Cronologia di Bologna dal 1796 a oggi
Archivio di notizie sulla storia della città e del suo territorio dal 1796 ad oggi. Con riferimenti bibliografici, link, immagini.
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1878Un recinto per i daini ai Giardini MargheritaAi Giardini Margherita viene costruito un grande recinto destinato ad ospitare i daini donati dalla famiglia Talon. Questi animali saranno per decenni - assieme ai leoni rinchiusi dal 1939 in una gabbia vicina - una delle attrazioni dei frequentatori del parco. “Poco oltre la gabbia dei leoni, una staccionata formava un recinto per i daini che venivano a prendere il cibo direttamente dalle mani dei visitatori” (Medici) Nel 1888 i daini verranno temporaneamente sfrattati: il Comune concederà al Comitato esecutivo della Grande Esposizione Emiliana la loro area per collocarvi alcuni motori di macchine a vapore.dettagli
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1878La situazione industriale nella provinciaLa struttura industriale della provincia di Bologna è composta da piccole imprese, perlopiù a carattere artigianale, che utilizzano tecniche tradizionali. Le concerie non usano macchine o motori di nessun tipo. La lavorazione è esclusivamente manuale. Le cartiere producono carta grossolana dagli stracci. Solo quella del Maglio di Pontecchio si va modernizzando. E’ presente un solo opificio di lavorazioni chimiche e fabbrica candele steariche. E’ fallito il tentativo di produrre concimi chimici, molto richiesti soprattutto dal settore della canapa. La chimica resta legata a piccoli laboratori farmaceutici. Il settore tessile è ancora quello con il maggior numero di imprese e di addetti, ma se si esclude la filanda della Canonica (500 addetti) gli opifici hanno dimensioni ridotte. L’assetto tecnico è in genere arretrato e frequente è l’impiego del lavoro a domicilio. In tutto il territorio della provincia sono presenti piccole officine meccaniche, dove il lavoro è in genere eseguito a mano per il mercato locale. Qualcosa si muove nel settore dell’industria alimentare (mulini, salumifici, ecc.) caratterizzato anch’esso da piccole imprese. Esso va trasformandosi con la graduale introduzione di moderne tecniche di lavorazione. La tendenza generale è quella della sostituzione del settore alimentare al tessile e il consolidamento dell’industria meccanica, dove la motrice a vapore ha quasi ovunque sostituito quella idraulica. La produzione meccanica, molto frastagliata prima dell’Unità, si concentra su “quella di macchine funzionali all’industria a gricola a manifatturiera”.dettagli
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1878T. Manaresi & C. lucidi da scarpeViene fondata la ditta di Tommaso Manaresi per la fabbricazione del lucido da scarpe, con sede in via del Porto 16. La fabbrica dispone di un motore idraulico da 8 cavalli, con il quale vengono azionate “quattro macine coniche in ghisa, una macina grande a cilindri, un frantoio per la polverizzazione del nero di ossa calcinate e un grandissimo buratto annesso al polverizzatore”. Occupa 35 operai per circa 300 giorni all'anno e produce 300 quintali di nero animale, con i quali si ottengono circa 510 quintali di lucido grasso nero da scarpe e lucido nero all'olio di pesce per finimenti. Vengono ricavate inoltre due qualità di Nero Fumo, mediante la combustione dell'olio di catrame, “operata col sistema delle celle di condensazione in tre vasti ambienti”. Il lucido è venduto per un terzo in scatole di latta, i cui coperchi sono “artisticamente disegnati e variegati” da vari operai, secondo il buon gusto dell'imprenditore. Il resto del prodotto è confezionato in scatole di legno fabbricate nelle Alpi Vicentine. Le etichette delle scatole vengono invece litografate all'interno della fabbrica. Tra i clienti dello Stabilimento chimico industriale Manaresi T. & C. vi sono il R. Esercito, cooperative di consumo, scuole civili e militari, istituti educativi e di beneficenza. La “coraggiosa” impresa sarà presto in grado di soppiantare i prodotti stranieri, di gran lunga inferiori “per la qualità del lucido e per l’artistica manifattura delle scatole”. Sarà l'unica a tenere alto in Italia “il decoro di questa importante industria”. Nel 1888, alla morte del gerente Tommaso Manaresi, la guida dell’azienda sarà assunta dal figlio Filippo.dettagli
