Cronologia di Bologna dal 1796 a oggi
Archivio di notizie sulla storia della città e del suo territorio dal 1796 ad oggi. Con riferimenti bibliografici, link, immagini.
-
1884Progetti per la ferrovia Direttissima Bologna-FirenzeL'ing. Jean-Louis Protche (1818-1886), già costruttore della ferrovia Porrettana, presenta un progetto per l'attraversamento ferroviario dell'Appennino lungo le valli del Setta e del Bisenzio, con una galleria al valico di 18 km a soli 328 m sul livello del mare. Non è la prima idea per una linea diretta tra Bologna e Firenze: gli studi sono incominciati già nel 1852. Nel 1871 l'Antonelli aveva individuato il tracciato attraverso la valle del Setta, mentre nel 1873 l'ing. Zannoni aveva ipotizzato un percorso attraverso le valli del Savena, dell'Idice e del Santerno, con un valico a 568 m. Nel 1885 sarà invece presentato il progetto Sugliano, con una linea prevista tra le valli del Setta e del Sieve e una galleria di 10 km a 442 m., in seguito abbassata a 400 m. Dopo la morte di Protche, il suo progetto sarà rilanciato dagli ingegneri Minarelli e Dall'Olio. La direttrice Setta-Bisenzio sarà, con qualche variante, la soluzione prescelta dalla legge 12 luglio 1908 n. 444, che delibererà ufficialmente la costruzione della Direttissima. I lavori inizieranno nel 1913 nel tratto Bologna-Pianoro.dettagli
-
1884Inaugurazione di via IndipendenzaViene inaugurata, anche se non del tutto terminata, la via “Massima”, dal 1874 chiamata via Indipendenza. La sua costruzione è stata deliberata nel 1861 come strada “per l'accesso alla stazione delle strade ferrate”. I lavori sono iniziati con la sistemazione di Canton dè Fiori, seguendo il progetto dell'ing. Coriolano Monti (1815-1880). Il R.D. del 25 luglio 1865 ha dichiarato la nuova direttrice di pubblica utilità. Ma con la partenza di Monti da Bologna i cantieri si sono fermati. Nel 1878, dopo la formazione della Commissione Consultiva Edilizia - con gli ingegneri Jean-Louis Protche e Raffaele Faccioli e il prof. Razzaboni - i lavori sono ripresi in sordina. Via Indipendenza appare da subito come la via “trionfale” del capoluogo. Secondo uno dei primi depliant turistici "coi suoi ricchi palazzi, di una costruzione elegante, forma la più bella strada di Bologna". Il tracciato rettilineo verso porta Galliera ha comportato la rettificazione di importanti edifici e la demolizione di Palazzo Bonora. Più avanti sarà abbattuto l'Ospizio di San Giuseppe, conosciuto come la Casa dei Vecchi. Nel 1886, inoltre, sarà creata una nuova facciata con portico per la chiesa di San Benedetto, della quale saranno abbattuti l'abside e il campanile. I cantieri saranno chiusi solo nel 1888. I lavori di completamento fino alla stazione andranno a rilento negli anni seguenti: la strada "direttissima" potrà dirsi davvero conclusa solo nel 1896, con l'inaugurazione del Pincio e della scalea della Montagnola. Benché “più ariosa e meno cupa” di via Rizzoli, che sarà disegnata all'inizio del '900, via Indipendenza non avrà “il garbo e la misura di via Farini”, mostrando una eleganza piuttosto “banale e ripetitiva” (Orlandi).dettagli
-
1884Grave dissidio tra Andrea Costa e Errico MalatestaIn un duro contraddittorio, durante una riunione a Ravenna, il leader anarchico Errico Malatesta (1853-1932), fedele al programma rivoluzionario di Michail Bakunin (1814-1876), rimprovera a Andrea Costa (1851-1910) la sua elezione in Parlamento - a seguito della svolta legalitaria - e la sua partecipazione al direttorio del Fascio della Democrazia, da lui definito una “organizzazione borghese e controrivoluzionaria”. La scissione tra anarchici e socialisti si acuirà sempre più nei mesi seguenti. Nell'estate 1884 la contestazione a Costa dilagherà tra gli anarchici imolesi, mentre gli internazionalisti fuoriusciti come Ariodante Facchini, già componente della “banda del Matese“, lo accuseranno di opportunismo. In questo periodo Malatesta è spesso a Bologna in segreto, con il compito di riannodare le fila dei rivoluzionari. I numerosi tentativi di conciliazione, promossi dai socialisti bolognesi riuniti nel Partito Operaio, saranno destinati al fallimento per la sua posizione intransigente.dettagli
