Cronologia di Bologna dal 1796 a oggi
Archivio di notizie sulla storia della città e del suo territorio dal 1796 ad oggi. Con riferimenti bibliografici, link, immagini.
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1881Aumento della popolazioneDal 1860 la popolazione di Bologna aumenta sensibilmente. Il censimento del 1881 registra 121.579 abitanti nel comune. La città tocca i 92.000 abitanti entro le mura, suo massimo storico. La densità media raggiunge i 223 abitanti per ettaro. Più del 50 per cento delle persone oltre i 6 anni sono analfabeti. L'Università conta solo 733 iscritti.dettagli
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1881Luigi Mancinelli direttore del Liceo musicaleFondatore della Società del Quartetto, promotore di “concerti popolari” al Teatro Brunetti, interprete wagneriano per eccellenza, Luigi Mancinelli (1848-1921) viene eletto direttore del Liceo musicale. Negli anni successivi sarà anche Maestro di cappella di San Petronio e direttore principale al Teatro Comunale. La sua presenza farà crescere di molto il livello qualitativo dell'orchestra bolognese. Nella città felsinea egli entrerà in contatto con musicisti e compositori di talento, come il giovane Ferruccio Busoni e Richard Wagner. Nel 1884 al Comunale sarà rappresentata la sua opera romantica Isora di Provenza, che qui otterrà grande successo - Enrico Panzacchi scriverà un articolo laudativo sul "Fanfulla della Domenica" - mentre avrà un'accoglienza piuttosto fredda a Milano. Più feconda sarà la sua attività concertistica, con la quale contribuirà a rivelare la musica dei grandi maestri del romanticismo tedesco, da Weber a Schumann, attirando a Bologna "virtuosi di grande valore e rinomanza". Per la grande fama e benevolenza acquisita, desterà stupore il suo improvviso abbandono della città nel 1886, dopo essersi dimesso da tutte le cariche.dettagli
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1881Un osservatorio metereologico a San LucaL'Arcivescovo di Bologna Lucido Maria Parrocchi (1833-1903) inaugura a San Luca l'osservatorio metereologico, voluto dalla Società Metereologica Italiana e generosamente finanziato dal conte Antonio Galeazzo Malvasia (1819-1884). Nella prima parte della sua vita il conte Malvasia ha ricoperto vari incarichi amministrativi. Verso la fine si è appassionato di problemi scientifici legati alla sismografia e alla metereologia. All'interno del suo palazzo di via Zamboni ha impiantato nel 1872 un osservatorio sismico, inventando poi personalmente numerosi apparecchi. Prima di morire lascerà alla fabbriceria del santuario di San Luca la sua ricca collezione di strumenti scientifici. L'osservatorio metereologico-sismico del santuario di San Luca sarà chiuso all'inizio del '900, disperso e dimenticato.dettagli
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1881Alla ricerca dello zolfo in Val di ZenaTra il 1881 e il 1887 l'ingegnere Francesco Orsoni sviluppa, nel comune di San Lazzaro di Savena, una importante ricerca di giacimenti sulfurei, denominata Farneto, nella quale impegnerà tutte le sue sostanze. Egli è probabilmente attratto dalla presenza tra i gessi del territorio bolognese di qualche traccia di “solfo amorfo” o “cristallino”. Può avere illuso il cercatore anche il fatto che nell'autunno 1872 in Val di Zena è stato scoperto "un ammasso solfifero assai promettente", forse un grosso ovulo di “solfo amorfo”. Le ricerche di Orsoni in Val di Zena e in Val d'Idice saranno del tutto infruttuose. I tecnici del Corpo delle Miniere lo sconsiglieranno a più riprese di continuare gli scavi, non essendoci indizi della presenza in zona di significativi giacimenti. La concessione gli sarà infine tolta nel 1888.dettagli
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1881La Deputazione di Storia Patria salva il cenobio di San VittoreGrazie alla decisa azione della Deputazione di Storia Patria, presieduta da Giosue Carducci, l'antico cenobio di San Vittore (X-XIII sec.), sulla collina bolognese, è salvato dalla distruzione. La chiesa accanto al convento che fu dei Canonici Lateranensi è la più antica di Bologna tra quelle suburbane. In passato questo luogo di raccoglimento e meditazione accolse importanti personaggi, come Ugo da Porta Ravegnana, che il maestro Irnerio chiamava “mens legum”. Dopo le soppressioni del 1866, il convento è diventato magazzino militare e ha subito grandi vandalismi. Dal 1909 al 1914 la chiesa sarà restaurata da Guido Zucchini e ulteriori restauri seguiranno nel corso del secolo.dettagli