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16 gennaio 1878L'Arcivescovo vieta l'omaggio al Re defunto. Violente protesteIl 9 gennaio muore Vittorio Emanuele II di Savoia (1820-1878), il Re Galantuomo, artefice dell’Unità italiana, colpito da una grave affezione polmonare dopo una partita di caccia. Alla vigilia delle esequie romane, l’Arcivescovo di Bologna vieta di intervenire ai servizi pubblici in suo onore. Il mattino del 16 gennaio duemila persone si radunano a protestare davanti al seminario, gridando: “Abbasso i Parrochi! Abbasso i preti! Viva Umberto! Viva Vittorio Emanuele!”. Il Questore interviene facendo arrestare 21 persone, delle quali 12 hanno meno di vent'anni: sono "per lo più garzoni, rigattieri, impiegati". Secondo “L'Osservatore Romano” le disposizioni dell’Arcivescovo sono state travisate. Nel numero del 18 gennaio è detto che a Bologna “da plebaglia forsennata e brutale si è insultato, imprecato ed inveito anche con vie di fatto contro personaggi e cittadini innocui, venerandi e integerrimi, contro le Chiese, contro le immagini della Vergine e dei Santi”. Il corrispondente dell’ “Eco del litorale” di Gorizia aggiunge che sono state aggredite le abitazioni di Acquaderni e Malvezzi, rotte porte e finestre. Anche il giornale cattolico “L’Ancora” ha ricevuto fischi, sassate e altre "gentilezze liberalesche".dettagli
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17 gennaio 1878Il “ripostiglio” di San FrancescoL’ing. Antonio Zannoni ritrova, nei pressi della basilica di San Francesco, un grande vaso di terracotta (dolio) sepolto al centro di una capanna e contenente 14.838 pezzi di bronzo (circa 14 quintali). Si tratta di una eccezionale testimonianza dell’attività metallurgica nell’epoca villanoviana. Il “ripostiglio” o deposito viene da subito interpretato come “fonderia", per la presenza, oltre che di vari oggetti e strumenti finiti (asce, fibule, coltelli, falcetti, rasoi), anche di oggetti non rifiniti, scarti di lavorazione e pani grezzi di rame e altri metalli. Il processo di accumulo, durato molto a lungo, non ha oltrepassato il VII secolo a.C. I materiali saranno esposti integralmente nella sala XI del nuovo Museo civico archeologico.dettagli
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28 gennaio 1878Muore lo scultore Cincinnato BaruzziMuore a Bologna lo scultore di origine imolese Cincinnato Baruzzi (1796-1878). Nipote dell'architetto Francesco Tadolini (1723-1805), fu discepolo di Giacomo De Maria (1762-1838), direttore dello studio di Antonio Canova e insegnante per trent'anni all'Accademia Pontificia di Belle Arti. Considerato l'unico continuatore in pieno '800 del bello classico canoviano, ebbe prestigiosi titoli e riconoscimenti in Austria come nel regno sabaudo. Tra le sue opere in marmo si annoverano la Psiche, la Ninfa sedente, Silvia. Una copia della Psiche fu comprata dallo Zar Nicola I. La sua Beata Vergine imperatrice del mondo, commissionata da Carlo Alberto, fu definita “prodigio dell'arte”. Nel 1836 l'artista acquistò, sulla collina dell'Osservanza, una villa chiamata “L'Eliso” - in seguito conosciuta come Villa Baruzziana - che fece ampliare e abbellire notevolmente. Incombente sulla città, nel 1849 venne requisita dagli Imperiali e trasformata in piazzaforte militare. Durante l'assedio di Bologna fu danneggiata e saccheggiata di molte delle opere d'arte conservate all'interno. Dopo l'Unità lo scultore fu epurato per i suoi legami col passato regime. Prima di morire lasciò al Comune i suoi averi, con la clausola dell'istituzione di un premio per gli scultori.dettagli
