Cronologia di Bologna dal 1796 a oggi
Archivio di notizie sulla storia della città e del suo territorio dal 1796 ad oggi. Con riferimenti bibliografici, link, immagini.
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1880Pubblica assistenza e beneficenzaGli istituti di beneficenza, considerati un importante strumento di potere e controllo sociale, sono in gran parte retti da privati, con l'aiuto del comune e della provincia. La filantropia dei ceti dirigenti moderati, anche se in parte interessata, trae origine da una antica tradizione cittadina. Nel 1880 a Bologna vi sono otto istituti di primo livello: gli ospedali Maggiore e Sant'Orsola, l'Ospizio degli esposti, l'Opera pia dei Vergognosi, gli istituti educativi, la Congregazione di Carità, il Monte di Pietà e il Ricovero di Mendicità. Vi sono inoltre una ventina di istituzioni secondarie, quali gli Asili infantili, gli istituti Aldini Valeriani e Pallotti, le Scuole Pie, l'Asilo Primodì. 335 tra fondazioni e legati sono disseminati nelle parrocchie. Il patrimonio degli enti benefici ammonta a 36 milioni. Un Consorzio di beneficenza, costituito dal 1871, riceve il frutto dei divertimenti e degli spettacoli pubblici organizzati in città e lo distribuisce soprattutto al Ricovero, agli asili infantili e agli ospizi marini. Nel 1897, in un articolo apparso sul giornale "L'Amico del Povero", i socialisti accuseranno le opere pie di alimentare l'apatia "ributtante" di gran parte del popolo bolognese.dettagli
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1880Alfredo Tartarini vince per la seconda volta il premio CurlandeseAllievo di Tomaselli e Azzolini, il pittore ornatista Alfredo Tartarini (1845-1905) vince per la seconda volta - la prima è stata nel 1877 - il premio Curlandese di prospettiva. La fama di ornatista lo porterà nel 1888 all'incarico per il gonfalone dell'VIII Centenario dell'Università. Sarà assiduo collaboratore di Alfonso Rubbiani per i restauri nel palazzo della Mercanzia, in San Francesco e in San Petronio. Nel 1903 curerà l'allestimento della sala emiliana alla Biennale di Venezia. Dello stesso anno è la decorazione del suo atelier in via Castiglione, con motivi tratti dal mondo vegetale.dettagli
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1880Il PontelungoTra il 1878 e il 1880 è costruito, su progetto di Adriano Panighi, un elegante ponte ad arcate sulla via Emilia, chiamato in un primo tempo Ponte Nuovo e più tardi Pontelungo. Sostituisce l'antico ponte sul Reno risalente al XII secolo, ormai irrimediabilmente danneggiato dalle piene. I quattro capi delle spallette sono ornati da sirene in marmo scolpite da Carlo Monari (1831-1918), uno dei protagonisti della scultura bolognese di questo periodo, autore di numerosi monumenti sepolcrali alla Certosa (tombe Minelli, Cocchi, ecc.) Il ponte sarà gravemente danneggiato dalla piena del Reno del 1893 e durante la seconda guerra mondiale subirà le incursioni alleate.dettagli
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1880Palazzo Odorici a Bagnarola venduto ai bracciantiIl grande Palazzo Bentivoglio a Bagnarola, detto il Palazzo di Sopra, viene venduto a una cooperativa di braccianti. Fu acquistato nel Settecento dall'abate Pier Antonio Odorici, tesoriere di Papa Benedetto XIV e proprietario a Bologna del nobile palazzo Zani in via Santo Stefano. Costui, pur essendo soltanto un borghese arricchito, volle rivaleggiare con le nobili famiglie del luogo, in particolare i Malvezzi, che qui possedevano le ville dell'Aurelio e del Floriano - la piccola Versailles bolognese - e i Ranuzzi Cospi, proprietari della bella Villa di Sotto, situata poco più a nord. Odorici