Cronologia di Bologna dal 1796 a oggi
Archivio di notizie sulla storia della città e del suo territorio dal 1796 ad oggi. Con riferimenti bibliografici, link, immagini.
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1885La Scuola professionale per le Arti DecorativePer iniziativa di alcuni soci del Circolo Artistico Bolognese - e con l'appoggio e i finanziamenti di Comune, Provincia e Camera di Commercio - nasce la Regia Scuola professionale per le Arti Decorative. Tra i fondatori vi è l'architetto Raffaele Faccioli (1836-1914), che sarà anche il primo direttore. Tra il 1907 e il 1922 sarà docente e direttore il pittore Giovanni Paolo Bedini (1844-1924). La scuola sorge per fronteggiare lo scadimento dell'Accademia di Belle Arti e per coprire il vuoto di insegnamento nelle discipline dell'ornato e delle arti minori. Ha come fine il perfezionamento di coloro che già esercitano la professione e l'avviamento di giovani alla carriera artistica. Per facilitare la frequenza di apprendisti e artigiani è aperta alla sera. Il piano di studio prevede tre sezioni: Architettura, Pittura, e Scultura. Vi si pratica la decorazione a tempera e a fresco, la plastica in legno e stucco, la ceramica architettonica. Il corso (3 poi 4 anni) è diviso in due periodi. Dopo due anni comuni a tutti, gli allievi scelgono tra vari indirizzi: decorazione, disegno, intaglio, tappezzeria, incisione. Dal 1907 la scuola diverrà regia e riceverà i finanziamenti ministeriali. Sarà organizzata in cinque anni e avrà corsi anche diurni. Più avanti sarà denominata Istituto d'Arte e accorpata con il Liceo Artistico.dettagli
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1885Lo stemma del ComuneSul balcone sopra il portale del Palazzo comunale, ai piedi della statua di papa Gregorio XIII, è posto uno stemma in arenaria del Comune di Bologna, che sostituisce le insegne papali abbattute dal popolo bolognese nel lontano 1859. Lo stemma della Città di Bologna è uno scudo ovale diviso in quattro parti: due contengono una croce rossa su sfondo bianco sovrastata da un capo d'Angiò e due hanno la scritta in oro “Libertas” in diagonale su sfondo azzurro. Sopra tutto vi è una testa di leone posta di fronte. Si tratta, in realtà, della fusione, avvenuta nel XVI secolo, dei due stemmi del Comune e del Popolo. Lo scudo con la croce rossa in campo bianco risalirebbe, secondo il Ghirardacci, alla prima crociata. Un'altra tradizione lo vuole legato alla partecipazione di Bologna alla Lega Lombarda. Durante la lotta fra impero e papato fu aggiunto il simbolo degli Angiò, paladini della chiesa. Lo scudo azzurro con la scritta “Libertas” e il leone rimandano invece alla ribellione del popolo bolognese contro il Legato pontificio nel 1376. Con il deterioramento dell'arenaria di cui è composto, in pochi anni lo stemma si trasformerà "in una informe pagnotta, del tutto indecifrabile".dettagli
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1885Lo "sbaroccamento" del Palazzo comunaleTra il 1885 e il 1887 è restaurata la parte più antica del palazzo comunale, in corrispondenza della torre dell'orologio. Vengono riaperte le arcate del portico sulla piazza Maggiore e alcune antiche finestre. Nel 1879, durante lavori di manutenzione, sono stati scoperti alcuni pilastri con capitello dell'originaria Casa della Biada, il prezioso deposito dei grani della città medievale. L'ing. Raffaele Faccioli (1836-1914), già autore di discutibili restauri in Santo Stefano, segue solo in parte le autorevoli indicazioni avanzate nel 1883 da Giovanni Gozzadini (1810-1887), contrario alla demolizione del muro a scarpa esistente. L'operazione di "sbaroccamento" del palazzo comporta la distruzione dell'antica Ringhiera degli Anziani affacciata sulla piazza, del carosello dei Magi che ornava il grande orologio e della balaustra di coronamento della torre, sostituita da un pesante parapetto in mattoni. Si salva solo il cupolino quattrocentesco, definito dal consigliere Giuseppe Bacchelli un cappello da cardinale sulla testa di un guerriero medievale.dettagli
