Cronologia di Bologna dal 1796 a oggi
Archivio di notizie sulla storia della città e del suo territorio dal 1796 ad oggi. Con riferimenti bibliografici, link, immagini.
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1886Il sindaco "Pa-Tacconi"Il capo delle guardie municipali è accusato di irregolarità amministrative da un impiegato comunale. La Giunta lo allontana dal servizio, ma il successivo processo lo manda assolto. Con atteggiamento intransigente, la Giunta rifiuterà di reintegrarlo, scatenando le proteste dell'opinione pubblica e minando la credibilità del sindaco liberale Gaetano Tacconi (1829-1916), ribattezzato per l'occasione “Pa-Tacconi”. Una vignetta contenuta nella guida elettorale del 1889, a cura di Guido Podrecca e Gabriele Galantara, ritrarrà Tacconi come il conte Ugolino, che divora il cranio dell'impiegato accusatore Luigi Mazza: Tu dei saper ch'io fui 'l conte Tacconi E Mazza questo qui, per farla corta, Che mi fé far cotanti strafalcioni.dettagli
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1886Battstein, una maschera di Carlo MusiCon la farsa Battstein e so peder, Carlo Musi (1851-1920), autore e attore dialettale, crea una nuova maschera di grande successo, Battstein (Battistino), "un giovanetto sufficientemente imbecille con le pretese da uomo fatto". Secondo Carlo G. Sarti, autore di un importante saggio sul teatro dialettale bolognese, si tratta in realtà di una figura “del tutto priva di ogni attrattiva”, dal profilo non definito, non abbastanza “caratteristica e vitale per reggersi a lungo sulle nostre scene”. Il personaggio sarà comunque interpretato da grandi filodrammatici bolognesi, quali Augusto Galli - che a sua volta scriverà La festa d‘Battstein - Goffredo Galliani, Angelo Gandolfi, Dante Astolfi. Nel 1888 Musi entrerà a far parte della compagnia bolognese diretta da Alfredo Testoni. Pur non conoscendo la musica, diventerà un cantautore molto popolare.dettagli
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1886La lega operaia anticlericaleIl giornalaio Augusto Gabussi, “membro influentissimo e attivissimo del partito anarchico”, è tra i fondatori a Bologna della Lega operaia anticlericale “Giordano Bruno” e poco dopo ne assume la direzione. Inizialmente la Lega conta 44 soci, in gran parte anarchici favorevoli al confronto con i socialisti. E’ ispirata a principi repubblicani e Gabussi farà di tutto per farla diventare un centro anarchico. Nella capitale morale dell’anticlericalismo, Milano, il 7 novembre verrà inaugurata la bandiera della Nuova Lega Anticlericale, accompagnata da queste parole: “La nostra bandiera è nera come vuole la tradizione fosse nera la bandiera dell’angelo ribelle”.dettagli
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1886Il Partito Operaio è a Bologna "del tutto inattivo"Da un rapporto della polizia risulta che a Bologna esiste un sottocomitato del POI, il Partito Operaio Italiano, nato nel 1882 a Milano per iniziativa di Giuseppe Croce (1853-1915), con il fine di ottenere miglioramenti economici per i lavoratori. Nel 1882 il POI si è presentato alle elezioni politiche, riuscendo a far eleggere Andrea Costa, primo deputato socialista nel parlamento del Regno. Il sottocomitato bolognese è stato promosso dal calzolaio Innocenzo Rizzoli, delegato al congresso di Mantova nel dicembre 1885, assieme a Gesualdo Scarbanti, al muratore Gaetano Cuppi, a Oreste Grazioli e ad Angelo Merighi, agitatore socialista. Le autorità lo considerano "del tutto inattivo".dettagli