ristrutturò la villa, arricchendola all'interno con “mirabili pitture a tempera” raffiguranti scene bibliche e composizioni allegoriche, eseguite da Nicola Bertuzzi, detto l'Anconetano (1710-1777). Fece inoltre costruire accanto ad essa un grande edificio a ferro di cavallo, dotato di portici e botteghe e destinato a ospitare una fiera annuale degna di quella “privilegiata” dei Malvezzi. Dopo la morte di Pier Antonio, il figlio adottivo sperperò le sue sostanze. La grande villa di Bagnarola e gli edifici annessi furono venduti e passarono in varie mani. I braccianti uniti in cooperativa frazioneranno il palazzo in tanti appartamenti, “formando una specie di alveare diviso da tramezze entro atrii e saloni con ricchi dipinti sulle volte, circondati da belle cornici in stucco” (Beseghi). Le opere d'arte e le preziose decorazioni introdotte nel palazzo dall'Odorici saranno minacciate, senza loro colpa, dai fumi delle cucine, dalla polvere, dalle crepe. Nel '900 nell'area di Palazzo Odorici sorgerà la prima fabbrica della ditta Bitelli, famosa produttrice di rulli compressori e altre macchine per lavori stradali.dettagli
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1880Importanti rinvenimenti archeologiciTra il 1871 e il 1880, grazie all'opera di grandi studiosi e appassionati, quali Giovanni Gozzadini, Antonio Zannoni e Edoardo Brizio, Bologna è teatro di una serie ininterrotta di rinvenimenti archeologici, che interessano soprattutto la periferia sud-occidentale. Vengono alla luce un gran numero di tombe ricche di reperti, risalenti a diverse epoche antiche, tra la prima età del Ferro e il periodo romano. I sepolcreti, posti in prossimità dell'antico abitato cittadino, prendono il nome dei proprietari dei fondi in cui sono rinvenuti: Benacci, Benacci Caprara, Melenzani, De Lucca (1875); o delle località di scavo: Arsenale Militare (1874), Giardini Margherita (1876). All'Arsenale Gozzadini e Brizio trovano una necropoli con una cinquantina di tombe villanoviane.dettagli
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1880La raccolta dei bandi MerlaniI fratelli Merlani, ultimi titolari della Regia Tipografia, donano alla biblioteca dell'Archiginnasio una raccolta di circa 75.000 bandi, leggi e decreti a stampa pubblicati a Bologna tra il 1560 e il 1869. I preziosi documenti provengono dalla Stamperia Camerale di Bologna, che aveva la privativa per la stampa delle pubblicazioni ufficiali. La raccolta Merlani sarà integrata con quella degli "Avvisi del Comune di Bologna", quasi 6.000 pezzi datati tra il 1870 e il 1926, depositati regolarmente in biblioteca dalla stessa amministrazione municipale. I bandi e gli avvisi notificavano un tempo ai cittadini bolognesi i provvedimenti adottati dal municipio o dal cardinale legato, rappresentante a Bologna del Governo Pontificio.dettagli
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4 marzo 1880Un inverno freddo e buioIn una lettera ad Adele Bergamini, Giosuè Carducci descrive l'inverno bolognese come "freddo e buio" a paragone di quello romano. Benché asciutto, quello del 1879-1880 è in effetti un inverno freddissimo, il peggiore dal 1858. A gennaio la temperatura media è sui 2 gradi sotto zero e nel dicembre precedente è stato ancora più freddo, fino a 2,3 gradi sotto zero. Nelle campagne gelano le viti e gli alberi da frutto e gela il Po a Pontelagoscuro.dettagli
