Cronologia di Bologna dal 1796 a oggi
Archivio di notizie sulla storia della città e del suo territorio dal 1796 ad oggi. Con riferimenti bibliografici, link, immagini.
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1883La gestione dell'acquedotto passa all'EngetraLa gestione della rete idrica di Bologna passa in gestione dalla Società Nazionale del Gas alla Societé Anonyme d'Enterprises Génerales de Travaux (EGT o Engetra), impresa belga, che opera nel ramo immobiliare e gestisce linee tranviarie. In Italia la Engetra possiede la maggioranza dell'Impresa Romana degli Omnibus (poi SRTO) e ha ottenuto la gestione delle tranvie Brescia - Montichiari, la Mantova - Ostiglia e la Mantova - Castiglione delle Stiviere. Nel 1884 costituirà l'impresa collegata Société Anonyme Tramways des Romagnes, che avrà la concessione delle tranvie Forlì - Meldola e Ravenna - Forlì. La sede di rappresentanza dell'Engetra in Italia rimarrà a Bologna fino al 1900.dettagli
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1883Il diavolo di Casa BarilliL'architetto Tito Azzolini (1837-1907) restaura Casa Barilli, costruzione quattrocentesca in via D'Azeglio, presso l'ex Ospedale degli Innocenti. Sotto il portico è murata una copia del diavolo in bronzo del Giambologna (Jean de Boulogne, 1529-1608), il cui originale è a Firenze, un tempo in un angolo di Palazzo Vecchietti, poi conservato a Palazzo Vecchio.dettagli
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1883Il monumento ai Martiri dell'Indipendenza alla CertosaNell'abside in capo alla Sala delle Tombe alla Certosa è collocato Il monumento ai Martiri dell'Indipendenza, opera dello scultore bolognese Carlo Monari (1831-1918), ex volontario garibaldino. Rappresenta un leone ferito nell'atto di difendere la bandiera nazionale e ha lo scopo di "eternare la memoria" dei tanti bolognesi caduti durante i moti e le guerre risorgimentali. La realizzazione della scultura è stata incoraggiata dallo stesso principe Umberto di Savoia, che durante la sua visita a Bologna nell'aprile del 1868 aveva visto il bozzetto del monumento esposto nell'atrio dell'Archiginnasio.dettagli
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1883Restauro della facciata di San ProcoloGiuseppe Modonesi (1821-1891) restaura la facciata della chiesa di San Procolo. Eretta dopo il Mille, accanto ad una abbazia benedettina, custodisce le spoglie di uno dei primi martiri bolognesi. Dopo la soppressione dei Benedettini Neri nel 1798 e la destinazione del convento a Ospedale degli Esposti, la chiesa era rimasta parrocchia fino al 1806 ed era tornata ad esserlo nel 1826. Ai lati del portale maggiore, dotato di un nuovo pergamo, sono aperte due nuove finestre ogivali. Viene abbattuto tutto ciò che non è nello stile della chiesa. Di antico rimangono solo la lunetta e il cornicione ad archetti. Le vetrate a colori sono di Camillo Leoni. All'interno vengono uniformati i gradini che conducono alle cappelle ed è rifatto il pavimento. Già allievo del collegio Venturoli, Modonesi è il primo a Bologna ad occuparsi con metodo scientifico dell'architettura medievale. Tra il 1852 e il 1855 ha edificato, assieme all'ing. Marchesini dell'Ufficio Tecnico, il discusso quadriportico in stile davanti alla chiesa di Santa Maria dei Servi. E' autore anche di un progetto, molto lodato dai contemporanei, per il completamento della facciata di San Petronio.dettagli