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1886La ferramenta CastaldiniArturo Castaldini apre in via Spaderie una ferramenta. Conosciuta come “l‘antica ferrareccia di San Martinino“ è destinata a diventare uno dei negozi storici della città. Una pubblicità di inizio Novecento indica una vasta gamma di articoli in vendita: casalinghi, cucine e stufe a legna e a carbone, fornelli a gas, articoli per specifiche arti e mestieri, per l’agricoltura, metalli e reti. Nel tempo offrirà, oltre ai prodotti più classici, anche articoli di uso non comune appartenenti alla storia della ferramenta italiana: maniglie, serrature, chiavi, viti, ecc., accuratamente custoditi in appositi cassettini di legno. Dopo la trasformazione del Mercato di Mezzo il negozio sarà trasferito in piazza Ravegnana (dal 1988 verrà inglobato nella Libreria Feltrinelli) e poi all‘inizio di Strada Maggiore. Gli eredi di Arturo porteranno avanti l'attività fino agli anni '70. In seguito la ditta sarà rilevata da Enzo Mazzacurati e dal figlio Maurizio.dettagli
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1886La cisterna del Terribilia trasferita all'Accademia di Belle ArtiLa monumentale edicola disegnata nel 1587 da Francesco Morandi detto il Terribilia (1528-1603) per la cisterna situata al centro del Giardino dei Semplici di Palazzo d‘Accursio viene ricollocata nel cortile dell'Accademia di Belle Arti. Nel luglio 1883, in occasione dei lavori per la costruzione della Sala Borsa, è stata smontata con cura ed è iniziata la ricerca di un luogo dove trasferirla. L’Accademia ha offerto un luogo adeguato e ha anche promesso l’allacciamento all’acquedotto (mai però effettuato). Il pozzo fu utilizzato anche nel corso dell’Ottocento, quando l‘area dell’orto botanico di Aldrovandi, trasferito dal 1805 presso la Palazzina della Viola, divenne campo di esercitazione dei pompieri comunali. Una copia abbastanza somigliante dell‘edicola sarà posta nel 1934 in uno dei cortili di Palazzo d’Accursio. Nei sotterranei della Sala Borsa, dopo i restauri del Novecento, sarà visibile il grande vano del deposito idrico sul quale in origine era posto il manufatto del Morandi.dettagli
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gennaio 1886Il "Giornale degli economisti"Il prof. Alberto Zorli (1854-1939), docente di economia politica all'Università di Bologna, ex allievo di Pietro Siciliani ed esponente del positivismo critico, acquista la proprietà del “Giornale degli economisti”. Organo della scuola storica, fondato a Padova nel 1875, il periodico è sospeso ormai da otto anni. Sotto la sua direzione riprende le pubblicazioni a Bologna dal gennaio 1886. Uno degli articoli d'apertura è affidato a Marco Minghetti. Nelle intenzioni del nuovo proprietario la rivista, “pur mantenendosi fedele ai principi del Giornale di Padova”, deve tentare “di dirimere gli attriti fra gli economisti, divenendo una vera palestra per tutte le opinioni non sovversive”. Secondo M. Paradiso l'intento sarà raggiunto: l'edizione bolognese del “Giornale degli economisti” contribuirà a far uscire la scienza economica italiana “fuori dalle secche del dibattito metodologico” e l'aprirà al nuovo. Nel 1890 la sede sociale verrà trasferita a Roma e nella proprietà entreranno studiosi quali Antonio De Viti de Marco, Ugo Mazzola e Maffeo Pantaleoni, artefici del marginalismo. Nella seconda di copertina di un numero del 1900 la rivista sarà definita - non senza un certo orgoglio - la sola “che abbia seguito e che riassuma il movimento delle dottrine economiche in Italia”. Zorli rimarrà condirettore fino al 1898, ma sarà sempre meno influente e più lontano dalla linea del periodico. Intanto dal 1888 ha lasciato Bologna e si è trasferito a Macerata dove insegnerà Scienze delle Finanze fino al collocamento a riposo nel 1929.dettagli
