Cronologia di Bologna dal 1796 a oggi
Archivio di notizie sulla storia della città e del suo territorio dal 1796 ad oggi. Con riferimenti bibliografici, link, immagini.
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1889L'istituto antirabbicoIl prof. Ivo Novi (1862-1939), di origine ferrarese, docente di fisiologia e farmacologia all'Università di Bologna, fonda l'Istituto antirabbico, con il fine di limitare la pericolosa malattia originata dal morso di cani o altri animali idrofobi. Nel 1889 introduce a Bologna la vaccinazione preventiva, proposta nel 1885 da Luigi Pasteur. Novi dirigerà il servizio per molti anni, quasi fino alla sua morte.dettagli
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1889La Società per la protezione dei fanciulli abbandonati e maltrattatiE' costituita la Società protettrice dei fanciulli abbandonati e maltrattati, per volere soprattutto di Gaetano Tacconi (1829-1916), che ne sarà presidente fino alla morte, e del medico-educatore Giuseppe Veratti, impegnato dal 1867 nelle carceri e nel riformatorio cittadino. Come il Ricreatorio festivo, la Società rientra tra le istituzioni laiche e di impronta massonica nate per contrastare la presenza di ospizi gestiti da religiosi e opere pie. Ha il compito di aiutare ragazzi di entrambe i sessi nella frequenza scolastica e nell'avviamento al lavoro. Si propone di vigilare per impedire maltrattamenti nei loro confronti. Dopo un primo periodo di accoglienza, i trovatelli vengono sistemati presso famiglie disponibili. La prima sede della Casa di Rifugio è in via San Vitale n. 30, poi in via Benedetto XIV n. 3. Nel 1907 sarà costruita una nuova sede fuori Porta Lame con il contributo di privati e della Cassa di Risparmio. L'istituzione funzionerà fino alla seconda guerra mondiale, quando la Casa di Rifugio, situata nei pressi della stazione ferroviaria, verrà ridotta in macerie dai bombardamenti.dettagli
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1889La Società di CremazioneUn gruppo di liberi pensatori, affiliati alla massoneria, fonda la Società bolognese per la cremazione dei cadaveri. La pratica è da poco prevista, come misura di igiene pubblica, da una legge voluta dal governo Crispi. Per i massoni la cremazione è anche una scelta polemica contro la cultura cattolica, che considera l'inumazione come modalità esclusiva di seppellimento dei defunti. Nel 1889 entra in funzione un'Ara Crematoria della Certosa. La sua concessione ha costituito un motivo di contrasto, non solo tra laici e cattolici, ma all'interno stesso del mondo liberale. Contro di essa si sono espressi personaggi come Giuseppe Grabinski e l'ing. Ceri, che ha addirittura promosso petizioni, definendo la cremazione, usanza "degli antichi pagani" e "contraria ai dettami della scienza". In passato la Loggia "Rizzoli" ha chiesto al Municipio "la concessione di un'area di terreno del Cimitero comunale, in campo aperto, onde ridurlo a cimitero massonico". In seguito ha chiesto l'assegnazione di un arco di portico da dipingere con simboli massonici, in memoria dei Fratelli defunti. Nessuna delle due proposte ha, tuttavia, avuto seguito.dettagli
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1889Piazza Umberto IPrevista dal piano regolatore del 1889, comincia la costruzione di una grande piazza situata al centro degli Orti Garagnani, una zona entro le mura ancora occupata da campi e prati, a nord ovest del centro cittadino. Da essa partiranno a raggiera varie strade: via Amendola, via dei Mille, via Marconi, via Gramsci, via Cairoli, via don Minzoni. Attorno saranno costruiti, nel corso del '900, grandi edifici porticati e, nel mezzo, sarà collocata una fontana monumentale. Tra i palazzi prospicienti sono da segnalare la Poliambulanza Felsinea e la Scuola comunale dei Tracomatosi, progetti di Alfonso Modonesi (1873-1922), in parte distrutti dai bombardamenti alleati nel 1943-45. Dopo l'attentato mortale nel 1901, la piazza sarà intitolata a Umberto I, “il re buono”. Durante la Repubblica Sociale sarà cambiata la denominazione: si chiamerà Piazza del Popolo. Nel dopoguerra sarà intitolata ai Martiri del conflitto mondiale. Una parte sarà a lungo utilizzata come terminal per le linee di autobus extraurbane.dettagli
