Cronologia di Bologna dal 1796 a oggi
Archivio di notizie sulla storia della città e del suo territorio dal 1796 ad oggi. Con riferimenti bibliografici, link, immagini.
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1875Progetto per una Esposizione internazionale di musicaUn gruppo di cittadini, tra i quali il conte Enrico Gommi e il marchese Camillo Pizzardi, progetta una esposizione internazionale “dimostrativa, esecutiva della storia e sviluppo della musica”, da realizzarsi a Bologna nel 1878. Essa si propone di rispondere all'esigenza di ammodernamento della cultura musicale in Italia. Prevede una mostra documentaria di partiture e strumenti e una serie di concerti, che espongano "con ordine cronologico" le musiche italiane e straniere più caratteristiche. L'esperienza dei "concerti storici" è già matura in altri paesi come l'Inghilterra e la Francia. Le speranze deluse di questo progetto verranno riprese in occasione della Grande Esposizione del 1888, durante la quale ai Giardini Margherita sarà allestito il grande Palazzo della Musica. Quella dell'88, con Giuseppe Verdi presidente onorario, ma di fatto diretta da Arrigo Boito, passerà alla storia come la prima mostra dedicata interamente alla musica nell'ambito delle esposizioni internazionali. Per l'importanza delle collezioni esposte e l'impressionante serie di concerti eseguiti, l'Esposizione Internazionale di Musica sarà il vero e proprio fiore all'occhiello della rassegna emiliana, ponendosi come "invidiabile insegna di Bologna".dettagli
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gennaio 1875La Pinacoteca è regolarmente aperta al pubblicoNel 1875 la Pinacoteca è regolarmente aperta al pubblico. Finalmente tutti possono ammirare i capolavori della pittura bolognese dal XIII al XVIII secolo e altri dei maggiori maestri italiani, come Giotto, Raffaello, Tiziano. In quell’anno una legge stabilisce una tassa di ingresso di una lira, mezzo biglietto per i bambini, ingresso gratuito per gli artisti e per tutti la domenica. Due decreti reali, in data 14 marzo 1882, separeranno gli istituti addetti alla conservazione dei monumenti da quelli addetti all'insegnamento. La Pinacoteca Nazionale sarà distaccata definitivamente dall'Accademia di Belle Arti da cui è nata. Dopo accurati restauri e un accrescimento delle opere esposte, il 27 febbraio 1885, festa dello Statuto, sarà riaperta con un nuovo portone d'accesso su via Belle Arti. Quel giorno entreranno quasi 7.000 visitatori.dettagli
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1875San Giovanni in Persiceto "piccola Manchester"Dopo gli anni delle sanguinose rivolte contro la tassa sul macinato, San Giovanni in Persiceto conosce un notevole sviluppo industriale. Piccoli e grandi opifici per la produzione di pellami, mobili, vernici, danno lavoro a molti operai. Artigiani chiodaroli diventano imprenditori e producono manufatti metallici venduti anche all'estero. Fabbriche che utilizzano vernici a fuoco vengono premiate in diverse esposizioni nazionali. La ditta dei fratelli Lodini vince medaglie (Firenze 1861, Parigi 1867) per i suoi letti in ferro, colorati con vernice lucida, resistente e duratura, che simula il legno di noce. Produce anche letti di forza per manicomi "con branda di tela robustissima che si può tendere o meno per mezzo della manovella, che possono fissarsi al suolo e permettono di assicurare un malato agitato o furioso senza che debba soffrirne". Oltre ai letti, i Lodini hanno impiantato anche una fabbrica di lime d’acciaio “di qualsiasi specie”, sfruttando le acque del canale di San Giovanni “eccellenti per la tempera”. I mobili in ferro battuto dei fratelli Ghibellini primeggiano “per eleganza, perfetta esecuzione e bella inverniciatura”. Tra essi vi sono letti dotati di saccone elastico, con alcune parti ”in ferro cavo, foggiato a spirale”. Nella fabbrica lavorano 50-60 operai, “buono l’ordine e la disciplina”. Viene però criticato l’utilizzo, per alcune lavorazioni, di “piccoli ragazzi”, che non possono sopportare a lungo la fatica. Sullo scorcio del secolo il paese cambia volto e acquisisce un aspetto più moderno. Per la sua notevole e diversificata attività produttiva viene soprannominata "la piccola Manchester d'Italia". La costruzione della ferrovia Bologna-Persiceto-Crevalcore, primo tronco della linea per Verona, aperta nel 1887, contribuirà a incrementare il processo di industrializzazione.dettagli
