Cronologia di Bologna dal 1796 a oggi
Archivio di notizie sulla storia della città e del suo territorio dal 1796 ad oggi. Con riferimenti bibliografici, link, immagini.
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1888Il Politeama Felsineo e i "baracconi" di Porta San MamoloA porta san Mamolo si insedia una fiera di “baracconi“, una sorta di luna park, che ospita ogni tipo di spettacolo di piazza. I Bolognesi accorrono qui anche dai rioni più lontani per passare qualche ora di divertimento e di svago. Nell'area vi sono anche birrerie e trattorie, frequentatissime soprattutto d'estate, dove "sono concerti musicali che rallegrano con discreta musica gl'intervenuti". Qui negli anni Settanta dell‘800 è stato costruito il politeama Felsineo (o d'Azeglio), una grande arena che offre spettacoli "strani e bizzarri. Un esercito di giocolieri, di saltimbanchi, sonnambuli, fenomeni viventi, teatri meccanici" (Cenacchi). Il proprietario, Ivo Roatti, ha eretto una "nobile facciata" con un pronao a colonne ioniche in legno intagliato e un palco di ben venti metri di lunghezza e dieci di larghezza. La fiera rimarrà in zona fino al 1910, poi al suo posto sorgerà un vivace mercatino rionale, fiancheggiato durante l'estate da un teatrino di burattini.dettagli
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1888Il piano Capellini per l'UniversitàIl Rettore Giovanni Capellini (1833-1922) mette a punto, con l'aiuto dell'ing. Giovanni Barbiani, un piano di sviluppo edilizio per gli istituti scientifici, con l'obiettivo di dare uno “stabile assetto” all'Università. Esso prende spunto dalla previsione, nel Piano Regolatore cittadino, di una strada di collegamento tra le porte Lame e San Donato, vero e proprio “tronco interno” di una succursale della via Emilia. Questa strada (la futura via Irnerio), nella parte prospicente a porta Zamboni dovrà attraversare terreni di proprietà dell'Università. Essa potrà costituire la premessa per una ristrutturazione organica dell'Università, che ponga palazzo Poggi al centro di un complesso di nuovi istituti. Il piano di Capellini prevede la costruzione delle sedi di Anatomia, Fisiologia, Farmacologia e Fisica. Prevede inoltre interventi di ristrutturazione a Palazzo Poggi e l'apertura di una piazza di collegamento tra via Zamboni e via Belle Arti. La spesa è calcolata in 2 milioni, forniti per la metà dallo Stato e per il rimanente da un consorzio di enti locali regionali. Per il suo carattere organico e per la riconosciuta necessità di concertazione con gli enti territoriali il piano Capellini dimostra una notevole originalità.dettagli
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1888La tramvia Bologna-Vignola collegata alle linee modenesiLa tramvia Bologna-Vignola è collegata alla nuova linea ferroviaria a scartamento ridotto, che collega Modena a Spilamberto, gestita dalla FMV (S.A. Ferrovia Modena-Vignola). Una coincidenza con questa linea è offerta anche dalla stazione di Bazzano. Nel 1912 la FMV aprirà anche il tronco tra Bazzano e Castelfranco Emilia (MO).dettagli
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1888Una pista per i velocipediBicicli e "bicicletti" hanno una loro pista esclusiva per gli allenamenti grazie all'iniziativa del Veloce Club. E' situata nella periferia nord della città, nel rione Casaralta, e rimarrà in esercizio fino al 1920, quando entrerà in funzione il Velodromo fuori porta San Felice.dettagli
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1888Crisi dell'industria lanieraNel 1888 l'industria laniera, un tempo molto fiorente a Bologna, è ormai completamente decaduta: non rimane che un solo stabilimento, la ditta Fabbri, che però produce tessuti di lana misti a cotone. Nel 1861 le fabbriche di tessuti di lana erano cinque: Manservisi, Pasquini, Matteuzzi, Fabbri e Tessitoria meccanica. La maggiore era lo Stabilimento Manservisi, costituito nel 1854, con 500-600 operai e 2.300 fusi azionati dalla forza idraulica del canale di Reno e da un motore a vapore di 30 cavalli. Situato tra le vie Capo di Lucca e Berlina, nei pressi del Gioco del Pallone, fu danneggiato da una piena dell'Aposa nel 1862 e nel 1864 dovette sospendere le lavorazioni. Dopo il 1875, secondo Alfredo Testoni, fu allagato dal canale di Reno. Sarà poi completamente distrutto dal fuoco la notte di San Giovanni del 1922.dettagli
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15 gennaio 1888Divisioni nel partito liberaleIl presidente dell'Associazione Costituzionale delle Romagne Giovanni Codronchi Angeli (1841-1907) convoca una riunione per discutere l'opportunità di aderire al Congresso delle Associazioni Monarchiche Liberali indetto a Roma. E‘ in cantiere la proposta di un nuovo partito moderato, con una linea diversa da quella governativa. L'Associazione bolognese si dichiara a grande maggioranza fedele al “programma di progresso e libertà” del Governo di Francesco Crispi (1818-1901). Intanto l'attività del nucleo progressista di Cesare Lugli (1829-1903) è piuttosto latitante, mentre alcuni esponenti dalle idee più avanzate si avvicinano alle posizioni radicali e socialiste. Nel secondo semestre del 1888 maturerà anche nel campo progressista l'idea di una nuova associazione liberale ostile all'indirizzo politico del governo, con il coinvolgimento dell'on. Alfredo Baccarini (1826-1890).dettagli
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5 febbraio 1888Il Castello d'Ongia d'toccAl tradizionale Festival di piazza VIII agosto è costume erigere palazzi e castelli di cartapesta. Per il carnevale del 1888, a cura di Antonio Fiacchi, è costruito il Castello d'Ongia d’tocc (o Ungia et Toc), un castello dipinto su tela, che sarà a lungo ricordato. E' un villaggio lieto, un "immenso baraccone" con "posti di rifornimento vettovaglie, caffè, lotterie, giochi di picco e depositi di stelle filanti e coriandoli". Sul palcoscenico, durante un pirotecnico torneo, si alternano lottatori e dicitori di zirudelle. Alla fine si scatena un ballo indiavolato. L'attore Cesare Magagnoli impersona il sindaco della singolare città, nientemeno che il Sgner Pirein, celebre figura di popolano creata dalla penna di Fiacchi. Cesare Dalla Noce pubblica per l'occasione una gazzetta "d'opposizione": la "Gazzetta d'Ungia ed tocc", curata da Cesare Moscata. L'usanza del Festival, "grande attrattiva popolare carnevalesca", sarà ripresa con il nuovo secolo e proseguirà per alcuni anni ancora.dettagli
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9 febbraio 1888"Ehi ch'al scusa all'Esposizione"In pieno carnevale, il giornale umoristico "Ehi! ch'al scusa" si abbellisce notevolmente e diventa "Ehi! ch'al scusa all'Esposizione". E' stampato in otto pagine, con litografie a colori firmate da Augusto Majani (Nasica, 1867-1959), che qui produce le sue prime prove come illustratore e caricaturista. Il direttore è Antonio Fiacchi (1842-1907), autore del popolare sgner Pirein. Durante le "grandi giornate" dell'Esposizione emiliana, il periodico è in grado di cogliere, "con gentile crudeltà", gli aspetti ridicoli presenti dietro l'entusiasmo e lo zelo dei bolognesi. Nelle sue pagine descrive la voglia di far bella figura dell'alta borghesia cittadina, che nasconde le magagne "dietro una mano di tinta", e la fiera delle vanità delle signore altolocate, che finalmente possono "giocare alle dame di corte" di fronte ai sovrani (Cristofori). Il giornale durerà per 23 numeri, fino al 1° dicembre 1888.dettagli