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6 marzo 1880Il chiosco dei giornali di piazza NettunoIn piazza Nettuno, di fronte al Canton dei Fiori, è collocato un elegante chiosco di giornali. In questo periodo va scomparendo lo “sconcio dei panchetti sulle pubbliche vie”. L'edicola dei fratelli Cattaneo - situata prima nel punto dove sarà murata la lapide della Vittoria, poi al lato opposto di piazza Nettuno - sarà la più tipica di Bologna: molto fornita anche di pubblicazioni estere, diventerà un luogo di ritrovo per uomini politici, studiosi, artisti e sportivi. I Cattaneo saranno i primi a istituire un regolare servizio di distribuzione di giornali, anche in lingua straniera. Saranno ad esempio i fornitori dell'Hotel Brun, uno dei luoghi d'accoglienza più prestigiosi in città. In piazza Nettuno sorgerà anche un elegante chiosco in stile liberty per la vendita delle bibite e dei gelati.dettagli
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16 aprile 1880Il mercato bestiame lungo le muraIl mercato bestiame, ospitato dall’età napoleonica nel Foro Boario situato fuori porta Maggiore nei pressi della chiesa degli Alemanni, viene trasferito - in attesa di una sistemazione più adatta - tra porta Lame e porta Galliera, sul terreno davanti alle mura un tempo occupato dal fossato.Il un articolo della "Gazzetta dell’Emilia" si denuncia l’inopportunità del luogo: "una striscia di terra lunga come una mura della città e larga pochi passi", con gli animali sistemati in una lunga fila, "come i soldati alla rassegna".dettagli
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24 maggio 1880Muore Francesco RizzoliMuore dopo lunga malattia il medico filantropo Francesco Rizzoli (1809-1880), clinico chirurgo dell'Università e a lungo presidente della Società medico-chirurgica bolognese. Le esequie sono celebrate in pompa magna nella basilica di San Petronio, alla presenza di numerose autorità e con il concorso di una grande folla. Rizzoli era famoso per la conoscenza dell'anatomia e per la rapidità con la quale operava. Secondo l'uso del tempo, la sua attività di chirurgo spaziava in tutti i campi della patologia. Ideava e si faceva costruire da artigiani esperti come i fratelli Lollini, strumenti e ferri chirurgici particolari. Fu tra i primi a sperimentare il cloroformio per l'anestesia Fu direttore sanitario durante la disastrosa epidemia di colera del 1855 e nel 1862 fu inviato dal Rattazzi al capezzale di Garibaldi, ferito in Aspromonte. Nel 1859 fu deputato all'Assemblea delle Romagne e nel 1877 venne eletto Senatore del Regno. Nel testamento lascia i suoi beni per la fondazione di un ospedale ortopedico, che sarà eretto sul colle di San Michele in Bosco e porterà il suo nome. Intanto l'Amministrazione comunale, con delibera consigliare del 1° maggio 1880, gli ha intitolato il tratto del Mercato di Mezzo da piazza Maggiore alle due torri. La nuova, più ampia, via Rizzoli sarà di fatto realizzata nel 1910, durante il mandato di Luigi Tanari.dettagli
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28 maggio 1880La casa di riposo per attori e il collegio per figli d’artistiIl 15 maggio aprono a Bologna la casa di riposo per vecchi artisti drammatici e il collegio-convitto per figli d’artisti, promossi dai signori Pagani e Boschi. La sera del 28 maggio al Teatro Comunale si tiene una serata a beneficio di questa istituzione. Vi prendono parte gli artisti della Compagnia di Alamanno Morelli, la soprano Mariannina Lodi Ruggi (1850-1923) e numerosi pianisti e maestri d’orchestra. Sotto la direzione di Luigi Mancinelli vengono eseguiti brani di Verdi, Saint-Saens, Boccherini, Bellini e Liszt, alcuni dei quali trascritti per 12 pianoforti dal maestro Gustavo Tofano. La stessa sera è messo in vendita un Albo-Ricordo con autografi inediti dei principali autori e artisti drammatici italiani. Il 23 giugno Ferdinando Berti interverrà alla Camera a favore della “nobilissima“ istituzione privata, sostenedo al contempo la necessità che lo Stato “intervenga a completarla”.dettagli