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14 gennaio 1886Il ricreatorio laico festivoE' avviato a Bologna un ricreatorio laico festivo per i fanciulli del popolo, con l'obiettivo di "sottrarre nei giorni festivi i giovinetti ai pericoli dell'ozio e dé cattivi esempi". Il 14 gennaio è approvato lo statuto della relativa Società. Tra i membri del Direttivo vi sono Alberto Dallolio (1852-1935), Luigi Bombicci (1833-1903) e il maestro Gustavo Guazzaloca (1847-1919). L’istituzione accoglie bambini tra i sette e i dieci anni, seguiti da personale volontario della Società degli Insegnanti. Riceverà sussidi dalla Loggia massonica "VIII Agosto" e avrà i proventi dell’Esposizione operaia del 1886, organizzata dalla Fraternita Pepoli. Tra le attività svolte vi sono la ginnastica, la scherma, il tiro a segno, il canto corale e il teatro. Si tratta di una delle iniziative laiche sorte in contrapposizione agli oratori parrocchiali e salesiani. Nel 1888 il Bombicci chiederà e otterrà l'uso del salone del Palazzo dei Notai, in pieno centro. L'istituto cesserà l'attività nel 1903, in coincidenza con l'uscita di Bombicci dal Consiglio comunale e delle dimissioni di Dallolio dalla carica di sindaco.dettagli
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febbraio 1886Sciopero nelle officine ferroviarieIn febbraio in varie città italiane entrano in agitazione i macchinisti delle ferrovie. I carabinieri intervengono prendendo il controllo delle stazioni. Poco dopo anche gli operai delle officine ferroviarie della Rete Adriatica interrompono il lavoro. La mobilitazione inizia nelle officine di Rimini e si estende a quelle di Ancona, Bologna, Napoli, Foggia e Verona. Il motivo è soprattutto l'erogazione degli incentivi del cottimo, ma in generale i lavoratori delle officine denunciano un trattamento economico notevolmente peggiore rispetto al personale viaggiante. Il 2 marzo lo sciopero risulta terminato a Verona, mentre continua a Bologna. Dopo sedici giorni di blocco il direttore delle Ferrovie Meridionali concede aumenti salariali e migliori condizioni di lavoro. La vertenza avrà comunque un lungo strascico di repressioni ed arresti. Nel corso del 1886 a Bologna e provincia si registrano anche scioperi di muratori, filatrici e lavoratori delle campagne.dettagli
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23 maggio 1886Vittoria dei trasformisti. Costa e Cipriani eletti a RavennaAlle elezioni politiche di maggio - il 23 si tiene il primo turno, il 30 i ballottaggi - i candidati della destra trasformista, sostenuti dalla "Gazzetta dell'Emilia" e riuniti nella Associazione Costituzionale delle Romagne, trionfano in tutto il collegio bolognese, dopo l'accordo elettorale con i liberali progressisti. I democratici, che vantano autorevoli rappresentanti quali Aurelio Saffi, Quirico Filopanti, Giuseppe Ceneri, hanno un buon successo solo in città e ottengono due posti su sette. Nel primo collegio sono eletti Cesare Lugli, Pietro Baldini, Augusto Mazzacurati e Gualtiero Sacchetti, nel secondo trionfano Giovanni Codronchi, Pietro Inviti e Giuseppe Mirri. Andrea Costa partecipa alla lotta elettorale nel secondo collegio, comprendente Imola. La sua campagna, che tocca numerosi paesi della Romagna, è definita dalla Prefettura "una guerra di classe". Il leader socialista è presente anche nel collegio di Ravenna, dove sarà eletto assieme ad Amilcare Cipriani (1844-1918), eminente esponente anarchico, "candidato per protesta" tra i radicali e all'epoca ai lavori forzati nel carcere di Portolongone. Il "povero Cipriani", condannato nel 1881 per un misterioso omicidio avvenuto ad Alessandria d'Egitto nel 1867, è per il popolo romagnolo la vittima di una persecuzione politica. La pena inflittagli è vista come una vendetta dello stato liberale contro un socialista che ha preso parte alla Comune di Parigi (fu addirittura il comandante di Place Vendome). Secondo il giornalista Comandini, la massa è convinta "che a furia di eleggerlo gli si debba ottenere la liberazione". Sarà graziato dopo l'avvento di Crispi al potere. Il 27 giugno 1888 le autorità di polizia e i politici moderati assisteranno impotenti al più trionfale viaggio mai fatto da un "sovversivo" attraverso l'Italia. Il treno che porterà a casa "l'uomo più rosso d'Italia" sarà preso d'assalto da enormi folle festanti e anche la stazione di Bologna sarà invasa da bandiere rosse e nere.dettagli