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1883Proposte di Gozzadini per la sistemazione di Palazzo d'AccursioA conclusione di un lungo confronto riguardante la sistemazione del Palazzo Comunale dal lato della torre dell'orologio, l'insigne archeologo e cultore di patrie memorie Giovanni Gozzadini (1810-1887) avanza alcune sorprendenti proposte. Si prevede la riapertura di tutte le finestre medievali sulla facciata - ma non dell'antico portico - e la demolizione della torricella e dei cupolini posti da Giovanni da Brensa nel 1493 sopra la torre d'angolo, sostituiti con un torricino merlato di pura invenzione. E’ auspicata inoltre la rimozione della Madonna di Nicolò dell'Arca, del carosello dei Magi attorno all'orologio e della balaustra di coronamento della torre, da sostituire con un giro di merli "nuovi di zecca" (Bergonzoni). Per dar forza alla propria proposta, Gozzadini pubblica un gran numero di notizie su Accursio e la sua famiglia, accreditando il nome del palazzo all'antico giuresconsulto senza una plausibile ragione storica.dettagli
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1883La Società Mineralogica bolognese cessa l'attivitàLa Società Mineralogica bolognese cessa definitivamente la sua attività. Fondata nel 1848, si propose di “investigare” il sottosuolo della provincia di Bologna alla ricerca di miniere da sfruttare. Fu presieduta da Emilio Loup (1781-1858) e si avvalse dell'apporto del geologo Giacomo Mazzetti. A Bisano, nel territorio di Monterenzio, fu rinvenuto un notevole filone di rame. In 25 anni gli scavi arrivarono a 300 metri di profondità. I lavori di ricerca furono ostacolati da fughe di gas, che provocarono alcune vittime. Buona parte del minerale estratto veniva spedito al porto di Liverpool attraverso la strada fondovalle dell'Idice, costruita appositamente per il trasporto da Bisano fino alla stazione di Mirandola. Nel paese sorse un cantiere molto attivo, con alloggi per oltre cento minatori, magazzini e anche una polveriera. Altri scavi iniziarono a Sassonero, località poco distante sul crinale appenninico, ricompensati da buoni ritrovamenti. L'euforia per le miniere del bolognese scemò, tuttavia, molto presto: già nel 1861 le prospettive non apparivano più tanto rosee, nonostante nuovi investimenti di capitali. Le attività di estrazione nella zona di Bisano riprenderanno più volte fino al 1902, quando il conte Giovanni Codroni, titolare delle concessioni governative, constaterà il definitivo esaurimento della fonte ramifera.dettagli
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1883Rubbiani e Azzolini restaurano il castello di San Martino in SoverzanoIl conte Francesco Cavazza (1860-1942) incarica l'ingegnere e architetto Tito Azzolini (1837-1907) del restauro del castello di San Martino in Soverzano, detto dei Manzoli, presso Minerbio, dimora aristocratica costruita nel XV secolo attorno a una torre medievale degli Ariosti. Parte dei rifacimenti sono realizzati sulla base di alcuni manoscritti del '500 di tale G.B. Bombello, che descrivono il grande edificio nei minimi dettagli. Ai lavori partecipano anche Achille Casanova (1861-1948), autore delle decorazioni all'interno - stemmi del re di Francia e Imprese - e Alessandro Scorzoni (1858-1933), che nel 1886 dipingerà in affresco l'episodio dell'elemosina di San Martino. Ma l'artefice maggiore della rinascita del castello, colui che lo trarrà “fuori dalla decadenza” (Beseghi), è Alfonso Rubbiani (1848-1913), che in questo cantiere figura come assistente apprendista dell'Azzolini. Egli applica qui per la prima volta i principi del francese Eugène Viollet-le-Duc (1814-1879), che teorizza un restauro non solo conservativo, ma anche integrativo delle parti mancanti. E' l'avvio di un revival neogotico, che caratterizzerà Bologna nell'età umbertina, a partire dagli interventi nella basilica di San Francesco (1886-1906) e vedrà coinvolti diversi artisti e artigiani nella proposizione di una sorta di art nouveau in versione emiliana.dettagli
