Scioperi a Molinella e nella Bassa per i patti agricoli
La Bassa bolognese e ferrarese è infiammata dallo sciopero per i patti agricoli. Le risaiole rivendicano la giornata di 9 ore, la paga in contanti, vino genuino e i sorveglianti nominati dai lavoratori.
Giuseppe Massarenti (1867-1950) guida per quaranta giorni l'agitazione bracciantile a Molinella, esplosa il 31 maggio al grido di "Pane e lavoro". Lo scontro tra mondine e agrari, esasperato per l'intervento dell'esercito, si estende nei giorni seguenti a tutte le categorie dei lavoratori agricoli e a vari comuni.
Dal 12 giugno entrano in sciopero le roncatrici delle risaie delle casse di colmata dell’Idice contro la riduzione dei loro salari.
Intervengono i soldati a tutela dei "crumiri" (intesi come coloro che vengono fatti subentrare agli scioperanti), mentre i padroni si irrigidiscono sulle loro posizioni. Le mondine di Molinella ottengono la solidarietà dei lavoratori di Medicina e Castel Guelfo.
Il 17 giugno, a Vedrana di Budrio 43 mondine sono bastonate e arrestate. Il 22 giugno in prefettura a Bologna è firmato un accordo - con la mediazione dell'on. Anselmo Marabini (1865-1948) - che accoglie in parte le richieste operaie, ma due giorni dopo i lavoratori arrestati sono tutti condannati da tre mesi a otto giorni di carcere.
Tra essi vi è Adalgisa Lipparini, che nel 1901 sarà eletta nel Consiglio generale della Federazione nazionale dei lavoratori della terra.
Il 4 luglio scendono in sciopero i lavoratori di Altedo e Baricella, agitazione estesa poi a Molinella e Minerbio. Baricella è posta in stato di assedio dall’esercito.
La mediazione di Andrea Costa favorisce la composizione della vertenza: gli scioperanti ottengono alcuni miglioramenti nelle tariffe, mentre gli agrari, pur impegnandosi ad aumentare i salari e a non restringere le colture del riso, si irrigidiscono sulla nomina dei "caporali".
Alla lotta seguirà comunque una dura repressione poliziesca, con l'arresto degli agitatori e di un centinaio di mondine, la chiusura dei circoli socialisti e lo scioglimento delle organizzazioni di resistenza nei comuni della Bassa.
A Bologna saranno colpiti il circolo "Giordano Bruno", quello dell'appodiato di Galliera e la Sezione elettorale socialista di S. Vitale.
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