Cronologia di Bologna dal 1796 a oggi
Archivio di notizie sulla storia della città e del suo territorio dal 1796 ad oggi. Con riferimenti bibliografici, link, immagini.
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1903La Scuola SamaritanaSotto gli auspici del Sotto-Comitato della Croce Rossa Italiana e annessa all'Università popolare Giuseppe Garibaldi, è istutita a Bologna una Scuola Samaritana, che si propone di reclutare "i militi delle presenti e future Associazioni di pubblica Assistenza". Vi sono ammesse persone di ambo i sessi, sopra i 15 anni e iscritte alle Scuola Medie. Vengono diffuse nozioni di primo soccorso negli ambienti di fabbrica e, più tardi, nelle scuole. Animatore dell'iniziativa, che purtroppo non trova grande appoggio da parte delle istituzioni locali, è il dott. Muzio Pazzi, importante esponente della scuola ginecologica positiva.dettagli
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1903Chiude Aemilia Ars. Rimane solo la sezione merletti e ricamiSi scioglie la Aemilia Ars, società artistica promossa dall'architetto e restauratore Alfonso Rubbiani e dal conte Francesco Cavazza nel 1898. La sua produzione ha da poco ottenuto un lusinghiero successo all'Esposizione Internazionale di Torino. Il fallimento è probabilmente dovuto “a una base finanziaria esigua e ad un mercato limitato” (Riguzzi). Ispirandosi alle Arts and Crafts di William Morris, negli anni precedenti la società ha prodotto gioielli, sculture, arredi in ferro battuto, mobili e ha fornito alle industrie e ai laboratori artigiani modelli tratti dal repertorio antico. La commercializzazione avveniva nel negozio Aemilia Ars di via Ugo Bassi. Quasi tutti gli oggetti saranno liquidati, nel gennaio 1904, presso l'hotel Baglioni di Firenze. Rimane in esercizio solo il settore merletti e ricami, promosso dalle nobildonne Lina Bianconcini Cavazza (1861-1949) e Carmelita Zucchini, nato con lo scopo di procurare una "industria sussidiaria" alle lavoratrici precarie, "senza distoglierle dalla famiglia". L'attività di ricamo si basa sulla raccolta di numerosi modelli di trine antiche, tratti anche da fonti bolognesi, quali il Libro dei lavorieri di Aurelio Passerotti (1591) e i Vari disegni del merletto di Bartolomeo Danieli (1639). Utilizza inoltre i motivi decorativi di alcuni artisti della gilda di Rubbiani (Casanova, Tartarini e altri). Nel 1905 la società della Cavazza sarà trasformata in cooperativa di lavoro femminile: sarà in grado di continuare una prospera attività fino al 1936, partecipando a varie esposizioni internazionali.dettagli
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1903Paolo Atti acquista il pastificio ZambelliArrivato a Bologna nel 1877 da una fattoria della campagna bolognese, Paolo Atti diviene proprietario dell'antico Forno Piemontese di via Drapperie. Dal 1890 è socio principale del pastificio di Enrico Zambelli e nel 1903 lo rileva del tutto, ristrutturando il palazzo in via Caprarie, laddove sorgeva la chiesa di S. Maria del Carrobbio e Alessandro Calzoni aveva impiantato, nel 1835, la sua prima fonderia di ghisa. Prima di morire, nel 1913, lasciando l'azienda nelle mani dei figli, l'imprenditore aprirà tredici punti vendita di pane e pasta in città e un nuovo pastificio a Casalecchio di Reno.dettagli
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1903L'acqua "fetida" del canale di Reno usata per scopi alimentariUna relazione del Laboratorio di Igiene dell'Università sull'acqua del canale di Reno dichiara che essa, soprattutto d'estate, perde “ogni sua parvenza per assumere l'aspetto di un liquido brunastro, denso, limaticcio, fetido”. Già nel 1886 il prof. Francesco Roncati la considerava una “minaccia continua alla salute pubblica ... una diluita soluzione di feci, urine e di altre materie organiche putrescibili”. Fino a pochi anni prima quest'acqua “saporita” era utilizzata per la produzione della birra e del "vinello". Si dice