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1881La banda municipale si trasferisce ai Giardini MargheritaCon l'impianto del servizio tramviario e l'ingombro della nuova statua di Galvani, i tradizionali concerti del venerdì della banda municipale si trasferiscono ai giardini Margherita. Le serate bandistiche sono molto popolari a Bologna: è un tipo di musica che "serve poco à buoni gustai, ma molto agli amanti e alle mammine eleganti". In occasione dei "Venerdì dell'Antonelli" - dal nome del maestro che li dirigeva - piazza della Pace, illuminata a giorno assieme al portico dell'Archiginnasio, era occupata da centinaia di sedie, accessibili a modico prezzo, disposte dai caffè della zona e dalla Birreria Hoffmeister. Il cav. Alessandro Antonelli (1828-1895) eseguiva brani tratti dalle opere rappresentate al Teatro Comunale, affrontando anche il difficile repertorio wagneriano. La sua direzione è ricordata in un celebre sonetto di Stecchetti: Quando Antonelli col cheppì alla sgherraE lo spadon sui tacchiCava gli applausi e i bis di sotto terraCoi Goti del.... Panzacchi. La banda musicale fu istituita dal Municipio nel 1856. Cominciò suonando la Marcia di Radetzky di Strauss. Era composta inizialmente da 45 elementi e aveva le stesse divise della Guardia urbana d'onore. Doveva intervenire in tutte le parate e passeggiate militari e durante il trasporto in città della Madonna di San Luca. Dal 1873 è passata sotto l'Ufficio Istruzione e il capo-banda fa parte, da allora, del corpo insegnante del Liceo musicale. Dal 1895, con la morte del maestro Antonelli, la direzione sarà assunta dal maestro Filippo Codivilla, che la terrà fino al 1913.dettagli
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1881L'Istituto per i ciechiGuglielmo Garagnani, esperto di telegrafia, riunisce nel periodo delle vacanze scolastiche un gruppo di ciechi nelle scuole di Piazza San Domenico e impartisce loro qualche nozione, utilizzando dapprima l'alfabeto Morse e quindi il Braille. Di lì a poco dopo coinvolge nell'impresa il giovane conte Francesco Cavazza (1860-1942) e altri suoi amici, quali il conte Luigi Salina, il marchese Antonio Scarselli, l'avvocato Arrigo Franchi. Alla Scuola Asilo per fanciulli ciechi poveri, che avrà come primo, improvvisato maestro il giovane cieco Oreste Alvisi, seguirà - grazie alla dotazione del conte Felice Cavazza, padre di Francesco, e di altri benefattori - l'Istituto dei ciechi di Bologna, eretto in Ente Morale nel 1886 e dotato di statuto organico per il suo funzionamento. Esso accoglierà giovani non vedenti residenti nella provincia di Bologna, impartendo loro una istruzione di base e avviandoli ad alcuni mestieri, come l'impagliatura di sedie, l'accordatura dei pianoforti e la confezione di scope e spazzole. Avrà tra i suoi allievi i musicisti Carlo Grimaldi, Antonio Belletti, Alberto Mignani e i letterati Giuseppe Fabbri e Giuseppe Tognoli. Il suo "massimo generoso campione" sarà il prof. Augusto Romagnoli (1879-1946), che dedicherà la sua vita "all'elevazione intellettuale e sociale di tutti i ciechi d'Italia". Dal 1888 la sede dell'Istituto sarà in via Castiglione, in un palazzo la cui facciata è attribuita a Edoardo Collamarini. L'inaugazione del nuovo edificio avverrà l'8 maggio di quell'anno alla presenza dei reali italiani. Nel 1931 l'Istituto dei ciechi di Bologna verrà intitolato al conte Francesco Cavazza (1860-1942), sodale e sostenitore di Rubbiani nel restauro di edifici medievali, uno degli uomini più ricchi e munifici della città. (A Bologna un tempo si diceva: "Non sono mica Cavazza", per dichiarare la propria modestia economica). Animatore della vita culturale cittadina, ricoprirà tra l'altro importanti incarichi politici: consigliere comunale a Bologna, sindaco di Minerbio, deputato del III Collegio. Nell'ultima parte della sua vita venderà gran parte del suo patrimonio, dedicandosi a studi e beneficenza.dettagli
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24 gennaio 1881Forte terremoto nell'Appennino bologneseIl 24 gennaio alle 16 circa si registra uno “spaventoso” terremoto ondulatorio - VII MCS, settimo grado della scala Mercalli, direzione da NE a SW - sull'Appennino bolognese. E‘ preceduto da un forte rombo e dura circa 5 secondi. I maggiori danni si hanno nei dintorni di Monterenzio e di Loiano. A Bologna vengono lesionati vari edifici - tra i quali il santuario della Madonna di San Luca - e cadono alcuni camini. Molti abitanti fuggono dalle case. Si tratta dell'episodio più rilevante di un periodo sismico esteso tra gennaio e maggio, con diversi epicentri in Emilia e in Romagna.dettagli
