La Società di Resistenza fra muratori
Nasce la Società di Resistenza fra muratori della città e provincia. La categoria è composta da alcune migliaia di lavoratori, provenienti soprattutto dai paesi intorno a Bologna.
La loro condazione è molto precaria: ricevono una bassissima paga e non sono occupati in modo permanente. Per giungere nei cantieri fanno spesso lunghi tragitti e, se vengono da luoghi lontani come Medicina o Molinella, arrivano in città il lunedì mattina e tornano in famiglia il sabato sera.
Durante la settimana dormono nei fienili e nelle stalle, mangiano pane, cipolla e aringa, bevono un “debole vinello”, ma spesso devono accontentarsi dell'acqua. Quando si ammalano non hanno aiuti e il licenziamento è sempre dietro l'angolo.
Nel programma di rivendicazioni della Società di Resistenza ci sono la riduzione dell'orario di lavoro e aumenti salariali.
Dal 29 maggio al 10 giugno più di mille edili scendono in sciopero. Al termine, proprio capoluogo emiliano, viene costituita la Federazione dei muratori italiani.
- Giuseppe Brini, Artigiani a Bologna. Cenni di storia e attualità, Bologna, Tamari, 1978, p. 112
- Una città italiana. Immagini dell'Ottocento bolognese, a cura di Franco Cristofori, Bologna, Alfa, 1965, pp. 65-66
- Dal Santerno al Panaro. Bologna e i comuni della provincia nella storia nell'arte e nella tradizione, a cura e coordinamento di Cesare Bianchi, Bologna, Proposta edizioni, stampa 1987, vol. I, p. 76
- Pier Paolo D'Attorre, La politica, in Renato Zangheri, Bologna, Roma, ecc., Laterza, 1986, p. 80
- Giampaolo Venturi, Episcopato, cattolici e comune a Bologna, 1870-1904, Bologna, Istituto per la storia di Bologna, 1976, p. 181
- Sandro Zabbini, Nadia Cesari, Da Napoleone al 1945, in: Dal Santerno al Panaro. Bologna e i comuni della provincia nella storia, nell'arte e nella tradizione, a cura e coordinamento di Cesare Bianchi, Bologna, Proposta, 1987, vol. 1: Da Bologna a Modena, p. 76