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24 febbraio 1888L’anno delle grandi pioggeIn febbraio maltempo con eccezionali nevicate coinvolgono le Alpi e la Pianura Padana. La neve è quasi continua in montagna e si alterna alla pioggia in pianura. Un gran numero di valanghe si abbattono sui paesi, causando oltre trecento vittime. Per intensità, durata, gravità dei danni è uno degli eventi meteorologici più intensi negli ultimi due secoli. Il 1888 è ricordato come un anno di grandi piogge, alternate a periodi di siccità prolungata. Torrenti e fiumi straripano in Emilia-Romagna. Dal 24 al 7 aprile la linea Transappennina rimane interrotta per il crollo del ponte sul Reno a Pioppe di Salvaro. Il ponte sarà ricostruito nella sua sede originaria solo dopo la seconda guerra mondiale. A Bologna le acque infuriate del Reno travolgono il ponte ferroviario in muratura. Il ponte Alento sulla Bologna-Otranto è interrotto dal 24 ottobre al 6 novembre.dettagli
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marzo 1888Il "Ballo Excelsior" al Teatro ComunaleAl Teatro Comunale è rappresentato il Ballo Excelsior di Luigi Manzotti (1835-1905), con musiche di Romualdo Marenco, che ha debuttato nel 1881 alla Scala di Milano, ottenendo uno strepitoso successo. Lo spettacolo riprende la formula del "ballo grande italiano", coreografia storica e allegorica in 6 parti e 11 quadri. Vede impegnate oltre cinquecento persone, tra danzatori e figuranti. Sarà considerato "l'epopea dell'Italia umbertina e il prodotto più rappresentativo dell'euforia progressista" (Calore). Ispirato a principi massonici, il ballo celebra il trionfo della scienza, la vittoria della Luce e della Civiltà contro l'oscurantismo. Alcuni quadri illustrano, “nella forma più evidente e rappresentativa” , le grandi invenzioni dell'epoca, quali il battello a vapore, la pila, il telegrafo, la lampadina e le grandi opere simbolo del Progresso, come il traforo del Frejus e il canale di Suez. Durante le feste del Centenario, anche gli studenti bolognesi allestiranno una loro versione del gran ballo al Teatro Brunetti, chiamandolo Felsina-Excelsior: un "pasticciaccio", che inizia con Bologna desolata risvegliata dal progresso e termina in gloria nella nuova via Indipendenza tutta imbandierata. Nel 1899, in un apposito teatrino allestito nei locali dell'Eden Kursaal, in via Indipendenza, Thomas Holden riprodurrà tutto il ballo Excelsior con le sue marionette meccaniche, famose "per naturalezza di gesto e per precisione di movimenti". Sarà un grossa impresa spettacolare, che comporterà "innumeri cambiamenti di scena, noché un numero enorme di marionette e di costumi" (Cervellati).dettagli
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marzo 1888Pietro Poppi e la Fotografia dell'EmiliaNella ricorrenza dell'VIII Centenario dell'Università, Corrado Ricci cura una pubblicazione commemorativa sui monumenti sepolcrali dei lettori dello Studio nei secoli XIII-XV, corredandola con 31 stampe fotografiche all'albumina, incollate su cartoncino, che la rendono particolarmente pregevole. Autore delle foto è Pietro Poppi (1833-1914), titolare della Fotografia dell'Emilia, in via d'Azeglio 19, uno degli studi fotografici italiani più importanti del periodo, secondo forse solo a quello degli Alinari di Firenze. La ditta ha fatto pubblicare sul "Carlino" la dichiarazione di essere "l'unica concessionaria del Comitato esecutico per le riproduzioni fotografiche che riguardano l'Esposizione". Poppi collabora in questo periodo anche con Alfonso Rubbiani, impegnato, sempre per il Centenario, al restauro delle tombe degli antichi glossatori (Accursio, Odofredo e Rolandino dé Romanzi) nell'area dell'antica basilica di San Francesco. Nel corso del 1888, è anche fotografo ufficiale della grande Esposizione Emiliana. Nei primi mesi dell'anno fa stampare il Catalogo generale della Fotografia dell'Emilia, in cui sono elencate oltre duemila immagini di città italiane. Al termine della manifestazione gli verrà conferita una medaglia d'oro per l'importanza del suo stabilimento e per la “perfetta riproduzione di oggetti artistici”.dettagli
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3 marzo 1888Rimossa la cancellata del NettunoNonostante la ferma opposizione del ministro Coppino, l'amministrazione comunale fa rimuovere la cancellata, che circonda e protegge la fontana del Nettuno. Era stata innalzata nel 1604 per impedire atti di vandalismo e di indecenza. Un bando del 1588 ordinava di non usare la bella opera del Laureti e del Giambologna - nata come "fori ornamento", ma anche, in verità, "populi commodo" - per lavare "Erbaggi, Bugate, nè altro". Un altro bando del 1605 ricordava il "grandissimo fetore" che si sentiva attorno al monumento a causa di illecite minzioni. Assieme ai cancelli vengono levate le fontanelle di acqua potabile, poste ai quattro angoli della vasca principale. Una di esse rimarrà a lungo nel prato di San Francesco in piazza dé Marchi e nel 1968 sarà trasferita nel primo cortile del palazzo comunale. Nel 1883 è stata rimossa anche la cancellata che cingeva la fontana della Gabella Vecchia, addossata al Palazzo comunale in via dei Vetturini (via Ugo Bassi), anch'essa opera di Tommaso Laureti, inaugurata nel 1565. Lo spazio antistante a questa fonte "popolare" fu a lungo delimitato da fittoni. Il cancello fu aggiunto molto più tardi rispetto al Nettuno.dettagli
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10 marzo 1888La rivista “Bononia ridet”Guido Podrecca, alias Goliardo o Maschera di Ferro, studente di lettere di origine lombarda, e Gabriele Galantara (Rata Langa), studente di matematica nato a Montelupone (Macerata), fondano “Bononia Ridet”, rivista degli universitari di tendenza socialista e anarchica, il cui titolo fa il verso al motto “Bononia docet”. Pubblicata in quattro pagine, con caricature di noti personaggi, si presenta come “organo (non ufficiale) dell’VIII Centenario dell’Esposizione in Bologna“. Agli inizi del 1889, ormai spentasi l’eco delle feste petroniane, la rivista comincia ad affrontare temi politici e sociali. Dalle sue colonne partono duri attacchi al sindaco Tacconi e perfino a Carducci, considerato, dopo l’ Ode alla regina Margherita, un traditore degli ideali repubblicani. Il binomio Galantara Podrecca lascia nel gennaio 1894. Già da alcuni mesi i due sono impegnati a Roma con “L’Asino”, destinato a divenire il più famoso foglio satirico della sinistra socialista. La proprietà di “Bononia Ridet” passa ad un anarchico, Giovanni Damanico, inviso però alla redazione, che si dimette in blocco. Poco dopo la rivista scompare nel silenzio. Le subentra per breve periodo l’ “Asso di Bastoni”.dettagli