che in alcune abitazioni presso il canale venga ancora usata per lavare le verdure. Una credenza popolare ritiene che essa sia la migliore per cuocere i fagioli. A Bologna, all'aperto o nelle cantine, esistono ancora più di 200 "battocchi", grandi vasche-serbatoio in muratura piene d'acqua derivata dal canale di Reno. Accanto hanno vasche più piccole usate per il lavaggio dei panni. La maggior parte dei battocchi sono alla Crocetta, rione di lavandaie situato fuori porta Sant'Isaia, ma ve ne sono anche alla Grada e al Ponte delle Lame. Nel solo mese di ottobre 1903, nella provincia di Bologna sono stati denunciati ben 355 casi di tifo. Secondo l'assessore Zanardi, nella periferia manca l'acqua potabile, per le cattive condizioni del sottosuolo. In città la rete delle chiaviche è in pessime condizioni e disperde liquami nel terreno, inquinando la falda.dettagli
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1903La guardia ostetrica permanenteIl dott. Ettore Bidone (1867-1954), medico della clinica ostetrica cittadina e futuro assessore all'igiene dell'amministrazione socialista di Francesco Zanardi, promuove l'istituzione di un servizio di guardia ostetrica permanente, presso la sede della Società operaia. L'iniziativa riscuote subito un buon successo: nei primi sei mesi di attivazione sono 102 le chiamate, contro la cinquantina del soccorso ostetrico pubblico.dettagli
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1903La Lega contro la polvereIl dottor Guglielminetti fonda la Lega contro la polvere, che propone di asfaltare le strade cittadine. Il catrame spalmato con il petrolio è stato riconosciuto come ritrovato "della massima utilità" fin dal 1853, ma la proposta di utilizzarlo a Bologna, in un tratto della nuova via Indipendenza, è andata a vuoto. Il primo esperimento avverrà nel suburbio, a cura dell'ingegner Bernardoni, tecnico della Provincia: saranno ricoperti alcuni metri della via Emilia Ponente, a poca distanza dal ponte sul Lavino. Ma il tratto sarà troppo breve e poco dopo la polvere, trasportata dal vento e dalle ruote dei veicoli, lo ricoprirà di nuovo.dettagli
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1903Rifacimento del pavimento del portico di via SaragozzaPromosso dalla Fabbriceria del Santuario della Madonna di San Luca viene rifatto il pavimento del portico da porta Saragozza al Meloncello. Le spese vengono suddivise tra la Pia Unione per il restauro dei portici e i “possessori delle case soprastanti e contigue”.dettagli
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1903Restauro dell'antico orfanotrofio di San LeonardoLa casa dell'ex Orfanotrofio San Leonardo, in via Begatto n. 7, è restaurata a cura dell'ing. Leonida Bertolazzi (1852-1913). L'edificio, uno dei più antichi fabbricati della città, risalente al XIV secolo, poggia su un forte pilastro angolare di laterizio e ha un portico architravato in legno, caratteristico di altre dimore medievali bolognesi. Il portone d'ingresso a tutto sesto è incorniciato con una ghiera di cotto di bella fattura. Era sede di uno degli istituti dell'Opera dei Mendicanti, che si occupava, con il sostegno dei legati, di accoglienza ai poveri e agli orfani, in un'epoca - la seconda metà del XVI secolo - di grande miseria e delinquenza, conseguenti a gravi carestie e epidemie.dettagli
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1903Nuovi istituti universitariIn virtù della prima convenzione tra Università, Stato e Enti locali per la realizzazione del piano di edificazione del quartiere universitario, divenuto legge nel 1899, è avviata la costruzione di vari istituti. Per opera di Flavio Bastiani - e su progetto di Alfonso Rubbiani - nei pressi di porta Zamboni sono edificati l'Istituto di Anatomia e quello di Fisica. I due stabili sono caratterizzati dall'uso massiccio di decorazioni in terracotta, ispirate a quelle dei palazzi bolognesi del Quattrocento. I lavori termineranno nel 1907. Inizia anche, su progetto di Pasquale Penza e Flavio Bastiani, la costruzione dell'Istituto di Mineralogia, grande edificio porticato in stile neo-rinascimentale disposto ad angolo tra via Irnerio (in costruzione) e via Zamboni.dettagli