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1889Proposta di restauro nel Palazzo del PodestàDopo la riapertura dei finestroni nel Palazzo del Podestà, coperti da tempo, l'impresario Eugenio Guazzaloca monta un modello al vero di cornicione in pietra macigno di Marradi (ditta Callisto Neri), sovrastato da una imponente merlatura. E' stato suggerito dal restauratore di monumenti antichi Alfonso Rubbiani (1848-1913). L'operazione susciterà notevoli dubbi e discussioni fino al 1906, quando prevarrà la scelta di lasciare l'edificio incompiuto. Tra i più accaniti oppositori dei restauri di completamento, giudicati "troppo interpretativi", è l'avvocato Giuseppe Bacchelli (1849-1914), presidente dell'Associazione Francesco Francia. Nel 1910, ormai nel pieno delle polemiche, pubblicherà l'opuscolo Giù le mani dai nostri monumenti antichi, sostenendo che Rubbiani, dai "bei primi tempi" del recupero di San Francesco, in seguito si è messo intorno una "gilda o ghilda di artefici", che lo hanno spinto "fuori dai confini del ristauro", laddove "la precisione storica è sostituita dalla visione arbitraria di una bellezza romantica e scenografica".dettagli
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1889La Bolognina, "incipiente Manchester"Il quartiere Bolognina, previsto dal Piano di ampliamento del 1889 come villaggio operaio alle spalle della stazione centrale, è definito l' “incipiente Manchester”. La presenza della ferrovia fa pensare a un prossimo, rapido sviluppo di insediamenti industriali. Le aspettative andranno però deluse: la Bolognina sarà a lungo soprattutto “una caricatura di città”, un quartiere dormitorio di case popolari abitate da ferrovieri, una sequela ripetitiva di pochi tipi edilizi e facciate elementari. Anche in pieno Novecento apparirà "abbandonato a se stesso" e raccordato, piuttosto che al centro, all'aperta campagna, in omaggio all'ideologia ruralista del Ventennio. Nel frattempo, dal 1897, i Padri Salesiani si insediano alla Bolognina con un grande istituto, che ospita un convitto, un ginnasio e vari laboratori di arti e mestieri.dettagli
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1889Lo Stabilimento Idroterapico di Castiglione dei PepoliE' inaugurato a Castiglione dei Pepoli, a 700 metri sul livello del mare, uno Stabilimento Elettro-Idro-Terapico, di proprietà del cav. Ruggeri. Ben presto la struttura diventa, oltre che luogo di cura, una meta di villeggiatura alla moda, dove si fa musica e teatro e si tengono feste danzanti. E' dotata di salotto di lettura e sala di conversazione, di due grandi saloni da pranzo e di un sontuoso salone da ballo ornato di specchi, poltrone e lampadari a luce elettrica, grande novità per l'epoca. Alle sale per l'idroterapia e i bagni di luce, si affiancano una piscina coperta e un campo di lawn tennis (tennis su prato). Il servizio medico è di alto livello: direttore consulente (e residente nello stabilimento) è il prof. Pietro Albertoni dell'Università di Bologna. I collegamenti con Bologna e Firenze sono assicurati da un servizio di diligenze verso le stazioni di Sasso e Prato. Nel giro di pochi anni la struttura si amplierà notevolmente, arrivando ad avere sei piani e oltre cento camere e sarà conosciuta come la migliore casa per ferie dell'Appennino. Nel 1914 la gestione passerà all'hotel Baglioni di Bologna.dettagli
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1889Augusto Righi e Giacomo Ciamician insegnano all'UniversitàLa cattedra di fisica dell’Università di Bologna viene assegnata nel 1889 al prof. Augusto Righi (1850-1920), da alcuni anni ricercatore a Padova. Insegnerà all’Alma Mater per 32 anni e acquisirà fama di scienziato illustre, più volte candidato al premio Nobel. Sarà conosciuto per gli studi sulle onde elettromagnetiche, con i quali continuerà le ricerche di Heinrich Rudolf Hertz (1857-1894), realizzando un noto oscillatore. I suoi lavori influenzeranno il giovane Guglielmo Marconi, assiduo frequentatore del suo laboratorio. Nello stesso anno sale in cattedra Giacomo Ciamician (1857-1922), chimico di formazione viennese e studioso delle azioni chimiche della luce e degli alcaloidi. In anticipo sui suoi tempi nel comprendere le potenzialità dell'energia solare per l'industria umana, nel 1910 sarà il primo triestino a divenire Senatore del Regno.dettagli