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1885Una dote per il Teatro ComunaleLa giunta Tacconi decide il definitivo ripristino di una "dote", cioè di un finanziamento pubblico, per il Teatro Comunale. Già nel 1864 alcuni consiglieri ritenevano fosse impossibile gestirlo senza il sostegno del Comune. Altri si erano dichiarati contrari a ogni forma di protezionismo per quello che era visto come un salotto della vita mondana cittadina. Ora il Comunale è finalmente inteso non più solo come luogo di svago e divertimento, ma come vero e proprio servizio culturale.dettagli
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1885L'Amaro MontenegroStanislao Cobianchi, giovane erborista bolognese, impianta in proprio una distilleria a Borgo Panigale. Ha fatto esperienza in Piemonte, dove ha lavorato per la Gancia-Cillario. Tornato in città, ha aperto una "bouvette" in piazza Maggiore, di fronte alla stazione dei tram a cavalli. Vi si servono liquori diversi: l'anisetta, il "latte di vecchia" e tante creme, all'uovo, al marsala, al caffè, alla banana, all'ananas e così via. Dalle sue sperimentazioni nascerà l'Elisir Lungavita, prodotto nella tipica bottiglia brevettata, che D'annunzio definirà "Il liquore delle virtudi". La denominazione Amaro Montenegro, adottata in seguito, è un omaggio alla principessa Elena di Montenegro, futura moglie di re Vittorio Emanuele III. Per esso verrà creata un’apposita bottiglia, la cui forma svasata sarà mantenuta nel tempo. Lo stabilimento Montenegro sarà pesantemente bombardato durante la seconda guerra mondiale. La produzione, interrotta già nel 1941 per mancanza di materie prime, sarà ripresa nel 1946, tornando alcuni anni dopo a livelli elevati.dettagli
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1885Restauro e decorazione del palazzo comunale di BudrioTra il 1879 e il 1881 l'antico Palazzo Benni, affacciato sulla piazza principale di Budrio, è ristrutturato dall’ing. Luigi Menarini (1838-1898) in stile neogotico. Con lo stesso stile, nel 1871, il progettista ha rinnovato "di forma col disegno e coll'opera gratuita” la vecchia Torre della Guardia donata nel 1859 al Comune dal locale Consorzio dei Partecipanti, aggiungendovi anche un grande orologio. Nel 1885 il restauratore Alfonso Rubbiani (1848-1913) cura la sistemazione degli uffici e della sala del Consiglio nel Palazzo comunale. Suo è il disegno degli arredi di legno e delle cancellate in ferro battuto, le vetrate e le epigrafi alle pareti, rievocanti le vicende storiche di Budrio dalla preistoria all'800, mentre gli stemmi e lo sfondo floreale con gli steli di canapa, vanto dell'agricoltura budriese, sono del pittore Achille Casanova (1861-1948). Rubbiani è in questi anni impegnato direttamente nell'amministrazione della cittadina: tra il 1879 e il 1888 ricopre i ruoli di consigliere comunale, assessore e vicesindaco. Tra il 1883 e il 1885 è anche attivo come restauratore nel vicino castello dei Manzoli, a San Martino in Soverzano, assieme a Tito Azzolini (1837-1907).dettagli
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1885Baschieri e Pellagri. Una polvere da sparo senza fumoSettimio Baschieri e il chimico Guido Pellagri iniziano le prove di fabbricazione di un nuovo tipo di polvere da sparo per la caccia alla nitrocellulosa, detta “acapnia” (senza fumo). E’ il primo tentativo fatto in Italia. La nuova polvere si dimostra presto “degna di tutta l’attenzione dei tiratori”. Nel 1890 il signor Guidicini vince con la stessa il gran premio del Casino di Montecarlo. Gli esperti rilevano che “il fumo è rado, quasi invisibile e si dissipa tosto”, sporca di meno le armi e non provoca più rinculo delle polveri estere. Nel 1891 alla Camera di Commercio di Bologna viene registrata la Società Baschieri & Pellagri, con polveriera a Marano di Castenaso. Durante la grande guerra l'azienda concentrerà la sua produzione sul fulmicotone per i polverifici. Nel febbraio 1918 darà lavoro a più di duecento persone.dettagli
