Nuovo corso della Società Operaia
Eletto presidente il 15 aprile, Enrico Forlai (1855-1896), seguace di Andrea Costa, imprime una svolta radicale alla Società Operaia bolognese, suscitando le reazioni negative di alcuni soci e dei giornali conservatori.
Egli promette di occuparsi di “tutto quanto all’emancipazione operaia si attiene” e di non dimenticare che la Società deve essere una scuola preparatoria per la lotta politica e per la vita pubblica.
Favorirà la nascita di leghe di resistenza, destinate a dar vita a un grande organismo unitario. Ammetterà il ricorso allo sciopero e alla cooperazione.
L'assunzione del concetto socialista di resistenza segna l'abbandono di “ogni residuo di assistenzialismo paternalistico” (Tarozzi). Questa impostazione porterà presto alla caduta di Forlai, ma non arresterà il corso politico da lui avviato.
- Nazario Sauro Onofri, 1892: il PSI a Bologna. Origine e nascita del movimento socialista, Bologna, Grafia, 1992, pp. 22-27
- Fiorenza Tarozzi, Politica e società: i primi cinquant'anni di Bologna nel Regno unitario, in: ... E finalmente potremo dirci italiani. Bologna e le estinte Legazioni tra cultura e politica nazionale 1859-1911, a cura di Claudia Collina, Fiorenza Tarozzi, Bologna, Editrice Compositori - Istituto per i Beni artistici, culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna, 2011, pp. 29-30