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3 gennaio 1875Gaetano Tacconi sindacoAlle elezioni amministrative riacquista il potere lo schieramento moderato. Viene eletto Gaetano Tacconi (1829-1916), primo sindaco borghese della città, sostenuto anche dai liberali progressisti. Esponente di punta della massoneria bolognese, Tacconi ha preso parte nel 1848, ancora giovanissimo, alla difesa di Venezia con la Legione bolognese, poi ha collaborato con il governo Farini e ha organizzato l'insurrezione delle Marche. Nel 1874 è stato eletto deputato per il partito democratico. Dal 20 marzo 1874 è assessore anziano con funzioni di sindaco ed entra effettivamente in carica il 3 gennaio 1875. Governerà per quindici anni, fino al 26 ottobre 1889 e siederà poi in Consiglio comunale fino al 1914. La sua filosofia è che le amministrazioni pubbliche "hanno solo il compito di regolare e secondare le manifestazioni dell'attività privata". Il mandato di Tacconi sarà caratterizzato da buona amministrazione, con il riassetto delle finanze comunali, e da alcune notevoli realizzazioni, tra le quali l'apertura di via Indipendenza, del Museo Civico e dei Giardini Margherita e l'approvazione, nel 1889, del primo piano regolatore in Italia.dettagli
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1 marzo 1875La sezione bolognese del Club Alpino Italiano (CAI)Il marchese Francesco Carega di Muricce (1831-1905) e l'avvocato Francesco Parenti lanciano ad alcuni amici l'idea di costituire la sezione bolognese del Club Alpino Italiano, raccogliendo gli appassionati della montagna. Una riunione preparatoria si tiene il 10 gennaio 1875, mentre la prima riunione ufficiale avviene il 1° marzo successivo, dopo il riconoscimento da parte della sede centrale del CAI. La gita inaugurale porta i soci al Monte delle Formiche il 30 maggio. Il battesimo alpinistico è invece il 10 agosto sul monte Cimone, assieme alle sezioni di Parma e Modena. Gli interessi degli alpinisti bolognesi saranno, nei primi anni, soprattutto scientifici, grazie all'impronta data dal socio, e poi presidente onorario, prof. Luigi Bombicci, esperto internazionale di mineralogia, e all'attività di installazione di alcune stazioni metereologiche in Appennino (Cimone, San Marino, Monte Gatta). Nel 1878 la sezione collaborerà con quella di Firenze per la costruzione del primo rifugio al Lago Scaffaiolo sul Corno alle Scale. Nel 1888 parteciperà, con un padiglione a forma di baita, all'Esposizione emiliana, mostrando un plastico completo dell'Italia. Tra i futuri presidenti del C.A.I. bolognese, il prof. Raffaello Marcovigi traccerà una via inedita per l'ascensione all'Antelao, Angelo Colliva, poi esponente fascista, parteciperà a una ascensione al Monte Bianco, Angelo Manaresi, futuro podestà, sarà presidente nazionale.dettagli
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2 marzo 1875Tanta neveNell’inverno cade tanta neve a Bologna e in Appennino. Il 3 marzo la linea ferroviaria per Porretta viene interrotta. Vicino alla città il manto bianco supera i 50 centimetri. Una nevicata particolarmente copiosa è descritta con efficacia da Giosuè Carducci: “Nevica da ieri in poi a dilatate falde: la neve è alta su le finestre e sui tetti: l'orto con gli alberi tutti atterrati sotto il bianco lenzuolo, presenta l'aspetto orribile della morte di tutto avvertita con un senso di desolazione superstite”. Pochi giorni dopo il poeta parla di cumuli alti “come Monti Bianchi” in mezzo alle strade e di tetti che "gemono e scricchiolano sotto l'iniquo peso". Tra i molti che sprofondano c’è quello della chiesa di San Giacomo Maggiore. La neve continua a scendere inesorabile ed egli esclama impaziente: "Se seguita, è impossibile che io viva. Io odio l'inverno peggio che la tomba". Il 25 marzo in una lettera a Lina appare ormai sfiduciato: “La primavera? Verrà ella più da vero qui in Bologna? Non ci credo (...) Cinque mesi d’inverno. E la neve sporca per le strade!”. Dal 18 febbraio al 2 marzo, in successive nevicate, si accumulano a Modena 106 centimetri di neve “asciutta”. A Firenze saranno segnalate due nevicate anche in aprile.dettagli