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13 febbraio 1885Sciopero di braccianti a Sala BologneseIl 13 febbraio circa mille braccianti addetti a lavori ferroviari scendono in sciopero a Sala Bolognese. Chiedono un aumento di salario e una nuova regolamentazione del lavoro. La vertenza si compone con un parziale accoglimento delle loro richeste.dettagli
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20 febbraio 1885Copertura delle "vicinanze"Per motivi di salute pubblica il Comune ordina la copertura delle canalette, chiamate "vicinanze", che rendono Bologna simile a Venezia, ma che "scorrendo scoperte all'interno delle case costituiscono un fomite di infezione per le materie fecali che ricevono". Alcune di esse continueranno a lungo “ad appestare l’aria”, come la Ghisiliera, fuori Porta San Felice, che fino al 1987 alimenterà il molino Vancini.dettagli
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21 marzo 1885Nasce "Il Resto del Carlino"Il 21 marzo esce il primo numero del “Resto del Carlino”, giornale fondato con 400 lire da un gruppo di giovani laureati in legge di idee liberali: Cesare Chiusoli, Alberto Carboni, Giulio Padovani e Francesco Tonolla, “i quattro moschettieri”. Viene stampato in formato “notarile” (19x29 cm) nella tipografia Azzoguidi, presso palazzo Barbazzi, in via Garibaldi n. 3. La redazione è ospitata in tre stanzette. Costa due centesimi, il resto della moneta di rame da dieci centesimi (detta "carlein") necessaria per l'acquisto di un sigaro toscano. "Dare il resto del carlino" è anche, in gergo, promettere il seguito di una punizione o di un rimprovero, quindi, per estensione, strigliare, sferzare. Il nuovo foglio, pensato come giornale "di concetto" più che di informazione, vuole essere un pezzo di pane quotidiano "a prezzo minimo", una sorta di concentrato Liebig applicato al giornalismo. Nei primi tempi il "Carlino" appoggia l'Associazione democratica bolognese e i socialisti dell'avv. Giuseppe Barbanti Brodano. In seguito abbandona le posizioni radicali e aderisce alla svolta liberale filo-crispina. Il successo delle vendite ne renderà presto difficile la gestione amministrativa: nel 1886 i fondatori cederanno le proprie quote a Amilcare Zamorani. Dal 1889 avrà una propria tipografia, primo tra i giornali bolognesi.dettagli
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1 aprile 1885I moti contadini de "la boje"Nel giugno 1884, in provincia di Rovigo, estesi scioperi coinvolgono migliaia di lavoratori. Al grido di “La boje! De boto la va fora!” (bolle e subito esce fuori!), i mietitori di Polesella si astengono dal lavoro per trenta giorni. I militari intervengono in sostituzione degli scioperanti, mentre i carabinieri sono inviati a placare la protesta. L'agitazione si estende nel mantovano, dove i braccianti sono raccolti nella Società di Mutuo Soccorso guidata da Eugenio Sartori e nell'Associazione dei Lavoratori mantovani guidata da Francesco Siliprandi. Il 26 e 27 marzo 1885 scatta il piano per decapitare il movimento, con l'arresto in provincia di Mantova di 168 “eccitatori”. Nel dare notizia dell'operazione di polizia il “Resto del Carlino” del 1° aprile sostiene che le agitazioni sono imposte “non da facinorosi ma dalla fame” e che gli arresti eliminano gli individui, ma non le cause della protesta. Contro i capi della rivolta contadina, estesa anche in altre zone della Lombardia e dell'Emilia, si svolgeranno vari processi. Il più importante sarà quello di Venezia, dal 16 febbraio al 27 marzo 1886, contro 22 agitatori mantovani. Il collegio di difesa sarà composto dall’avv. Giuseppe Ceneri (1827-1898), professore di Diritto all’Università di Bologna, dall'on. Ettore Sacchi (1851-1924) di Cremona e dal giovane avvocato mantovano Enrico Ferri (1856-1929). Andrea Costa seguirà tutto il processo come inviato speciale de "Il Messaggero" di Roma. Il verdetto di assoluzione “completa per tutti” sarà visto come una grande vittoria delle associazioni bracciantili.dettagli