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17 aprile 1888La Fabbrica di Profumi C. CasamoratiIl 17 aprile il proprietario Livio Casamorati presenta la domanda di trascrizione del marchio di fabbrica della ditta Casamorati C. Al centro del distintivo, adoperato “per contraddistinguere l’Acqua di Felsina di sua fabbricazione”, vi è una sigla formata da due C intrecciate tra loro. La Fabbrica di Profumi intitolata a Claudio Casamorati, padre di Livio, avrà subito grande successo: i suoi saponi e le sue essenze verranno apprezzati anche dalla regina Margherita di Savoia. Nel 1888 otterrà una medaglia d’oro alla Grande Esposizione Emiliana. In una pubblicità del 1892, sono elencate le specialità della ditta, che ha sede in via Galliera 18, mentre la profumeria è sotto le logge del Pavaglione al n. 2/D: l'Essenza al Mughetto, l'Essenza all'Iris di Firenze, l'Essenza all'Elitropio Bianco venduta per lire 2 con la bottiglia in elegante astuccio. Sono citate inoltre le Veloutine Casamorati a lire 1 la scatola. Una reclame dell’anno seguente sul periodico “La madre cattolica” magnifica invece L’Acqua di China Casamorati, che “supera tutte le altre per la pulizia della testa e la conservazione dei cappelli”. Il 20 febbraio 1940 sarà depositato il marchio di fabbrica della Soc. An. Casamorati, per "profumi, ciprie, lozioni, creme, essenze, dentifrici, saponi profumati, brillantine, belletti" e per tutti i prodotti di cosmesi e di toletta. A metà del Novecento, dopo una crisi finanziaria, la fabbrica sarà costretta a chiudere. L‘azienda verrà rilanciata alcuni anni più tardi per opera di Sergio Momo, fondatore di Xerjoff.dettagli
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maggio 1888Il café chantantIl parigino café chantant, spettacolo “fatto di musica e donnine”, sbarca a Bologna durante l'Esposizione Emiliana, con un grande fabbricato a forma di ottagono. La versione nostrana si chiama “teatro delle varietà”. Vi si beve birra o vermouth e - per le tasche più fornite - è riservato lo champagne. Nonostante la presenza di avvenenti soubrette, il pubblico non è sempre numeroso, tanto che i due impresari del varietà, Alfonso Wilczek e Ottone Hoffmeister, lasceranno l'impresa ad altri. Il café chantant si trasferirà in seguito nelle birrerie all'aperto e nelle arene estive della periferia. Il caffettiere Hoffmeister ha aperto a Bologna una birreria sotto il portico della Morte, frequentata da studenti e professori tedeschi e anche da scrittori come Olindo Guerrini, alias Lorenzo Stecchetti. Sua è l'esortazione rivolta all' "immortale rotondissimo Ottone": "mesca birra non spuma". Hoffmeister sarà il primo ad impiegare giovani donne, chiamate kellerine, come cameriere ai tavoli. I café chantant saranno molto numerosi durante la Belle Epoque: i principali saranno il Caffè Genesini, che attirerà "il fleur fleur della cittadinanza, la jeunesse dorée di Bologna", il Salone Margherita e la Birreria Ronzani.dettagli
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5 maggio 1888Reazioni contrastanti alla presenza dei RealiIl re d'Italia Umberto I e la regina Margherita sono a Bologna per l'inaugurazione della "triplice" Esposizione. Il 5 maggio una numerosa folla accoglie l'arrivo in città del corteo reale, accompagnato dal primo ministro Crispi e da numerosi esponenti politici. Si discosta dal clima di grande consenso popolare un episodio di contestazione da parte di un centinaio di studenti di fede repubblicana, che non vorrebbero la presentazione ai sovrani del vessillo universitario e si azzuffano con i monarchici. L'arrivo dei reali coincide, inoltre, con la tradizionale discesa in città della Madonna di San Luca, cosa che non manca di scatenare una polemica a distanza tra giornali di opposte tendenze, quali l' "Unione" clericale e "Il Resto del Carlino" laicista. Per il primo il culto della Madonna è rimasto nel cuore dei bolognesi "in onta a mille peripezie pubbliche"; il secondo descrive la tradizionale processione come una "fiera di villaggio" dall'aria campagnola. L'esponente repubblicano Quirico Filopanti contesta la visita della regina Margherita nella metropolitana di San Pietro, dove è accolta e benedetta dall'Arcivescovo. Altri descrivono invece la giovane sovrana con toni entusiasti: La sua figura pareva una visione - scrive un cronista - ed essa raccolta a pregare con le mani giunte, era l'oggetto di tutti gli sguardi, e pareva lei la Madonna che ognuno adorava. Si guardava a lei che si innalzava su tutti come cosa eterea. Il 6 maggio, dopo aver visitato rapidamente le mostre dell'Agricoltura, dell'Industria e della Musica ai Giardini Margherita, i sovrani e le autorità giungono in carrozza a San Michele in Bosco, dove, ammirano il panorama della città e inaugurano le rassegne d'arte. Gli illustri ospiti partecipano a un sontuoso lunch, imbandito dal pasticcere Majani. Carducci e la regina conversano amabilmente. Il giorno seguente Umberto I risalirà a San Michele per visitare il Tempio del Risorgimento Italiano, allestito nel chiostro dei Carracci.dettagli
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6 maggio 1888La Grande Esposizione EmilianaI Giardini Margherita ospitano dal 6 maggio la prima Grande Esposizione Emiliana, evento di importanza nazionale. Presidente del comitato esecutivo è il deputato imolese Giovanni Codronchi (1841-1907), già sindaco di Imola e leader dell'Associazione costituzionale delle Romagne. All'inaugurazione presenziano il re Umberto I, la consorte Margherita di Savoia e il Presidente del Consiglio Francesco Crispi, arrivati a Bologna “prima del tocco” e accolti da una città “imbandierata e animatissima”. "Nessuno dei viventi ricorda a Bologna una giornata come questa", scrive un cronista; una giornata che riunisce "l'entusiasmo popolare e la pompa ufficiale più solenne". Nel salone in cui si svolge l'incontro inaugurale vi sono 2.500 invitati, tra i quali 340 sindaci e innumerevoli Società della provincia, intervenute con bandiera e fanfara. Nel parterre "la bellezza impera" e "son cento e cento i volti seducenti e gli occhi ammaliatori". L'ingresso principale della manifestazione è a porta Santo Stefano: due eleganti padiglioni sorgono ai lati di una barriera semicircolare. I pilastri del cancello sono sormontati dalle statue dell'Agricoltura e dell'Industria, opere del Golfarelli. Nel grande piazzale di fronte all'ingresso lo scultore Diego Sarti (1859-1914) ha costruito una fontana monumentale: una vasca elissoidale ornata di quattro gruppi di statue, due di animali e due di sirene. L'opera desta qualche scalpore per le inedite nudità femminili, ma sarà comunque apprezzata e conservata anche dopo il termine della manifestazione. Qualche anno più tardi verrà