-
1884Il Tempio EvangelicoIn via del Carbone (poi via Venezian) un gruppo di seguaci della Riforma promuove la costruzione di un Tempio Evangelico, su progetto di Augusto Cacciari. Nel 1885 vi sarà sancita l'unione delle due comunità protestanti bolognesi.dettagli
-
1884Lo stabilimento a vapore ZappoliSu progetto dell'ing. Filippo Buriani (1847-1898) è edificato in viale Silvani lo stabilimento a vapore di Federico ed Enrico Zappoli. Originari della località La Quercia, nei pressi di Vado, i due fratelli sono giunti giovanissimi a Bologna e nel 1862 hanno affittato un negozio di salumiere all'angolo tra via Ugo Bassi e via Nazario Sauro. L'esercizio si è presto distinto per una serie di accorgimenti innovativi: gli articoli esibiti in eleganti pacchetti avvolti in carte colorate, i banchi di marmo bianco, l'offerta di prodotti locali, ma anche di "specialità forestiere". Alcuni anni dopo i fratelli hanno diviso le loro attività, con l'acquisto di un altro negozio in via D'Azeglio. Al momento della costruzione dello stabilimento a porta San Felice gli Zappoli sono giunti a gestire sette negozi in vari punti della città. Uno di essi, con l'insegna Pizzicheria dalle Due Torri, è al numero 29 del Mercato di Mezzo (poi via Rizzoli) e vende quasi esclusivamente prodotti dell'Industria Salumiera Bolognese degli Zappoli. La nuova fabbrica per la produzione di salumi è un edificio a due piani di mattoni rossi. Accanto ad essa, nei pressi della porta, sarà costruita poco dopo l'abitazione privata in stile neomedievale e ricca di decorazioni in terracotta. L'impresa dei fratelli Zappoli conoscerà una notevole ascesa negli anni successivi, arrivando ad occupare 54 operai (di gran lunga il maggior numero di impiegati in una industria salumiera, a Bologna e non solo). I macchinari americani della moderna fabbrica arriveranno a macellare e trasformare fino a 15.000 maiali l'anno. Saranno prodotti "salumi fini", mortadelle in scatola e da taglio e altre specialità. Nel 1886 la famiglia potrà acquisire una vastissima area (ex Davia) tra le vie Vicini, Saffi e Sabotino, dove sarà costruito un moderno ippodromo. La fortuna della ditta avrà un improvviso crollo nel 1904, dopo la morte di Federico e del figlio Enrico jr. Da allora gli interessi economici degli eredi si sposteranno su altri settori.dettagli
-
1884Il macello comunaleDalla vendita dei titoli posseduti dall'azienda Aldini, di proprietà comunale, sono ricavati i fondi per la costruzione del nuovo macello pubblico nei pressi di Porta Lame. Il primo insediamento protoindustriale che fungeva da macello e trasformazione di cascami per insaccati era poco distante da qui ed era costituito da una serie di piccoli magazzini posti di fronte alle antiche mura. L'Amministrazione intende ora estendere l'obbligo di macellazione nella struttura pubblica anche al territorio del forese e decide di rinnovare gli impianti. Il progetto è affidato a Filippo Buriani, futuro direttore dell’Ufficio Tecnico comunale. I lavori sono concessi in appalto alla ditta Barigazzi e verranno completati nel 1884. Cinque capannoni a diverso modulo saranno attestati sul porto canale del Cavaticcio. All'inizio del '900, negli spazi tra le strutture originarie, verranno costruiti nuovi capannoni a doppia altezza e in seguito anche una palazzina di uffici e servizi e un portale di accesso su via Azzo Gardino. Alla fine del '900, dopo il trasferimento del macello in periferia, gli edifici del vecchio mattatoio saranno destinati a laboratori del DAMS, alla biblioteca e all'archivio fotografico della Cineteca comunale e alle sale del Cinema Lumière.dettagli