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7 aprile 1878Esperimento del telefonoA poche settimane dal primo collegamento tra l'ufficio telegrafico di Tivoli e il palazzo del Quirinale a Roma, Bologna ospita il secondo esperimento in Italia di comunicazione telefonica. Il 7 aprile, sotto la supervisione del prof. Augusto Righi, docente di fisica all'Università, è realizzato il collegamento tra il capoluogo felsineo e Ferrara. Il tentativo sarà ripetuto il 16 aprile. Le prime concessioni per la realizzazione di reti telefoniche urbane in Italia saranno rilasciate dal 1881, mentre per le prime linee interubane occorrerà attendere il nuovo secolo. Nel 1903 sarà installata una linea telefonica proprio sul percorso dell'esperimento di Righi: da Bologna a Ferrara.dettagli
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7 aprile 1878Salire e scendere dalla torre AsinelliIl 7 aprile il lanternaro Luciano Monari di 19 anni scende dalla torre Asinelli aggrappato al parafulmine. Ripeterà poco dopo l'impresa sulla Ghirlandina di Modena. Il 4 maggio Luigi Galloni, muratore di 26 anni, sale e scende all'esterno della torre in soli 22 minuti e facendo esercizi di ginnastica. Nonostante i divieti dell’autorità, queste imprese desteranno una pericolosa emulazione e altri “ascensionisti” - nella vita pompieri o muratori - tenteranno con maggiore o minore successo di raggiungere la cima dell’Asinelli.dettagli
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11 aprile 1878Adelina Patti come la MalibranLa stagione del Teatro Brunetti vede la partecipazione di Adelina Patti (1843-1919), assieme al celebre tenore Ernesto Nicolini (Ernest Nicolas, 1834-1898). Cantando nella Traviata e nel Barbiere di Siviglia, la soprano arriva “a commuovere, a esaltare, a far delirare il pubblico”. Anche Nicolini è messo a dura prova: secondo Alfredo Testoni, “per essere innamorato di lei” si offre “a lasciarsi fischiare in quelle due opere”. Dopo le esibizioni “applauditissime” del Brunetti, la Patti è associata all’Accademia Filarmonica, un onore toccato prima solo alla grande Maria Malibran.dettagli
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28 aprile 1878"Al trop è trop" di Alfredo TestoniLa commedia dialettale in due atti Al trop è trop, la prima di Alfredo Testoni (1856-1931) riceve applausi e buone critiche al teatro Contavalli. Il giovane commediografo bolognese ha debuttato il 27 gennaio 1877 al teatro del Corso con la farsa Lucciole per lanterne. Le sue prime opere hanno avuto “un esito freddino”. Seguiranno prove più convincenti - Insteriarì (1881), Scuffiareini (1882), I pisunent (1883) - sempre però recitate in modo sporadico da formazioni filodrammatiche. Il successo vero arriverà dopo la costituzione, nel 1888 assieme a Goffredo Galliani (1857-1933), della compagnia comica bolognese.dettagli
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24 giugno 1878I liberali vincono le amministrative. Minghetti in ConsiglioPer le elezioni amministrative del 24 giugno viene raggiunto un accordo tra i moderati dell'Associazione costituzionale e gli esponenti dell'Associazione progressista, in modo da "unire il gran partito liberale costituzionale, escludendo i partiti estremi". Il 21 giugno, in una riunione in casa del senatore Malvezzi, la proposta per una lista concordata presentata da Lodovico Berti è approvata a larga maggioranza. L’accordo risulta vincente e si ripete nelle elezioni del 30 giugno, nelle quali Marco Minghetti, ex Presidente del Consiglio e capo indiscusso dei moderati bolognesi, è nominato consigliere comunale con 1814 voti.dettagli
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1 luglio 1878Le strade cittadine cambiano nomeDopo le accese polemiche suscitate dal Rapporto dell'Assessore Bellenghi (3 dicembre 1874), il Consiglio comunale decide un nuovo esame delle proposte di modifica della toponomastica cittadina, affidandolo ai consiglieri Giovanni Zoboli e Alberto Dallolio. La relazione Zoboli-Dallolio è approvata dalla Giunta il 1 luglio 1877 e pochi giorni dopo è formalizzata dal Consiglio. Essa migliora decisamente le proposte formulate in passato dalla Giunta di Statistica e dallo stesso Bellenghi. Dopo la pubblicazione del relativo prontuario, dal 1° luglio 1878 le disposizioni sulla nuova toponomastica vengono attuate. Scompaiono quasi completamente denominazioni tipiche, come borgo, voltone, androna.dettagli