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15 agosto 1880Il card. Parrocchi consacra il santuario di BoccadirioSecondo la tradizione popolare nel 1480 a Boccadirio - località sull'Appennino nei pressi del Passo della Futa - la Beata Vergine apparve a due pastorelli di Baragazza, invitandoli a prendere i voti e a promuovere presso gli abitanti del luogo la costruzione di un tempio in suo onore. Il santuario fu costruito tra il XVII e il XVIII secolo a custodia di una sacra immagine della Vergine, opera in terracotta di Andrea della Robbia (1435-1525), inviata a Boccadirio nel 1505 da suor Brigida di Prato. Da allora il luogo divenne meta di pellegrinaggi dal Bolognese e dalla vicina Toscana. Il quarto centenario dell'Apparizione è “solennizzato splendidamente” dal 13 al 15 agosto, con la partecipazione - si dice - di oltre settantamila persone. Il 14 agosto i fedeli di Prato organizzano un “numeroso pellegrinaggio”. Il 15 il cardinale Lucido Maria Parrocchi (1833-1903), assistito da tre Vescovi e accompagnato "da una enorme folla osannante", consacra la chiesa e incorona solennemente l'immagine prodigiosa della Vergine. Per la ricorrenza tiene “uno dei suoi celebratissimi discorsi”. A ricordo dell‘evento saranno effettuati importanti lavori di restauro alla facciata della chiesa.dettagli
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2 ottobre 1880I tram a cavalliNonostante le perplessità di molti consiglieri, il Comune decide la realizzazione di alcune linee di tramway a cavalli. La prima è inaugurata il 2 ottobre, tra la ferrovia e Piazza del Nettuno, attraverso via Galliera. Il giorno dell'avvio del servizio il concorso dei curiosi è definito "straordinario" dal giornale "La Patria": decine di persone sostano soprattutto vicino ai punti critici del percorso, a quelle curve dove molti temono che il tram possa deragliare. Passano su e giù "carrozzoni stipati" di folla festosa e non succede nulla di infausto: l'inaugurazione "riesce benissimo". Il servizio tramviario è dato in concessione per 27 anni alla Societé Anonyme del Tramways et Chemins de Fer Economiques de Rome et Milan, comunemente chiamata "La Belga". Entro il 1880 sarà completata una prima rete urbana di sei linee: oltre al percorso diretto per la stazione, i tram raggiungeranno le porte S. Felice, San Mamolo, Maggiore, Saragozza e la barriera di Santo Stefano, affiancati da alcuni omnibus o "tram de pavé", marcianti su strada. Il deposito dei mezzi è stabilito nella zona ortiva della Zucca, a nord della città, mentre il capolinea principale è in piazza Vittorio Emanuele II (piazza Maggiore). Le corse cominciano in estate alle cinque del mattino. Il personale presta servizio per 12 ore, con una paga di 4 soldi all'ora. Le vetture non hanno vetri di protezione, ma solo una copertura impermeabile. L'autista (che è ancora un cocchiere) segnala con un fischietto o una cornetta l'arrivo della vettura, "lanciata" a 12 chilometri all'ora. Sul tram è vietato mangiare o bere e portare armi da fuoco. Non possono salire persone in stato di ubriachezza o comunque moleste o "repugnanti". Non si può fumere nelle vetture chiuse. Il divieto di far salire "cani o altre bestie" provocherà vivaci proteste. Nel 1900 il servizio tramviario sarà rilevato dalla Società "Les Tramways de Bologna", con sede a Bruxelles.dettagli