-
1884Restauro della casa dei CarracciL‘arch. Tito Azzolini (1837-1907), ex allievo del Collegio Venturoli e dell'Accademia di Belle Arti, cura il restauro della Casa Berò Gradi in via Rolandino, all'angolo con via Poeti. Notevole esempio di architettura civile bolognese del Rinascimento (sec. XVI) è conosciuta anche come Casa Carracci, perchè fu forse sede di abitazione e studio dei famosi pittori. Per Malaguzzi Valeri “è una casa signorile di un ricco borghese amante dell’arte, non un palazzo, per le proporzioni ridotte delle linee e per la finezza delle decorazioni destinate a essere viste da vicino”. Anche in questo restauro - come in San Procolo, in San Martino o nel Palazzo comunale - si segue l’indirizzo, sostenuto dalla Deputazione di Storia Patria, di demolire il più possibile le aggiunte e le sovrapposizioni moderne. Il suggestivo, piccolo, cortile interno sarà restaurato nel 1914 da Achille Casanova (1861-1948).dettagli
-
gennaio 1884I tortellini freschi in scatola dei Fratelli Dall'OssoA voi tortellinai industri e chiari,Che la gravida pasta bologneseIn remoto paeseAgl'ingordi ghiottoni anco vendete;A voi Zambelli, Dall'Osso e Tampieri,Che d'esser cavalieriDegni siete pé vostri tortellini ...(Origine del tortellino) La ditta dei Fratelli Dall’Osso di Bologna, con negozio all’inizio di via Indipendenza, è premiata con una medaglia d’oro alla Esposizione internazionale di Nizza per i suoi tortellini in scatola. Dal 1880 lo stabilimento Dall’Osso produce, grazie alla forza motrice del vapore, una grande quantità di tortellini, “la più ricercata fra le minestre finora conosciute”, delizia dei buongustai di tutto il mondo. Essi si mantengono freschi “in eleganti scatole” e possono così essere facilmente esportati in altre città italiane e all’estero. Nel 1880 la fabbrica disponeva di un motore a vapore di 4 cavalli e occupava 50 persone, tra cui 40 donne addette come sfogline. Poco meno della metà degli operai erano ragazzi sotto i 14 anni di età. Oltre che per i tortellini, la ditta Dell’Osso è rinomata anche per i legumi in scatola. Alla Esposizione generale italiana di Torino riceverà una medaglia di bronzo per la sua “mostra di fagiuolini, piselli, carciofi e salsa pomidoro discretamente preparati”.dettagli
-
1884La Quadreria Zambeccari alla PinacotecaLa Regia Pinacoteca eredita la Quadreria Zambeccari. Nel 1788 il marchese Giacomo Zambeccari, membro di una importante famiglia senatoria bolognese, l'ha destinata nel suo testamento a fruizione pubblica. Questa preziosa collezione aristocratica di oltre trecento dipinti - la sola rimasta integra tra le tante un tempo esistenti nei palazzi nobili di Bologna - è stata raccolta nel corso del Settecento e custodita nel palazzo Zambeccari, situato accanto alla chiesa di San Paolo Maggiore (poi sede della Banca Popolare di Milano). Rappresenta una testimonianza delle scuole pittoriche italiane e straniere: toscana, veneta, campana, fiamminga e, naturalmente, emiliana (Carracci, Domenichino, Sirani, Guercino, Creti, ecc.). Comprende anche numerose icone bizantine, che suscitarono l'attenzione del grande storico dell'arte Luigi Lanza. Nel Novecento i dipinti della Quadreria Zambeccari verranno in gran parte ospitati in Palazzo Pepoli Campograde, divenuto sede succursale della Pinacoteca Nazionale. Secondo il gusto collezionistico del Settecento saranno disposti alle pareti sovrapposti in più file.dettagli
-