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1889Rubbiani restaura il castello dei Bentivoglio al Ponte PoledranoIl marchese Carlo Alberto Pizzardi (1850-1922) commissiona a Alfonso Rubbiani (1848-1913) il restauro del castello al Ponte Poledrano sul canale Navile, la domus jocunditatis di Giovanni II Bentivoglio, da tempo in totale abbandono: La gran corte piena di erbe, di bucati al sole, di attrezzi rustici, di bambini; attorno e dentro la rocca un fitto addossarsi di catapecchie per concerie di pelli, torchi da olio, brillatoi da riso; e su la vetta della torre merlata il fumaiolo di una macchina a vapore. (Rubbiani) L'intervento lo terrà impegnato per dieci anni, assieme a Achille Casanova (1861-1948). L'antico edificio viene riprogettato sulla base di un documento del 1735, con profonde ricostruzioni delle strutture e degli interni. Vengono rimossi gli intonaci e completate le decorazioni sulla base delle poche tracce superstiti dei disegni originali. La collaborazione di Pizzardi e Rubbiani a Bentivoglio produrrà altri progetti non però realizzati: una chiesa e una residenza municipale. Il marchese farà costruire, nei pressi del castello, il moderno edificio di Palazzo Rosso, decorato in stile liberty da Augusto Sezanne (1856-1935). Alla sua morte nel 1922 lascerà il suo patrimonio, compreso il castello di Ponte Poledrano, agli ospedali di Bologna.dettagli
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1889Un nuovo collegio per il cleroIn via Pietralata viene fondato un collegio per la formazione del clero. E' il terzo esistente a Bologna, assieme al Seminario di fronte alla cattedrale e all'Istituto Santi Apostoli presso la parrocchia dei SS. Gregorio e Siro. Tutti e tre gli istituti saranno unificati nel 1914 nel nuovo Seminario Diocesano di piazza Umberto I.dettagli
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4 gennaio 1889Muore don Giuseppe Bedetti promotore delle scuole notturneIl 4 gennaio muore a Bologna, quasi novantenne, mons. Giuseppe Bedetti (1799-1889), Arciprete della Collegiata di San Petronio e chiamato dal popolo Don Jusféin. Era apprezzato anche dagli anticlericali come prete degli ultimi. Si adoperava infatti con visite agli ammalati e ai carcerati, occupandosi soprattutto dei facchini, una categoria sociale particolarmente emarginata. Aveva importato a Bologna il modello delle scuole notturne di don Bosco. Dopo il fallimento, nel 1838, del Comitato per la fondazione di asili infantili, inaugurò, per ragazzi "privi di chi debba o voglia educarli", la prima scuola in un palazzo di via Zamboni e aprendone poi una decina in vari luoghi della città. Queste scuole ospitavano nelle ore serali bambini tolti “dalla strada, dalla nudità, dallo squallore” e li impegnavano con attività scolastiche e oratoriali. Spesso gli stessi sacerdoti procuravano loro piccoli lavori. Già nel 1858 le scuole serali accoglievano più di 80 alunni, figli di artigiani e operai tra i 10 e i 14 anni. Erano impartite lezioni di lettura, scrittura, artitmetica, disegno e canto. Durante l'inverno era insegnato il catechismo, mentre la domenica, con le Congregazioni festive, i ragazzi erano condotti a messa, intrattenuti con attività ricreative ed infine invitati a una modesta cena gratuita. Dopo la morte di don Bedetti, per tre giorni continui, migliaia di persone accorrono a vegliare la salma. Nel lasciare la sua povera stanzetta tutti ripetono: "E' morto un santo".dettagli
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4 febbraio 1889Il Piano Regolatore e di AmpliamentoE' approvato, dopo una lunga fase di studio, il Piano Regolatore e di Ampliamento della città (legge n. 6020), predisposto da una commissione di cui fanno parte gli ingegneri Raffaele Faccioli, Gualtiero Sacchetti e Edoardo Tubertini. E' “il primo vero strumento urbanistico adottato dal Comune di Bologna” (Bertolazzi). La gestazione, cominciata nel 1884, è stata quanto mai travagliata, per l'opposizione di principio di una parte della classe dirigente all'idea di un regolamento edilizio. Il Piano si propone la costruzione di nuove strade cittadine, alcuni allargamenti delle strade principali, la demolizione della cinta muraria. Uno dei punti di maggiore impegno del piano è il rettifilo (poi via Irnerio, via dei Mille, via Don Minzoni) che, attraversando via Indipendenza, deve fungere da cardine per l'urbanizzazione di zone ancora libere entro le mura, come gli Orti Garagnani. Molto importante è anche il previsto allargamento dell'asse del Mercato di Mezzo (poi vie Rizzoli e Bassi), di cui tutti lamentano l'angustia. Il Piano Regolatore è accompagnato da un piano di espansione per i quartieri esterni alle mura, la cui attuazione è prevista in quarant'anni (1889-1929). L'ampliamento è previsto su tre lati e lo sviluppo è orientato verso nord, lasciando libera la fascia pedecollinare. Si punta a creare "quartieri operai" secondo maglie ortogonali, con strade larghe e vaste piazze e giardini, in grado di fornire tutta "l'abbondanza di luce e arieggiamento che l'igiene prescrive". Zone emblematiche sono i rioni Bolognina e Costa-Saragozza: il primo, interessato anche da insediamenti ferroviari, si svilupperà in ossequio al piano, con una scacchiera di edifici popolari. Il secondo avrà il carattere, prevalentemente residenziale e borghese, della città-giardino. L'edificazione di nuove abitazioni sui terreni fuori porta costituisce l' “esilio dorato” della borghesia, che cerca in questo modo un elemento forte di distinzione dal ceto aristocratico, come “dai ceti poveri ancora residenti nei vecchi quartieri” (Cresti). La crescita media prevista della popolazione è di 1.200 abitanti all'anno, 48.000 in tutto il periodo. Avvallato dal regime fascista, inefficace per decenni, il Piano dell'89 rimarrà in vigore, nei suoi principi ispiratori, fino al 1955.dettagli
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10 marzo 1889Arrivo trionfale della maschera di Sandrone da ModenaUno sparo di mortaretti dalla Montagnola annuncia l'arrivo da Modena e il trionfale ingresso in Bologna della famiglia Pavironica, formata da Sandrone, dalla moglie Pulonia e dal figlio Sgurgheguel (Sgorghiguelo). All'arrivo del corteo all'imbocco di via Indipendenza scoppiano fuochi artificiali e razzi dai colori iridescenti. Nella piazza del mercato, sotto lo chalet della Cuccagna, è allestito un trono celeste. Sullo sfondo campeggiano gli stemmi di Modena e Bologna. Due bande suonano gli inni di Carnevale. Balanzone presenta gli ospiti alla folla. La famiglia Pavironica è nata nel Ducato di Modena nel XIX secolo, per merito del burattinaio Giulio Preti. La maschera di Sandrone, villano rozzo e scaltro, ha forse origine da un'opera del XVI secolo di Giulio Cesare Croce, intitolata Sandrone Astuto.dettagli
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2 aprile 1889Violenta grandinataA Bologna una violenta grandinata devasta le campagne circostanti.dettagli
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16 aprile 1889Carducci presidente della Commissione per i testi di LinguaUn decreto del Ministro della Pubblica Istruzione nomina Giosue Carducci presidente della R. Commissione per i testi di Lingua. Essa fu fondata a Bologna, con decreto datato 16 marzo del 1860, dal dittatore Luigi Carlo Farini, su proposta del Ministro della Pubblica Istruzione Antonio Montanari, per sostenere e proteggere la lingua nazionale, attraverso l'opera di reperimento e diffusione degli scrittori italiani del Trecento e del Quattrocento. All'interno della Commissione cooperano due importanti tendenze culturali, quella purista della Scuola classica romagnola, nata a metà del Settecento dall'attività di Vincenzo Monti, e quella positivistica della Scuola Storica. Il primo presidente, predecessore di Carducci, è stato il faentino Francesco Zambrini (1810-1887), autore del catalogo de Le opere volgari a stampa dei secoli XIII e XIV (Bologna, 1857) e allievo di Pellegrino Farini, uno dei principali esponenti della scuola classica romagnola. Egli ha istituito due collane per la pubblicazione dei testi, la Collezione di opere inedite o rare e la Scelta di curiosità letterarie inedite o rare, e un periodico per illustrarle, il "Propugnatore". Come ha evidenziato Piero Treves, la questione della lingua è divenuta, nel periodo della Restaurazione, questione eminentemente politica: La difesa della lingua in tanto acquista carattere e valore politico, in quanto, per la prima volta nella sua storia, l'Italia si chiede cos'altro abbia, per essere, per il suo diritto ad essere, se non la lingua; indice e strumento, dunque, di nazionalità. Libraio-editore della Commissione per i Testi di Lingua è Gaetano Romagnoli, proprietario in via dé Toschi di "una modesta bottega, aperta da mattina a sera in ogni stagione". Di lui Carducci dice - molto ironicamente - che non capisce niente di libri, "fuor che i prezzi". Il poeta guiderà la Commissione fino all'ultimo. Dopo la sua morte la presidenza sarà assunta da Olindo Guerrini.dettagli