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3 aprile 1885Rubbiani e Azzolini restaurano il Palazzo dei Capitani di VergatoIl Palazzo dei Capitani della Montagna di Vergato viene ricostruito in forme medievaleggianti su progetto di Alfonso Rubbiani (1848-1913) e dell'architetto Tito Azzolini (1837-1907). Nel suo diario intimo, Rubbiani racconta che la notte del Venerdì Santo si reca sul cantiere e depone un sasso, una sorta di prima pietra, con inciso il nome della sua amata: "In un sasso ho inciso il nome della mia amica, la data e le parole: questo nome d'amore sia fondamento a questa casa di libertà del popolo". Il palazzo comunale di Vergato è il monumento storico più significativo dell'alta valle del Reno. Gli stemmi murati sulla facciata rievocano gli uomini che lottarono come funzionari del libero Comune bolognese contro i feudatari dell'Appennino. Gli stemmi araldici saranno restaurati tra il 1992 e il 1994. Nel 1998 la Sala del Consiglio Comunale sarà impreziosita da quattro vetrate multicolori dell'artista internazionale Luigi Ontani, originario di Vergato.dettagli
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11 maggio 1885Il premio BaruzziIl Comune di Bologna istituisce il Premio Baruzzi in favore delle arti. Inizialmente ammonta a 5.000 lire e viene assegnato a turno alle arti della scultura, della pittura e della musica. Dal 1887 diventerà annuale. Cincinnato Baruzzi (1796-1878), valente scultore imolese allievo del Canova, nel 1873 ha lasciato i suoi beni al Municipio affinché erigesse una autonoma istituzione "per incoraggiare, con premi, nella carriera delle belle arti giovani di ristretta fortuna". I concorrenti devono essere di nazione italiana, sotto i trent'anni, senza "mezzi necessari all'esecuzione di opere d'arte che richieggono notevole dispendio", devono inoltre aver compiuto gli studi all'Accademia o presso un artista di chiara fama. Per il concorso di pittura occorre presentare il bozzetto di un quadro con almeno due figure a grandezza naturale. La misura del bozzetto deve essere un terzo di quella definitiva. Esso va accompagnato da una relazione scritta in cui si spiegano "gli intendiemnti con che l'autore ha trattato il tema prescelto". Per il concorso di scultura deve essere approntato il bozzetto di una statua di marmo da eseguirsi a grandezza naturale. Inoltre un dettaglio del bozzetto o un altro lavoro che attesti la perizia del candidato. Il Premio Baruzzi continuerà fino agli anni immediatamente precedenti alla seconda guerra mondiale. Offrirà notevoli testimonianze della cultura artistica italiana tra '800 e '900. Vinceranno il premio giovani artisti destinati alla fama, quali gli scultori Giovanni Graziosi, Giuseppe Romagnoli, Giorgio Kienerk, i pittori Ferruccio Ferrazzi, Emilio Notte, Ilario Rossi, i musicisti Giacomo Orefice e Francesco Balilla Pratella. Del lascito di Cincinnato Baruzzi alla città di Bologna fanno parte, oltre a sue sculture, anche opere di artisti suoi contemporanei, quali Domenico Ferri e Karl Brjullov, che andranno ad arricchire le Collezioni comunali d'Arte e la Galleria d'Arte Moderna.dettagli
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20 maggio 1885Esposizione di FloricolturaDal 20 maggio all'8 giugno si tiene alla Montagnola una Esposizione di floricoltura. La manifestazione ha grande successo e porta alla costuituzione della Società fra i floricoltori e gli orticoltori.dettagli
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23 maggio 1885I fantocci di Holden al Teatro BrunettiIl 23 maggio al Teatro Brunetti debutta la compagnia di Tommaso Holden. Lo spettacolo comprende varie esibizioni di marionette estremamente articolate e perfezionate nei movimenti e nelle espressioni. Si va da Un concerto di negri, “fantasia umoristica musicale, vocale e strumentale”, a Lo scheletro animato, pezzo sorprendente; dall'intermezzo comico Le gambe di legno a Un sogno delle mille e una notte, che comprende "cambiamenti a vista con scenari del più grande effetto illuminati a luce elettrica". Per l'articolista della "Patria" le marionette di Holden "uccidono tutti", hanno "una precisione di meccanismo, una naturalezza e perfino un umorismo che incantano". "Ancora un passo" - conclude - "e le marionette