ricollocata in Montagnola. L' Esposizione delle Provincie dell'Emilia in Bologna si articola in tre settori: Musica, Industria e Agricoltura, Belle Arti. Le costruzioni, immerse nel verde, in uno stile ricco di richiami naturalistici ed esotici, costituiscono quasi una città-giardino, piacevole e invitante, più luogo di villeggiatura che di affari. I palazzi dell'Industria e della Musica, “prodotti della stagione dell'eclettismo bolognese”, sono stati realizzati dall’ing. Filippo Buriani (1847-1898), impiegando “rudimentali sistemi di prefabbricazione metallica” (Cresti). Il padiglione principale illustra i nuovi indirizzi agricoli e industriali delle provincie emiliane, orientate verso le colture intensive, l’allevamento e il settore caseario. Sono esposti tra gli altri i macchinari dell’Officina Calzoni. Una "immane, smisurata, simbolica" mortadella di 150 chilogrammi fa bella mostra nel "tempio consacrato al dio maiale" allestito dalla ditta Breventani di Modena, coadiuvata dal “sacro collegio sacerdotale di Bologna” rappresentato da aziende quali Zappoli, Romagnoli, Forni. La Esposizione Nazionale di Belle Arti è ordinata da Enrico Panzacchi (1840-1904) nelle sale della Villa Reale di San Michele in Bosco. Per l'occasione sono stati sospesi i lavori iniziati nel 1886 per lo Stabilimento ortopedico voluto da Francesco Rizzoli. Vi si possono ammirare opere di Giovanni Segantini, Gaetano Previati e di artisti della gilda di Alfonso Rubbiani, quali Achille Casanova e Augusto Sezanne. Il trionfatore sarà il modenese Giovanni Muzzioli (1854-1894) con I funerali di Britannico, opera assai ammirata dalla critica. Nell'antico monastero olivetano è allestita anche una mostra di cimeli risorgimentali e le rassegne speciali di Didattica, Previdenza e Beneficenza, su una superficie espositiva di 6.000 mq, che comprende una grande galleria temporanea costruita sulla facciata dell'edificio. La direzione del progetto del Palazzo della Musica è affidata a Arrigo Boito (1842-1918), con Giuseppe Verdi presidente onorario. La preziosa architettura in stile quasi liberty, dotata di un'ottima acustica, vanta una sala per i concerti sinfonici da 1.500 posti e una più piccola per la musica da camera. Nel palazzo è allestita anche una mostra di strumenti antichi, manoscritti e rare edizioni musicali. In alcune sezioni biografiche si ammirano cimeli di Rossini, Donizetti, Wagner e altri. Per tutta la durata dell'esposizione saranno eseguiti concerti polifonici e capolavori della musica sinfonica tedesca, diretti da Giuseppe Martucci e Franco Faccio e inoltre Concerti Popolari e di complessi bandistici. Particolarmente ricco è anche il programma del Teatro Comunale, con opere di Bellini, Cimarosa, Wagner, Gluck e Verdi. La Commissione Operaia fa costruire ai Giardini delle cucine popolari, con una mensa a basso costo per i visitatori meno abbienti, mentre nella caserma di via Santa Margherita sono allestiti alloggi per comitive operaie. Queste usufruiscono anche di sconti ferroviari e ingressi gratuiti nei musei cittadini. Grande attrattiva dell'Esposizione, che durerà sei mesi e avrà oltre 500 mila visitatori, sono le ascensioni in aerostato. Ma si contano altri innumerevoli eventi mondani: "il ballo Al Felsineo, le corse al trotto, il tiro al piccione", i discorsi, "lo scoprimento dei monumenti" interessano e qualche volta entusiasmano tutta la città (F. Barbanti Brodano). Durante la manifestazione esce per 42 numeri un Bollettino di grande formato, estremamente ricercato nella grafica e nelle illustrazioni. La scrittrice Matilde Serao (1856-1927), presente in veste di giornalista, pubblicherà in un libro i resoconti delle feste cittadine. Ne parleranno inoltre ben cinque quotidiani bolognesi: "La Gazzetta dell'Emilia", "Il Resto del Carlino", "La Stella d'Italia", "L'Unione" e "La Patria". In questi mesi è ripetuto l'esperimento dell'elettricità: vengono illuminate la piazza Vittorio Emanuele II, le logge del Pavaglione, le vie Santo Stefano, Farini e Indipendenza. I grandi padiglioni di Buriani saranno smontati al termine della rassegna secondo il patto stipulato dal Comune con la contessa Tattini, perchè, a detta del Testoni, disturbano la vista sulle sue proprietà. Spariranno inoltre il bel chiosco della Buton disegnato da Tito Azzolini, la Ferrovia Russa, la birreria Finzi, il "lavoriero" per la pesca delle anguille allestito dal Municipio di Comacchio nel laghetto dei giardini e la capanna del Club Alpino Italiano. La fontana del Sarti sarà invece trasferita alla Montagnola. Nonostante l'alto numero dei visitatori l'Esposizione non sarà un grande successo: se si escludono le prime settimane, la media dei biglietti venduti si manterrà sotto i mille al giorno. Già una settimana prima della chiusura (11 novembre) il periodico "Bononia Ridet" scriverà: "Nessuno da un pezzetto si accorge più che a Bologna vi sia una Esposizione Internazionale".dettagli
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8 maggio 1888Brahms a BolognaJohannes Brahms (1833-1897) soggiorna a Bologna dall’8 all’11 maggio. Al suo arrivo da Verona si reca subito a visitare l’Esposizione Emiliana. Nel padiglione della musica sono esposti importanti manoscritti - dal Fidelio di Beethoven al Flauto magico di Mozart - inviati dalle biblioteche di tutta Europa e rari strumenti musicali. Alle cinque pomeridiane dell‘8 maggio assiste a un concerto di strumenti antichi. Il 9 maggio visita la città. Nel pomeriggio partecipa in piazza Maggiore alla benedizione della Madonna di San Luca assieme alla Regina d‘Italia. Alla sera è al teatro Brunetti, dove va in scena il ballo Orfeo all’Inferno a cura della compagnia Vitale. Il 10 maggio all‘Albergo dei Quattro Pellegrini riceve la visita del direttore del Liceo Musicale Giuseppe Martucci (1856-1909), che si inchina fino a terra davanti a lui e poi inizia a cantare i temi di alcune sue opere. Il giorno seguente parte per Rimini. E’ il soggiorno più lungo e significativo di Brahms a Bologna, ma non è il primo: il maestro di Amburgo ha già sostato in città durante i suoi viaggi in Italia del 1882 e 1887.dettagli
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27 maggio 1888Paglia e Tassinari primeggiano a ModenaAll'ippodromo di Modena si tiene il 27 maggio il Concorso-Congresso Nazionale di Ginnastica, al quale prendono parte oltre 800 atleti, in rappresentanza di numerose società italiane. La Società Ginnastica Educativa di Bologna (poi Virtus) partecipa con una squadra di trenta ginnasti, diretti da Giuseppe Monti, che otterrà il diploma d'onore. Il socio Callisto Paglia si afferma nel salto in lungo con un balzo di metri 6,10, definito “invero prodigioso, mai verificatosi e che desta l'universale ammirazione” e che gli procura il premio di una pendola artistica da parte di S.A.R. il Principe Ereditario. L'atleta bolognese vince anche la corsa di velocità, effettuando il giro della pista dell'ippodromo (280 m) in 28 secondi. Nella nuova disciplina del salto con l'asta il socio Sisto Tassinari conquista il terzo posto con metri 3,30. Paglia e Tassinari sono i due primi grandi atleti della Società Ginnastica Educativa di Bologna.dettagli