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1883Il Ginnasio MezzofantiDon Antonio Costa fonda presso la Parrocchia di San Martino Maggiore un ginnasio privato intitolato al card. Giuseppe Gasparo Mezzofanti (1774-1849) poliglotta, bibliocario della Biblioteca Universitaria di Bologna e poi prefetto della Biblioteca Vaticana. Il fine della scuola è impartire ai giovani che vi sono accolti "con una buona istruzione classica una sincera educazione cristiana". Vi insegnano numerosi insegnanti laici, alcuni dei quali diventeranno anche docenti universitari. Gli alunni hanno tra l‘altro l'obbligo "di frequentare l'oratorio dell'istituto tutti i giorni festivi per l'adempimento dei cristiani doveri". Per alcuni anni la scuola sarà ospitata in Palazzo Cataldi, via Battisasso 1, quindi nell'anno scolastico 1896-97 passerà nel Palazzo Arcivescovile, grazie alla benevolenza dell'Arcivescovo card. Domenico Svampa. Nel 1911 il ginnasio verrà preso in gestione dai Padri Filippini e sarà trasferito in via Monari. Da allora prenderà il nome dello scienziato Marcello Malpighi (1628-1694), originario di Crevalcore (BO) e considerato il padre dell'osservazione microscopica.dettagli
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1 gennaio 1883La rivista “Il Pompiere italiano”Costantino Reyer (1838-1931) e Emilio Baumann (1843-1916), assieme all’on. F.G. Valle, danno vita a Bologna al mensile “Il Pompiere italiano", giornale “per gli incendi, dedicato ai pompieri”. Stampato in otto pagine a due colonne, da’ notizie sul movimento dei pompieri, le principali operazioni compiute, l’introduzione e l’uso di nuove macchine nell’ambito del soccorso antincendi. Lo scopo fondamentale dell‘iniziativa editoriale è la creazione di una federazione nazionale dei corpi dei pompieri italiani. Non senza grosse difficoltà, i promotori del “Pompiere italiano” organizzeranno dal 3 al 12 gennaio 1886 a Roma al Teatro Argentina il Primo Congresso dei Pompieri italiani. Ad esso prenderà parte un centinaio soci provenienti da varie città italiane, tra le quali Bologna, Modena, Ravenna, Forlì, Cento, Budrio, Ferrara, Parma e Rimini. In Italia Reyer e Baumann, entrambi allievi del primo corso ginnastico di Torino del 1861, sono pionieri della ginnastica intesa come scienza dell’educazione fisica, mezzo di perfezionamento fisico e morale, senza fini politici o militari. Nel 1869 hanno fondato la Federazione Ginnastica Italiana (FGI). Il triestino Reyer, figura poliedrica di filantropo, classicista, imprenditore e proprietario di giornali, ha introdotto nel 1867 la ginnastica a Venezia. A lui è intitolata la Società Veneziana di Ginnastica, fondata nel 1872 da Pietro Gallo. Emilio Baumann ha promosso a Bologna la scuola magistrale di ginnastica e ha fondato la Virtus. Oltre che direttore della rivista, sarà segretario dei primi congressi dei Pompieri italiani.dettagli
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1883L'ultima filanda di setaA Bologna, dove un tempo l’industria della seta era molto fiorente, rimane nel 1883 una sola filanda, quella della ditta Alessandri & comp., fondata nel 1838 in via San Felice da Enrico Alessandri. E’ dotata di una caldaia a vapore, che alimenta un piccolo motore e 76 bacinelle. Nel 1887 occuperà 50 lavoranti per 200 giorni l’anno. In provincia vi è una sola altra filanda a Imola, meno importante, che funziona secondo l’antiquato sistema a fuoco diretto. Nessun opificio effettua la torcitura e, in quanto alla tessitura, vi sono in città solo fabbriche di nastri e passamanerie. E’ invece cessata completamente la fabbricazione dei veli, in passato fiore all’occhiello del sistema industriale bolognese. Anche la filanda Alessandri sospenderà l’attività di lì a pochi anni. Alla fine del secolo nella provincia di Bologna la lavorazione della seta sarà completamente scomparsa.dettagli