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30 aprile 1889Interventi di restauro nel Palazzo della MercanziaAlfonso Rubbiani (1848-1913) è incaricato da Cesare Zucchini, Presidente della Camera di Commercio di Bologna, del restauro del trecentesco Palazzo della Mercanzia, già rimaneggiato nel 1841 dall'ing. Carlo Scarabelli. Il 30 aprile Raffaele Faccioli, ispettore del Governo, giudica il suo progetto "degno in tutto di approvazione". Rubbiani opera sulla base di una incisione del Settecento raffigurante l'edificio. Fa rimuovere le aggiunte di Scarabelli, in particolare la seconda porta d'accesso al pian terreno. Successivamente, assieme a Alfredo Tartarini (1854-1905), rinnova la policromia della facciata, inserendo sul portale principale un pittoresco orologio, disegnato a somiglianza di quello del Palazzo della Signoria a Siena, che sostituisce quello installato nel 1857 da Camillo Franchini. Nel 1897 farà demolire l'atrio ovale del piano terra, da lui considerato costruzione "deforme ed indecorosa", sostituituendolo con un altro quadrangolare in stile bentivolesco. Le ricerche di Rubbiani e Tartarini, preliminari all'intervento sulla Mercanzia, saranno pubblicate in un volume e una cartella di grande formato, editi da Zanichelli.dettagli
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1 maggio 1889Un sepolcreto etrusco a MonteveglioNel fondo denominato Casanuova a S.Antonio di Monteveglio, durante il dissodamento del terreno per l'impianto di una vigna, vengono scoperte diverse tombe etrusche. Secondo il prof. Edoardo Brizio lo scavo è effettuato "in maniera frettolosa e deplorevole". Ognuna delle diciotto sepolture scoperte contiene uno scheletro orientato con il capo a occidente e i piedi a levante, secondo il rito dominante dei sepolcreti bolognesi. Gli oggetti di corredo appaiono frammentari e confusi. Numerosi ed importanti vasi di bronzo sono ridotti in pezzi, perché "estratti senza le dovute cautele". Il sepolcreto apparteneva forse a un villaggio etrusco presente sul poggio di S. Antonio. La zona di Monteveglio non è nuova a scoperte archeologiche: ai piedi del paese, sulla riva del torrente Samoggia, nel 1799 furono trovati vasi greci dipinti, i primi nella provincia di Bologna.dettagli
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22 maggio 1889Sciopero delle mondine di MedicinaLe mondine di Medicina scendono in sciopero per un aumento dei salari. Approfittando della crisi economica, i proprietari delle risaie hanno abbassato la paga a 75 centesimi al giorno. Lo sciopero sfocia in manifestazioni di piazza: è invaso il municipio e sono saccheggiati alcuni forni. Mentre gli agrari paiono pronti a cedere alle richieste dei manifestanti, i carabinieri irrompono di notte nelle abitazioni e prelevano sette donne. Gli arresti provocano una indignazione generale nel paese: nonostante la concessione di un aumento salariale di 20 centesimi, le mondine decidono di non riprendere il lavoro fino alla scarcerazione delle compagne. Intanto il Prefetto, nel tentativo di placare gli animi, concede l'inizio di opere di bonifica, che favoriscano l'impiego dei braccianti disoccupati.dettagli
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26 maggio 1889Luigi Musini primo socialista eletto a BolognaAlle elezioni supplettive del 2. Collegio di Bologna-Imola i socialisti partecipano assieme ai repubblicani e ai radicali riuniti nel Comitato elettorale democratico. Candidato è Luigi Musini (1843-1903), un medico originario del parmense laureato a Bologna, ex garibaldino e già deputato nel 1884. Il 26 maggio Musini vince il ballottaggio con 2.928 voti, contro i 2.289 del conservatore Gaetano Tacconi. E’ il primo socialista eletto a Bologna. Il suo incarico però durerà poco: si dimetterà già nel marzo 1890.dettagli
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9 giugno 1889Il Derby del trottoPromosso dall'ex capitano di cavalleria Giuseppe Ballarini (1837-1915), si tiene all’ippodromo Zappoli il primo Derby bolognese del trotto. La corsa è stata concepita nel 1885, anno in cui erano state raccolte le iscrizioni. Il concetto di derby è mutuato dal galoppo: è una corsa “d’incoraggiamento”, riservata ai puledri (inizialmente di quattro poi di tre anni) nati e allevati in Italia, sulla distanza di 2.400 metri. La formula dell'iscrizione anticipata consente l'allevamento specifico del cavallo da trotto. La prima edizione, il 9 giugno 1889, vede alla partenza 8 dei 41 iscritti del 1885. La corsa si svolge su due batterie (a cronometro e in formazione) e vede trionfare Conte Rosso, baio della Società Antenore, che l’anno precedente aveva dominato tutte le competizioni per puledri di tre anni programmate in Italia e che si segnalerà negli anni successivi come il miglior trottatore europeo della sua generazione. Il Derby diventerà una delle più importanti corse al trotto italiane e sarà fino al 1892 il vero clou del programma dell'ippodromo Zappoli. Divenuto "governativo" nel 1891 e portato alla distanza di 4.000 metri (con 6.000 lire di premio), sarà trasferito in seguito a Faenza e Firenze.dettagli