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31 marzo 1875La scomparsa del prof. Maurizio BufaliniMuore a Firenze Maurizio Bufalini (1787-1875), medico insigne e riformatore dell’insegnamento della medicina. Formatosi all’Alma Mater alla scuola di Antonio Testa, divenne prima seguace poi acerrimo avversario del pensiero filosofico di John Brown e della scuola vitalistica in voga ai suoi tempi.Nel 1813 fu nominato assitente alla clinica medica di Bologna, dove affiancò l’anziano Testa e dove fu spesso avversato dagli studenti, più legati alla scuola vitalistica di Tommasini.Dal 1816 lasciò Bologna, tornando nella natia Cesena, dove fu medico all’Ospedale degli Esposti e presidente della Commissione della pubblica istruzione.Malvisto dalla gerarchia ecclesiastica, nel 1825, per l'opera Intorno alla medicina analitica. Cicalate di M.B. in apologia dei medici italiani e di se medesimo e in risposta ad alcuni articoli del giornale della nuova dottrina medica italiana, fu accusato di materialismo e ateismo.Partecipò alla vita politica nelle fila dei liberali. Dopo il fallimento dei moti del 1831 riparò a Firenze dove ebbe la cattedra di Clinica medica alla scuola di Santa Maria Nuova.Qui pubblicò numerosi saggi e si occupò soprattutto di educazione e insegnamento nelle scuole, ponendo a fondamento della sua dottrina il metodo analitico e sperimentale, articolato in quattro fasi: classificazione delle malattie (nosologia), descrizione dei sintomi (semeiotica), indagine delle cause (eziologia) e verifica dell'efficacia dei farmaci (terapeutica).Fu tra i più strenui sostenitori della clinica. Era solito svolgere una parte delle sue lezioni al capezzale degli ammalati.Nel 1860 venne eletto Senatore del Regno. Fu inoltre Accademico dei Georgofili, Socio dell’Accademia dei Lincei e membro dell’Accademia della Crusca.Tra le sue opere più importanti si annoverano il Saggio sulla vita e Sulla nuova dottrina medica italiana. Il trattato Fondamenti di patologia analitica è una pietra miliare della medicina.dettagli
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12 aprile 1875Le quattro Effe simbolo della Società Ginnastica di BolognaLa Società Ginnastica Educativa di Bologna, fondata nel 1871 da Emilio Baumann (1843-1916), adotta il segno crociato delle quattro Effe (F). Esso è tratto da un antico motto studentesco, riproposto dai ginnasti alemanni nel 1812 in onore di F.L. Jahn (1778-1852), fondatore della ginnastica tedesca. Le originali parole tedesche - Frisch, Frei, Fröhlich, Fromm (alacre, libero, allegro, caritatevole) - vengono variate nelle parole italiane Forte, Franco, Fermo, Fiero. Secondo i promotori della traduzione, infatti, “un uomo forte ha la franchezza dello spirito, la fermezza dei propositi, la fierezza degli atti”. In occasione del Primo Concorso Nazionale di Ginnastica, indetto a Roma nel 1889, la Società prenderà la denominazione Virtus Società Ginnastica Educativa Bologna, mentre nel 1922 diventerà Società di Educazione Fisica (SEF) Virtus.dettagli
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9 maggio 1875Comizio popolare per l’abolizione della pena di morteLe Società di Mutuo Soccorso convocano al teatro Brunetti un comizio popolare “contro il patibolo”. Presieduto dal prof. Francesco Magni, vi partecipano oltre duemila persone. Parlano il prof. Luigi d'Appel, l'avv. Venturini e Emilio Brusa, esperto di Diritto penale. Interviene anche Aurelio Saffi, che sostiene la inviolabilità della vita umana e conclude il suo appello affermando che le grandi idee sono “il lievito della grandezza delle nazioni“. L‘assemblea formula un invito solenne al Parlamento nazionale per la cancellazione dalla legge sulla pena di morte, approvata dal Senato il 25 febbraio, “considerando che la giustizia, la scienza, la civiltà, la libertà e l'unità nazionale, la rivoluzione che fece l'Italia, la gloria e il prestigio della Nazione, la voce del Patriottismo, reclamano l'abolizione del patibolo”. Alcune società non aderiscono alla manifestazione, sostenendo che la loro attività è solo la mutua beneficenza.dettagli