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29 marzo 1883I "comunelli" della Bassa sono in fermentoLa crisi agraria colpisce in modo particolare i braccianti della Bassa bolognese. Da un rapporto del dott. Paolo Predieri risulta che “nella stagione invernale, specialmente quando mancano i lavori, gli operai licenziati, e perciò oziosi, debbono vivere elemosinando”. Movimenti di protesta si svolgono nei mesi di marzo e aprile in alcune tenute risicole del territorio di Molinella e San Pietro in Casale, dove i braccianti pretendono, senza risultato, di cambiare il luogo di lavoro. A San Martino in Argine 300 braccianti (secondo altre fonti 3.000) scioperano per dieci giorni per un salario più elevato, ottenendo invece risultato positivo. A Budrio gli operai delle risaie incrociano le braccia per 12 giorni. A Mezzolara uno sciopero delle risaiole dura dodici giorni. Entrano in sciopero anche gli scariolanti, cioè i braccianti impegnati nelle opere di bonifica delle terre paludose. La Società agraria bolognese invoca misure repressive contro i capi socialisti, definiti “uomini esagerati e torbidi”, mentre il quotidiano "L'Avanti!" segnala che le idee socialiste si diffondono ovunque, "persino in quei piccoli comunelli e in quelle parrocchie di campagna, ove la vita sociale sembrava spenta". La prefettura di Bologna conferma che “la propaganda dei principi e delle idee sovversive” hanno fatto strada nei comuni di Budrio, Baricella, Molinella, Medicina e nelle campagne romagnole.dettagli
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aprile 1883Una sola polenta "bensì assai grande"Ad Argelato circa 1.200 braccianti e operai sono impegnati in lavori di arginatura del fiume Reno. Per la maggior parte vengono riuniti in squadre di 12 o 15 uomini, che eseguono assieme lavori determinati in tempi stabiliti. I lavoratori sono tenuti anche a prepararsi il vitto, di solito “una sola polenta, bensì assai grande”, condita con poco sale e ben cotta. Tagliata a fette, viene subito divisa tra i presenti: servirà anche come pasto della sera. E’ da considerarsi fortunato chi può accompagnare la polenta con qualche altro cibo: una cipolla, un pezzetto di formaggio, una “salacca”, cioè un’aringa salata. Per lavori così pesanti il vitto è comunque insufficiente e basta a malapena a togliere i morsi della fame. Secondo un’inchiesta “intorno alla cibaria degli operai” a Bologna e provincia, la scadente qualità della dieta dei braccianti li predispone a varie malattie e li costringe a tornare alle loro case “spesso assai lontane”.dettagli
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5 aprile 1883La tramvia per Casalecchio, prima linea extraurbanaE' inaugurata la prima tramvia extraurbana bolognese, da piazza Malpighi al Meloncello. E' parte della linea in costruzione tra Bologna e Vignola (TBV, progetto dell'ing. Gioacchino Rotondi) attraverso Casalecchio di Reno, finanziata dalla Compagnie generale des chemins de fer secondaires di Bruxelles e dalla Banca Generale. Nel 1882 la Società Rotondi-Almagià ha avuto il permesso di utilizzare, come sede dei binari, le strade provinciali Porrettana e Bazzanese e le vie urbane da Piazza Malpighi a Porta Saragozza. In vista del passaggio del vaporino, il ponte sul Reno a Casalecchio è stato allargato di due metri. Lo scalo merci, il deposito e la direzione della linea sono stabiliti lungo le mura tra le porte Saragozza e D'Azeglio, nella ex villa Ferlini. La ferrovia è costruita in economia, con rotaie di 18 kg e curve a piccolo raggio. Il materiale rotabile è di tipo tramviario. Il 5 aprile ha inizio il servizio da Piazza Malpighi al Meloncello. Il 5 giugno successivo la corsa è prolungata fino a Casalecchio di Reno. Il tram a vapore raggiungerà Bazzano il 9 dicembre 1883 e Vignola il 28 maggio 1885. Nella provincia di Modena il binario sarà collocato interamente in sede propria. Nel 1905 la tramvia Bologna-Vignola, considerata "un miracolo della tecnica", sarà ceduta alla Società Belga Les Tramways de Bologne, esercente le linee urbane.dettagli