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24 maggio 1886Scioperi nella BassaOttocento mondine di Medicina si astengono dal lavoro in segno di protesta per il basso salario (70 centesimi per 12 ore). Ad esse si uniscono le operaie di Molinella, Baricella, Bentivoglio, Minerbio e San Pietro in Casale. La richiesta è l'aumento della paga, da 0,70 centesimi a una lira al giorno. Scioperano anche gli scariolanti impegnati nell'arginatura del Savena: chiedono di essere pagati a giornata e non a cottimo. Intanto centinaia di braccianti chiedono di lavorare al posto delle donne, preferite dagli agrari per la paga più bassa. Il Prefetto fa intervenire una compagnia di soldati.”La polizia percuote, arresta e fa condannare”. In una tenuta una mondina è picchiata e minacciata col fucile dai figli del proprietario di un fondo. In giugno le astensioni dal lavoro continuano in diversi comuni della campagna bolognese: a Minerbio, a Bentivoglio. Nella tenuta dei Torlonia a Galliera trecento braccianti di Malalbergo intervengono per sostenere la lotta dei lavoratori agricoli. Il 5 luglio a Malalbergo scendono in sciopero oltre cinquecento mondine. A Baricella lo sciopero dei risaioli per l'aumento dei salari dura quattro giorni. Al termine delle agitazioni, che di rado producono risultati concreti, si scatena la repressione, con arresti e condanne esemplari. Le proteste popolari sono il prodotto di una situazione di miseria materiale e morale intollerabile: i contadini, che per larga parte dell'anno sono disoccupati, nei periodi di attività sono brutalmente sfruttati. Con la crisi agraria, soprattutto dal 1886, scioperi, invasioni di municipi, manifestazioni di risaiole e braccianti si susseguono a ritmo incalzante nei comuni della bassa pianura.dettagli
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30 maggio 1886Gare di velocipedi in Montagnola. Il Veloce ClubSi tiene nell'anello della Montagnola la prima gara di corridori internazionali di velocipedi. Viene vinta dal milanese Enrico Tarlarini (1867-1919). Il nuovo mezzo, le velocipede bicycle o biciclo, è apparso da qualche anno nei viali rettilinei di Parigi. La passione per le due ruote ha contagiato ben presto gli sportivi e i gentlemen bolognesi. Nella vicina piazza VIII Agosto aprono diverse botteghe di noleggiatori: la piazza stessa è utilizzata come pista di prova. In quest'anno, per iniziativa di Ugo Gregorini Bingham (1869-1924) e altri appassionati, viene fondato il Veloce Club. Nel 1887 il campionato del Veloce sarà vinto da Giuseppe Panzini, fratello dello scrittore Alfredo, su un biciclo "Rudge". Alla fine del secolo saranno invece organizzati i primi "circuiti di velocità" con motociclette. In Montagnola si correrà a partire dal 1902. L'uso delle due ruote in città sarà a lungo limitato da norme restrittive. Olindo Guerrini, appassionato pioniere della bicicletta, testimonia del divieto di percorrere con velocipedi il Mercato di Mezzo e piazza Maggiore. L’impedimento rimarrà almeno fino al grande Convegno ciclistico del 1898, quando oltre 400 partecipanti invaderanno il sagrato di San Petronio.dettagli
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giugno 1886L' "Irnerio" di Luigi SerraNella volta della sala del Consiglio provinciale in palazzo d'Accursio Luigi Serra (1846-1888) dipinge Irnerio che glossa le antiche leggi, grande quadro dalle valenze simbolico-allegoriche, che si distacca dal realismo delle opere precedenti. La trama storica appare condotta secondo un linguaggio floreale, che anticipa il liberty. Il lavoro, che evoca il più famoso tra i giuristi dell'antico Studio bolognese, riceverà il plauso entusiastico di Giosuè Carducci. Ex allievo del Collegio Venturoli e dell'Accademia di Belle Arti, vincitore del prestigioso Pensionato Angiolini, Serra è giornalista oltre che pittore. Sotto lo pseudonimo de “L'Imbianchino” scrive cronache mondane e discetta di arte, teatro e politica su vari giornali. La morte lo coglierà a soli 42 anni, nel 1888, proprio all'inizio del meritato successo di pubblico e di critica della sua originale ricerca artistica. Sarà un “lutto grandissimo veramente; non bolognese, non italiano soltanto ma lutto di tutta l'arte contemporanea” (Panzacchi).dettagli