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febbraio 1881La Fiera in piazza VIII Agosto: dal Festival al Luna ParkLa Fiera del Festival, allestita in precedenza in piazza San Domenico e in piazza Maggiore, approda nel 1881 nella piazza VIII Agosto, conosciuta dai bolognesi come la “Piazzola”. Qui, attorno al tradizionale baraccone per il ballo, sorgono un café-chantant e cinquanta botteghe fantastiche, con numerose attrazioni popolari: vi sono spettacoli di burattini, si ammirano la donna infernale e la donna Sansone, si prova la forza del pugno, del braccio e del polmone. Tra i divertimenti per i bambini spiccano le grandi giostre a vapore. Ginnasti spericolati fanno esercizi su trapezi aerei. Natali vende nasi finti nel "mercatino di mezzo". Con 5 centesimi si fa un giro in tram. Una fanfara invita la gente alle danze: dai rioni popolari di via San Carlo e di via delle Casse convengono abili ballerini. Sul palco si alternano attori e declamatori di zirudelle. Nel 1881 lo spettacolo è illuminato per la prima volta con l'energia elettrica (di 100.000 candele), grazie a un impianto di motrici a vapore. Una zirudela, scritta per l'occasione, ricorda che si accesero tante fiammelleche splendevano come il solee luccicavano come le stelle. Nel 1886 si terrà una grande lotteria con oltre 50.000 premi. L'edizione di maggior successo sarà quella organizzata da Antonio Fiacchi nel 1888. All'inizio del '900 la Fiera del Festival del carnevale si trasformerà in Luna Park, il luogo in cui andranno a sistemarsi tutti i "baracconi dei divertimenti": serragli, giostre, bersagli, uno accanto all'altro, "tra un baccano catastrofico di organetti, trombe ed urli". Al centro della piazza sarà installata una grande giostra a vapore, ambita da tutti i "cinni" di Bologna. Nel 1902 comparirà anche il cinematografo.dettagli
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31 marzo 1881Muore Gaetano GaspariMuore Gaetano Gaspari (1808-1881), docente e bibliotecario del Liceo musicale bolognese. A lui si deve l'ampia integrazione, il riordino e la schedatura della famosa biblioteca musicale di Padre Martini. E' stato in gioventù maestro di cappella a Cento e a Imola. A Bologna ha diretto il coro del Teatro Comunale e quello di San Petronio. E' stato compositore di musica sacra e buon pianista. La biblioteca musicale da lui raccolta, assieme a quella di Padre G.B. Martini, costituirà il nucleo principale del Civico Museo Bibliografico Musicale, amministrato dal Comune di Bologna. I volumi del catalogo generale della biblioteca, con le indicazioni tratte dalle schede di Gaspari, saranno pubblicati a partire dal 1890 dal suo successore Federico Parisini.dettagli
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26 aprile 1881Esperimenti con la macchina BolléeIl giornale “La Patria” annuncia, per il pomeriggio del 26 aprile, l'effettuazione di alcune corse sperimentali della macchina Bollée (di Amédée Bollée, inventore francese, 1844-1917), una sorta di vettura tramviaria azionata da un motore a vapore. E' previsto che la carrozza, partendo dalla stazione ferroviaria, arrivi in piazza Vittorio Emanuele II da porta San Felice, per poi uscire da porta Saragozza. Fuori città dovrà raggiungere Casalecchio di Reno e Corticella. Il giorno stabilito i bolognesi si affollano in massa lungo il percorso, la vettura trascorre sbuffando “tra lo stupore dei paesani e lo schiamazzo dei ragazzi”. A Casalecchio si ferma davanti al Municipio dove scendono alcune autorità provenienti da Bologna. In definitiva la prova non è convincente: “il nuovo sbuffante veicolo delude e viene deriso” (Brini). La carrozza a vapore non farà altri percorsi sperimentali e non si vedrà più.dettagli