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18 giugno 1889Giuseppina Cattani e il siero antitetanicoL'imolese Giuseppina Cattani (1859-1914), prima donna laureata in medicina all'Alma Mater (1884), è aggregata alla Società medico-chirurgica di Bologna. Assistente del prof. Guido Tizzoni (1853-1932) presso l'Istituto di Patologia generale, nel 1887 ha ottenuto la libera docenza a Torino. Dal 1889 tiene un corso regolare a Bologna. La sua attività scientifica e sperimentale è rivolta in modo particolare agli studi sul bacillo del tetano e alle prime esperienze di terapia della malattia da esso causata. In collaborazione col Tizzoni, riuscirà a preparare un efficace siero antitetanico.dettagli
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1 agosto 1889Le Colonie Scolastiche EstivePer impulso di Alberto Dallolio (1852-1935), in qualità di assessore comunale e presidente della Società degli Insegnanti, sono istituite le Colonie Scolastiche Estive, viste non solo come una istituzione filantropica, ma anche come una integrazione dell'attività scolastica per i bambini poveri e di gracile costituzione del comune.Dal 1° agosto 1889, 24 ragazzi tra i 9 e i 12 anni sono inviati per un mese a Castiglione dei Pepoli, ospiti di una locanda del luogo, con la retta pagata da privati cittadini e dall'ente pubblico.Le colonie bolognesi si affiancano all'Opera pia degli ospizi marini, che però gestisce case "soltanto benefiche ed igieniche".Sono amministrate da una commissione di cui fa parte lo stesso Dallolio, alcuni notabili e due maestre comunali. Nel 1910 si costituirà un Ente morale, che stabilirà nel suo statuto criteri precisi per la scelta dei fanciulli.L'istituzione sarà sempre sostenuta da numerosi cittadini e dalla Cassa di Risparmio. Dallolio ne sarà presidente e finanziatore fino alla morte.Per sollecitare la generosità dei cittadini a favore della benefica istituzione, dal 1897 saranno pubblicate strenne natalizie, consistenti in raccolte di ricordi e aneddoti bolognesi, a cura di famosi artisti e scrittori, quali Carducci, Pascoli, Federzoni, Guerrini, Nasica e molti altri.Per lunghi anni i bambini saranno ospitati in varie case di Castiglione dei Pepoli. Nel 1897 Giacomo Poli, ex compagno di studi di Dallolio e fondatore della Cassa di Risparmio di Castiglione dei Pepoli, risanerà e amplierà un suo fabbricato, che arriverà a contenere 32 bambini per turno e funzionerà fino al 1934.Nel 1912 sarà affittata un'altra casa a Castiglione, che ospiterà, fino al 1926, 28 bambini per turno.Il 5 agosto 1935 sarà inaugurata al Piano delle Fate una sede apposita per le Colonie Scolastiche Bolognesi: un edificio "solido, severo", in armonia con "la tranquilla maestà del luogo".Il fondatore Alberto Dallolio non potrà però vedere la sua creatura, perchè morirà nel gennaio di quell'anno.dettagli
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2 agosto 1889Bagno e lavatoio pubblico in via della GradaIn via della Grada, sul canale di Reno, immediatamente a valle dell'opificio della Grada, è aperto un bagno pubblico. Nel 1804 il medico Giuseppe Bergonzoni aveva fatto costruire sul luogo una rudimentale “piscina con docciature”, chiamato Bagno della Carità, perché vicino all'omonima chiesa. In pratica si trattava di due passerelle in legno, che sbarravano il canale verso il ponte della Carità, all'angolo con via San Felice. Nel 1873 il nuovo proprietario, l'ing. Michele Mamo, rinnovò i cosidetti “Bagni del Reno” in stile neogotico. Nell'agosto 1889 al vecchio complesso balneare vengono aggiunte otto scale, che scendono dalle passerelle al pelo dell'acqua. Di traverso al canale sono sistemate delle funi per impedire che i bagnanti siano trascinati dalla corrente. Le condizioni igieniche dello stabilimento non cambiano, però, in modo significativo. Diversi medici considerano le acque utilizzate per i bagni un veicolo di infezioni e malattie. Altri più modesti bagni, per lo più privati, attrezzati con baracche e pontili di legno, sono presenti da tempo lungo il canale delle Moline. Questo tratto di via della Grada è famoso anche per la presenza delle lavandaie. Uno dei lavatoi pubblici è di fronte ai bagni. Un altro si trova più avanti in via Riva Reno, nei pressi della chiesa di Santa Maria della Visitazione al Ponte delle Lame. Quotidiana è la presenza delle donne che strofinano con la schiena rivolta al canale, sotto gli occhi di monelli e sfaccendati. Lavoro duro e malsano. Sul parapetto, lungo la sponda, stanno i panni sciorinati al sole.dettagli
