L' "Irnerio" di Luigi Serra
Nella volta della sala del Consiglio provinciale in palazzo d'Accursio Luigi Serra (1846-1888) dipinge Irnerio che glossa le antiche leggi, grande quadro dalle valenze simbolico-allegoriche, che si distacca dal realismo delle opere precedenti.
La trama storica appare condotta secondo un linguaggio floreale, che anticipa il liberty. Il lavoro, che evoca il più famoso tra i giuristi dell'antico Studio bolognese, riceverà il plauso entusiastico di Giosuè Carducci.
Ex allievo del Collegio Venturoli e dell'Accademia di Belle Arti, vincitore del prestigioso Pensionato Angiolini, Serra è giornalista oltre che pittore. Sotto lo pseudonimo de “L'Imbianchino” scrive cronache mondane e discetta di arte, teatro e politica su vari giornali.
La morte lo coglierà a soli 42 anni, nel 1888, proprio all'inizio del meritato successo di pubblico e di critica della sua originale ricerca artistica. Sarà un “lutto grandissimo veramente; non bolognese, non italiano soltanto ma lutto di tutta l'arte contemporanea” (Panzacchi).
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