L'Associazione costituzionale e quella democratica
La “rivoluzione parlamentare” del 18 marzo 1876, nel segno del trasformismo - definito da Carducci “brutto vocabolo di più brutta cosa” - provoca la caduta del governo Minghetti e porta al governo la Sinistra storica con Agostino Depretis (1813-1887).
Il mondo liberale si organizza nell'Associazione costituzionale moderata, presieduta da Minghetti, e nell'Associazione costituzionale progressista delle Romagne, guidata da Alfredo Baccarini (1879).
I repubblicani ricostruiscono l'Associazione democratica, con l'intento di eleggere candidati radicali in parlamento e nel consiglio provinciale di Bologna.
Nel direttivo vi sono Giosue Carducci, Aristide Venturini, Alessandro Fortis e Francesco Pais. Carducci saluta con entusiasmo il risultato elettorale: "la rivoluzione parlamentare è compita; e le riforme ora si debbono fare, si faranno di certo".
L'Associazione democratica raccoglie l'eredità della Società democratica, sciolta nel 1868, e può contare sull'appoggio della massoneria nazionale (a Bologna non vi sono in questo periodo logge attive).
L'ala più avanzata dello schieramento filo-governativo è rappresentata dall'Unione progressista radicale di Oreste Regnoli (1816-1896), professore di diritto civile all'Alma Mater e amico di Carducci, oltre che veterano della difesa della Repubblica romana.
Nello statuto dell'Unione si legge che essa intende propugnare lo sviluppo continuo dei principi democratici, in modo legale, ma "senza limite alcuno".
Tra le riforme auspicate vi sono quella della legge elettorale, fino al raggiungimento del suffragio universale, e la revisione dello Statuto.
Regnoli e Guido Gozzi, vice-presidente dell'Unione e futuro maestro venerabile della massoneria bolognese, aderiranno nel 1879 all'Associazione democratica.
- Aldo Berselli, Bologna nello stato unitario, in Storia illustrata di Bologna, a cura di Walter Tega, Milano, Nuova editoriale Aiep, 1990, vol. IV, p. 32
- Aldo Berselli, Marco Minghetti, in Storia illustrata di Bologna, a cura di Walter Tega, Milano, Nuova editoriale Aiep, 1990, vol. IV, p. 55 sgg.
- Alfredo Comandini, L'Italia nei cento anni del secolo XIX, 1801-1900, giorno per giorno illustrata, continuata da Antonio Monti, Milano, Vallardi, 1900-1942, vol. 5: 1871-1900, p. 523
- Tiziano Costa, Grande libro dei personaggi di Bologna. 420 storie, Bologna, Costa, 2019, p. 157 (O. Regnoli)
- Franco Cristofori, Bologna come rideva. I giornali umoristici dal 1859 al 1924, Bologna, Cappelli, 1973, pp. 123-124
- Maria Pia Cuccoli, L'Associazione costituzionale delle Romagne, in: "Atti e memorie della Deputazione di storia patria per le province di Romagna", 25-26 (1974-75), pp. 265-333
- Giosue Carducci e i carducciani nella Certosa di Bologna, Bologna, Comune, 2007, pp. 28-29
- Alberto Preti, Democrazia e sviluppo industriale in Emilia-Romagna. Contributo alla storia della realtà regionale fra Ottocento e Novecento, Imola, University press Bologna, 1984, pp. 71, 76-77
- Valeria Roncuzzi, Mauro Roversi Monaco, Bologna s'è desta! Itinerario risorgimentale nella città, Bologna, Minerva, 2011, p. 190
- Torri e castelli. Bologna e la sua provincia. Storia, dizionario biografico, opere d'arte, notizie d'oggi, 2. ed. ampliata a cura di Luigi Arbizzani e Pietro Mondini, Bologna, Editrice Galileo, 1966, p. 154
- Marco Veglia, La vita vera. Carducci a Bologna, Bologna, Bononia University press, 2007, p. 192