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30 aprile 1881Andrea Costa fonda l' "Avanti!"“Avanti alla luce del sole e a bandiera spiegata!” Così comincia l'articolo di fondo del settimanale “socialistico” voluto da Andrea Costa al rientro dall'esilio a Lugano e pubblicato a Imola presso la Lega Tipografica. Il giornale è ricco di corrispondenze da vari paesi europei e da molte sezioni socialiste italiane. Il primo numero è subito sequestrato, con l'accusa di provocare l'odio fra le classi e offendere il diritto di proprietà. Nel periodo iniziale l' "Avanti!" avrà vita grama per le continue censure: 17 sequestri su 18 numeri. Dopo varie riprese e spostamenti di sede cesserà le pubblicazioni nel 1882. Il congresso socialista di Firenze del 1896 ne deciderà la rinascita come quotidiano e organo del Partito socialista, sotto la direzione di Leonida Bissolati.dettagli
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1 maggio 1881Il giornale democratico "Don Chisciotte"Giuseppe Barbanti Brodano e Luigi Lodi fondano il “Don Chisciotte”. Nelle loro intenzioni deve essere un giornale “libero, vivace, disinteressato, battagliero”. La direzione è affidata al giornalista piacentino Luigi Illica (il futuro librettista di Puccini). Il programma è dettato da Giosue Carducci: "Della nazione affermare i diritti, gli interessi, la dignità; nella verità etnografica, secondo la tradizione storica, co'l sentimento patrio; sempre, per tutti, contro tutti". Il periodico diviene in breve portavoce dell'Associazione democratica bolognese, di matrice repubblicana e vicina ai liberali progressisti. Sarà definito dall'Autorità un "periodico di carattere altamente sovversivo". La redazione è in via Farini n. 2, accanto al Caffè delle Scienze. Vi si incontrano “poeti, professionisti, patrioti e giornalisti” in un clima spesso festoso “con molti brindisi, molti discorsi, scherzi e burle improvvisati o preparati”. Vi si svolgono inoltre serate di letteratura in cui declamano Giosue Carducci e Olindo Guerrini, accademie di musica o sessioni dedicate a “esperimenti di zincotipia”. Al “Don Chisciotte”, "povero cavaliere dell'idea perduto tra gli opportunisti e i trasformisti", collaborano Abdon Altobelli, Felice Cavallotti, Guido Mazzoni, Enrico Panzacchi, Corrado Ricci, Aurelio Saffi, oltre ai citati Carducci e Guerrini. In redazione siedono i leader democratici bolognesi, come Giuseppe Ceneri e Quirico Filopanti. Di frequente a corto di finanziamenti, il giornale sarà sospeso nei giorni dello "schiaffo di Tunisi" - il 12 maggio 1881 la Francia occupa la Tunisia, paese nelle mire coloniali dell'Italia - per il coinvolgimento di Illica e Lodi in dimostrazioni anti-francesi e per alcuni articoli fortemente ostili alla potenza transalpina.dettagli
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10 maggio 1881Le filatrici della Canonica scendono in scioperoIl 10 maggio 240 operaie alla Filanda della Canonica di Casalecchio scendono in sciopero “dopo l’ora di colazione”. Chiedono un aumento di salario e una diminuzione delle ore di lavoro. Le filatrici ad acqua lavorano in fabbrica 12 ore e 40 minuti al giorno per una mercede di soli 75 centesimi. Molte di loro vengono a piedi da paesi piuttosto distanti: devono “uscire di casa di notte, per tornarvi ancora in piena notte”. Le scioperanti chiedono di portare il salario a una lira al giorno per 12 ore effettive di lavoro. Il sindaco di Casalecchio, il comandante dei carabinieri e il Questore di Bologna intervengono presso la direzione della fabbrica a favore delle lavoratrici. L’agitazione si risolve in giornata: le donne ottengono un aumento di cinque centesimi. Prevale il timore di una sospensione generale del lavoro e della disoccupazione.dettagli
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5 giugno 1881Riattivazione dell'acquedotto romanoViene riattivato l'acquedotto romano dell'epoca di Augusto, che porta l'acqua del fiume Setta alle pendici dei colli cittadini, attraverso un cunicolo sotterraneo di circa diciotto chilometri. Il recupero dell'antica infrastruttura è opera di Antonio Zannoni (1833-1910), ingegnere capo dell'Ufficio Tecnico municipale, che dal 1862 ha condotto indagini sul condotto e dal 1876 ha curato l'allacciamento della galleria sotterranea a nuove strutture di presa dell'acqua dal Setta. Il nuovo impianto è gestito dalla S.N.A.G., Società Nazionale Gasometri ed Acquedotti, promossa tra gli altri da Bettino Ricasoli e Luigi Tanari. L'inaugurazione avviene domenica 5 giugno, alla presenza delle maggiori autorità, in vari luoghi della città: prima al serbatoio d'arrivo posto fra le porte D'Azeglio e Saragozza e poi in centro. In piazza Maggiore sono aperte la fontana del Nettuno e quella provvisoria