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2 giugno 1888"Tristano e Isotta" di Wagner eseguito da MartucciNell'ambito dell'Esposizione emiliana, il 2 giugno viene rappresentata al Teatro Comunale l'opera di Richard Wagner Tristano e Isotta diretta da Giuseppe Martucci, con Ottavio Novelli e Aurelia Cattaneo (Isotta) cantanti protagonisti. Ad una delle sette rappresentazioni assiste anche Gabriele D'Annunzio, che ricorderà il Tristano nel suo Trionfo della morte. La memorabile direzione di Martucci desta grande impressione nell’ambiente musicale: anche gli appassionati verdiani cominciano ad accettare la "musica dell'avvenire" e lo stesso Carducci si dichiara "wagneriano convinto".dettagli
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9 giugno 1888Le feste degli studenti per l'VIII CentenarioPiù di mille studenti provenienti da varie città italiane e straniere giungono a Bologna per partecipare alle celebrazioni dell'VIII Centenario dell'Università. Un lungo corteo variopinto si snoda dalla stazione lungo via Indipendenza, poi lungo le vie d'Azeglio, Farini, Santo Stefano e Zamboni. I berretti colorati e i costumi dei goliardi stupiscono il popolo bolognese. Ricevono applausi entusiasti i protagonisti della sfilata: trentadue cavalieri, una grande botte istoriata proveniente da Torino piena di vino Nebiolo, un bue padovano tutto inghirlandato e una grande forma di grana ricoperta di carta d'argento e trainata da una coppia di buoi. Ad accompagnare il vino e il formaggio sono una Cerere opulenta e una procace baccante (in realtà due giovani travestiti), "un Bacco discinto" e "un satiro cornuto e caprino". Rimane memorabile la "cavalcata asinina" o "cavalcata somaresca", che "a forza di buona volontà e specialmente di urti asinini" giunge a Porta D'Azeglio e poi attraversa la piazza Maggiore, percorre via Indipendenza e arriva nel recinto appositamente costruito alla Montagnola. Qui si svolge "un grande torneo asinino con sfide sanguinose e scontri terribili", cioè una parodia ridicola dei duelli degli antichi cavalieri. I giovani europei sono presenti in massa il 12 giugno al banchetto di Casalecchio ornato di bandiere, con bande e luminarie. Indossando fasce di seta con i colori dei loro paesi e coccarde tricolori, gli studenti brindano alla pace e alla fratellanza tra i popoli. Il 13 invece si tiene in Montagnola una grande festa storico-umoristica illuminata dalla elettricità, a cui partecipano ventimila bolognesi. Viene eseguito dagli stessi studenti un fantastico balletto, intitolato Bononia Excelsior. La festa più rinomata è però quella ai Giardini Margherita: nel Salone della Musica dell'Esposizione regionale, il Comitato delle signore e signorine offre a tutti gli studenti doni e lavori femminili. Guido Podrecca scriverà sulla "Strenna Ricordo del Bononia Ridet", foglio goliardico pubblicato per l'occasione: "Oggi da Bologna è ripartita la scintilla goliardica". Podrecca è anche l'inventore, proprio durante le feste studentesche del 1888, del berretto goliardico con i colori delle varie facoltà, che è distribuito a tutti gli studenti. E' lui a proporne l'adozione al Comitato organizzatore, ispirandosi a una tavola dell' Acta Nationis Germanicae (1887) e al tipico copricapo tondeggiante dei popolani bolognesi, l'orsina. Solo più avanti, infatti, il berretto goliardico assumerà la tipica forma allungata.dettagli
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12 giugno 1888Il monumento a Vittorio Emanuele IIA dieci anni dalla sua morte, è inaugurato il monumento equestre a Vittorio Emanuele II, “primo soldato del Risorgimento”, opera di Giulio Monteverde (1837-1917). E' collocato al centro di piazza Maggiore, intitolata al re dal 1859. La piazza lo accoglie abbellita con una nuova pavimentazione. Secondo una testimonianza di Alfredo Testoni, le critiche della cittadinanza al bozzetto della statua hanno costretto lo scultore a rimodellare la coda del cavallo, imprimendole maggiore vitalità. E le critiche non cesseranno dopo la collocazione: secondo Corrado Ricci, la statua "diminuisce prospetticamente la stupenda vastità" della piazza. Gli faranno eco, tra gli altri, Giosue Carducci, Cesare Albicini e Olindo Guerrini. Nel 1944, con l'avvento della Repubblica Sociale, il monumento sarà trasferito, in ostilità ai Savoia, all'ingresso di porta Santo Stefano dei Giardini Margherita.dettagli
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12 giugno 1888L'ippodromo ZappoliPer iniziativa della famiglia Zappòli nel parco della villa che fu dei marchesi Davia, vicino a Porta San Felice, sorge l'ippodromo di Bologna. All'inaugurazione, il 12 giugno, intervengono i sovrani italiani. L'impianto, "rotondo come una bondiola", elegante e ampio (Cervellati), è stato progettato dall'ing. Filippo Buriani. E‘ dotato di una capiente tribuna in pietra con tettoia, che offre "comodità grandiose e opportune". Le "elegantissime panchine" poste sui gradini della tribuna sono della ditta Nobili di Modena. La nuova pista sostituisce quella della Montagnola, utilizzata dal 1846. Ha la misura regolamentare di 804,50 metri (mezzo miglio inglese). Dalla seconda riunione autunnale sarà installato un totalizzatore per le scommesse. Allo Zappoli si svolgeranno soprattutto le corse con i "sedioli", cioè le gare al trotto, mentre quelle al galoppo saranno ospitate ai Prati di Caprara. L'attività ippica continuerà per quarant’anni, fino alla demolizione nel 1928, ma anche dopo che l'area dell’ippodromo sarà occupata da una caserma e da palazzi residenziali, per volere degli antichi proprietari verrà mantenuta una stalla con qualche cavallo.dettagli
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12 giugno 1888Celebrazione dell'VIII centenario dell'UniversitàLe celebrazioni per l'VIII centenario dell'Università di Bologna iniziano il 12 giugno con un grande corteo di studenti, professori e associazioni militari e civili: Venivan prima i bidelli, poi gli studenti italiani e stranieri, coi berretti, poi le accademie e gl'istituti stranieri, poi i rappresentanti delle università italiane, quelle delle straniere, tutti in costume, e infine, preceduti dai mazzieri e dal Gonfalone, il Rettore nostro, il Consiglio accademico, e i professori ordinari e straordinari e gli assistenti. Una lunga, infinita caterva. Il momento culminante è l'orazione dal titolo Lo Studio di Bologna di Giosue Carducci nel cortile dell'Archiginnasio, davanti a re Umberto I e alla regina Margherita. Il cortile, cancellato il suo aspetto rinascimentale, assume quello "di un locale di stile indefinibile": appare infatti ricoperto da un velario bianco e rosso e ornato di decine di bandiere e mazzi di fiori. Al centro, di fronte all'ingresso, svetta lo sfarzoso palco reale. Il