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7 luglio 1878La Federazione Internazionale anarchica bologneseSi costituisce a Bologna la Federazione Internazionale, parte della confederazione anarchica romagnola. Conta all'inizio duecento soci, non ha mezzi e tiene le sue riunioni nelle osterie. Come le altre federazioni italiane riceve disposizioni dalla Federazione Generale Italiana, residente in Svizzera. Tra i componenti vi sono Teobaldo Buggini, Alfonso Leonesi, Giovanni Battista Lolli e anche il giovane studente Giovanni Pascoli. Nel 1879 la federazione bolognese sarà già "in piena rotta", per le persecuzioni dell'autorità. L'attività degli internazionalisti potrà riprendere vigore dopo l'assoluzione il 13 dicembre 1879, "per l'inesistenza del reato di associazione di malfattori", degli anarchici imolesi, condannati in primo grado, e dopo il ritorno in Italia del loro leader Andrea Costa.dettagli
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7 luglio 1878Il Museo Universitario passa in palazzo GalvaniPochi mesi prima il Consiglio comunale ha deliberato la costituzione di un grande Museo Civico, anche a seguito delle numerose scoperte archeologiche avvenute in questo periodo nel territorio cittadino. Il 7 luglio è approvata una convenzione in base alla quale il Museo Universitario confluisce in palazzo Galvani (ex Ospedale della Morte). La direzione della Sezione archeologica è affidata a Edoardo Brizio (1846-1907), quella della Sezione medievale e moderna a Luigi Frati (1815-1902). Giovanni Gozzadini (1810-1887) è nominato Direttore Generale.dettagli
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19 luglio 1878Manifestazioni irredentiste dopo il Congresso di BerlinoIl Congresso tra le potenze che si svolge a Berlino dal 13 giugno al 13 luglio assegna all'Austria l'amministrazione della Bosnia e dell'Erzegovina. La delusione per l'esclusione dell'Italia da ogni influenza nei Balcani e in Oriente e l'assenza di una risoluzione riguardo al Trentino suscitano proteste e dimostrazione in varie città italiane, iniziate il 28 giugno a Venezia con l'abbattimento dello stemma del consolato austriaco. La sera del 14 luglio in teatro a Ravenna si grida "Abbasso l'Austria, Viva trento e Trieste!" e nella notte appaiono sui muri scritte anti austriache. Il 19 luglio anche a Bologna si svolge una manifestazione per l’Italia irredenta, mentre l’11 agosto si terrà al Teatro Brunetti un affollato incontro contro il Trattato di Berlino, con interventi di Aurelio Saffi, Giosue Carducci e Enrico Golinelli.dettagli
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20 luglio 1878Eroico salvataggio nel canale di RenoIl lavandaio Cesare Tartarini non esita a buttarsi nelle acque infide del canale di Reno per salvare la vita a due bambini, che stanno annegando. Dopo aver tratto a riva il primo bimbo, il povero Tartarini compie un tentativo per recuperare anche l'altro, ma, stremato scompare nella corrente. Nel canale di Reno non sono rari disgrazie e tentativi di suicidio. Perciò in alcuni punti sono allestiti rudimentali servizi di salvataggio.dettagli
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settembre 1878Sciopero delle sigaraie250 sigaraie della manifattura tabacchi entrano in sciopero in settembre "per questioni di disciplina". La vertenza è risolta dopo quattro giorni con una transazione.dettagli
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ottobre 1878La musica di rivela a D'Annunzio in Santa Maria della Vita"Ero divenuto uno strumento nelle mani del musico invisibile. Ero come se il Palestrina inventasse per la prima volta attraverso di me il suo mottetto sublime ‘Peccantem me quotidie’. Ero come se il Palestrina prendesse in me la mia angoscia più profonda e ne facesse la sua sostanza musicale, ne facesse la sua melodia tragica, ne facesse la sua lamentazione virile ...” Nel Libro segreto, il diario autobiografico scritto nel 1935, Gabriele D’annunzio rivela la sua iniziazione alla musica "in un vespro d'ottobre" a Bologna, mentre è “a mezza strada fra casa e collegio”, cioè durante un viaggio con il padre dalla natia