davanti a San Petronio, dalla quale si leva un getto “magnifico e copioso”. A seguire è attivata una fontana “di effetto sorprendente” in piazza Cavour. In altre strade sono installati getti d'acqua “improvvisati”, che destano la curiosità dei bolognesi. Molti vogliono assaggiare l'acqua appena arrivata dal Setta, nonostante la raccomandazione di aspettare qualche giorno perché sia veramente potabile. Per l'occasione Corrado Ricci (1858-1934), storico dell'arte e archeologo, allievo di Carducci, detta un'epigrafe encomiastica all' "illustre ingegnere bolognese" Antonio Zannoni, che a sua volta, con un manifesto affisso alle cantonate, ricorda ai concittadini la lunga vicenda della riscoperta dell'antico cunicolo. Fontanelle definitive in ghisa saranno installate a partire 1882 grazie a capitali inglesi. Subito dopo cominceranno gli allacciamenti alle abitazioni private. Il ripristino dell'acquedotto romano porterà un miglioramento delle condizioni igieniche in città, nonostante i prezzi piuttosto alti del servizio. I casi di colera, ad esempio, diminuiranno nei vari quartieri in proporzione alla diffusione dei nuovi condotti e delle fontanelle pubbliche di acqua potabile, che andranno a sostituire i tradizionali pozzi di falda. Durante i lavori di costruzione del serbatoio dell'acquedotto in via San Mamolo, l'ing. Zannoni ha scoperto, non lontano dal corso del torrente Aposa, alcuni fondi di capanne facenti parte di un villaggio dell'età del bronzo (circa 1.300 a.C.).dettagli
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1 luglio 1881L'Asilo per bambini lattantiLa sezione femminile della Società Artigiana, di cui fanno parte Augusta Tanari Malvezzi e Adele Bingham Gregorini (1821-1898), promuove un Asilo per bambini lattanti, ispirato ad analoghe istituzioni sorte in Francia e a Milano (per opera di Giuseppe Sacchi). La presidenza è affidata a Giovanni Malvezzi dé Medici, ma fanno parte della commissione promotrice uomini politici eminenti, come Gaetano Tacconi, Ferdinando Berti, Giuseppe Ceneri. Collocato in via delle Lame n. 57 (Casa ex Facchini), in una zona di abitazioni popolari, l'asilo accoglie, nelle ore diurne, bambini entro i tre anni di età, figli di operaie costrette a lasciare la propria casa per recarsi al lavoro. E' condotto dalla signora Dina Viani, laureata in ostetricia, con minuziose prescrizioni igieniche: per esempio è escluso l'allattamento baliatico. Per evitare la pura assistenza, è richiesta, inoltre, una lieve tassa di frequenza. Nel 1906 una nuova sede, in grado di accogliere oltre 100 bambini, sarà inaugurata in via del Porto.dettagli
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23 luglio 1881La bonifica di BuranaDopo le disastrose piene del Po del 1872 e del 1879, la legge n. 333 del 23 luglio 1881, voluta dal ministro Alfredo Baccarini, autorizza una forte spesa statale per la costruzione di opere stradali e idrauliche negli anni 1881-1895.Tra i territori bisognosi di interventi urgenti vi è quello di Burana, sul quale si riversano anche le acque dei torrenti e dei canali tra il Reno e il Panaro.Nel 1884 l'ingegnere Italo Maganzini del Genio Civile, incaricato di redigere un Progetto Generale di bonifica, presenta un piano che prevede la separazione delle acque dell'alta pianura modenese da quelle più basse, in modo da sgravare la provincia di Ferrara da un apporto idrico eccessivo.Tra i vari interventi vi è la raccolta delle acque alte modenesi nel Canale Diversivo di Burana e scarico nel Panaro in località Santa Bianca; la raccolta delle acque basse modenesi, ferraresi e mantovane con scarico nella Botte Napoleonica; la costruzione di una chiavica a Stellata per consentire la navigazione sul Po di Volano.I lavori non potranno essere ultimati in breve tempo. Nel 1891-92 piogge incessanti allagheranno gran parte del territorio di Burana, distruggendo i raccolti di due annate. Il governo sarà allora indotto a istituire, attraverso la Legge-Convenzione Genala, il Consorzio Interprovinciale per la bonifica di Burana, con lo scopo di realizzare i progetti non iniziati dallo Stato.A cura del Consorzio nel 1899 sarà inaugurata la Botte Napoleonica di Bondeno e saranno realizzati nuovi canali a integrazione del sistema scolante del comprensorio di Burana.Il periodo di maggiore sviluppo delle opere di bonifica si avrà dopo l'emanazione delle leggi n. 3256 (1923), n. 3134 (1928) e n. 