discorso di Carducci - vero e proprio manifesto politico del mito dell'Alma Mater - è spesso interrotto da acclamazioni entusiastiche. Sarà subito reso pubblico e stampato dalla Libreria Zanichelli. Il giorno prima gli studenti hanno festeggiato a modo loro la gloriosa ricorrenza, con una festa presso il laghetto dei giardini Margherita e una suonata di mandolino in piazza Maggiore dopo mezzanotte. Il 13 giugno alle 9 nel cortile dell'Archiginnasio si tiene la distribuzione delle lauree ad honorem alla presenza dei sovrani. Tutti i laureati ricevono dal rettore Capellini l'abbraccio accademico e il Sigillo dell'Alma Mater. Mentre è ancora in corso la cerimonia, gli studenti si lanciano in una grande "cavalcata asinina" per le strade di Bologna. Alla sera i reali assistono al Teatro Comunale al Tristano e Isotta di Wagner, mentre gli studenti di Bologna offrono un pantagruelico banchetto ai colleghi stranieri al Calzavecchio di Casalecchio, sulle rive del Reno. Il giorno seguente i Sovrani inaugurano il padiglione della Croce Rossa ai Giardini Margherita. Il 14 giugno la comunità degli scienziati conviene all’Archiginnasio per commemorare solennemente il primo centenario della scoperta dell’elettricità animale fatta da Luigi Galvani (1737-1798). Alle celebrazioni dell’VIII Centenario dell’Alma Mater rimangono sdegnosamente estranei i cattolici dell'"Unione": per loro è una manifestazione politica, che solennizza l'emancipazione del pensiero laico dalla religione e dalla fede e l'autonomia dell'Italia dal Papato e dalla Chiesa. Secondo i cattolici, oltre all‘anno convenzionale 1088, anche il giorno della celebrazione non è stato scelto a caso: il 12 giugno, infatti, evoca evidentemente la fine del potere pontificio sul capoluogo emiliano (12 giugno 1859). Dei difficili rapporti tra potere laico e Santa Sede fa fede anche un fatto riguardante la regina Margherita: desiderosa di venerare l'icona della Madonna di San Luca nella cattedrale di San Petronio, è costretta ad entrare di nascosto e a inginocchiarsi per terra (Bignami). La celebrazione del Centenario dell'Università avviene mentre è in corso la grande Esposizione Emiliana. Questa compresenza era stata vista, in un primo tempo, come una grande opportunità. C'era ad esempio l'ipotesi che i padiglioni della Fiera potessero essere costruiti sui terreni dell'Orto Botanico, rimanendo poi a disposizione del nuovo quartiere universitario. Ma in seguito la coesistenza delle due manifestazioni diventerà, a detta del Rettore Capellini, "un confronto irto di ostilità", che assumerà a volte "i toni della sfida" (Tega).dettagli
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8 luglio 1888Per la riforma della legge comunale e provincialeL'8 luglio a Imola, nel corso di un affollato comizio, Andrea Costa lancia l'azione politica per una nuova legge comunale e provinciale, che nei mesi successivi impegnerà esponenti radicali, repubblicani e socialisti in varie parti d'Italia. L'idea di una riforma radicale “a vantaggio del popolo” dell'attuale ordinamento amministrativo - già lanciata nel 1881 con lo slogan “Impadroniamoci dei comuni!” - è stata assunta nel febbraio 1882 dalla Conferenza dei socialisti romagnoli. Il 10 novembre 1888 si svolgerà una manifestazione nazionale con comizi nelle maggiori città del paese. Il nuovo Testo Unico, che riunirà le riforme in tema di autogoverno locale emanate dal governo Crispi, sarà finalmente approvato dal Parlamento il 10 febbraio 1889. Tra le maggiori novità vi saranno l'istituzione della giunta provinciale amministrativa, la rinuncia del potere prefettizio sulla provincia - con l'introduzione di un Presidente nominato dal Consiglio - l'elettività dei sindaci nei comuni con più di 10.000 abitanti, la regolamentazione della figura - resa obbligatoria - del segretario comunale. La legge, salutata come una "seconda unificazione", accoglierà in parte le richeste dei vari schieramenti politici, ponendosi come compromesso tra i fautori dell'accentramento amministrativo e quelli del decentramento.dettagli
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agosto 1888Viaggio di Umberto I in RomagnaLa favorevole accoglienza ottenuta dai reali a Bologna in occasione della Grande Esposizione Emiliana, spinge il Primo Ministro Crispi a organizzare, con l'aiuto del leader locale Alessandro Fortis, una visita di Umberto I in Romagna, la Vandea Rossa d'Italia, in occasione delle grandi manovre militari, che si tengono alla fine d'agosto. Nonostante la fama sovversiva della regione, piena di repubblicani, anarchici internazionalisti e socialisti rivoluzionari, le accoglienze al sovrano sono ovunque calorose. Il re è ospite a Imola, Castel Bolognese, Faenza, Forlì, Cesena, Ravenna, Rimini e in numerosi altri paesi. I leader locali Aurelio Saffi e Alessandro Fortis fanno gli onori di casa. A Ravenna inaugura, assieme al Principe di Napoli (futuro Vittorio Emanuele III), il monumento ad Anita Garibaldi e ai martiri delle guerre d'Indipendenza Nazionale. Il clima favorevole è stato preparato da Crispi anche tramite la grazia concessa, nel luglio 1888, ad Amilcare Cipriani, un agitatore socialista molto popolare, in carcere per omicidio e diserzione e invano eletto più volte deputato a Forlì e a Ravenna.dettagli
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agosto 1888Rinnovata l'Arena del SoleL'Arena del Sole, chiusa dal 1887, riapre in agosto con due grosse novità: la luce elettrica e una facciata appena costruita sulla via "direttissima" della stazione, a cura dell'ing. Gaetano Rubbi. E' anche cambiata la proprietà: per disposizione testamentaria di Carlotta Mancini, vedova di Petronio Carletti, il teatro è passato all'Ospizio di San Giuseppe e i "vecchioni" del ricovero hanno l'ingresso gratuito agli spettacoli. Edificata nel 1810 come teatro popolare all'aperto, sul luogo dell'ex convento di Santa Maria della Maddalena, l'Arena offre spettacoli diurni, che spesso vedono il tutto esaurito. Vi assistono, con grande partecipazione emotiva, i rappresentanti del popolo minuto, soprattutto i facchini (buli), le lavandaie (bule) dei borghi attorno al canale di Reno o le giovani "tabacchine" (operaie della vicina manifattura tabacchi) vestite di nero. La particolarità del pubblico dell'Arena è ben illustrata da Alfredo Testoni: fischi e applausi non dipendono quasi mai dalla qualità della recitazione, ma più dal ruolo degli attori. Si parteggia apertamente per le vittime e si fischiano (o peggio ancora si minacciano) i cattivi. “Il pubblico dell’Arena è di quelli che non discute: o accetta o fischia: sul suo conto delle illusioni non si possono fare. Ed è così per l’autore come per l’attore”. I pareri si dividono rumorosamente e su una sola cosa gli spettatori vanno tutti d'accordo: "fumare il zigaro divorando ... brustulein salà (semi di zucca salati)". La fama dell'Arena è legata soprattutto alle "stagioni" estive, alle quali partecipano le principali compagnie nazionali di prosa. Molto frequentato, nelle ore serali e notturne, dopo le recite, è anche il Caffè dell'Arena, che dispone i suoi tavoli "in lunga distesa" all'aperto, nella piazza antistante il teatro. Il nuovo fronte del teatro ha due ali simmetriche in funzione prettamente decorativa. La facciata porticata è adornata da decorazioni in cemento. In cemento è anche il fastigio con statue di Alfredo Neri rappresentanti al centro la figura alata di Apollo, con ai lati la Poesia a sinistra e la Tragedia a destra. La scritta del fregio sopra le arcate del portico “luogo dato agli spettacoli diurni”, attribuita a Pietro Giordani (1774-1848), vuole indicare la peculiarità di questo palcoscenico, anche se a queste date è già iniziata una saltuaria programmazione serale. Prima della seconda guerra mondiale il teatro avrà una copertura metallica fissa e sarà adibito soprattutto a sala cinematografica.dettagli