1884Restauri nel Santuario di MontovoloIl Santuario della Beata Vergine della Consolazione di Montovolo, nel comune di Grizzana, è oggetto di un ampio intervento in stile neo-medievale. Da alcuni anni è sotto l'attenzione di restauratori quali Alfonso Rubbiani e Raffaele Faccioli. La chiesa nei pressi di Monte Vigese, il cui portale è datato 1211, è stata costruita dopo un incendio che ha distrutto un edificio più antico, che dal 1054 apparteneva ai canonici della cattedrale di Bologna. Fino all'edificazione del Santuario della BV di San Luca quello di Montovolo è il centro devozionale più importante della diocesi. Accanto ad esso sorge l'Oratorio di Santa Caterina, ex voto dei crociati bolognesi. Il sito che comprende questi sacri edifici è considerato una imitazione del Monte Sinai, allo stesso modo in cui le chiese di Santo Stefano a Bologna sono una imitazione dei luoghi santi di Gerusalemme. Nel 1847 l’interno del Santuario è stato verniciato a strisce chiare e scure, come molte chiese romaniche toscane. Nel 1865 è stato rimosso l'antico pronao. Nel 1884, in occasione dell'incoronazione della Madonna collocata sull'altare maggiore, è realizzato un intervento più organico. Del restauro è protagonista anche l'amministratore del Santuario, il conte Cesare Mattei (1809-1896), autore della bizzarra rocchetta di Riola e “maniaco signore dei luoghi”.dettagli
-
1884Termina la costruzione di Palazzo Bolognini Amorini SalinaGiovanni Salina, futuro presidente del Circolo della Caccia di Bologna, è nominato erede universale delle famiglie Salina, Amorini e Bolognini, ereditandone i cognomi. Nel corso del 1884, su sua iniziativa, vengono completati i lavori di costruzione del palazzo di via Santo Stefano, risalente al XV secolo e noto come "Bolognini Nuovo". Si tratta di uno dei palazzi senatori più noti di Bologna. Ospitò la scuola del pittore fiammingo Denis Calvaert (1540-1619), che ebbe tra i suoi allievi Guido Reni. Nella prima metà dell'800 fu sede del Casino civico, il club più esclusivo e in vista della città. Un tempo vi si conservava una importante raccolta di opere d'arte (Crespi, Creti, Guercino, Reni), che poi andò dispersa. La facciata del nobile edificio è caratterizzata da oltre 130 teste in pietra, che si affacciano sulla strada da cornicioni e da oculi. Rappresentano figure mitologiche o personaggi esotici e di fantasia. Alcune di esse - nel settore di sinistra - sono opera del XVI secolo dello scultore Alfonso Lombardi (1497-1537). Notevoli sono anche le decorazioni dei capitelli del portico, attribuite alla pittrice bolognese Properzia de' Rossi (1490-1530). Nel 1809 il marchese Antonio Amorini commissionò all'architetto Angelo Venturoli (1749-1821) una radicale ristrutturazione del palazzo. Fu modificata la proporzione dei piani e vennero allungate le finestre del piano nobile, "cambiando radicalmente gli equilibri tra i pieni e i vuoti". Nel corso del restauro del 1884 - certificato da un'iscrizione latina al centro della facciata - vengono aggiunte le ghiere di terracotta negli archi del portico. E’ inoltre terminata la sistemazione dello scalone e delle sale del piano nobile. A dirigere i lavori è l'ingegnere Leopoldo Lambertini, assessore comunale e amministratore del Collegio Venturoli, vicino alla famiglia Salina, per la quale nel 1875-79 ha diretto il restauro della cappella di famiglia situata in San Petronio.dettagli
-
18 gennaio 1884Ampliamento della Borsa di CommercioIl 18 gennaio è inaugurata la nuova Borsa di Commercio nel Palazzo comunale. Il progetto dell'ing. Filippo Buriani risale al febbraio 1883. Nel cortile detto “della Cisterna“ - che un tempo ospitò l’Orto dei Semplici (già Viridarium) e nell'800 fu utilizzato per le manovre dei pompieri - vi è ora una grande sala “con copertura in ferro e cristalli”, in grado di ospitare vari uffici e un cafè-restaurant, oltre che essere “destinata alle operazioni di borsa e alle operazioni di mercato” (Orlandi). La struttura centrale, dotata di un porticato ad arcate sorretto da esili colonne in ghisa, è opera della ditta Alfredo Cottrau di Napoli, su disegno degli ingegneri Kholen e Bubbèe. La nuova Borsa è in generale apprezzata. Sono criticati solo l’illuminazione “a gaz” - troppo scarsa - e l’ingresso su Piazza Nettuno, ritenuto “meschino”.dettagli
-