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23 maggio 1875La morte di Francesco Rocchi"Io, questa sera, non posso che ricordare, che piangere con vere lacrime, il collega venerando, l'amico di cui mi onoro, la cara buona imagine paterna del mio Rocchi". Il 23 maggio - giorno della sua scomparsa - Giosue Carducci commemora con queste parole il prof. Francesco Rocchi (1805-1875). Originario di Savignano sul Rubicone, egli crebbe nell'ambiente culturale della "scuola classica romagnola", che dominava la locale Rubiconia Accademia dei Filopatridi, fondata nel 1801 da Giulio Perticari, Bartolomeo Borghesi e Girolamo Amati. Fu soprattutto Borghesi (1781-1860), valente studioso di epigrafia e numismatica, ad essergli "maestro, amico e quasi un altro padre". Da lui - secondo Carducci - "apprese tutti i segreti della epigrafia e della storia romana". La sua formazione proseguì a Urbino e a Pesaro, accanto a Vincenzo Monti. Nel 1831 partecipò attivamente al moto liberale. In seguito fu arrestato e confinato nella sua Savignano. Nel 1847 sostituì Girolamo Bianconi sulla cattedra di archeologia e numismatica dell'Università di Bologna. Per l'adesione alla rivoluzione del 1848 subì una lunga sospensione dall'insegnamento. Fu tra i primi professori a giurare fedeltà al re sabaudo dopo la fine del governo pontificio. Il figlio Gino ricorderà che Carducci, appena incaricato all'Alma Mater, venne assieme ad Emilio Teza a visitarlo e fu cordialmente accolto dal più anziano collega. Preside della Facoltà di Lettere tra il 1868 e il 1871, ottenne grande considerazione a livello internazionale nel campo dell'epigrafia latina, collaborando con studiosi del calibro di Theodor Mommsen e Eugen Bormann. Fu direttore del Museo antiquario dell'Università, confluito nel 1881 in quello civico archeologico. Grazie alle sue competenze scientifiche e letterarie accompagnò Giovanni Gozzadini alla guida della Deputazione di storia patria per le province di Romagna, di cui fu a lungo vice-presidente.dettagli
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24 maggio 1875Una esposizione di uve non riuscita"Un fatto assai notevole della nostra economia rurale è la grande estensione che da pochi anni va prendendo la coltura della vite ...” La Società Agraria promuove la formazione di un Consorzio di viticoltori, con lo scopo di migliorare la qualità della produzione e far sorgere "l'edifizio dell'industria vinicola", unendo "in un sol nerbo le forze che operano disgiunte". Il Consorzio, formato da nomi noti in ambito agrario e presieduto da F. Bianconcini, promuove, per l'autunno del 1875, una esposizione di uve. Per l'occasione distribuisce un questionario, con l’intenzione di formare, con le notizie raccolte, “un manuale pratico di ampelografia bolognese". Il tentativo di superare l'individualismo dei viticoltori bolognesi non andrà però in porto. L'attesa mostra verrà rimandata per "lo scarso numero degli espositori iscritti". E lo stesso Consorzio avrà vita breve. L'organizzazione dei produttori della provincia, per la produzione di vini pregiati e la loro commercializzazione, avverrà solo nella seconda metà del Novecento (Boriani).dettagli
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giugno 1875Grave lutto per il prof. GandinoNel mese di giugno una epidemia di difterite provoca la morte di Luisa e Fausto Gandino, figli di Giovanni Battista Gandino (1827-1905), docente di letteratura latina all'Università. Il luttuoso evento è testimoniato in una lettera di Carducci, datata 23 agosto 1875: "Ho visto, or sono due mesi, morire in cinque giorni due bambini floridissimi d'un mio collega". Ad essi il poeta dedica l'elegia Mors (nell'epidemia difterica), pubblicata poi nella raccolta delle Odi barbare. Il prof. Gandino, latinista insigne, è originario di Bra, in provincia di Cuneo. Ha combattuto nella prima guerra d'Indipendenza con l'esercito piemontese, rimanendo ferito nella battaglia di Novara. Profondo cultore e studioso di Cicerone, ha ottenuto la cattedra a Bologna dopo l'Unità, come l'amico Carducci. Insegnerà all'Università fino alla morte, nel 1905, contribuendo alla formazione di molti studiosi: tra essi anche Giovanni Pascoli.dettagli
