Restauro della facciata di San Procolo
Giuseppe Modonesi (1821-1891) restaura la facciata della chiesa di San Procolo. Eretta dopo il Mille, accanto ad una abbazia benedettina, custodisce le spoglie di uno dei primi martiri bolognesi.
Dopo la soppressione dei Benedettini Neri nel 1798 e la destinazione del convento a Ospedale degli Esposti, la chiesa era rimasta parrocchia fino al 1806 ed era tornata ad esserlo nel 1826.
Ai lati del portale maggiore, dotato di un nuovo pergamo, sono aperte due nuove finestre ogivali. Viene abbattuto tutto ciò che non è nello stile della chiesa.
Di antico rimangono solo la lunetta e il cornicione ad archetti. Le vetrate a colori sono di Camillo Leoni. All'interno vengono uniformati i gradini che conducono alle cappelle ed è rifatto il pavimento.
Già allievo del collegio Venturoli, Modonesi è il primo a Bologna ad occuparsi con metodo scientifico dell'architettura medievale.
Tra il 1852 e il 1855 ha edificato, assieme all'ing. Marchesini dell'Ufficio Tecnico, il discusso quadriportico in stile davanti alla chiesa di Santa Maria dei Servi.
E' autore anche di un progetto, molto lodato dai contemporanei, per il completamento della facciata di San Petronio.
- Gabriele Bonazzi, Bologna nella storia, Bologna, Pendragon, 2011, vol. II, Dall'Unità d'Italia agli anni Duemila, p. 43
- Tommaso de' Buoi, Diario delle cose principali accadute nella città di Bologna dall'anno 1796 fino all'anno 1821, a cura di Silvia Benati, Mirtide Gavelli e Fiorenza Tarozzi, Bologna, Bononia University Press, 2005, p. 349, nota 77
- Carlo Degli Esposti, San Procolo. Il santo, la chiesa, la parrocchia, Bologna, Parrocchia di S. Procolo, 1983, pp. 20-22
- Guido Zucchini, La verità sui restauri bolognesi, Bologna, Tipografia Luigi Parma, 1959, pp. 39-40