215 (1933). Esse daranno più competenze al Consorzio, che estenderà in modo capillare il proprio operato sul reticolo idraulico di tutto il comprensorio.Su progetto di Alberto Baroni esso sarà diviso in due bacini, che faranno capo agli impianti Santa Bianca (1928) e Pilastresi, nei pressi di Bondeno. Sarà previsto lo scavo di oltre 850 km di canali e la costruzione di impianti idrici sussidiari.Per le acque in territorio bolognese e modenese (comuni di Crevalcore, Sant'Agata Bolognese, San giovanni in Persiceto), tra il torrente Samoggia e il fiume Panaro verranno attivati la chiavica di Foscaglia a Finale Emilia per le acque alte e l'impianto idrovoro di Bondeno Palata, inaugurato nel 1926, che consentirà l'immissione per sollevamento dal canale collettore delle acque basse al Panaro.dettagli
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agosto 1881Il Partito socialista rivoluzionario di RomagnaA Rimini, durante un congresso clandestino presieduto da Andrea Costa, al quale partecipano una quarantina delegati dei circoli anarchici della regione, viene fondato il Partito socialista rivoluzionario di Romagna. Secondo il programma, pubblicato sul giornale "La Plebe" di Milano, il partito - strumento di lotta “fra classe e classe” - ripudia il metodo cospirativo anarchico e si propone, attraverso un'azione alla luce del sole, di abbattere l'ordine attuale e favorire l'avvento di una nuova società socialistica. Esso deve essere in grado di promuovere la rivoluzione quando vi sono le condizioni necessarie per la sua riuscita, di ispirarla e dirigerla quando è scoppiata. Il secondo congresso del Partito Socialista rivoluzionario di Romagna sarà convocato nel 1883 a Ravenna, ma verrà sciolto con la forza dalla polizia. Durante il terzo congresso, riunito a Forlì il 20 luglio 1884, sarà fondato il Partito Socialista Rivoluzionario Italiano.dettagli
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22 agosto 1881Il progetto degli acquedotti rurali di Quirico FilopantiQuirico Filopanti, estroverso intellettuale di Budrio, rappresentante democratico, scrive al sindaco di Ravenna proponendo l'idea di una rete di acquedeotti rurali e urbani, destinati a risolvere definitivamente il problema idrico tra Bologna e il mare. Il progetto prevede la captazione delle acque nel territorio di Castelfranco Emilia e la distribuzione tramite una conduttura in rovere rivestita di zinco e sostenuta da pali da collocare lungo le vie. Filopanti attribuisce grande importanza al contesto rurale, anche per ragioni socio-economiche: è giusto che i contadini, che con il sudore della loro fronte alimentano tutta la popolazione, abbiano tra i primi la soddisfazione dell'acquedotto. L'impianto è del resto pensato soprattutto per affrontare l'emergenza sanitaria: il colera, il tifo, la gastroenterite sono in questo periodo tra le maggiori cause di morte della popolazione rurale.dettagli
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3 settembre 1881Il teatro comunale di CrevalcoreIl 3 settembre si inaugura con il Trovatore di Verdi il nuovo teatro di Crevalcore. Sostituisce una precedente struttura in legno situata all'interno della residenza municipale, opera del XVIII secolo di Giacomo Monari, allievo di Ferdinando Galli Bibiena. Per il nuovo edificio teatrale erano stati presentati - e in seguito accantonati - vari progetti, giudicati troppo moderni o troppo costosi (Antonio Cipolla, Luigi Ceschi, Fortunato Lodi). Nel 1874 finalmente è stato scelto, con pieno accordo della municipalità e dei palchettisti, il disegno dell'ingegnere Antonio Giordani di Cento (1813-1897): una semplice cavea a ferro di cavallo con tre ordini di palchetti dalla foggia tradizionale, senza gallerie sovrapposte. Il modesto progetto di Giordani è stato in seguito arricchito da Gaetano Lodi (1830-1886), “ornatista ordinario della Real Casa”, coinvolto dal 1877 nella commissione per la costruzione del teatro. Il professore, originario del paese, è anche autore della decorazione interna, svolta con una “rutilante composizione floreale”, che invade i palchi, il foyer e soprattutto il soffitto della sala principale, “ottenedo così un assai gradevole effetto d'insieme” (Bortolotti). Si tratta della prima “felice invenzione nel campo della decorazione teatrale” di un artista bolognese dai tempi di Antonio Basoli. Nel suo teatro Lodi riesce a riportare “quelle doti di freschezza