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15 aprile 1883Nuovo corso della Società OperaiaEletto presidente il 15 aprile, Enrico Forlai (1855-1896), seguace di Andrea Costa, imprime una svolta radicale alla Società Operaia bolognese, suscitando le reazioni negative di alcuni soci e dei giornali conservatori. Egli promette di occuparsi di “tutto quanto all’emancipazione operaia si attiene” e di non dimenticare che la Società deve essere una scuola preparatoria per la lotta politica e per la vita pubblica. Favorirà la nascita di leghe di resistenza, destinate a dar vita a un grande organismo unitario. Ammetterà il ricorso allo sciopero e alla cooperazione. L'assunzione del concetto socialista di resistenza segna l'abbandono di “ogni residuo di assistenzialismo paternalistico” (Tarozzi). Questa impostazione porterà presto alla caduta di Forlai, ma non arresterà il corso politico da lui avviato.dettagli
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21 aprile 1883La Tetralogia di Wagner al Teatro ComunaleNella primavera del 1883 si ha un grande avvenimento per gli appassionati della musica di Richard Wagner, la cui morte in febbraio a Venezia ha avuto grande risonanza a Bologna. Dal 21 al 26 aprile, al Teatro Comunale, la compagnia tedesca dell'impresario Angelo Neumann (1838-1910), sotto la direzione del maestro ungherese Anton Seidel (1850-1898), esegue in lingua originale - e con le scene e i costumi utilizzati a Bayreuth - l'intera Tetralogia L'Anello del Nibelungo (Der Ring Des Nibelungen): Das Reingold, Die Walkure, Siegfried, Gotterdammerung. L'iniziativa ottiene un buon successo in generale e l'entusiasmo sincero dei "wagneriani". La passione per il compositore tedesco “si trasforma in moda sociale” (Mazzi). Non mancano tuttavia le perplessità del popolino, compendiate in pochi versi da un giornale umoristico: "A udire quella musica non uno solo ardiscePoi la fanno in tedesco e allor chi la capisce?". Direttore del teatro di Lipsia, dopo aver messo in scena la Tetralogia nella sua città, prima occasione dopo la “primissima” di Bayreuth (1876), Neumann ha organizzato una tournée in Italia, che, assieme a Bologna, tocca anche Venezia e Roma.dettagli
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maggio 1883Il Partito progressista costituzionaleDopo l'espulsione dall'Associazione progressista di alcuni esponenti che hanno appoggiato la svolta parlamentare trasformista, si costituisce il Partito progressista costituzionale bolognese. E' presieduto dal deputato modenese Cesare Lugli (1829-1903) e ha tra i principali esponenti Ferdinando Berti, Enrico Panzacchi e Augusto Mazzacorati. Il quotidiano "La Stella d'Italia", acquistato da Lugli, diviene l'organo di stampa della frazione liberale trasformista.dettagli
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5 maggio 1883Il Congresso democraticoL'Associazione Democratica, formazione repubblicana sorta a opera di Aurelio Saffi, Rodolfo Rossi e Aristide Venturini, organizza a Bologna un congresso al quale partecipano i rappresentanti di trecento circoli italiani. La presidenza è affidata a Saffi, che nella seconda seduta introduce il programma politico dell'Associazione, elaborato da un'apposita commissione. Esso è poi illustrato e commentato da Felice Cavallotti (1842-1898), autorevole esponente della Sinistra Estrema e considerato l'erede politico di Mazzini e Garibaldi. Vengono proposti il suffragio universale, la soppressione dei privilegi, la partecipazione degli operai e dei contadini ai frutti del loro lavoro. Il programma parla anche di “libertà illimitata di coscienza, di autonomia dei comuni, di soppressione di leggi che offendono la libertà individuale”. Al termine della riunione viene deciso di convocare a Bologna, per l'8 agosto, un nuovo congresso delle Società democratiche.dettagli
