Le cucine cattoliche
Su impulso del cardinale Domenico Svampa (1851-1907), un Comitato Interparrocchiale di Carità ridà vita all'iniziativa delle cucine economiche per i poveri, promosse dalla Società degli Operai nel decennio precedente.
Grazie al sostegno delle comunità parrocchiali, esse avranno un buon sviluppo e offriranno pasti abbondanti e variati a numerosi poveri bisognosi e lavoratori.
Nei primi anni del '900 saranno situate nel monastero del Sacro Cuore in via Orfeo, nel convento del Buon Pastore di via Lame e presso l'Istituto di Santa Dorotea, in via Mascarella. Proseguiranno la loro attività benefica durante la prima guerra mondiale e saranno chiuse del tutto solo alla fine degli anni Trenta.
Il successo di queste cucine sarà dovuto all'organizzazione moderna della produzione e alla preparazione del personale, oltre che alla buona qualità degli alimenti utilizzati.
Dipendendo però quasi solo dalle offerte dei privati, avranno sempre vita grama e una presenza episodica, risultando poco efficaci a risolvere i disagi delle classi popolari.
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Gaetano Miti, Bologna il comune bottegaio: dai negozi di Zanardi all'Ente dei Consumi, Bologna, Patron, 2015, pp. 19-20