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6 agosto 1888Il Congresso dei ReduciIl 6 agosto è inaugurato a Bologna il quarto Congresso della Federazione italiana dei Reduci delle patrie battaglie. Prende la parola, “applauditissimo”, il presidente on. Domenico Menotti Garibaldi (1840-1903), primogenito di Anita Ribeiro e Giuseppe Garibaldi. L’8 agosto i partecipanti presiederanno all’inaugurazione del monumento a padre Ugo Bassi (1801-1849), a quarant’anni dal suo sacrificio. La Società dei Reduci delle patrie battaglie si è formata in varie città italiane. Accoglie personalità eminenti della politica e della cultura. Il suo scopo è quello di conservare lo spirito e gli ideali che hanno animato i protagonisti del Risorgimento e tutti coloro che si sono battuti per l'unità italiana. Nel 1888 la Società di mutuo soccorso fra i reduci dalle patrie battaglie della città e provincia di Bologna si fonde con l'Associazione dei reduci volontari garibaldini (1884), mutando il nome in Società dei reduci dalle patrie battaglie e garibaldini della città e provincia di Bologna. Essa rimarrà in attività fino al 1924 e dal 1902 farà parte della Federazione fra le società militari della provincia di Bologna.dettagli
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8 agosto 1888Monumento a Ugo BassiL'8 agosto un apposito comitato promotore, composto fra gli altri da Giosuè Carducci, Aurelio Saffi, Oreste Regnoli, Giovanni Malvezzi, consegna al sindaco Gaetano Tacconi la statua del patriota Ugo Bassi (1801-1849), fucilato dagli Austriaci l'8 agosto 1849. E' il primo monumento moderno in bronzo a Bologna. Il discorso inaugurale è tenuto da Quirico Filopanti. La scultura, prevista inizialmente in marmo, è opera di Carlo Parmeggiani (1850-1913). Viene collocata nella nuova via Indipendenza, davanti all'Arena del Sole, nel luogo dell'insurrezione popolare del '48. Le feste in onore del "martire della libertà" durano dal 7 al 12 agosto. L'idea del monumento al Fratello Ugo Bassi viene da alcuni membri della Loggia "Rizzoli". Il padre fu iniziato alla massoneria intorno al 1845-1848 nella loggia "Concordia" di Bologna. Il manifesto al pubblico è stato compilato nel 1885 da Aurelio Saffi. In esso il padre barnabita è descritto come colui che "congiunse Religione e Patria in una stessa Fede e dalle eterne pagine del Vangelo trasse argomento a farsi apostolo di redenzione morale alle Genti, sotto il vessillo della Indipendenza e della Libertà d'Italia". Appena un mese dopo l'inaugurazione le insegne massoniche in bronzo, che adornano il basamento della statua, saranno trafugate da ignoti. Oggetto fin da subito di roventi polemiche e di esilaranti prese in giro - sarà chiamato "la cugma da cafà", cioè la caffettiera, per via di una nota caricatura di Augusto Majani - il monumento a Ugo Bassi subirà nel tempo diversi spostamenti, "divenendo quasi itinerante" (Roncuzzi).dettagli
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19 agosto 1888Le funicolari Ferretti per San Michele in Bosco e San LucaL’ingegnere Alessandro Ferretti, uno dei maggiori esperti in Italia di trasporti via cavo - laureato in ingegneria meccanica presso l’Università di Bologna - realizza una funicolare a doppio binario, che collega i giardini Margherita alla collina di San Michele in Bosco, dove è ospitata l’Esposizione Nazionale di Belle Arti. Una macchina a vapore a 12 cavalli trascina in circa tre minuti, fino alla spianata del colle, due vetture della portata di 30 persone. La Villa Reale è raggiungibile anche con un tram a vapore, un “vaporino ansante e sbuffante”, che sale a villa Revedin tramite una via ferrata di circa un chilometro. Sul piazzale superiore di San Michele, “fantasticamente illuminato fino a mezzanotte”, si gode “una delle più belle viste del mondo” e si respira “un’aria fresca e salubre”. È possibile fare colazione nel magnifico Chalet della Funicolare, fermarsi ad ascoltare uno dei tanti concerti o uno dei “serali trattenimenti di prestidigitazione” e di “ipnotismo umoristico", che allietano gli ospiti del ristorante, visitare l’Esposizione e la Villa Reale e poi scendere di nuovo col vaporino ai giardini Margherita. Dopo le 6 del pomeriggio il costo del biglietto della funicolare è di soli 15 centesimi a corsa. Il 19 agosto 1888 entra in funzione anche il primo tronco della funicolare per San Luca: dal Meloncello al forte Costantini, all’altezza del dodicesimo mistero. Per l’occasione Alfredo Testoni pubblica su “Ehi! ch’al scusa” una canzonetta dialettale dal titolo Funiculì Funiculà. I risultati del servizio saranno però deludenti e l’impianto sarà smantellato nel luglio del 1889. L’idea verrà ripresa nel 1928 dal podestà Leandro Arpinati e realizzata nel 1931 con la funivia.dettagli
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8 settembre 1888Il IV Congresso del Partito Operaio ItalianoDall'8 al 9 settembre si tiene a Bologna, nella sede della Società Operaia, il IV Congresso del Partito Operaio Italiano. Sorto a Milano nel 1882, il partito è stato sciolto nel giugno del 1886 con l'accusa di essere “un'associazione di malfattori” e nel gennaio 1887 i suoi dirigenti sono finiti sotto processo. Al centro dei lavori del congresso è la discussione sul Programma amministrativo comunale del partito. I punti principali sono: abolizione del dazio di consumo, obbligo di plebiscito popolare per ogni aggravio di bilancio, controllo democratico sulle opere pie, precedenza alle cooperative nella gestione dei servizi pubblici. Sono inoltre richiesti: una scuola laica, alloggi popolari, assitenza a vecchi e invalidi, controllo dei prezzi tramite cooperative di consumo, protezione del lavoro, istituzione di uffici di collocamento. Gli anarchici astensionisti sono messi in minoranza. Viene approvato il primo programma amministrativo operaio e un ordine del giorno in cui si afferma che “l'intervento del Partito operaio nella questione amministrativa comunale è l'espressione della lotta di classe iniziata nella vita pubblica”. E' accolto l'indirizzo politico di Andrea Costa, che dal 1881 sostiene la necessità di “impadronirsi dei comuni e trasformare a vantaggio del popolo” l'ordinamento amministrativo. Al termine del congresso Costantino Lazzari (1857-1927) viene eletto rappresentante del P.O.I. al congresso mondiale di Londra.dettagli