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8 luglio 1883"Impadroniamoci dei Comuni"Il programma del Partito socialista rivoluzionario di Romagna contempla la conquista dei Comuni: Impadronirsi dei Comuni mediante viva partecipazione alle elezioni amministrative, e trasformare a vantaggio del popolo e dell'autonomia comunale, l'attuale ordinamento amministrativo, affidando alle associazioni operaie i lavori comunali. Secondo Gaetano Zirardini, braccio destro di Andrea Costa, il Comune "sembra oggi destinato a divenire il perno, l'embrione della Società avvenire", può favorire il "movimento ascensionale verso uno stato migliore" delle masse operaie. Sul giornale del Partito, "Il Sole dell'avvenire", si legge della necessità di "incominciare fin da oggi nei comuni autonomi una serie di esperimenti socialistici, i quali, per l'efficacia dell'esempio, gioveranno assai più della povera propaganda". Nel 1883 Costa lancia una vasta agitazione in Romagna - con la previsione di estenderla a tutta l'Italia - in cui, assieme al programma socialista, è presentata la richiesta di suffragio universale amministrativo e proposta la riforma in senso autonomistico della legge comunale e provinciale. Quest'ultima appare premessa necessaria alla partecipazione dei socialisti alle elezioni amministrative, che pure sono al centro del loro interesse. L'8 luglio a Imola si tiene un grande comizio al Politeama Golinelli con la partecipazione di numerose associazioni socialiste e mazziniane della Romagna e di altre città italiane. Gli interventi principali sono quelli di Luigi Sassi, presidente dell'assemblea, Leopoldo Maluccelli e Andrea Costa. Il discorso di Costa è incentrato sulla necessità del suffragio universale alla base della nuova legge amministrativa in corso di approvazione al parlamento. L'ordine del giorno finale del convegno imolese chiede la riforma della legge sulla base del diritto di voto esteso a tutti i cittadini maschi e femmine, dell'abolizione della tutela governativa imposta ai comuni, dell'autonomia dei comuni stessi, della partecipazione diretta dei cittadini agli interessi generali del Comune. L'agitazione si estende nelle settimane successive ad altre località romagnole. Il 10 settembre a Faenza, poco dopo l'inizio del comizio per il suffragio universale amministrativo, la polizia allontana con violenza Costa e Zirardini dal palco. L'11 novembre radicali, socialisti e repubblicani organizzano manifestazioni in molte città italiane. Intervenendo a Ravenna, Andrea Costa proclama: "Vogliamo che il Comune, casa nostra, sia altresì cosa nostra".dettagli
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agosto 1883Scioperi delle mondine e degli scariolanti nella BassaA Mezzolara di Budrio scendono in sciopero 600 mondine e operai delle risaie. Chiedono un miglioramento negli orari di lavoro e nei salari. L'agitazione non avrà successo per l'intransigenza dei padroni e la scarsa solidarietà nella lotta. Nella Bassa padana entrano in agitazione anche gli “scariolanti”, cioè i braccianti impegnati nello scavo dei canali e nelle opere di bonifica delle terre paludose. Sono operai nullatenenti, pagati non a ore, ma per il numero di carriole di terra riempite e trasportate. Sono “veri e propri proletari della terra”, che inseguono opportunità di lavori precari, stagionali nei lavori di arginatura. Costituiscono “una torma di gruppi di nomadi, che, ormai sradicati dai luoghi di provenienza, vagherà per le campagne liberate dalle acque, alla perpetua ricerca di un modo qualunque per ottenere un lavoro” (Bassi). In novembre si avrà la prima importante agitazione