17 febbraio 1884L’Associazione volontari garibaldiniIl 17 febbraio si costituisce l'Associazione volontari garibaldini (Avg), che raccoglie “coloro che ebbero la gloria di militare sotto le bandiere di quel Grande che se ne giace sullo Scoglio di Caprera”.Il 3 febbraio per iniziativa di Raimondo Serpieri si è tenuta una riunione preparatoria alla quale hanno partecipato circa quaranta persone, tra cui i socialisti Alfonso Leonesi e Teobaldo Buggini.Tra gli scopi dell'Avg c'è soprattutto il mutuo soccorso, ma anche l'organizzazione di passeggiate annuali con sodalizi simili e l'istruzione per i figli dei soci. Il riconoscimento dell'Associazione giungerà in giugno, nonostante le perplessità della Prefettura, timorosa di un suo coinvolgimento politico. Subito dopo la costituzione, i soci inizieranno a cercare uno spazio in Certosa per erigere una lapide in memoria dei garibaldini defunti.Alcuni personaggi in vista occuperanno ruoli direttivi nell'Avg: tra essi il prof. Discoride Vitali, e l’avv. Giuseppe Barbanti Brodano.La scarsità degli iscritti e dei fondi indurrà pochi anni dopo i soci dell'Avg a prendere contatti con la Società dei reduci delle patrie battaglie, attiva a Bologna fin dal 1876 e presente anche in altri paesi della provincia.Dopo lunghe e laboriose trattative l'11 luglio 1888 sarà firmata la fusione tra le due società. Il nuovo sodalizio si intitolerà Reduci dalle Patrie Battaglie e Garibaldini e sarà diviso in due sezioni, ognuna con la propria bandiera e la propria divisa.Nel 1926 gli undici soci rimasti decideranno di sciogliere la società quando i membri si fossero ridotti a tre, cosa che avverrà pochi anni più tardi. L’archivio e numerosi cimeli saranno consegnati al Museo del Risorgimento nel 1934.dettagli
-
6 marzo 1884La ditta Ghelli e le fornaci di gesso di San RuffilloLa ditta Ghelli di Bologna vanta dal 6 marzo la privativa per il particolare metodo di cottura dei suoi forni per il gesso, più efficienti di quelli tradizionali. L’industria del gesso è in progresso nella provincia di Bologna. Nel 1886 se ne produrranno 11 tonnellate. Per due terzi viene consumato localmente e per un terzo è esportato. Il 90% serve per le costruzioni, il resto è utilizzato in agricoltura. La cottura del gesso avviene perlopiù in fornaci intermittenti. Ce ne sono 24 solo nella frazione di San Ruffillo. La ditta Ghelli si distingue tra le aziende del luogo per la particolarità dei suoi forni e la varietà dei suoi prodotti. A San Ruffillo essa possiede una cava importante, dove lavorano circa 50 operai fra minatori e spezzatori e dalla quale vengono ricavati 100mila quintali di gesso all'anno. Annesso alla cava vi è uno stabilimento provvisto di tre forni a fuoco continuo per la cottura del gesso, di un forno sistema Levi, a focolare separato, per la fabbricazione della scagliola extra fine da getto e di tre polverizzatori mossi da una macchina a vapore a 12 cavalli. Vengono prodotti gesso marcio in pani per stuccatura - ottenuto con la macerazione per tre giorni del gesso comune cotto - gesso da malta, gesso raffinato per ornamenti, passato al “buratto” (strumento usato anche in agricoltura per separare la crusca dal fiore della farina), scagliola fina.dettagli
-
9 marzo 1884Associazione fra gli Operai Braccianti del Mandamento di BudrioA Budrio, borgo della bassa bolognese controllato fino al 1870 dalla famiglia nobiliare dei Malvezzi, un gruppo di lavoratori agricoli danno vita, nella sede della locale Società operaia, all'Associazione mandamentale fra Operai Braccianti (comunemente conosciuta come “la cooperativa”), alla quale aderisce quasi un migliaio di lavoratori. Il sodalizio, tra i più importanti e noti del settore, nasce da un'idea di Giuseppe Gabusi, bracciante di S. Pietro Capofiume. Si propone di "assumere per conto proprio lavori pubblici e privati" e vuole promuovere il benessere dei braccianti, studiando tutte le forme possibili