L’istituto Aldini Valeriani per Arti e Mestieri
Alla fine degli anni ‘60 l’istituzione Aldini Valeriani si orienta alla costituzione di una scuola professionale per giovani operai, sull’esempio delle coeve écoles d’apprendissage francesi.
Si vuole formare un operaio meccanico polivalente, che conosce le macchine ed è in grado di montarle, ripararle e in parte anche costruirle. L’officina - e con essa i maestri operai - entra nella scuola.
Della Commissione Aldini fanno parte i più qualificati imprenditori del tempo, come Alessandro Calzoni e Edoardo De Morsier.
Si giunge nel 1878 alla fondazione dell’Istituto Aldini Valeriani per Arti e Mestieri, con sede nell’ex convento di Santa Lucia, confinante con l’antico liceo classico cittadino.
Qui sono collocati i musei e le collezioni di macchine per l’insegnamento. Due vasti ambienti con luce dall’alto ospitano la scuola-officina, dotata di torni, trapani, seghe a cinghia.
Vi si tengono corsi diurni triennali e corsi serali per operai adulti. Una metà dell’insegnamento è teorico, una metà è pratico in officina.
Confluiscono all’interno dell’insegnamento nuove specialità: la telegrafia (1881), la conduzione delle caldaie (1884), l’elettrotecnica (1898), fino alla conduzione delle automobili (1909).
I primi direttori della scuola sono Gian Battista Cosimini (1870-1880), Jacopo Benetti (1881-1892) e Gaetano Sarti (1893-1896).
La grande abside di Santa Lucia, cuore della scuola, viene negli anni suddivisa sul modello delle vere officine meccaniche: fucina, aggiustaggio, falegnameria e modellaggio. Nei transetti laterali e in altri ambienti vicini sono ricavati aule e laboratori.
L'officina delle Aldini Valeriani fabbricherà mobili, piccole macchine, utensili e modelli dimostrativi ad uso dell'Istituto, oltre a piccoli prodotti di fucina, tornio e pialla per privati.
- Aldini Valeriani. Storia di una grande scuola bolognese, a cura del Consiglio direttivo A.L.I.A.V., San Giovanni in Persiceto, Litografia Persicetana, 2012, pp. 10-11, 99-104
- Milana Benassi Capuano e Maria Angela Neri, Oltre i cancelli... al Reno, Bologna, Istituto Comprensivo n. 1, 2010, pp. 100-101
- Bologna s'industria. La rinascita economica dal secondo dopoguerra agli anni '80 nelle immagini dell'archivio Fototecnica, a cura di Cinzia Frisoni, Santarcangelo di Romagna, Maggioli Musei, 2019, pp. 20-21 (foto)
- Comune di Bologna, Macchine, scuola, industria. Dal mestiere alla professionalità operaia, Bologna, Il mulino, 1980, pp. 114-115, 170-176
- Roberto Curti, Le antiche macchine idrauliche del museo Aldini-Valeriani, in Bologna d'acqua. L'energia idraulica nella storia della città, a cura di G. Pesci, C. Ugolini, G. Venturi, Bologna, Compositori, 1994, pp. 103-107
- Mirella D'Ascenzo, La scuola elementare nell'età liberale. Il caso Bologna, 1859-1911, Bologna, Clueb, 1997, pp. 30-31
- Renzo Giacomelli, Il cuore di Bologna, Bologna, Tamari, 1968, pp. 177-190
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- Guida al Museo del Patrimonio Industriale. Cinque secoli di storia in una fornace da laterizi, a cura di Roberto Curti e Maura Grandi, Bologna, Museo del patrimonio industriale, 2003, pp. 32-35
- Imparare la macchina. Industria e scuola tecnica a Bologna, a cura di Roberto Curti e Maura Grandi, Bologna, Compositori, 1998, p. 79 sgg.
- Notizie sulle condizioni industriali della provincia di Bologna, in: "Annali di statistica", 5 (1887), p. 18
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- Per niente fragile. Bologna capitale del packaging, a cura di Roberto Curti e Maura Grandi, conclusione di Vittorio Capecchi, Bologna, Compositori, 1997, p. 38
- Alberto Preti, La vita economica bolognese nel cinquantennio post-unitario, in: ... E finalmente potremo dirci italiani. Bologna e le estinte Legazioni tra cultura e politica nazionale 1859-1911, a cura di Claudia Collina, Fiorenza Tarozzi, Bologna, Editrice Compositori - Istituto per i Beni artistici, culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna, 2011, p. 53
- La ruota e l'incudine. La memoria dell'industria meccanica bolognese in Certosa, a cura di Antonio Campigotto, Roberto Martorelli, Bologna, Minerva, 2016, pp. 25-26