agricola a Molinella: circa 3.000 braccianti di San Martino in Argine sciopereranno per dieci giorni per migliori condizioni salariali. L’8 dicembre i braccianti di San Giovanni in Persiceto entreranno in sciopero per il miglioramento del salario, ottenendo dopo due giorni un risultato positivo. Le agitazioni e gli scioperi agricoli nel Bolognese si intensificheranno negli anni successivi. Tra il 1883 e il 1890, secondo una statistica ministeriale, vi saranno oltre settanta scioperi per un salario migliore, la giornata lavorativa di otto ore e il diritto di collocamento. Negli ultimi anni dell'800 non vi saranno scioperi solo nel 1891 e nel 1896. Non di rado, però, l'offerta di braccia al ribasso scatenerà una vera e propria “guerra fra i poveri” e i proprietari terrieri cercheranno spesso di utilizzare operai “krumiri” provenienti da altri paesi, piuttosto che scendere a patti con gli scioperanti.dettagli
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8 agosto 1883Il Fascio della DemocraziaDurante i lavori del Congresso dei radicali, che si tiene a Bologna l'8 agosto e a cui partecipano numerosi esponenti repubblicani e socialisti, nasce un nuovo raggruppamento politico: il Fascio della Democrazia. Suo obiettivo primario è l'opposizione alla politica di trasformismo della sinistra storica. Il comitato centrale è formato dai deputati Giovanni Bovio (1837-1903), Felice Cavallotti (1842-1898) e Andrea Costa (1851-1910). L'esperienza avrà vita breve. Il movimento sarà presto abbandonato da alcuni tra i suoi maggiori dirigenti, quali Aurelio Saffi (1819-1890) e lo stesso Costa. Il primo sostiene un'opposizione democratica, che contempli l'autonomia dei vari gruppi e programmi; il secondo è invece fautore del primato socialista e della fusione dei singoli "partiti".dettagli
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10 ottobre 1883Insuccesso della commedia "Pisuneint" di TestoniLa commedia Pisuneint (pigionanti) di Alfredo Testoni debutta il 10 ottobre senza fortuna al Teatro del Corso. Lo stesso autore parla di “non lieto esito”. Dopo altre recite infelici a Modena, la compagnia verrà sciolta. Testoni ne ricostituirà una nuova nel 1888. Nel frattempo lavorerà a Roma come redattore del “Capitan Fracassa”.dettagli
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16 novembre 1883Muore Giovanni Battista ErcolaniMuore Giovanni Battista Ercolani (1817-1883), medico veterinario, patriota e scienziato. Allievo di Antonio Alessandrini, fu a lungo insegnante all'Università di Bologna, segretario perpetuo dell'Accademia delle Scienze, Preside della Facoltà di Medicina e Rettore tra il 1868 e il 1871.Nel 1876 aveva coronato il suo sogno di una adeguata organizzazione delle scuole di Veterinaria, con l'avvio della Scuola superiore di Medicina Veterinaria.Fu membro della Costituente romana nel 1849 e dell'Assemblea delle Romagne nel 1860. Fu più volte consigliere comunale e deputato in Parlamento per la Destra di Minghetti, di cui era amico.Fu tra i più assidui frequentatori della libreria Zanichelli, dove era solito attardarsi a giocare a domino. Domenico Zanichelli ne ha lasciato un preciso ritratto:Egli odiava tutto ciò che è falso, tutto ciò che è gesuitico, per così dire, nella nostra vita sociale, odiava l'intrigo, la mala fede, l'inganno e amava, sopra ogni altra cosa, il suo paese ... Benché moderato, era fieramente anticlericale, e non lo nascondeva: darwiniano, razionalista, scettico, la religione gli pareva superstizione, ma a questa si inchinava, bensì non poteva soffrire i preti. Ma quanta bontà, quanta squisita gentilezza d'animo, quanta delicatezza in quel fiero e irsuto romagnolo, che non aveva paura di nulla e, vecchio, lottava colla fede giovanile pel suo ideale, cioè, per la patria e per la scienza!dettagli