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3 giugno 1886Alfonso Rubbiani restaura la basilica di San FrancescoDopo che il Comune ha ricevuto dal Governo - e ceduto alla Curia - l'antica chiesa di San Francesco, dal 1866 ridotta a magazzino della Dogana, la Commissione istituita dal cardinale Arcivescovo Battaglini affida ad Alfonso Rubbiani (1848-1913) i lavori di restauro, secondo il progetto di massima già presentato dallo studioso e approvato dalle Belle Arti di Roma. Il modello del restauratore è l'opera dell'architetto Antonio di Vincenzo (1350-1402), che alla fine del Trecento ha progettato a Bologna la Loggia dei Mercanti, il Palazzo dei Notai e la basilica di San Petronio e che in San Francesco ha costruito uno dei campanili. Egli è anche uno studioso assiduo degli scritti di Viollet-le-Duc, che a Parigi ha restaurato Notre-Dame. Poche settimane dopo l'incarico, l'editore Zanichelli pubblica La chiesa di San Francesco in Bologna, con un atlante illustrativo a cura di Edoardo Collamarini, con fotografie di Pietro Poppi: Rubbiani vi espone le ricerche d'archivio effettuate, che giustificano le ricostruzioni previste. I lavori cominciano sul fianco settentrionale della chiesa, dove sono demolite alcune cappelle del XV-XVI secolo, poi proseguono verso l'abside. Intanto si procede all'interno, eliminando innanzitutto le decorazioni del Cocchi, risalenti al 1848. Dopo una lunga battaglia burocratica, nel 1890 saranno demoliti i fabbricati demaniali che coprono l'abside, rendendo possibile il recupero dei resti delle tombe di Accursio, Odofredo e Rolandino dei Romanzi: con molte integrazioni verranno ricostruite le arche dei Glossatori, risalenti al XIII secolo. L'operazione di restauro di Rubbiani riceverà intanto l'avvallo di Carducci: "Oggi ... i lividori spariscono alla luce della libertà, la maschera casca e la biacca si spasta. E le bellezze di Bologna sorridono al sole". Nel cantiere di San Francesco si forma quella Gilda di artigiani e artisti - tra essi Alfredo Tartarini (1854-1905), Augusto Sezanne (1856-1935), Achille Casanova (1861-1948) il fratello Giulio (1875-1961), Giuseppe De Col (1863-1912), Alberto Pasquinelli (1872-1928) - che parteciperà poi a tutti i successivi interventi restaurativi curati da Rubbiani. Guido Zucchini li definirà “uomini dall'anima moderna, innamorati dell'antico, tenaci nelle idee, assidui nell'azione, poeti e giambardi nell'arte” Dal 1895 il gruppo, sotto la guida di Achille Casanova, sarà impegnato nell'allestimento e decorazione delle cappelle absidali, con l'intento “di innestare su quel vecchio tronco di chiesa gotica germogli di una nuova arte piena di idee, di simboli, di allegorie in veste semplice e naturale”. Vi emergerà l'ideologia della ricostruzione in base ad esempi di monumenti sincroni e affini e quella dell' "abbellimento" del monumento attraverso un collage di soluzioni di gusto liberty. In preparazione dei lavori di decorazione, infatti, Rubbiani, Casanova e Tartarini visiteranno numerose chiese italiane, copiando i motivi delle antiche policromie del XIII secolo e riportandole poi sui bordi dei costoloni delle volte e nelle finte stoffe dell'abside del San Francesco. La cappella centrale, un tempo dei Malvezzi, sarà consacrata alla pace fra i popoli e verrà inaugurata nel 1899 all'apertura della Conferenza internazionale dell'Aja. Le decorazioni absidali, compresi i nuovi esperimenti di arte simbolica e allegorica - Povertà, Castità, Obbedienza francescane, la serenata alla Madonna, ecc. - portati avanti dal Casanova e dalla sua bottega, saranno aspramente criticati dai Professori dell'Accademia. Il restauro della facciata della chiesa sarà completato nel 1905, mentre i lavori all'interno si protrarranno fino al 1928, dopo la morte di Rubbiani. "Il bel San Francesco" è, secondo G. Coccolini, il suo capolavoro, "pur con qualche errore veniale, dovuto all'immaturità del concetto di restauro in fervida evoluzione dalla metà del XIX secolo in poi". La chiesa sarà riaperta al culto nel 1919 e Rubbiani sarà sepolto nella cappella centrale dell'abside, "solo, nell'immensità della basilica che tanto amò con la fede del cuore, con l'intelletto d'artista e con quella passione che rimane nell'anima per le vittorie conquistate con tenacia e ardore" (Beseghi).dettagli
