La bottiglieria Cillario
Nel dicembre 1892 Luigi Cillario eredita le attività della sua famiglia, originaria del Piemonte, i cui componenti sono tutti esperti di vini e liquori.
Uno di essi, sposato a una figlia dei Gancia, ha un deposito di Vermouth in via del Cane, un altro una rivendita di vini in via Calzolerie, Carlo Cillario commercia in vini, liquori e birra nel Mercato di Mezzo.
Nel retrobottega della bottiglieria Cillario c'è il tavolino dove Giosue Carducci è solito trascorrere la sera giocando a carte e bevendo bicchieri di barolo o chianti. L'abitudine del poeta è ricordata nella guida spirituale di Hans Barth:
“E il nettare di questa bottiglieria doveva essere gran cosa se il Cantor procedeva per le felsinee strade cercando del suo Cillario“.
- Bologna nelle sue cartoline, a cura di Antonio Brighetti, Franco Monteverde, Cuneo, L'arciere, 1986, vol. 2: Vedute della città, p. 34 (foto)
- L'Emilia Romagna com'era. Alberghi, caffè, locande, osterie, ristoranti, trattorie. Sulle tracce di un passato recente alla riscoperta dei segni mutati o cambiati di una secolare tradizione d'ospitalità, a cura di Alessandro Molinari Pradelli, Roma, Newton Compton, 1987, pp. 29-31
- Alessandro Molinari Pradelli, Osterie e locande di Bologna. La grassa e la dotta in gloria della tavola: folclore, arte, musica e poesia nelle tradizioni contadine e gastronomiche della città felsinea, Roma, Newton Compton, 1980, p. 108