e sciolta capacità immaginativa che sembravano ormai perse negli stanchi e ripetuti moduli della decorazione bolognese dei decenni centrali dell'Ottocento” (Farioli). La sua pittura anticipa lo stile floreale, che si affermerà pochi anni dopo a Bologna, grazie agli artisti della gilda di Alfonso Rubbiani. Il sipario, dipinto da Raffaele Faccioli (1845-1916), raffigura lo scienziato Marcello Malpighi (1628-1694) alla corte del Granduca di Toscana. La scena principale è circondata da un ricco ornamento, simile ad un arazzo antico, con i ritratti di altri crevalcoresi illustri. Per il giornalista Bassini, presente il giorno dell'inaugurazione, entrando nella elegante sala di Crevalcore “pare di entrare in un sogno”.dettagli
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12 settembre 1881La Banca cooperativaAristide Ravà (1836-1916), giornalista e politico liberale di origine reggiana, promuove la Banca cooperativa per gli operai e la piccola industria allo scopo di diffondere il credito tra gli artigiani, gli imprenditori e gli impiegati e per facilitarli nel risparmio. L'istituto di credito, inaugurato il 12 settembre 1881, consente tra l'altro di "fruire dei vantaggi della previdenza e della cooperazione". Dal 1901 attiverà una linea di credito diretto per le cooperative.dettagli
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25 settembre 1881Apre il "grande museo civico"Nei locali dell'antico Ospedale della Morte (XIV sec.), ampliato già nel 1878 di due bracci, viene inaugurato il Museo Civico di Bologna. Alla cerimonia di apertura è assente il direttore Giovanni Gozzadini (1810-1887), che il giorno precedente ha perso la moglie Nina, compagna di vita e assidua collaboratrice dei suoi studi e ricerche. Il museo inizialmente comprende due sezioni, una archeologica e una medievale e moderna. Raccoglie le “memorie patrie” e riunisce le raccolte universitarie (Aldrovandi, Cospi) da tempo ospitate presso la biblioteca pubblica dell'Archiginnasio e molto arricchite dal lascito del pittore Pelagio Palagi (1860) e dai reperti delle necropoli villanoviane (la Certosa e altre) scoperte dal 1869. La creazione del museo ha avuto un impulso decisivo dal Congresso internazionale di Archeologia tenutosi a Bologna nel 1871. L'ex Ospedale della Morte, ristrutturato da Coriolano Monti, conservando del vecchio edificio solo le arcate di un chiostro e gli avanzi di una loggia trecentesca (Zucchini), ospita anche l'Archivio di Stato. E' unito all'Archiginnasio con un sovrapassaggio attraverso via dé Foscherari (1861), simbolica "unione fra sapienza e carità" (Foschi), cioè fra lo Studio e l'antico Ospedale. Il chiostro, trasformato in giardino, è ornato con una fontana con puttino dello scultore centese Stefano Galletti. Nel grande salone al piano superiore gli affreschi di Luigi Busi (1837-1884) mostrano scene tratte da tombe etrusche. Nell'intenzione di Gozzadini, ideatore e promotore del ciclo pittorico, le immagini hanno il compito di descrivere in modo immediato la funzione e l'uso delle suppellettili esposte nelle vetrine. Il "grande museo civico" supera i limiti, molto angusti, di quello inaugurato nel 1871: ora è possibile esporre integralmente i reperti che provengono dai numerosi scavi aperti. Bologna si pone come punto di riferimento per la conoscenza della protostoria italiana. Scrive il grande studioso Pigorini che "visitando il Museo di Bologna par di assistere oggi ancora alle esplorazioni delle necropoli e non se ne esce mai senza provare il vivo desiderio che si impari una buona volta a fare altrettanto".dettagli
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26 settembre 1881Il Congresso internazionale di Geologia e il Museo GeologicoDal 26 settembre al 2 ottobre si svolge nell'aula magna del Liceo musicale il secondo Congresso internazionale di Geologia, sotto la presidenza onoraria dell'ex ministro delle Finanze e valente scienziato Quintino Sella (1827-1884) e quella effettiva di Giovanni Capellini (1833-1922), professore di Geologia e Paleontologia all'Alma Mater dal 1860. Nel corso del congresso sono inaugurati il Museo Geologico e la prima Esposizione internazionale di Geologia Paleontologia. Il museo è allestito nell'edificio di via Zamboni che fu sede fino al 1869 delle cliniche universitarie. Una tribuna, dedicata al grande naturalista Ulisse Aldrovandi (1522-1605), ospita gli oggetti illustrati