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7 giugno 1886Giuseppe Martucci direttore del Liceo musicalePer deliberazione del Consiglio comunale (7 giugno 1886), Giuseppe Martucci (1856-1909) succede a Luigi Mancinelli come direttore del Liceo musicale, carica che manterrà fino al 1902. E' nominato anche direttore artistico del Teatro Comunale. Si rivelerà musicista di grande pregio, notevole compositore, appassionato cultore. Come pianista sarà apprezzato da Liszt e da Rubinstein. A Bologna si adopererà, come il suo predecessore, a coltivare la conoscenza e l'interesse per la musica dei sinfonisti tedeschi e di Wagner in particolare. Nel 1888 dirigerà al Comunale una notevole edizione del Tristano e Isotta. Nello stesso anno darà numerosi concerti, sinfonici e vocali, nel Palazzo della Musica, in occasione della Grande Esposizione Emiliana e rinnoverà, seppure per breve tempo, i concerti popolari. Più avanti la sua sfera d'azione sarà limitata al Liceo, alla Società del Quartetto e alla nuova Società wagneriana, inaugurata da Corrado Ricci nel 1887.dettagli
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12 giugno 1886Il colera nel territorio comunaleIl colera penetra a Bologna dall’appodiato di Bertalia e dalla parrocchia di Beverara. Le scuole comunali di Pescarola, località al centro dell’infezione, vengono subito adattate ad ospedale per colerosi. Ad un mese dal primo caso è inoltre aperto il lazzaretto della Trinità, tra le porte Lame e San Felice. Nell’estate 1886 i casi denunciati di colera in città e nel forese sono 534, con 405 decessi. Le località Arcoveggio e Bertalia risultano le più colpite. In una relazione alla Società medico-chirurgica Francesco Roncati dichiara che il sottosuolo bolognese "ha proprietà peggio che cimiteriali, come apparisce dalla qualità dei pozzi e dal tanfo nauseoso che risale su dai fognoni semiaperti". Anche la Loggia massonica "VIII Agosto" è impegnata negli aiuti ai colerosi: viene costituito un Comitato di beneficienza che raccoglie "larghe offerte nel mondo profano" e invia una squadra di soccorso a Copparo e a Codigoro, nel ferrarese.dettagli
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13 giugno 1886Elezioni amministrativeAlle elezioni amministrative parziali è sancita la scissione tra liberali costituzionali e democratici. Tra gli eletti vi è, a sorpresa, l'ingegnere Giuseppe Ceri (1839-1925), controversa figura di irriducibile polemista, che si è autocandidato all'ultimo momento e viene eletto al consiglio comunale con 2043 voti. Dopo alcune tornate elettorali, tra il 1872 e il 1885, in cui non ha ottenuto abbastanza voti, Giosue Carducci (1835-1907) torna in consiglio con 1494 preferenze. Ottimo successo personale anche per lo scienziato di tendenze democratiche e repubblicane Quirico Filopanti (1812-1894), che si è presentato come indipendente.dettagli