Pescara a Prato, dove entrerà nel prestigioso Convitto Cicognani. Nella chiesa di Santa Maria della Vita, dove tra l’altro scopre il meraviglioso Compianto in terracotta di Niccolò dell’Arca, all’improvviso risuona - e gli cade addosso dall’organo che tuona - il mottetto Peccantem me quotidie di Giovanni Pierluigi da Palestrina (1525-1594), che lo pervade completamente: “In quel punto io nacqui alla musica, ebbi nella musica la mia natività e la mia sorte". Il poeta avrà per tutta la vita un legame intenso con la musica, pur senza avere grandi conoscenze tecniche. Sarà un ammiratore dell’opera di Wagner e collaborerà con grandi compositori, quali Puccini e Debussy. La “musicalità” sarà uno dei tratti salienti del suo stile letterario.dettagli
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5 novembre 1878I reali d’Italia a BolognaUmberto I e Margherita di Savoia sono ospiti a Bologna durante il loro viaggio di nozze attraverso le città italiane. All'arrivo alla stazione, nel pomeriggio del 5 novembre, il Re passa in rivista le Associazioni operaie (42) con i loro stendardi. In città "le Loro Maestà" sono accolte da un’ “imponente massa di popolo” che li accompagna verso piazza Maggiore. “I balconi sono tutti pavesati, le strade adorne con antenne, stendardi e festoni”. Bande musicali percorrono le vie illuminate da fiaccole, seguite da una folla festante. Una parte della popolazione mostra tuttavia una certa indifferenza, che sfiora talvolta l'ostilità. La libreria Zanichelli al Pavaglione è una delle poche botteghe ad esporre il tricolore, sfidando eventuali malintenzionati a sfogare, "con tutta facilità", il loro malcontento. Fa scandalo l'ode dedicata da Carducci Alla Regina d’Italia. Il poeta delle Odi barbare sembra stregato dalla giovane sovrana "spiccante mite in bianco, bionda e gemmata". Arcangelo Ghisleri (1855-1938) si chiede ironicamente sulle pagine della “Rivista Repubblicana” se il cantore di Satana non si sia per caso fatto frate: "In fila col Carducci, che c'insegna la Salve Regina, mettiamoci in processione tutti quanti dietro la carrozza reale. È la nuova via del paradiso". Il poeta risponderà alle accuse scrivendo nel 1882 Eterno feminino regale, in cui identificherà in Margherita l’ideale femminile.dettagli
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6 novembre 1878La regina in visita agli Asili infantiliLa regina Margherita, assieme al principe ereditario, visita l'asilo di via San Pietro Martire (poi via Orfeo). Si tratta del più antico degli Asili infantili di carità, aperti a Bologna su iniziativa di un comitato di nobili, ecclesiastici e professionisti animato dal conte Carlo Marsili. Con l'aiuto del Comune, che aveva fornito il locale e l'arredo, delle banche e di molti privati, la prima sala in via de' Poeti aveva cominciato il 16 giugno 1847 ad accogliere alcuni bambini poveri, che venivano "tutti uniformemente vestiti, calzati, ripuliti", ricevevano una minestra al giorno ed erano avviati a "cantare, pregare, lavorare, istruirsi". A San Pietro Martire, dove si è da tempo trasferita, la scuola è divisa in tre classi maschili e tre femminili, affidate a maestre, supplenti e aspiranti e improntata ai moderni metodi pedagogici di Ferrante Aporti e Froebel. L'orario varia, a seconda delle stagioni, tra le 8 e le 9 del mattino e le 16-18 del pomeriggio. Nel 1888 gli alunni saranno 750 nelle tre sedi aperte in città e saliranno a 1.500 nei primi anni del '900.dettagli
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2 dicembre 1878L’istituto Aldini Valeriani per Arti e MestieriAlla fine degli anni ‘60 l’istituzione Aldini Valeriani si orienta alla costituzione di una scuola professionale per giovani operai, sull’esempio delle coeve écoles d’apprendissage francesi. Si vuole formare un operaio meccanico polivalente, che conosce le macchine ed è in grado di montarle, ripararle e in parte anche costruirle. L’officina - e con essa i maestri operai - entra nella scuola. Della Commissione Aldini fanno parte i più qualificati imprenditori del tempo, come Alessandro Calzoni e Edoardo De Morsier. Si giunge nel 1878 