non sono più marionette". Anche Quirico Filopanti considera i suoi fantocci "esseri umani parodianti le marionette". Thomas Holden (1847-1931) appartiene a una famiglia inglese di marionettisti ambulanti. E' considerato l'inventore delle marionette governate da fili e meccanismi, invece che da semplici bacchette. Ha fatto esperienza in America prima di ottenere un importante successo a Londra nel 1875 con La Bella e la Bestia. Con le sue Imperial Marionettes si è esibito nel 1879-80 a Parigi e in altre città francesi, quindi ha percorso l'Europa, toccando Istanbul e San Pietroburgo. Dopo alcune rappresentazioni per la nobiltà russa e per lo Zar, ha iniziato una lunga tournée attraverso la Grecia, la Romania e la Germania ed è giunto finalmente in Italia. Rimarrà ospite a Bologna fino al 14 giugno 1885.dettagli
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27 maggio 1885La Loggia massonica "VIII Agosto"Il Venerabile Carlo Carli, futuro sindaco di Bologna, inaugura in forma solenne, in un locale del Palazzo del Podestà, il Tempio della nuova Loggia massonica "VIII Agosto", sorta nel 1885 dopo la "demolizione" della Loggia "Rizzoli". Tra gli invitati alla cerimonia di inaugurazione vi sono Augusto Dalmazzoni, Giuseppe Ceneri, Giosue Carducci e Aurelio Saffi. Il discorso inaugurale è pronunciato dall'avv. Giulio Vita. Aderiranno alla "VIII Agosto" alcuni tra i maggiori rappresentanti della società civile bolognese, come il senatore conservatore Enrico Pini, l'avvocato socialista Genuzio Bentini, il futuro sindaco repubblicano Enrico Golinelli, il poeta Olindo Guerrini, il ministro Aldo Oviglio, il fondatore del "Resto del Carlino" Amilcare Zamorani, il sindaco di Molinella Giuseppe Massarenti e l'avv. Ugo Lenzi, che nel secondo dopoguerra sarà eletto Gran Maestro della Massoneria. La loggia bolognese contrasterà la conciliazione tra lo stato italiano e il papato, si batterà per l'abolizione della legge delle guarentigie, promuoverà il grande comizio anticlericale al teatro Brunetti del 19 settembre 1889, con interventi dei "fratelli" Andrea Costa e Aurelio Saffi. Offrirà inoltre aiuti e sostegno a numerose iniziative a favore del popolo: l'Asilo giardino, le cucine di beneficenza, il dormitorio pubblico, il Patronato per i liberati dal carcere, la Scuola professionale femminile, la Società contro la diffusione della tubercolosi e quella per l'infanzia abbandonata. Nel 1908 dalla "VIII Agosto" sorgeranno la loggia "Carducci", destinata ad accogliere i massoni di destra, e la loggia "Ca ira", di Rito Simbolico, vicina ai socialisti. Altre logge minori saranno la "Aurelio Saffi" e la "Andrea Costa" a Bologna, e la "Emancipazione" a Vergato.dettagli
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31 maggio 1885Il Congresso-Concorso Ginnastico RegionaleIl piazza VIII Agosto, luogo destinato dai bolognesi ai divertimenti, si tiene il Congresso-Concorso Ginnastico Regionale. Remigio Legat, deputato della Federazione Ginnastica, cura il programma sportivo e comanda l'esibizione ginnica. Sulla base dello statuto che unisce le società ginnastiche italiane, queste riunioni si tengono ogni cinque anni in una città di ogni regione, “con il fine di mettere in rapporti diretti i ginnasti di varia provenienza”. Il Congresso bolognese suscita un grande entusiasmo popolare. Le varie società sportive sfilano per le vie della città con le proprie divise, i medaglieri, le bandiere. Gli esercizi dei ginnasti, moderni saltimbanchi, allietano i clienti di alcuni locali, al pari dei cantanti e dei comici.dettagli