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1903"I fiu dal Duttour Balanzon"Viene fondata la Società I fiu dal Duttour Balanzon (i figli del Dottor Balanzone, la maschera bolognese più conosciuta), i cui scopi istituzionali sono il divertimento e l'attività benefica. Il nome vuole ricordare la Società del Duttour Balanzon, da poco scomparsa, che per trent'anni, a partire dal 1869, ha animato e organizzato i carnevali bolognesi. Nel Novecento i corsi mascherati si terranno fuori dal centro storico, in Piazza Trento e Trieste e nei viali limitrofi. Avranno finalità benefiche, come nel 1914, quando la "cucagna ed noster pader" sarà volta a finanziare la Cassa di soccorso fra gli Studenti poveri dell'Università. Sospeso durante la prima guerra mondiale, il carnevale sarà poi celebrato fino al 1923 ai Giardini Margherita e riproposto negli anni Sessanta dal cardinale Lercaro come "carnevale dei bambini".dettagli
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1903Primo tentativo di volo aereo ai Prati di CapraraAi Prati di Caprara, una vasta area pianeggiante fuori porta S. Felice, meta di gite domenicali e sede di manovre militari, è attuato il primo tentativo di volo aereo. Un gran numero di persone prende posto fin dalle ore notturne lungo la via Emilia e sull'argine del Ravone per veder salire lo “scatolone”. Il temerario pilota riesce a sollevarsi in aria per soli 12 secondi, percorrendo una cinquantina di metri.dettagli
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1903Rubbiani restaura vari edifici pubblici e privatiAlfonso Rubbiani fa eseguire restauri in stile nella casa Ricci-Curbastro in via San Vitale e in un altro edificio in via Begatto. Nel 1904 interviene sulle case Tacconi in piazza Santo Stefano. Nel 1905 sarà oggetto dei suoi interventi e del Comitato per Bologna Storica e Artistica soprattutto la zona di via San Donato, con il restauro delle Scuderie dei Bentivoglio e l'abbattimento del portico nella piazza del Teatro, a liberare un tratto della cerchia muraria del Mille. Nella chiesa del Corpus Domini intanto, Rubbiani, assieme all'Azzolini, fa rimodellare le terracotte rovinate della facciata. Dal 1906, mentre sono iniziati i lavori più importanti in palazzo Re Enzo, il restauratore opera in varie dimore private: casa Bertoni in via Galliera, casa Belluzzi in via Santo Stefano, le case Zorzi e Gioannetti in Strada Maggiore. Quest'ultima verrà dotata di una vistosa merlatura in stile, del tutto ipotetica.dettagli
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14 febbraio 1903Il Festival di Beneficenza in piazza Otto AgostoPer festeggiare il Carnevale, in piazza dell‘Otto Agosto 1848 viene organizzato, “al posto dei pristorici corsi mascherati di gessosa memoria”, un grande Festival di Beneficenza. Il fulcro della manifestazione è una grande costruzione in legno a tre navate, un vero e proprio “tempio del carnevale” di duemila metri quadrati, dotato di pavimento e coperto. Nella parte centrale, la più elevata, c’è la pista per i balli. Alla estremità settentrionale c‘è la lotteria e dalla parte opposta un piccolo palco in cui si esibisce un gruppo di ginnasti. Nelle due corsie laterali sono collocati ristoranti, caffè, negozi di giocattoli e articoli carnevaleschi. Molto particolari sono gli ingressi dipinti da Lodovico Ramponi (1873-1931), architetto e professore dell'Accademia di Belle Arti, che raffigurano, da un lato Bacco e dall’altro una giovinetta sorridente. La novità del festival è molto gradita ai bolognesi, che accorrono in gran numero (oltre 10.000 partecipanti in pochi giorni).dettagli