alla fondazione dell’Istituto Aldini Valeriani per Arti e Mestieri, con sede nell’ex convento di Santa Lucia, confinante con l’antico liceo classico cittadino. Qui sono collocati i musei e le collezioni di macchine per l’insegnamento. Due vasti ambienti con luce dall’alto ospitano la scuola-officina, dotata di torni, trapani, seghe a cinghia. Vi si tengono corsi diurni triennali e corsi serali per operai adulti. Una metà dell’insegnamento è teorico, una metà è pratico in officina. Confluiscono all’interno dell’insegnamento nuove specialità: la telegrafia (1881), la conduzione delle caldaie (1884), l’elettrotecnica (1898), fino alla conduzione delle automobili (1909). I primi direttori della scuola sono Gian Battista Cosimini (1870-1880), Jacopo Benetti (1881-1892) e Gaetano Sarti (1893-1896). La grande abside di Santa Lucia, cuore della scuola, viene negli anni suddivisa sul modello delle vere officine meccaniche: fucina, aggiustaggio, falegnameria e modellaggio. Nei transetti laterali e in altri ambienti vicini sono ricavati aule e laboratori. L'officina delle Aldini Valeriani fabbricherà mobili, piccole macchine, utensili e modelli dimostrativi ad uso dell'Istituto, oltre a piccoli prodotti di fucina, tornio e pialla per privati.dettagli
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7 dicembre 1878Primo concerto sinfonico al ComunaleAl Teatro Comunale viene eseguito un Grande Concerto Istrumentale a favore della Istituzione Rossini, diretto da Franco Faccio (1840-1891), il direttore d'orchestra preferito di Giuseppe Verdi (sue le prime alla Scala dell'Aida nel 1879 e dell'Otello nel 1887). E' lo stesso concerto che il maestro veronese ha diretto al Trocadero di Parigi, con l'orchestra della Scala di Milano. E' anche il primo concerto sinfonico che si tiene al Comunale dalla sua fondazione.dettagli
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22 dicembre 1878Un sepolcro di guerriero gallico a CeretoloIn aprile a Ceretolo, frazione di Casalecchio di Reno, nel podere Palazzino di proprietà del marchese Tommaso Boschi, duecento metri sotto la strada di Bazzano, nel corso di lavori agricoli viene alla luce un antico sepolcro con ricco corredo, attribuito dall’Orioli a un guerriero gallico. Il rinvenimento è presentato dal senatore Giovanni Gozzadini nella seduta del 22 dicembre della Deputazione di Storia Patria. Lo scheletro del guerriero porta sulla spalla sinistra una grossa armilla di bronzo. “Ai lati la spada e la lancia di ferro, fibule, coltelli e una cesoia”. Il corredo comprende un vaso di bronzo detto oinochoe, che diverrà famoso tra gli studiosi. E’ decorato con una statuetta “dalle forme maschili e muliebri riunite”, che rappresenta Bacco “garzoncello” o il puer aeternus. Per il Gozzadini “l’occhio è colpito dalla squisitezza ond’è modellata quella figurina, dalla molle soavità, dalla gentilezza del volto”. Lo studioso tenderà ad attribuire anche il sepolcro di Ceretolo agli etruschi. E’ questo un periodo aureo per le scoperte archeologiche nel territorio bolognese, che vedono protagonisti oltre al Gozzadini, Edoardo Brizio e Antonio Zannoni. Per la prima volta l’età del ferro, denominata civiltà villanoviana, è indagata a fondo e Bologna diviene “un centro di riferimento obbligato per la protostoria italiana ed europea” (Dalmonte Polvani).dettagli
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24 dicembre 1878Il giornale "L'Unione"Promosso da Giovanni Acquaderni (1839-1922), esce il giornale "L'Unione", destinato a soppiantare "L'Ancora" di Alfonso Rubbiani come organo portavoce dei cattolici intransigenti. Pubblica gli atti e i comunicati della segreteria generale dell‘Opera dei Congressi cattolici in Italia. Giambattista Casoni (1830-1919), futuro segretario dell'Opera, ne è il consulente politico. Nel primo numero si afferma: "Un pensiero a Dio e uno sguardo al Papa: ecco il segreto della nostra forza". Il giornale, spesso sequestrato per offese alle istituzioni nazionali e allo stato, sarà pubblicato fino al 31 ottobre 1896 e poi sostituito da "L'Avvenire", di impostazione più conciliante e progressista.dettagli