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2 agosto 1885A Cesenatico il primo monumento a GaribaldiE' inaugurato a Cesenatico uno dei primi monumenti in Italia dedicato a Giuseppe Garibaldi. Ricorda l'accoglienza della città a Garibaldi in fuga dagli Austriaci e ai volontari rimasti con lui. La messa a disposizione di una piccola flotta di imbarcazioni permise loro di partire in direzione di Venezia il 2 agosto 1849. Per l'erezione della statua si è costituito un comitato composto da sedici persone, tra le quali Eugenio Valzania, Andrea Costa, Aurelio Saffi. Essa è stata commissionata nel 1882 allo scultore cesenate Tullo Golfarelli (1835-1928), che l'ha consegnata nel giugno del 1884, con un certo ritardo rispetto al termine pattuito. Dal 1887 Golfarelli insegnerà alla Scuola Professionale di Arti Decorative di Bologna, dove nel 1893 trasferirà il suo studio. Nel capoluogo emiliano sarà autore di numerose opere pubbliche: dalle decorazioni in occasione della Esposizione regionale del 1888 ai ritratti dei Carracci nel portico dell'Accademia, dal bassorilievo sull'8 agosto 1848 al Pincio ai fregi del nuovo Palazzo delle Poste. Suo è anche il pannello con la Vergine e gli ammalati ("Salus Infirmorum ora pro nobis") che verrà posto nel 1902 all'ingresso dell'Ospedale Maggiore in via Riva Reno.dettagli
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22 settembre 1885Il campione Bruno Banchini all'Arena del PalloneL'Arena del Pallone registra un pienone colossale. Più di 4.000 persone assistono al trionfo di Bruno Banchini, campione del gioco del pallone al bracciale. Gli vengono regalate medaglie, anelli e spille d'oro, bottiglie di champagne. Letterati come Ricci e Testoni gli dedicano sonetti. La serata raggiunge il record degli incassi. Gli anni tra il 1884 e il 1887 sono quelli di maggior fulgore per il pallone al bracciale e per lo Sferisterio, l'arena dedicata a questo popolare gioco costruita nel 1820 da Giuseppe Tubertini (1759-1831). In questo periodo furoreggiano due campioni: il fiorentino Gioannino Ziotti e il pratese Banchini, che si dividono i favori popolari. Banchini, beniamino della gente del Pratello, è chiamato “il ballerino”, per il suo modo di indietreggiare con un passo quasi di danza. Ziotti, favorito delle “balle” del Borgo San Pietro, è soprannominato “pal fecc” (palo fisso), per il suo modo di attendere fermo immobile il pallone, nel punto esatto di caduta. Leggendario è il suo colpo “a tergo”, che manda in visibilio i tifosi. Secondo don Montanari, prete di San Rocco e memoria storica delle partite dello Sferisterio, "Ziotti ha più occhio, Banchini più forza; uno conosce meglio il giuoco l'altro è più completo, batte e rimette con la stessa valentia".dettagli
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24 settembre 1885Apre la tramvia da Bologna a ImolaE’ inaugurato il primo tratto della tramvia a vapore tra Bologna e Imola: da porta Mazzini il vaporino a più carrozze arriva a San Lazzaro di Savena attraverso Ponte Vecchio. La linea, costruita dalla Società Veneta per le Imprese e Costruzioni Pubbliche di Padova (SV poi conosciuta semplicemente come La Veneta), è concepita con criteri ferroviari, a scartamento normale, con lunghi rettifili, curve a largo raggio e rotaie di 25 quintali lunghe 9 metri. La tratta per Castel San Pietro e Imola sarà attivata il 20 giugno 1886. La stazione di partenza, posta lungo le mura tra le porte Mazzini e San Vitale, sarà allacciata al capolinea delle altre linee della Veneta.dettagli
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11 ottobre 1885Decretata la bonifica della Bassa bolognese e ravennateLa bonifica della pianura bolognese e ravennate in destra del fiume Reno è classificata tra le opere di prima categoria nel D.R. 11.10. 1885, emesso in base alla legge n. 869/1882 (Legge Speciale sulla Bonifica o Legge Baccarini). I comuni interessati sono: Galliera, San Pietro in Casale, Malalbergo, Baricella, Molinella, Medicina in provincia di Bologna e alcuni comuni del ravennate, per un totale di oltre 235.000 ettari. Nel Comprensorio di Bonifica agiscono il Consorzio della Grande Bonificazione Renana, il Consorzio della Bassa pianura ravennate e i Consorzi riuniti di Ravenna. La legge Baccarini del 1882 concede un contributo statale fino al 75% del costo alle opere di bonifica eseguite da privati e consorzi. Dà quindi un grande impulso alle imprese del settore, consentendo loro di scaricare sulla collettività il costo di valorizzazione del capitale fondiario. L’opera di bonifica nelle zone umide del bolognese dovrà, però, attendere ancora molti anni. Nel frattempo si estenderanno ulteriormente le risaie. La lenta applicazione della legge non darà sufficienti sbocchi occupazionali per le ingenti masse bracciantili del territorio. Sarà inoltre vanificata la possibilità del deflusso in mare delle valli bolognesi e ravennati mediante un unico cavo in margine al Reno. Nel 1903 sarà infatti avviata la costruzione (ultimata nel 1929) di un collettore, che servirà solo il territorio compreso tra Sillaro e Lamone.dettagli