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settembre 1889Sciopero nella tenuta dei TorloniaNel mese di settembre scendono in sciopero per l'aumento dei salari i duecento mietitori della tenuta dei Torlonia, tra Malalbergo e San Pietro in Casale. Nel mese seguente i braccianti di Baricella si organizzano per reclamare lavoro nelle grandi proprietà della zona.dettagli
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settembre 1889Discussioni e progetti per una Borsa del LavoroL'ex garibaldino Osvaldo Gnocchi Viani (1837-1917), che durante l'Esposizione Universale ha preso contatto con la Bourse du Travail parigina, ne illustra in un opuscolo la funzione, sostenendo il diritto del proletariato a organizzarsi liberamente “alla luce del giorno”. Intanto Ernesto Mezzabotta (1852-1901) sostiene la propaganda per le Camere del Lavoro in Italia attraverso alcuni articoli sul “Messaggero” di Roma. Il 29 ottobre, la “Gazzetta dell'Emilia” ospita un intervento di Aristide Ravà (1836-1916), esperto del mutuo soccorso, favorevole all'istituzione di una Borsa del Lavoro, ma sotto il controllo della Camera di Commercio. La Camera di Commercio bolognese è, intanto, in contatto con quelle di Milano, Torino e altre città per la costituzione di un ufficio di collocamento, pensato con lo scopo “di raccogliere le domande e le offerte di lavoro, facilitandone proficuamente l’incontro”. Esso dovrebbe essere in grado di operare a livello nazionale, in concorrenza con le iniziative delle organizzazioni operaie. In novembre l'assemblea dei soci della Società Operaia elegge una commissione, di cui fanno parte Aristide Venturini (presidente della Società Operaia), Giuseppe Barbanti Brodano, Giuseppe Bolognini, Gaetano Cuppi, Enrico Pini, Enrico Ferdinando Zironi e Alberto Rizzoli, per la messa a punto di un progetto di organizzazione dei lavoratori sul modello della Bourse du Travail. La relazione della commissione è pronta in meno di un mese: per Bologna si prevede una Borsa del Lavoro capace di rappresentare la forza collettiva degli operai, ma con valenza prevalentemente economica e apolitica.dettagli
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16 settembre 1889La tramvia Bologna-Pieve di CentoEntra in servizio la tramvia Bologna-Pieve di Cento. E' costruita e gestita da una società anonima (TBPM), che ha legami con la Società Veneta attraverso il presidente ing. Lodovico Maglietta. La concessione ha una durata di 50 anni. Il collegamento con Malalbergo (10 maggio 1891) completerà la rete tramviaria tra i comuni della Bassa non toccati dalle linee ferroviarie nazionali. A Bologna, la stazione delle due linee sorge in via Galliera (poi via Matteotti), nei pressi del cavalcavia della ferrovia Bologna-Ancona. Per ragioni di economia, il tracciato della linea risulta tortuoso, con curve fino ai 120 metri, appena sufficienti per il transito dei veicoli ferroviari. Le condizioni dei binari saranno migliorate intorno al 1930, quando la tramvia per Pieve e Malalbergo gestirà il più consistente traffico di merci della provincia, con circa 3.000 carri all'anno inoltrati alle Ferrovie dello Stato.dettagli
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ottobre 1889Il Comitato liberale permanenteDopo lo scioglimento in luglio dell'Associazione Costituzionale, in ottobre è costituito il Comitato liberale permanente, con il compito di unificare i liberali moderati e progressisti, seguendo il processo in atto a livello nazionale. Alberto Dallolio, esponente liberale minghettiano e futuro sindaco, figura tra i membri più influenti. A ottobre si forma anche l’Unione democratica-operaia-radicale, che per i promotori si presenta come “un grande cammino sulla strada della vittoria elettorale amministrativa”.dettagli