di miglioramento delle condizioni di lavoro. La Società di Budrio si distingue da quella analoga di Ravenna, poichè ammette anche soci azionisti non lavoratori. Dal 1886 assumerà dalla Società della Ferrovia Veneta e all'asta pubblica lavori per 150.000 lire e alla fine del 1887 avrà un patrimonio di 43.205 lire. Eseguirà inoltre imponenti lavori di arginatura dei fiumi della Bassa, scavo di canali, costruzione di strade, contribuendo alla profonda trasformazione del territorio bolognese. L'Associazione Mandamentale di Budio funzionerà fino al 1960. Nel 1977 si fonderà con la Cooperativa Trasporti di Bologna. In quasi tutta la pianura bolognese sorgono in questi società simili a quella di Budrio: ad esempio la Società cooperativa dei braccianti di Imola, l'Associazione cooperativa tra i braccianti di Galliera, la Società cooperativa tra i braccianti di San Giovanni in Persiceto, la Società cooperativa fra i braccianti e arti affini in Sesto Imolese, l'Associazione fra i braccianti di Minerbio, la Società cooperativa fra operai e braccianti di Castel d'Argile.dettagli
-
23 marzo 1884La Cooperativa RisanamentoNella sede della Società Operaia di Mutuo Soccorso, in via Marsala 31, nasce il 23 marzo la Società Anonima Cooperativa per la Costruzione e il Risanamento di Case per Operai. E’ creata da un gruppo di benestanti illuminati (tra essi Giosue Carducci, Quirico Filopanti, Aurelio Saffi), desiderosi di alleviare le tristi condizioni degli alloggi dei cittadini più poveri. Primo presidente è il conte Francesco Massei. La Cooperativa Risanamento svolgerà un ruolo importante per lo sviluppo della periferia bolognese. Costruirà tra l'altro due importanti rioni abitativi fuori porta S. Isaia (1885-1887) e in rione Libia (1913). Le prime costruzioni di edifici saranno affidate alla consorella Cooperativa dei Muratori.dettagli
-
30 marzo 1884Il museo didattico circolante di Luigi BombicciNella seduta del 30 marzo 1884 la Società degli Insegnanti chiede a Luigi Bombicci (1833-1903), professore di mineralogia all'Università, di allestire un museo per l'insegnamento oggettivo. Egli realizza un originale museo didattico e circolante per le scuole, attraverso un sistema di trasporti e prestiti simile a quello delle biblioteche circolanti. E' organizzato in tre armadi, corrispondenti ai tre regni della natura, ognuno con due serie di quindici cassetti. E' pensato per un insegnamento di stampo positivistico, basato sull'osservazione degli oggetti naturali, organizzati in un sistema catalogato. Il museo circolante susciterà grande interesse e sarà premiato con la Medaglia d’oro alla Esposizione internazionale di Parigi. Per qualche tempo sarà alloggiato in casa di Bombicci, poi sarà ospitato dalla Società degli Insegnanti, nella sua sede in via Sant'Isaia. Sarà infine donato dal professore alla scuola infantile dell'Arcoveggio.dettagli
-
aprile 1884All'Esposizione di Torino critica negativa per la pittura bologneseAll'Esposizione nazionale d'Arte di Torino il critico del “Corriere della Sera“ Luigi Chirtani definisce “insipida” la pittura bolognese, eseguita “con una magra e timida pellicola di colore”. Il realismo sociale in voga in questo periodo - un tipico esempio è la pittura di Pellizza da Volpedo (1868-1907) - sembra non attecchire tra i pittori emiliani.dettagli
-
maggio 1884La chiesa di San Domenico diventa basilica minorePapa Leone XIII eleva la chiesa di San Domenico, che custodisce le spoglie del santo fondatore dell’Ordine dei Frati Predicatori, alla dignità di basilica pontificia minore. Tra il 1909 e il 1910 la chiesa sarà restaurata sotto la direzione di Alfonso Rubbiani, con la riapertura nella facciata di un grande rosone in stile gotico a imitazione di quello originale.dettagli
-