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21 marzo 1903Via Indipendenza nuovo "corso" di BolognaTra la nuova via Indipendenza e piazza VIII Agosto vi sono in primavera ben cinque attrazioni spettacolari. Nella piazza c'è il Politeama bolognese, con Angelo Cuccoli e i suoi burattini. Nel Teatro del Pincio opera il Gran Circo equestre ungherese Enders, illuminato dalla luce elettrica. All'Eden si tengono le prime proiezioni del cinematografo Lumière e spopola il café chantant, con la celebre danzatrice Bartho, stella dei locali parigini. L'Arena del Sole presenta spettacoli all'altezza della sua fama. Nello sferisterio c'è il gioco del pallone. Da alcuni anni quello bolognese è l'ultimo campo di gioco a chiudere. Al termine dei campionati vi si radunano i migliori atleti italiani per giocate appassionanti, spesso con finalità di beneficenza. Oltre che il centro degli spettacoli, via Indipendenza diventa, in questo periodo, il vero corso di Bologna per la passeggiata domenicale e per il ritrovo delle maschere durante il carnevale, prendendo il posto di via Santo Stefano.dettagli
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15 aprile 1903Decisa la demolizione di due porte dell'antica "circla"La giunta comunale vota la decisione di demolire porta San Mamolo (o d'Azeglio), perché intralcia il traffico e impedisce la continuazione dei lavori di costruzione della linea dei tram elettrici. Il 15 giugno successivo è invece votata la demolizione di porta Sant‘Isaia (già Porta Pia), giudicata poco stabile.dettagli
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22 aprile 1903La Sala emiliana alla V Biennale d'Arte di VeneziaLa V Biannale di Venezia cambia il criterio espositivo - finora mutuato dai Salon parigini - e istituisce delle sale regionali, ordinate da commissioni di artisti delle regioni stesse, che scelgono le opere e insieme preparano l'arredo e le decorazioni. La commissione emiliana è composta da Alfonso Rubbiani, Alfredo Tartarini, Augusto Sezanne, Achille Casanova e Giuseppe Romagnoli. Sono essi i protagonisti della stagione floreale bolognese, la “gilda amichevole” formatasi attorno a Rubbiani “all'ombra dei campanili di San Francesco”. Il fulcro dell'allestimento deciso dalla commissione è il fregio allegorico che decora la sala dell'esposizione: un inno alla natura e all'arte. E' opera di Casanova e probabilmente di Rubbiani (per la scelta della simbologia), mentre Tartarini e Sezanne forniscono i disegni per le altre parti (incorniciature e piedistalli decorati con motivi floreali, ornamentazione delle lampade e della specchiera, ecc.). I quadri scelti evidenziano i limiti del gruppo bolognese, sospeso tra il retaggio dell'Ottocento accademico e l'arte nuova. A parte alcune opere di Sezanne e Romagnoli e tre dipinti di Mario de Maria (Marius Pictor), la sala emiliana risulta “quasi una dedica alla memoria di Luigi Serra”. Il talentuoso pittore bolognese, morto nel 1888 a soli 42 anni, è celebrato con un buon numero di quadri, tra i quali il bozzetto del celebre Irnerio intento alla lettura e altri di soggetto storico.dettagli
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27 giugno 1903La luce elettrica per la prima volta in AppenninoLorenzo Pezzati (o Pezzatti), originario di Serraiola di Verzuno, nei pressi di Camugnano, chiede di poter derivare acqua da torrente Brasimone al mulino delle Mogne. L'anno prima ha dato luce alla sua casa con una centralina rudimentale, utilizzando per la prima volta la luce elettrica in Appennino. La domanda ottiene una risposta positiva e l'imprenditore potrà illuminare, con una nuova centrale, tutto il paese di Castiglione dei Pepoli, che in questo periodo sta conoscendo un buon sviluppo turistico. L'officina generatrice avrà una potenza di 34 HP, ottenuta grazie a un salto d'acqua di 31 metri. La dinamo collegata alla turbina fornirà corrente alternata trifase alla tensione di 3000 volt. Pezzati sarà anche protagonista, nel 1910, dei lavori della grande diga del Brasimone, fornendo energia alla SIB (Società Idroelettrica del Brasimone). La centrale delle Mogne continuerà ad illuminare Castiglione dei Pepoli fino al 1924, quando subentrerà la Società Bolognese di Elettricità. Il paese di Camugnano, invece, sarà raggiunto dall'elettricità solo nel 1930.dettagli