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30 settembre 1888Il Terzo Congresso dei CooperatoriIl 30 settembre nella sala dei Notai in via Pignattari, addobbata con le bandiere delle Società di Mutuo Soccorso, si inaugura il Terzo Congresso dei cooperatori italiani. Vi partecipano con entusiasmo personalità di rilievo italiane e straniere, da Luigi Luzzatti a Leone Wollemborg, da George Jacob Holyoake, a Aurelio Saffi. E' un riconoscimento al ruolo di avanguardia di Bologna e dell'Emilia in ambito cooperativo. In questa regione, scrive Carlo Ramussi, la cooperazione "celebrava nelle officine e nei campi le sue vittorie molto prima che i nostri congressi fossero".dettagli
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5 ottobre 1888Augusto Murri è il nuovo RettoreIl 5 ottobre il prof. Augusto Murri (1841-1932) è nominato Rettore dell'Alma Mater. Nel discorso inaugurale dell'anno accademico, l'insigne clinico ammonisce che per raggiungere il sapere occorre "tanta ricchezza di suppellettile scientifica", lamentando la crisi e l'arretratezza dell'Università bolognese. Egli pensa a un progetto di rilancio dell'Ateneo - nel 1991 presiederà un apposito Comitato - con la promozione di un Consorzio assieme alla Provincia e al Comune. Il 20 maggio 1889 sarà rieletto con 30 voti a favore.dettagli
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10 ottobre 1888Il Congresso di idrologia e climatologiaIl 10 settembre si apre a Bologna nella biblioteca comunale dell’Archiginnasio il primo Congresso nazionale e l’Esposizione italiana di idrologia e climatologia. Nel corso dell’assise il prof. Luigi Chiminelli (1816-1901) propone una "uniforme classificazione in classi, ordini e gruppi" delle acque minerali. E' espresso un voto riguardo alla istituzione di osservazioni meteoriche "nelle molte stazioni, sanitarie e climatiche, di cui abbondano le notre regioni".dettagli
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27 ottobre 1888L' "Otello" di Verdi al ComunaleDebutta al Teatro Comunale l'Otello, opera tarda di Giuseppe Verdi accolta trionfalmente l'anno prima alla Scala di Milano. Sotto la direzione del maestro Faccio, a Bologna cantano Giuseppe Oxilia (Otello), Erminia Borghi Mamo (Desdemona) e Victor Maurel (Jago). Il lavoro ottiene un "grandioso" successo di pubblico e di critica. E' acclamata in particolare la concittadina Erminia Borghi Mamo (1855-1941), che, nei panni del personaggio "dolce e mansueto" di Desdemona, tiene alto il gran nome della madre Adelaide.dettagli
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29 ottobre 1888La Compagnia Stabile del Teatro BologneseReduce dall'incarico di segretario del Comitato esecutivo dell'Esposizione Emiliana, Alfredo Testoni (1856-1931) forma una compagnia stabile di teatro bolognese, con l'aiuto di Cesare Sanguinetti e l'appoggio della Società del Dottor Balanzone, affittuaria del teatro Contavalli. Ne fanno parte Argia e Guglielmina Magazzari, Augusto Galli, Carlo Musi, le sorelle Avoni e, più avanti, Goffredo Galliani (1857-1933), futuro direttore artistico e proprietario del Contavalli. Il debutto avviene il 29 ottobre al Contavalli, con la recita in forma privata dei Pisuneint, che in questa occasione ottengono un lusinghiero successo. Il repertorio della compagnia sarà abbastanza ricco solo all'inizio, con lavori di Testoni, di Cesare Chiusoli, Pompeo Sansoni, Tommasina Guidi. In seguito il cartellone sarà fatto soprattutto di riduzioni e la critica non tarderà a farsi sentire. Il 3 gennaio 1889 al Contavalli si terrà la prima della commedia di Testoni Anca no l'Espusiziòn, che verrà replicata più volte, anche al Teatro del Corso. Oreste Cenacchi, sul “Piccolo Faust”, rimprovererà a Testoni di non saper mettere in scena autentiche commedie dialettali, basate su “quel po' di caratteristico speciale che è rimasto ancora nelle tradizioni, nelle tendenze del nostro popolo”.dettagli
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14 novembre 1888Il Circolo della CacciaViene fondato il Circolo della Caccia “allo scopo di occuparsi di quanto concerne gl'interessi della caccia nella provincia di Bologna e di procurare ai propri soci un'utile e gradevole riunione”. La prima sede è nelle sale superiori del Caffé dei Servi, in via Mazzini n. 39 (poi Strada Maggiore). I fondatori sono i più bei nomi del patriziato bolognese, dell'alta borghesia, delle professioni liberali. Il circolo diviene presto il più esclusivo della città. Vi si svolgono feste sontuose, in cui i soci vestono il frac rosso dei cacciatori di volpi. Su una parete della sede campeggia un grande quadro di Gabriele Galantara (Rata Langa), in cui il valente caricaturista riprende la vita petroniana, con tutti i personaggi più noti della città. Nel 1894 sarà creata una sezione di Tiro a volo. Fra i soci illustri vi sarà Guglielmo Marconi, aggregato nel 1917. Il 27 marzo 1926 sarà eletto Presidente l'imprenditore Arturo Gazzoni. L'anno seguente il Circolo troverà la sua sede definitiva nelle sale del Palazzo dei principi Spada, in via Castiglione 25. Dal 1933 confluiranno nel prestigioso club i soci del disciolto Circolo degli Scacchi, frequentato da cattolici di famiglia nobile.dettagli
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22 dicembre 1888Nuovo Codice d'Igiene e Sanità PubblicaIl 22 dicembre viene promulgato il nuovo Codice d'Igiene e Sanità Pubblica. La sua stesura è stata affidata dal Presidente del Consiglio Crispi al prof. Luigi Pagliani, docente universitario torinese e uno dei padri fondatori della medicina d'igiene in Italia. La legge istituisce il Consiglio Provinciale di Sanità e le figure del Medico provinciale e dell‘Ufficiale sanitario comunale, che affiancano i Prefetti e i Sindaci nella gestione della sanità. I comuni hanno l’obbligo di assumere un medico condotto, che diviene un dipendente pubblico a tutti gli effetti. Il codice contiene anche istruzioni tecnico-igieniche per la costruzione di nuovi edifici scolastici e propone la concessione di mutui ai comuni disposti a seguire criteri "rispondenti alle esigenze della pedagogia e dell’igiene". Esorta inoltre le amministrazioni a programmare visite mediche periodiche per gli alunni. I provvedimenti previsti dalla legge saranno resi obbligatori solo più avanti: con la circolare ministeriale del 10 aprile 1892 e ancor più con quella del ministro Nunzio Nasi del 16 ottobre 1903. Ispirandosi al provvedimento del 1888, il Comune di Bologna istituirà nel 1890 un Ufficio di Igiene, attivo dal 1892, che avrà come compito principale la tutela della salute pubblica attraverso sistematici controlli delle abitazioni, degli alimenti e dei luoghi pubblici.dettagli