nel suo Musaeum metallicum, compilato nel 1648 da Bartolomeo Ambrosini su incarico del Senato bolognese. Negli anni seguenti, tramite assidue ricerche sul campo e numerose donazioni, Capellini porterà il Museo Geologico bolognese ad una grande consistenza, fino a farlo diventare il più importante museo paleontologico italiano. Durante il congresso, tappa fondamentale per le discipline della terra, viene fondata la Società geologica italiana. La prima riunione si tiene la sera del 28 settembre in una sala dell’Archiginnasio. Il 30 settembre gli “illustri ospiti” assistono al Teatro Comunale a una grande concerto orchestrale diretto dal maestro Luigi Mancinelli, con musiche di vari autori, tra cui Wagner, Rossini e Verdi.dettagli
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14 ottobre 1881Muore lo scultore Paolo AleottiMuore lo scultore Paolo Aleotti (1813-1881). Originario di Barco di Bibbiano (RE), studiò alla Scuola d'Arte di Reggio Emilia e all'Accademia di Parma. Fu discepolo del pittore reggiano Prospero Minghetti. Dal 1846 fu allievo a Firenze di Lorenzo Bertolini, pur continuando ad avere importanti commesse in Emilia. Dal 1860 al 1881 fu docente all'Accademia di Belle Arti di Bologna. E' autore di numerosi monumenti sepolcrali alla Certosa, compresa la sua stessa tomba, situata nel braccio di ponente del Chiostro I o d'Ingresso, che ha questa epigrafe: "Qui riposa vegliato dal caro putto opera sua". Vi campeggia infatti un bambino a gambe incrociate, con in mano delle melagrane. E' considerata una delle migliori sculture del cimitero bolognese.dettagli
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3 dicembre 1881Servizio medico a domicilioIl Consiglio comunale decide di realizzare il servizio medico a domicilio, già proposto alcuni anni prima dal prof. Francesco Rizzoli e previsto dal 1874 nell'ambito dell'operazione di concentrazione delle Opere pie. Per l'assessore Alberto Dallolio il servizio a domicilio "risponde al giusto concetto della beneficenza" e rafforza "i vincoli della famiglia": lo spettacolo della sofferenza e della morte rende, infatti, "gli affetti più intensi".dettagli
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22 dicembre 1881La nuova Loggia massonica "Rizzoli"Viene fondata la Loggia massonica “Rizzoli”, approvata dal Consiglio del Grande Oriente d'Italia (GOI). Tra i promotori vi è Augusto Dalmazzoni, presidente della Società Operaia. La sede, inizialmente presso lo studio dell'avv. Giuseppe Barbanti Brodano, sarà trasferita il 13 luglio 1883 in piazza Nettuno n. 2, al secondo piano del palazzo del Podestà. E' il primo tentativo di ricostruire una Loggia massonica a Bologna, dopo gli insanabili contrasti di natura politica, che avevano portato, nel 1868, allo scioglimento delle logge "Galvani" e "Felsinea". Primo Venerabile è Aristide Venturini, al quale succederà Guido Gozzi. Tra gli adepti vi sono Giosue Carducci e Giovanni Pascoli, "iniziato" da Barbanti Brodano il 22 settembre 1882, Quirico Filopanti, Giuseppe Ceneri, Aurelio Saffi, il rettore Magni e il sindaco Tacconi. La "Rizzoli" si occuperà di questioni politiche e sociali, si batterà ad esempio per l'accettazione della pratica della cremazione dei cadaveri, e farà opera di sostegno per i più deboli, appoggiando tra l'altro le attività della Società Operaia, in cui cercherà di far entrare il maggior numero possibile di Fratelli. Nel 1882 prenderà parte alla lotta elettorale, appoggiando la candidatura di Barbanti Brodano a Livorno. Nel maggio 1885, una trentina di affiliati chiederanno al Gran Maestro dell'Ordine la "demolizione" della Loggia bolognese, per le divisioni sorte al suo interno. Alla "Rizzoli" succederà poco dopo la Loggia "VIII Agosto".dettagli
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27 dicembre 1881La commedia "Instariarì" di Testoni al Teatro BrunettiL'Accademia Francesco Albergati mette in scena al Teatro Brunetti una delle commedie di Alfredo Testoni di maggior successo: Instariarì (Stregonerie). Indimenticabile il personaggio della Sgnera Neina, che sarà cavallo di battaglia di Argia Magazzari (1844-1934), l'attrice più nota del teatro vernacolo. La commedia, capolavoro nel suo genere, mirabile descrizione del mondo piccolo borghese, "con le sue debolezze, i suoi innocenti vizi, le sue superstizioni", rimarrà per sempre nel repertorio delle compagnie dialettali petroniane.dettagli