29 maggio 1884La Società di Resistenza fra muratoriNasce la Società di Resistenza fra muratori della città e provincia. La categoria è composta da alcune migliaia di lavoratori, provenienti soprattutto dai paesi intorno a Bologna. La loro condazione è molto precaria: ricevono una bassissima paga e non sono occupati in modo permanente. Per giungere nei cantieri fanno spesso lunghi tragitti e, se vengono da luoghi lontani come Medicina o Molinella, arrivano in città il lunedì mattina e tornano in famiglia il sabato sera. Durante la settimana dormono nei fienili e nelle stalle, mangiano pane, cipolla e aringa, bevono un “debole vinello”, ma spesso devono accontentarsi dell'acqua. Quando si ammalano non hanno aiuti e il licenziamento è sempre dietro l'angolo. Nel programma di rivendicazioni della Società di Resistenza ci sono la riduzione dell'orario di lavoro e aumenti salariali. Dal 29 maggio al 10 giugno più di mille edili scendono in sciopero. Al termine, proprio capoluogo emiliano, viene costituita la Federazione dei muratori italiani.dettagli
-
3 giugno 1884Tre comuni della valle del Santerno passano a BolognaA seguito della legge del 3 giugno 1884, n. 2328 i comuni di Tossignano, Fontana Elice (Fontanelice) e Castel del Rio, situati nella Valle del Santerno, vengono distaccati dalla Provincia di Ravenna e aggregati a quella di Bologna. Appartenenti finora al Circondario di Faenza, creato nel 1859 da Luigi Carlo Farini (1812-1866), entreranno fino al 1926 in quello di Imola, poi in quello di Bologna. Nel 1911 Fontana diverrà Fontanelice (R.D. 28 settembre 1911 n. 1096). Nel 1954 Tossignano cambierà la denominazione in Borgo Tossignano (D.P.R. 10 aprile 1954 n. 286).dettagli
-
28 giugno 1884Soccorsi a Napoli flagellata dal coleraL'Italia è flagellata da una devastante epidemia di colera. Il primo caso si verifica a Saluzzo, in Piemonte, il 28 giugno. Nonostante l'impegno dell'esercito a stringere cordoni sanitari attorno alle località colpite, il morbo si estende rapidamente in Liguria. In agosto vengono coinvolte le città di Carrara, La Spezia e Genova, quindi sono raggiunte Bergamo e Parma, il Veneto e l'Appennino tosco-emiliano. Nel bolognese si registrano vittime a Porretta e Gaggio Montano. Nello stesso mese l'epidemia si diffonde al sud, in Molise e Calabria. In settembre colpisce Napoli in maniera virulenta e si diffonde facilmente a causa delle precarie condizioni dei quartieri popolari. In meno di due settimane si contano migliaia di morti. La popolazione crea tumulti e invoca soccorsi. Come in altre città, vengono inviati reparti dell'esercito, assieme a volontari della croce rossa e di altre organizzazioni umanitarie. Con i volontari del Nord Italia giungono a Napoli i deputati socialisti Luigi Musini (1843-1903) e Andrea Costa (1851-1910), che si aggregano alla Croce Verde organizzata dal Gran Maestro della loggia massonica napoletana Giovanni Bovio (1837-1903). Tra i soccorritori vi è anche la giornalista del “Resto del Carlino” Olga Ossani (1857-1933), che rimarrà contagiata e si salverà per miracolo. Per sovvenire economicamente i danneggiati dal colera, la Società Ginnastica bolognese formerà un Comitato comprendente 38 associazioni cittadine e organizzerà il 3 e 4 ottobre due "passeggiate di beneficenza" per il centro di Bologna, con raccolta di denaro e indumenti.dettagli
-
2 ottobre 1884Prima dell'"Isora di Provenza" di Mancinelli al Teatro ComunaleAl Teatro Comunale si tiene la prima rappresentazione dell’opera Isora di Provenza, dramma romantico in tre atti di Luigi Mancinelli (1848-1921), su libretto di Angelo Zanardini. Il lusinghiero successo ottenuto si ricava anche dal contenuto del telegramma inviato al giornale artistico-letterario “La Lanterna” di Milano: "Teatro affollatissimo, Isora Mancinelli, successo pieno. Primo atto applauditi romanza soprano, ballabili. Bissato grandioso finale secondo, romanza tenore. Applaudita prima parte, duetto amore. Entusiasmato terzo. Bissato preludio, fanatismo aria Isora eseguita egregiamente