Il Comitato per Bologna Storica e Artistica
Si costituisce il 5 maggio il Comitato per Bologna Storica e Artistica (BSA), un ente privato sussidiato dal Comune, che ha come scopo “di vigilare, favorire e promuovere quanto giovi alla tutela e all'intelligente restauro degli edifizi pubblici e privati, onde conservare alla città il suo carattere storico ed artistico”.
Tra i soci fondatori vi sono il conte Francesco Cavazza (1860-1942), l'ing. Tito Azzolini (1837-1907) e altri notabili e professionisti bolognesi. Alfonso Rubbiani (1848-1913) funge consulente artistico. Primo presidente è l'ex sindaco Gaetano Tacconi (1829-1916). Cavazza gli succederà dal 1907 al 1942.
In occasione dei tradizionali Addobbi delle Parrocchie - festa decennale che comporta la ripulitura dei palazzi e delle strade dei quartieri cittadini - il Comitato studia preventivamente quali edifici sono bisognosi di restauro artistico e offre gratuitamente ai proprietari l'opera dei propri artefici, concorrendo spesso anche alle spese.
Compie, inoltre, attività di propaganda presso i proprietari e le ditte incaricate dei restauri, perché questi siano effettuati con criteri di buon gusto e secondo la tradizione.
Oltre che il restauro di una cinquantina di edifici storici, tra i più importanti della città, il Comitato curerà - a partire dal 1928 - la "Strenna Storica Bolognese", preziosa raccolta di studi storici sulla città.
Farà collocare numerose lapidi in città a ricordo di uomini illustri e di fatti notevoli della storia cittadina. Il primo socio onorario del benemerito sodalizio sarà, nel 1901, il poeta Giosue Carducci.

- a Palazzo Re Enzo (BO)

- animatore del CBSA - Palazzo Re Enzo (BO)

- in Palazzo Re Enzo (BO)

- già sede del Comitato per Bologna Storica e Artistica

- primitiva sede del Comitato per Bologna Storica e Artistica
- Bologna - Comitato per Bologna Storica-Artistica, in: "La Torre della Magione", 1 (2009), pp. 11-12
- Gabriele Bonazzi, Bologna in duecento voci. Dizionario minimo di storia, cultura, umori di una città davvero europea, Sala Bolognese, A. Forni, 2011, p. 76
- Alessandro Cervellati, Gli addobbi: una tradizione in decadenza, in: Bologna al microscopio, Bologna, Edizioni aldine, 1950, vol. 1., pp. 59-64
- Giuseppe Coccolini, L'arte muraria italiana. I costruttori gli ingegneri e gli architetti, Bologna, Re Enzo, 2002, p. 158
- Giuseppe Coccolini, Sviluppo edilizio-urbanistico in Bologna da Napoleone alla Prima Guerra mondiale. Cronologia degli avvenimenti più importanti, in "Strenna storica bolognese", XLV (1995), pp. 161-189
- Luigi Federzoni, Bologna carducciana, Bologna, L. Cappelli, 1961, pp. 168-169
- Erica Landucci, Passeggiata nel Liberty Bolognese, Bologna, Paolo Emilio Persiani, 2020, p. 93
- Otello Mazzei, Alfonso Rubbiani: dalla città “sognata” alla città “ricostruita”. Bologna 1868-1913, in Storia illustrata di Bologna, a cura di Walter Tega, Milano, Nuova editoriale AIEP, 1987-1991, vol. V, p. 69
- Nel nome di Bologna. Consulta tra antiche istituzioni bolognesi, a cura di Guglielmo Franchi Scarselli, Bologna, L'inchiostroblu, 2007, pp. 110-115
- Marco Poli, Accadde a Bologna. La città nelle sue date, Bologna, Costa, 2005, p. 229
- Oreste Trebbi, Una pittoresca tradizione bolognese. Gli Addobbi, in: Nella vecchia Bologna. Cronache e ricordi, rist., Sala Bolognese, A.Forni, 1983, pp. 161-172
- Athos Vianelli, Bologna tradizionale, Bologna, Guidicini e Rosa, 1978, pp. 23-26 (Addobbi)