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27 giugno 1886Il Tiro a segno all'Arco GuidiUn nuovo Tiro a segno sostituisce il Bersaglio di via degli Angeli. Sorge su un terreno nei pressi dell’Arco Guidi, aldilà del portico che unisce il Meloncello alla Certosa, dove nel ’900 verrà edificato il Littoriale. Dal 27 giugno si tengono sei giorni di gare, con ricchi premi (tra i quali 4 fucili Vatterli) e grande partecipazione di tiratori. Nel discorso inaugurale, il Presidente Gaiani ricorda che l'impianto è situato sul luogo del martirio di Ugo Bassi. In questo poligono lo sport del tiro avrà grande sviluppo. Vi si svolgeranno gare molto importanti, sempre con la presenza di autorità. Per oltre cinquanta anni l'arma più usata sarà il fucile modello '91. Nel 1914 l'ing. Barattini metterà a punto il progetto di un grande e moderno poligono sui colli di Bologna, che però sarà accantonato per l'alto costo dell'opera e per lo scoppio della guerra mondiale. Durante la guerra il Tiro a segno diventerà il luogo di esecuzione dei disertori e dei ladri di materiale bellico. Nel 1928, con la costruzione dei nuovi impianti polisportivi del Littoriale, il poligono sarà trasferito su un terreno in pianura vicino al fiume Reno. Per alcuni anni accanto all’area del tiro a segno, tra il portico della Certosa e il Meloncello, si insedierà un parco divertimenti con “giostre, tiri al bersaglio, prove di forza, ruote giganti, baracche e attrezzature”. Il primordiale luna park porterà nel tranquillo rione ai piedi del santuario di San Luca una insolita animazione notturna.dettagli
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5 agosto 1886Il salumificio Suppini premiato a LiverpoolIl salumificio Suppini è premiato con una medaglia d'oro per la qualità dei suoi prodotti alla Esposizione internazionale che si tiene a Liverpool dal 5 agosto. La ditta possiede uno stabilimento a vapore e un allevamento di maiali a Casalecchio di Reno (BO) e ha una filiale anche in Argentina. Sarà il primo tra i salumifici bolognesi ad essere “distinto con diploma d'onore” all‘Expo di Parigi del 1886.dettagli
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3 settembre 1886Beneficenza per le vittime del coleraDomenica 3 settembre si svolge in piazza VIII Agosto un grande Festival di beneficenza per le vittime del colera. L’11 aprile precedente l’assemblea generale dei soci della Cassa di Risparmio ha ratificato l’elergizione di 4.000 lire per lo stesso fine.dettagli
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19 settembre 1886Imponente comizio anticlericale al teatro BrunettiI rappresentanti della Società Operaia nella Loggia massonica “VIII Agosto” organizzano un "imponente" comizio anticlericale per celebrare la ricorrenza della presa di Porta Pia e per manifestare "contro i nemici dell’unità e della libertà della patria". L'assemblea dei "mangiapreti" si tiene il 19 settembre al Teatro Brunetti sotto la presidenza di Aurelio Saffi. Vi partecipano e prendono la parola, tra gli altri, Andrea Costa, Rodolfo Rossi, Quirico Filopanti e il conte Cesare Albicini, in rappresentanza dell’Associazione Costituzionale delle Romagne. Giosue Carducci declina invece l’invito del gran maestro del Grande Oriente Adriano Lemmi (1822-1906) e si giustificerà con queste parole: “Io sono 27 anni che faccio più o meno valentemente la guerra al clericalismo e anche al cattolicismo. Io sono conosciuto oramai, bene o male, per il poeta di Satana. Dovevo, parlando, per farmi intendere e rispettare, tenermi in certe sfere di ragionamento alle quali un pubblico comizio italiano non può arrivare. E correvo il rischio di parere ai soliti un empio, agli altri un moderato, senza far profitto a nessuno, per quel momento, alla causa“. Al termine dell’incontro la “Gazzetta dell’Emilia” constata con piacere che: “il fascio delle forze liberali contro il clericalismo è dunque fatto”, mentre il senatore gen. Giuseppe Mirri, vicino a Crispi, protesta dichiarando che “colle armi da palco-scenico non si vincono le battaglie”. In questo periodo la massoneria bolognese svolge una intensa attività per "impedire la ventilata conciliazione fra l'Italia e il Papato" e per l'abolizione della legge delle guarentigie.dettagli