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6 ottobre 1889L'Istituto professionale femminile "Romualdo Gonzaga"Il medico bolognese Romualdo Gonzaga lascia nel 1876 le sue sostanze per la fondazione di una "scuola di mestieri donneschi per le fanciulle del popolo". Le bambine ivi ammesse devono ricevere un'istruzione elementare e l'insegnamento di lavori femminili, in modo da diventare sarte, crestaie, cucitrici "in bianco". La modestia del lascito consente una realizzazione solo parziale delle volontà del benefattore. L'eredità è comunque accettata dal Comune e gli amministratori nominati si preoccupano di accrescere il capitale tramite sovvenzioni pubbliche e private. L'Opera pia Gonzaga per fanciulle povere viene eretta Ente Morale il 21 maggio 1882. Il 6 ottobre 1889 è inaugurato l'Istituto professionale femminile “Romualdo Gonzaga”. Per 'arch. Azzolini, incaricato dell'orazione ufficiale, uno dei suoi compiti è impedire "l'importazione degli oggetti di abbigliamento", dando impulso alle imprese cittadine. Si tratta in realtà di una via di mezzo tra un'opera pia tradizionale e una scuola primaria con un poco di apprendistato. Accoglie bambine sane tra i sette e i dieci anni ed è completamente gratuita. La scuola apre il primo anno con 24 alunne in via Santo Stefano, in alcuni locali messi a disposizione dall'Istituto Primodì. Pur nella sua modestia l'Istituto Gonzaga è un esempio di opera pia moderna, votata più all'istruzione professionale che alla beneficenza.dettagli
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27 ottobre 1889Imola è il primo comune socialistaDopo l'allargamento del suffragio elettorale, diversi raggruppamenti di orientamento socialista decidono di partecipare alle elezioni amministrative. A Imola la Lega democratica, a cui aderiscono socialisti, repubblicani e radicali, risulta vittoriosa. Fra gli eletti vi sono Andrea Costa (1851-1910), Anselmo Marabini (1865-1948) e Luigi Sassi (1853-1902). Quest'ultimo sarà sindaco, mentre Costa entrerà in giunta come assessore all'istruzione. Sarà inoltre presidente della locale Congregazione di Carità. L'amministrazione popolare, una delle prime in Italia, sarà sciolta dal governo l'11 maggio 1893 per aver partecipato ufficialmente ai festeggiamenti del 1° maggio, ma il 12 novembre successivo gli imolesi manderanno nuovamente in comune rappresentanti socialisti e Costa sarà eletto sindaco.dettagli
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31 ottobre 1889Disastrosa alluvione del RenoNei primi giorni di novembre una disastrosa alluvione del Reno alla chiavica Aldina in località Cantone, fra Pieve di Cento e Galliera, provoca gravi rovine. Le acque sfiorano l’abitato di Galliera e allagano il resto del comune arrivando fino a Malalbergo. Il "Resto del Carlino" distribuisce un numero speciale dal titolo Soccorso pei poveri inondati, il cui ricavato è interamente devoluto ai profughi. La pubblicazione contiene poesie e scritti di Corrado Ricci, Olindo Guerrini, Enrico Panzacchi, Quirico Filopanti e altri. Carducci preferisce inviare 20 lire accompagnate da un biglietto, che il direttore Zamorani pubblica in prima pagina. Il 30 novembre il Reno romperà nuovamente a Saiarino, nel territorio di Argenta.dettagli
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10 novembre 1889Trionfo di Carducci alle elezioni amministrativeAlle elezioni amministrative generali si vota con la nuova legge elettorale, che amplia il numero degli aventi diritto. Dopo lo scioglimento, in giugno, dell'Associazione Costituzionale delle Romagne, i liberali temono la sconfitta. I democratici, invece, si presentano con un fronte unico, che comprende repubblicani, radicali e socialisti. A Bologna Giosue Carducci ottiene un'investitura plebiscitaria: è il primo degli eletti nella lista dei liberali-democratici, con 7965 preferenze. L'esito delle elezioni è comunque piuttosto incerto. Nella nuova giunta siedono sei democratici assieme a sei moderati. In consiglio comunale la sinistra detiene 28 seggi su 60. Tra i nomi illustri c'è quello del prof. Augusto Murri. Il vecchio mondo liberale “trema dalle fondamenta“. Non potendo nominarsi il sindaco, le sue funzioni sono delegate all'assessore anziano Carlo Carli (1832-1911), che l'anno successivo diventerà il primo sindaco bolognese di parte democratica. La vita della giunta di sinistra sarà comunque breve: nel 1891 la destra riconquisterà il Comune con largo margine.dettagli