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17 ottobre 1880Il Congresso delle Banche PopolariIl 17 e il 18 ottobre si tiene nel salone del palazzo dei marchesi Pizzardi il Terzo Congresso delle Banche Popolari. Sono rappresentate 66 banche, da Torino, Venezia e da altre città. Partecipano inoltre delegati di cooperative e società di mutuo soccorso. Il presidente Luigi Luzzatti (1841-1927) descrive nel suo discorso la natura e il ruolo sociale delle istituzioni cooperative. Alle cinque sessioni intervengono uomini eminenti come Marco Minghetti, studiosi come Leone Carpi e Angelo Marescotti, il direttore della Cassa di Risparmio Cesare Zucchini, il padre d'Angeres, creatore delle banche popolari cooperative in Francia, e altri. La riunione riesce “brillante, numerosa e proficua”. Il congresso si chiude il pomeriggio del 18 ottobre “colla deliberazione di diffondere sempre più fra le classi operaie il beneficio del credito popolare”.dettagli
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30 ottobre 1880La Borsa di commercio in Palazzo comunaleL'ingegnere Filippo Buriani (1847-1898) allestisce lungo il lato settentrionale del palazzo comunale una sala da adibire a Borsa per i commercianti e gli agricoltori. I locali erano prima usati come scuderie del Legato pontificio. Ampliata a partire dal 1883, la prima Borsa rimarrà in funzione fino alla fine del secolo. Sarà però scarsamente utilizzata dai commercianti, che il sabato continueranno a ritrovarsi, secondo un'antica consuetudine, sotto il vicino portico della Gabella.dettagli
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31 ottobre 1880Il secondo Congresso delle Società di Mutuo Soccorso e la Conferenza per il Suffragio UniversaleSotto la presidenza di Aurelio Saffi, si tiene a Bologna, tra 31 ottobre e il 2 novembre 1880, il 2° Congresso Nazionale delle Società di mutuo soccorso. Il congresso contrappone al progetto di legge governativo sulle società, presentato dal ministro Miceli, un altro progetto più liberale. Si pronuncia anche contro una cassa pensioni nazionale a controllo statale. Nei lavori dell'assise si inserisce anche l'iniziativa democratica di una conferenza sul Suffragio Universale, che ottiene l'adesione della maggioranza dei delegati e dello stesso generale Garibaldi. La circolare di convocazione è firmata da Aurelio Saffi, Giosuè Carducci e Giuseppe Ceneri. Vi aderiscono anche socialisti come Andrea Costa e Giuseppe Barbanti-Brodano. La conferenza si aduna il 1° novembre e il congresso sospende le sue sedute. A favore del suffragio parla Saffi, mentre Costa approfitta della discussione per fare propaganda socialista. Il giorno successivo la mozione di Saffi è approvata a larga maggioranza. Essa rivendica il suffragio universale senza differenza di censo e di sesso, poiché l'unità italiana è frutto dell' “azione concorde e il voto unanime di tutti i suoi figli”. La sera del 1° novembre Andrea Costa sarà arrestato e trasferito nelle carceri di Perugia, dove rimarrà detenuto sei mesi.dettagli
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5 novembre 1880L'Ospedalino della Fondazione Sorbi NicoliCon R.D. del 5 novembre 1880 viene riconosciuta la Fondazione Sorbi Nicoli, realizzata con il lascito di Anna Sorbi vedova Nicoli e finalizzata all'istituzione del primo ospedale pediatrico a Bologna per la cura delle fanciulle povere. Lo Spedale Maria Santissima Addolorata, moderna struttura condotta dai medici Marcellino Venturoli e Gaetano Modonesi - in seguito chiamato “Ospedalino” o “Ospedaletto” - comincia subito dopo ad accogliere le prime bambine. Situato a poca distanza dell'antica Porta del Poggiale, sarà praticamente distrutto nel 1944 durante un bombardamento. In seguito sarà purtroppo demolito il giardino, sorto sui resti di un terrapieno delle mura del Mille e ricco di resti archeologici. Nel secondo dopoguerra, con la nascita di altri centri specialistici, l' "Ospedalino" diventerà un collegio femminile e una casa di riposo.dettagli