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agosto 1903Scioperi a Molinella senza MassarentiIn agosto scendono in sciopero a Molinella quasi 3.000 lavoratori. L'agitazione dura 72 giorni ed è la più lunga mai effettuata in questo territorio. Si avvia nonostante l'assenza di Giuseppe Massarenti (1867-1950), suscitatore e guida delle lotte contadine, che è dovuto riparare in Svizzera per sfuggire all'arresto. La lunga durata dello sciopero è consentita dalla solidarietà dei concittadini e dal sostegno della Lega e delle cooperative di Molinella.dettagli
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13 agosto 1903La refezione scolasticaLa giunta Golinelli istituisce la refezione nelle scuole comunali, più volte richiesta in passato dalla minoranza di sinistra e avversata dai liberali e dai cattolici. Una ricerca promossa dal prof. Albertoni ha evidenziato la correlazione tra denutrizione e scarso rendimento scolastico. La refezione è dunque considerata "integrativa dell'istruzione obbligatoria". Nel 1904 ne usufuiranno quasi 5.000 ragazzi appartenenti a famiglie povere, un terzo del totale degli alunni iscritti alle pubbliche scuole. Nel 1913 saranno ammessi al servizio oltre 7.000 bambini, che saliranno a oltre 10.000 nel 1918, raggiungendo la metà degli iscritti alle scuole. L'amministrazione socialista promuoverà nel 1916 l'acquisto di 15 nuove cucine.dettagli
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29 agosto 1903Il Comune gestisce l'istruzione professionale femminileSulla base del progetto politico dell'Unione Popolare, che dal dicembre 1902 governa Bologna con intenti riformisti, il consiglio comunale delibera di avocare a sè l'istruzione professionale femminile. Subentra così nella gestione dell'Istituto femminile di arti e mestieri "Regina Margherita", che versa in gravi condizioni finanziarie, e aggrega ad esso l'Istituto "Romualdo Gonzaga", aperto con analoghe finalità. Nello stesso periodo il Comune abolisce la Scuola superiore femminile, frequentata dalle giovani della buona società, da tempo nel mirino delle polemiche e osteggiata dai socialisti. Entro il 31 dicembre 1904 la Società Operaia Femminile liquiderà la cooperativa titolare della precedente gestione dell'Istituto "Regina Margherita".dettagli
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20 settembre 1903Il monumento al Popolano in piazza dell'VIII AgostoIl 20 settembre, anniversario della presa di Porta Pia, è inaugurato alla Montagnola il monumento, che ricorda la vittoria popolare dell'8 agosto 1848. Per la sua realizzazione, nel 1895 fu costituito un apposito Comitato, che indisse un primo concorso, vinto da Carlo Monari (1831-1918). Il suo progetto - un obelisco, avente alla base un leone ferito - fu tuttavia respinto dal consiglio comunale, perché ricordava più una sconfitta che una vittoria. Anche il luogo del monumento fu motivo di lunghe discussioni e addirittura del primo referendum popolare nella storia della città. Venne infine scelto lo spazio antistante il giardino dalla piazza del mercato. Qui nel 1757 il senatore Filippo Aldrovandi aveva fatto mettere sette grandi sedili di pietra, chiamati il canapé, che potevano accogliere quasi duecento persone. L'insieme era conosciuto come al pà ed caval, il ferro di cavallo. Dopo un nuovo concorso, al quale hanno partecipato nove artisti, è stato scelto il Popolano di Pasquale Rizzoli (1871-1853). Prima della realizzazione, il Comitato ha chiesto comunque allo scultore "qualche acconcia modificazione". Nella versione definitiva è rappresentato un giovane a torso nudo, che alza una bandiera strappata al