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5 novembre 1885"Le Villi" di PucciniAl Teatro comunale, sotto la direzione di Luigi Mancinelli, va in scena Le Villi (1883), opera d‘esordio del giovanissimo compositore Giacomo Puccini (1858-1924), su libretto di Ferdinando Fontana (1850-1919). Da questo momento le opere di Puccini compariranno regolarmente in cartellone al Comunale: Manon Lescaut nel 1893, la Boheme nel 1896, Tosca nel 1900, Madama Butterfly nel 1903. Fino alla Turandot, canto del cigno del maestro lucchese, nel 1927.dettagli
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24 novembre 1885Il "cannone di mezzogiorno" e il pasto ai colombiIl sindaco Tacconi fa richiesta al ministero competente di potere effettuare uno sparo meridiano regolato con il tempo dell'Osservatorio astronomico dell'Università. Il 24 novembre si svolgono in vari punti della città le prove per determinare l'efficacia del colpo di cannone, a seconda del calibro e della posizione. La scelta del luogo cadrà sul piccolo piazzale antistante la Conserva del Vascello, situata lungo la via Panoramica, la strada nuova tra Porta San Mamolo e l'antico convento di San Michele in Bosco. Dall'11 luglio un obice ad avancarica costruito a Torino comincerà a regolare gli orologi dei bolognesi alle dodici precise e una volta all'anno, il 31 dicembre, sparerà anche a mezzanotte per l'inizio del nuovo anno. La consuetudine continuerà fino allo scoppio della grande guerra nel 1914 e riprenderà dopo il 1922 per qualche anno ancora. Il “cannone di mezzogiorno” è una iniziativa dello scienziato-filantropo Quirico Filopanti (1812-1894), ad imitazione della cannonata a salve - da Castel Sant'Angelo, poi dal Gianicolo - introdotta da Pio IX nel 1847 per regolare le campane di Roma. A mezzogiorno a Bologna si svolge puntualmente un altro rito: nella Piazza Maggiore, intitolata a Vittorio Emanuele II, un impiegato del Comune in divisa dà il pasto ai colombi, che nidificano sui palazzi intorno. Si tratta di un vero e proprio spettacolo quotidiano, che fa accorrere numerosi curiosi.dettagli
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4 dicembre 1885Duello alla sciabola tra Giovanni Codronchi e Raffaele GurrieriL'on. Giovanni Codronchi Argeli, deputato del collegio di Imola, sfida a duello il giovane Raffaele Gurrieri di Castel San Pietro, studente in medicina, per uno scritto apparso sul "Resto del Carlino". Lo scontro alla sciabola avviene il 3 dicembre a Bologna fuori porta Mazzini. I duellanti rimangono entrambi feriti, Codronchi al braccio destro, Gurrieri alla testa e a una mano. I medici interrompono la contesa. Per entrambi si tratta comunque di offese piuttosto lievi. Al termine i due si stringono la mano secondo le regole della cavalleria. Il conte Giovanni Codronchi Argeli (1841-1907), leader moderato, è stato sindaco di Imola dal 1867 al 1875. Sarà senatore del Regno dal 1889, sottosegretario all'Interno, prefetto di Napoli e di Milano e Commissario straordinario in Sicilia. Non nuovo ai duelli, nel febbraio del 1879 aveva sfidato l'avvocato Antonio Manaresi, autore di scritti infamanti su di lui. Quest'ultimo, però, alla fine non aveva accettato di battersi. Dopo lo scontro con Gurrieri riceverà molte "dimostrazioni di stima e di affetto" anche da avversari politici. Raffaele Gurrieri (1862-1944) diventerà professore di Medicina legale all’Università di Bologna. Dirigerà riviste mediche e farà parte di varie accademie. Sarà anche consigliere comunale a Imola e sindaco di Castel San Pietro durante la grande guerra.dettagli