario sul salvataggio della bambina Maria Antonia Colace e un altro sull' "atterramento dei muri pericolanti", curati da Filoteo Alberini. La serata benefica con “cinecronaca” è ripetuta il 14 ottobre al Teatro del Corso. Nei giorni seguenti il Municipio indice una passeggiata di beneficenza, con lo scopo di raccogliere indumenti e denaro per i terremotati. La Virtus risponde all'appello inviando 30 soci in divisa.dettagli
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29 ottobre 1905Per la “Butterfly” vietati i cappelli troppo ingombrantiL’opera di Puccini Madama Butterfly debutta al Teatro Comunale un anno dopo l’insuccesso della Scala. Il maestro Arturo Toscanini seleziona accuratamente i suonatori “più valenti e rinomati” e impedisce l’ingresso al teatro a signore con cappelli troppo vistosi e ingombranti, che possono impedire la vista e suscitare litigi tra gli spettatori. La parte di Madama Butterfly è interpretata dal soprano di origine ucraina Salomea Krusceniski (Solomija Amvrosiïvna Krušel’nyc’ka, 1872-1952), “primadonna wagneriana” ammirata da Puccini e Caruso, una delle massime cantanti liriche del Novecento.dettagli
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30 ottobre 1905Alfredo Testoni pubblica "Bologna che scompare"Alfredo Testoni pubblica Bologna che scompare, capostipite, assieme al Sgner Pirein di Antonio Fiacchi (1892), della moderna letteratura aneddotica su Bologna. Il libro, inizialmente regalato agli abbonati del "Resto del Carlino", è il frutto di alcune conferenze tenute da Testoni, con l'ausilio di numerose fotografie della vecchia Bologna. La città "lieta e tranquilla" rievocata dallo scrittore è quella della seconda metà dell'800, quando "le lotte elettorali non avevano ancora assunto l'ampiezza e la violenza da cui furono più tardi caratterizzate". In particolare, l'illusione del "volemose bene" petroniano è caduta attorno al 1890, con i primi scioperi operai e con l'introduzione della festa del Primo Maggio, vista da molti come il preludio della rivoluzione sociale.dettagli
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20 novembre 1905La Lega democratica nazionale di Romolo MurriIl 20 novembre nasce a Bologna la Lega democratica nazionale. Ne sono promotori il sacerdote marchigiano Romolo Murri (1870-1944), Eligio Cacciaguerra, Giuseppe Fuschini e altri democratici cristiani fautori di una linea alternativa a quella dell'Opera dei Congressi, movimento intransigente appoggiato dal Papa. Il nuovo partito cattolico, che trova consensi soprattutto in Romagna, interpreta i principi sociali del cristianesimo e propugna la libertà di stampa, di associazione, l'allargamento del suffragio universale, la lotta contro gli eccessi speculativi del capitalismo. Il 20 settembre 1907 pubblicherà un Programma di politica ecclesiastica, ispirato, oltre che da Murri, dal riformista cattolico Tommaso Gallerati Scotti. Vi saranno proposti il controllo statale sulla scuola, l'abolizione dell'insegnamento religioso nelle scuole pubbliche, la soppressione del fondo per il culto, una netta divisione fra società civile e religiosa. La Lega intenderà, inoltre, curare gli interessi e l'educazione politica dei lavoratori, nell'ambito dell'impegno "per i progressi della vita economica, intellettuale e morale dell'Italia". La formazione sarà sempre più osteggiata dalle gerarchie ecclesiastiche e verrà condannata da Pio X con l'enciclica Pieni l'animo, pubblicata il 28 luglio 1906. Murri verrà sospeso a divinis nel 1907 e addirittura scomunicato nel 1909, dopo la sua elezione in Parlamento, avvenuta anche grazie all'appoggio dei socialisti. Nel settembre 1910 si consumerà la rottura tra il fondatore e gli esponenti del partito rimasti fedeli al programma originario, che daranno vita alla Lega democratico cristiana. Murri rimarrà lontano dal movimento cattolico e dalla Chiesa fino al 1944, poco prima della morte.dettagli
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24 novembre 1905Progetto di bonifica della pianura a sinistra del RenoL'ing. Giacinto Venturi del Genio civile è autore del progetto di bonifica generale dei territori a sinistra del Reno. Il piano prevede la separazione delle “acque alte” dalle “acque basse”, con la realizzazione di reti distinte di scolo. Il territorio tra il Samoggia e il Reno è classificato di seconda categoria, godendo di una buona rete scolante. Sarà interessato dalla bonifica dopo il 1920, a seguito del parziale interramento dello sbocco del Dosolo in Reno. Saranno allora costruite l'idrovora di Bagnetto e la cassa di espansione dello scolo Dosolo. Nel frattempo (1907) è costituito il Consorzio di bonifica bacino Dosolo.dettagli
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26 novembre 1905Convegno sindacalistaIl periodico "Lotta Proletaria", fondato a Mirandola nel 1903 e redatto da Davide Dinale (1871-1959), organizza a Bologna un convegno sindacalista, al quale aderiscono circa duecento attivisti in rappresentanza di settanta circoli socialisti e anarchici, camere del lavoro e organizzazioni operaie. La maggioranza decide che il sindacato non deve partecipare alle lotte elettorali, "libera restando l'azione individuale di ciascuno fuori dal sindacato". I risultati del convegno non avranno tuttavia grandi conseguenze e anche il movimento d'opinione raccolto attorno a "Lotta proletaria", favorevole a un sindacato rivoluzionario, repubblicano e "sovversivo", si spegnerà presto. Nel febbraio 1906 il periodico annuncerà la fine delle pubblicazioni con un articolo dal titolo significativo: Resa per fame. Dinale diverrà in seguito interventista e aderirà al fascismo.dettagli
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24 dicembre 1905Muore Severino Ferrari, discepolo prediletto di CarducciIl poeta e filologo Severino Ferrari (1856-1905) muore nell'ospedale psichiatrico di Collegigliato, in provincia di Pistoia. Era originario di Alberino di Molinella. Ospitava spesso nella sua casa vicino al Reno Giosue Carducci, di cui era l’allievo prediletto e con il quale aveva redatto un fondamentale commento al Canzoniere di Petrarca. Grande conoscitore della poesia popolare, che riverbera nelle sue liriche, “di gentile arte e umanissimo cuore”, era destinato a succedere all'amico e maestro sulla cattedra di letteratura italiana dell'Alma Mater, ma la malattia mentale l'ha stroncato. Da giovane partecipò al movimento internazionalista bolognese, fedele agli ideali del socialismo umanitario, svolgendo attività politica almeno fino al 1883. Giovanni Pascoli, suo ex compagno di studi e di bohème, lo chiamava scherzosamente “Ridiverde”. Con lui Severino rimase amico fraterno e intrattenne per tutta la vita un fitto rapporto epistolare. Nel 1896, in occasione delle sue nozze a La Spezia con Ida Gini, il poeta romagnolo compose in suo onore otto madrigali, entrati poi a far parte della raccolta Myricae nell'edizione del 1892.dettagli