nemico, e un austriaco morto con il corpo riverso sul piedistallo coperto dei resti della battaglia. Un leone scolpito sul basamento simboleggia forza e libertà. L'inaugurazione del monumento è stata in un primo tempo fissata per la mattina dell'8 agosto 1903. Erano già stati affissi i manifesti, quando si è saputo che alla manifestazione avrebbero partecipato anche le Associazioni Cattoliche, pur non invitate. Per protesta l'Unione socialista ha promosso una contro-manifestazione per il pomeriggio, con l'adesione delle Società operaie. Il Municipio è stato quindi indotto a chiedere al Comitato promotore di rinviare l'inaugurazione. Alla cerimonia del 20 settembre partecipa, con proprie bandiere, anche la Loggia massonica "VIII Agosto", che nel pomeriggio inaugura un nuovo Tempio in via Cesare Bianchetti. Il monumento sarà molto discusso. Sembra che qualche buontempone vedendolo abbia esclamato: "Oh Dio, am s'è strazè la sfoja!" (Dio, mi si è stracciata la sfoglia!), dove la sfoglia è la bandiera e l'asta il matterello in mano a una improbabile zdoura. Si attirerà inoltre le inevitabili frecciate dell'ing. Ceri, apparse sulla sua "Striglia": "Popolano strappante bandiera da nemico in terra morto e già imputridito cadavere ... Falso, falsissimo quel simboleggiato popolano ...". Nonostante le critiche, l'opera di Rizzoli diventerà un moderno e riconosciuto simbolo di Bologna. Durante la seconda guerra mondiale lo scultore, ormai molto vecchio, temerà la distruzione del “so ragaslaz” (il suo ragazzaccio), oltre che dalle bombe alleate, anche da parte dei Tedeschi, che avrebbero potuto riconoscerlo come gesto di ribellione al loro dominio.dettagli
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7 novembre 1903Riapre il Teatro del CorsoCon la recita della Tosca di Puccini, cantata dalla soprano Petrelli, riapre il teatro del Corso, dopo importanti lavori di ristrutturazione. Su iniziativa del nuovo proprietario, l'impresario romano Re Riccardi, e su progetto dell'ing. Lorenzo Colliva, il teatro è stato ingrandito, raddoppiandone la capienza. Sono stati conservati i primi due ordini di palchi, mentre quelli superiori sono stati sostituiti da una galleria ad anfiteatro. Una sopraelevazione della volta ha consentito la costruzione di un loggione "per il popolo". Il progettista ha inoltre sostituito il boccascena arcuato con uno architravato e ha adottato la soluzione del golfo mistico wagneriano, abbassando di oltre mezzo metro il piano dell'orchestra e rialzando la platea. Anche l'apparato decorativo è stato rinnovato: ad Arturo Lazzari si devono i medaglioni con le effigi dei grandi maestri di musica, a Giovanni Masotti il fregio del boccascena. Le sculture sono di Tullo Golfarelli e gli stucchi del Sassoli. Il teatro del Corso chiuderà nuovamente nel 1915 e riaprirà dieci anni dopo, completamente rinfrescato, sotto la guida dell'attore dialettale Angelo Gandolfi.dettagli
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10 novembre 1903XIX Congresso nazionale cattolicoSi tiene dal 10 al 13 novembre a Bologna il XIX Congresso nazionale cattolico. Nonostante gli interventi concilianti dell'Arcivescovo, cardinale Domenico Svampa, si consuma la rottura definitiva tra i cattolici democratici, seguaci di Romolo Murri, e gli intransigenti dell'Opera dei Congressi. Durante l'assise, il presidente dell'Opera Giambattista Paganuzzi è sostituito dal conte Giovanni Grosoli Pironi (1859-1937), che reggerà l'associazione fino al suo scioglimento, nel 1904. Grosoli, che ottiene la facoltà di sciogliere i comitati locali non attivi sul piano sociale, è osteggiato dagli elementi più intransigenti, per la sua scelta di farsi mediatore dei contrasti interni. L'ala conservatrice, messa in minoranza, abbandona il congresso, accusando la presidenza di autoritarismo e coinvolgendo nell'accusa il cardinale Svampa, che non ha nascosto le sue simpatie per i circoli democratici.dettagli