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4 dicembre 1880Esce il giornale umoristico "Ehi! ch'al scusa"Giannetto Bacchi, ex cronista dell' “Ancora”, Antonio Fiacchi, impiegato postale e direttore del periodico teatrale “Il Piccolo Faust”, Oreste Cenacchi (1856-1927), funzionario comunale diviso tra pratiche burocratiche e una brillante attività giornalistica e Alfredo Testoni, redattore del “Nuovo Alfiere” e della “Pace”, decidono, durante un incontro al Caffè dei Cacciatori, di fondare un giornale umoristico. Non trovando un titolo divertente, si ispirano all'espressione gentile di un cameriere: "Ehi!, ch'al scusa". L'uscita di questo periodico segna “la nascita tout court della moderna letteratura dialettale bolognese” (Cristofori). Il primo numero di saggio appare il 4 dicembre. Ben presto il giornale diventa molto popolare, assieme al nome dei suoi redattori. Bologna vi è celebrata con con l'uso del dialetto: una "Bulgnaza" quasi leggendaria, placida e allegra, che corrisponde ai desideri del pubblico borghese. Non si parla di politica se non per prendere in giro la politica, non si offende nessuno (il motto del giornale è quello di Monsignor Della Casa: "colle persone usare modi gentili"), si diffida delle novità, per rimanere ancorati alle vecchie consuetudini. Al successo di "Ehi ch'al scusa" contribuisce in modo determinante, per ammissione dello stesso Testoni, la vena umoristica di Antonio Fiacchi, con le firme del "Sumarein del ruscarol" e del "Sgner Pirein". Questi personaggi avranno tanta celebrità che ad essi saranno intitolati dolci, "oggetti di novità" e persino una locanda. Nel periodo migliore, tra il 1883 e il 1888, assieme al giornale saranno pubblicate strenne curate dal bolognese Cesare Ratta, maestro dell'arte tipografica. Su una sua pagina del 1887 esordirà Gabriele Galantara (Rata Langa), con una caricatura che rappresenta Carducci, Ricci, Bassini e Panzacchi che girano dall'altra parte il monumento a Vittorio Emanuele II, con i versi di Testoni. Carducci, in particolare, sarà anche in seguito preso di mira molte volte dalla sua matita. Dal 1889 al 1891 il giornale sarà diretto con profitto da Cesare Dalla Noce, alias Moscata, mentre con Raffaele Galletti, "appaltatore pubblicitario", che gli darà un indirizzo moderato, conoscerà un lento e inesorabile declino, fino alla chiusura nel 1904.dettagli
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6 dicembre 1880Enrico Ferri professore all'UniversitàEnrico Ferri (1856-1929), giovane avvocato di S. Benedetto Po (MN), laureato nel 1877 a Bologna, con una tesi dal titolo Della proporzione fra le pene e i delitti, diventa professore di diritto penale all'Alma Mater. E' allievo di Ardigò e di Lombroso ed è destinato a una brillante carriera a Siena, Pisa e Roma: sarà il più importante rappresentante del positivismo nell'ambito del diritto penale e della sociologia criminale. Acquisterà fama nazionale nel 1886, facendo parte, assieme a Giuseppe Ceneri e a Ettore Sacchi, del collegio di difesa nel processo di Venezia contro gli imputati per i moti contadini delle Boje. Nello stesso anno sarà eletto in Parlamento nel Partito radicale, poi aderirà al Partito socialista: partendo da posizioni moderate, arriverà a capeggiare la corrente intransigente, contraria alla partecipazione dei socialisti nei governi "borghesi" e sarà conosciuto come "il Demostere di Montecitorio". Sarà direttore del quotidiano socialista l'"Avanti!" dal 1903 al 1908, avvicinandosi però negli ultimi anni della sua vita al fascismo e a Mussolini.dettagli