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14 novembre 1886Approvata la proposta di celebrazione del centenario dell'Alma MaterIl Corpo Accademico dell’Università accoglie la proposta, avanzata da Giosuè Carducci e da Cesare Albicini, di commemorare nel 1888 l’VIII Centenario dell’Alma Mater. Essa si basa sul saggio I primordi dello Studio bolognese. Nota storica, del giovane studioso ravennate Corrado Ricci (1858-1934), assistente di Olindo Guerrini alla Biblioteca Universitaria. Non avendo notizie sicure sull’epoca precisa di fondazione dello Studio, viene scelta la data convenzionale del 1088. Su indicazione di Giuseppe Ceneri, decano dei giuristi bolognesi, è costituito un Comitato universitario, presieduto dal Rettore Giovanni Capellini, con l'incarico di approntare il programma delle celebrazioni. Queste devono ricordare al mondo "come in tempo di tenebre sorgesse in Bologna, prima che altrove, un gran faro dal quale irradiava luce benefica fino alle più remote contrade". Fin dalle prime riunioni del Comitato Carducci viene indicato come oratore ufficiale del Centenario. Sulla scelta dell'anno di fondazione e sulla prevista commemorazione non mancheranno le polemiche: ad esempio da parte dell'erudito Augusto Gaudenzi o del vulcanico Quirico Filopanti, che pubblicherà anche un pamphlet dal titolo Festival, o commemorazione festiva, impropriamente detta centenario, della fondazione dell'Università di Bologna.dettagli
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10 dicembre 1886Muore Marco MinghettiMuore a Roma l'on. Marco Minghetti (1818-1886), ex Presidente del Consiglio e grande esponente della Destra storica. Nel suo ultimo discorso in Senato, il 21 giugno 1886, ha commemorato Cavour, di cui è stato assiduo collaboratore. Durante l'Università a Pisa, dove si laureò in Scienze matematiche e Giurisprudenza, Minghetti aderì a una Loggia sansimonista. Fu redattore del giornale "Il Felsineo" e nel 1848 ministro nel primo gabinetto costituzionale dello Stato Pontificio. Allontanatosi da Pio IX, si arruolò nell'esercito piemontese e combatté nella prima guerra di Indipendenza. Nel 1856 fu al fianco di Cavour al congresso di Parigi. Fu più volte ministro del Regno d'Italia e Presidente del Consiglio nel 1863-64 e nel 1873-76. Negli ultimi anni, oltre a sedere in Parlamento nei banchi dell'opposizione, si dedicò ad insegnare il latino alla regina Margherita, con la quale tenne fino alla fine una fitta corrispondenza. Nella sua villa lungo l'erta dell'Osservanza si sono avvicendati ospiti illustri, quali Quintino Sella, Ruggero Bonghi, il principe von Bulow. Il cenacolo intellettuale e politico di Mezzaratta, gestito da donna Laura Minghetti, è stato ironicamente descritto in versi nel 1885 da Alfredo Oriani: La strada del potere è mezzorittaE mentre alcun la sale in mezz'orettaLa falange di Destra MezzorottaE' costretta a fermarsi a Mezzaratta. Lo statista ha curato a sue spese il restauro della vicina chiesetta di S. Apollonia, un tempo appartenuta alla Confraternita dei Battuti, contenente importanti affreschi trecenteschi di Vitale da Bologna e aiuti. I funerali solenni verranno celebrati nella piazza Maggiore di Bologna sei giorni dopo la morte, con la partecipazione di una grande folla. Il feretro, trasportato per ferrovia dalla capitale, sarà collocato su un grande palco ai piedi della scalinata di San Petronio. Le porte della basilica, però, rimarranno chiuse, a rimarcare il conflitto apertosi tra Stato e Chiesa dopo la presa di Porta Pia. Il successore di Minghetti alla guida dell'Associazione Costituzionale Bolognese sarà Giovanni Codronchi Angeli (1841-1907), ex sindaco di Imola e suo uomo di fiducia. Con lui i moderati prevarranno alle elezioni amministrative del 1887.dettagli
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31 dicembre 1886Telefoni, telegrafi, posteA Bologna è attivo un servizio telefonico pubblico con 9 addetti. Gli abbonati sono 375. Pagano 200 lire all'anno se abitano in città e 300 se sono nel forese. In provincia sono aperti 25 uffici postali e 51 uffici telegrafici, 27 dei quali nelle stazioni ferroviarie.dettagli