Ferni; applausi finale. Ovazione splendida maestro, artisti esecuzione inappuntabile, messa scena senza risparmio" La vicenda del cavaliere errante Eviradnus è tratta in parte dalla Légende des siècles di Victor Hugo (1859) e appartiene al genere fantastico in voga in questo periodo. Per il suo tono privo “del carattere fondamentalmente dinamico (piuttosto che riflessivo)della ‘grande opera’ italiana” (Guarnieri Corazzol) e per l’inclinazione al “meraviglioso”, il lavoro del maestro orvetano - in questo periodo responsabile delle principali istituzioni musicali bolognesi - appare più vicino alla tradizione nordica. La buona accoglienza - sottolineata dalle dodici repliche - di un’opera tutto sommato non eccelsa, si spiega anche con il consolidarsi della “straniomania”, originata dall’ascolto della musica wagneriana, di una buona parte del pubblico bolognese.dettagli
-
16 ottobre 1884Angelo Cuccoli recita per le vittime del coleraIl burattinaio Angelo Cuccoli (1834-1905) propone una recita di beneficenza, il cui ricavato è destinato alle vittime del colera di Napoli. Il Voltone del Podestà, luogo in cui di solito staziona la sua baracca, non è in grado di contenere tutto il pubblico che accorre. Egli concede allora una replica la sera successiva in piazza San Fancesco, rappresentando Fagiolino dalla chiave d'oro. I bolognesi riempiranno anche questa piazza, sbellicandosi dalle risa e contenti anche per il fine benefico dell'evento. Un cronista lascerà questo commento: “Ci sono dei momenti in cui si crede che al mondo vi siano davvero delle persone buone”.dettagli
-
1 novembre 1884Il 90° Reggimento di fanteriaIn seguito al R Decreto 4 settembre 1884 si costituisce a Bologna il 90° Reggimento fanteria del Regio Esercito. E’ composto di compagnie cedute da altri Reggimenti. Per il R. Decreto 7 giugno 1883 il 90° con l’89° Reggimento formerà la Brigata Salerno. Prenderà parte nel 1895-96 alla guerra italo-abissina e nel 1911-12 alla guerra italo-turca. Durante la grande guerra combatterà in Val Marcai, su Monte Interrotto, a Nova Vas. Per la condotta valorosa dei suoi uomini sul pianoro dell'Hermada nell'agosto del 1917 riporterà una medaglia d'argento al valor militare. Tra il 1920 e il 1943 avrà sede a Genova. Nel 1926 prenderà il nome di 90° Reggimento Fanteria “Salerno” assegnato alla 1a Brigata e nel 1935-36 parteciperà alla campagna d’Africa. Nel 1939 entrerà nella Divisione “Cosseria” e con essa verrà inviato sul fronte russo. Dalla campagna di Russia, dove subirà gravi perdite, tornerà nella primavera del 1943. Dopo l’armistizio dell’8 settembre il Reggimento verrà sciolto mentre è in corso la sua riorganizzazione.dettagli
-
dicembre 1884La sala Mozart all'Accademia FilarmonicaLa sala delle audizioni dell'Accademia Filarmonica, al piano terreno di Palazzo Carrati in via Cartoleria Nuova (poi Guerrazzi), viene intitolata a Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791). Il grande salisburghese fu allievo di Padre Giovan Battista Martini (1706-1784) e fu tra gli aspiranti al grado di Maestro della prestigiosa accademia bolognese. Nel 1770 soggiornò per alcuni mesi in città, ospite del maresciallo conte Gianluca Pallavicini nella grande villa alla Croce del Biacco e nel signorile palazzo di via San Felice. Il 26 marzo in casa Pallavicini Mozart tenne un’accademia musicale, alla quale assistettero oltre cento membri della nobiltà bolognese. Il 9 ottobre sostenne, con un piccolo aiuto dello stesso Martini, l'esame di aggregazione - un'antifona gregoriana a quattro voci - che gli valse il titolo di Accademico Filarmonico.dettagli
-
4 dicembre 1884Col vaporino fino a VignolaL’amministrazione della tramvia Bologna-Bazzano firma con il sindaco di Vignola (MO) il contratto per il prolungamento della linea fino a Vignola. I lavori cominceranno l’anno seguente e la nuova tratta sarà inaugurata il 28 maggio 1885.dettagli