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22 luglio 1875Medardo Bassi garibaldino e salumiereArrivano puntualmente nella dimora del generale Garibaldi a Caprera sostanziosi omaggi di salumi e tortlin (tortellini). Ad inviarli è Medardo Bassi, nipote del martire risorgimentale Ugo Bassi e lui stesso fervente patriota, che con il Generale ha partecipato alla spedizione dei Mille, perdendo una gamba in battaglia a Milazzo. Dal 1851 egli ha aperto con la famiglia un piccolo salumificio fuori porta Saragozza, divenuto nel tempo una delle fabbriche più moderne e razionali a Bologna. Tra i numerosi premi, che vincerà alle esposizioni internazionali, quello di Melbourne nel 1880 sarà legato a un particolare tipo di scatoletta per la mortadella, che si apre con estrema facilità. Nel 1884 Bassi aprirà un nuovo salumificio con negozio: il cronista del giornale "La Patria" segnalerà una esposizione di centinaia di mortadelle e ben nove macchine disposte in ordine su due file: dalla prima che taglia e tritura cotiche e lardelli, inventata dal meccanico Giusti, fino a quella che “affetta il salame già confezionato".dettagli
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31 luglio 1875L'Arena Teatro GiardinoIn un articolo datato 31 luglio, il cronista del “Monitore di Bologna” definisce l'Arena Teatro Giardino, costruita tutta in legno fuori Porta Santo Stefano, un “piccolo Paradiso terrestre”, dove sono soddisfatti i due bisogni principali dell'estate: bere e stare freschi. Vi si recitano opere liriche, come Il Rigoletto o L'elisir d'amore. Nel 1877, a far concorrenza a questa frequentata arena estiva, sorgerà, fuori Porta D'Azeglio, il Politeama Felsineo.dettagli
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22 settembre 1875L'Opera dei CongressiDurante il II Congresso cattolico, convocato a Firenze dal 22 al 26 settembre 1875, nasce l'Opera dei Congressi cattolici in Italia, struttura permanente per la direzione e il coordinamento dell'azione politica e sociale dei cattolici, collegata alla Società della Gioventù Cattolica italiana. Dopo la presa di porta Pia, l'Opera intende costituire un esercito cattolico agli ordini del Papa, strutturato e modellato sulla costituzione gerarchica della Chiesa. Viene infatti articolata in comitati diocesani e parrocchiali. La segreteria generale è stabilita a Bologna e la presidenza viene offerta a Giovanni Acquaderni (1839-1922), promotore della Società della Gioventù cattolica, che rimarrà in carica nel triennio successivo. Viene elaborato un Programma, approvato dal Papa, per l'azione cattolica in Italia. Esso invita i cattolici a non partecipare alle elezioni politiche, ma ad impegnarsi in quelle amministrative locali. Li orienta ad attivarsi nell'istruzione e nelle opere pie e a lottare contro l'immoralità e il socialismo.dettagli
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23 settembre 1875La Conferenza sui trattati di CommercioIl Presidente del Consiglio Marco Minghetti (1818-1886) presiede a Bologna la Conferenza sui trattati di Commercio, che devono essere rinnovati con le potenze estere. Partecipano all’assise il ministro degli Esteri Emilio Visconti-Venosta (1829-1914), il ministro dell’Agricoltura Gaspare Finali (1829-1914), il segretario generale del ministero di Agricoltura e Commercio, on. Emilio Morpurgo (1836-1885) e il deputato Luigi Luzzatti (1841-1927).dettagli
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4 ottobre 1875Il "Mefistofele" di Boito al Teatro Comunale con Erminia Borghi MamoDopo un anno di restauri, il Teatro Comunale riapre il 4 ottobre con la messinscena del Mefistofele di Arrigo Boito. Maltrattata alla Scala di Milano nel 1868, l'opera è invece accolta trionfalmente dal pubblico petroniano, seppure "sfrondata delle sue esuberanze e notevolmente modificata dall'autore" con l'aiuto di un amico bolognese, il conte Francesco Salina. Il successo nel capoluogo felsineo contribuirà a far entrare questo lavoro in modo permanente nel repertorio della lirica italiana. Diretta da Emilio Usiglio (1841-1910), l'opera impegna 80 orchestrali, 72 coristi e numerose ballerine e comparse. Tra i cantanti protagonisti, oltre al tenore Italo Campanini (Faust) e a Romano Nannetti (Mefistofele), vi è la bolognese Erminia Borghi-Mamo (Margherita), al debutto al Comunale. La giovane soprano è figlia d'arte: la madre Adelaide, anch'essa cantante, l’ha partorita nel 1854 subito dopo una recita del Trovatore di Verdi al Théâtre Italien di Parigi. Delle sue doti si è accorto anche Gioachino Rossini, che ha avuto l'occasione di ascoltarla ancora bambina. Come la madre, Erminia avrà una brillante carriera: canterà con successo in Europa e in America Latina fino ai 38 anni, quando, colpita da fobia per il pubblico, lascerà improvvisamente le scene.dettagli
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11 ottobre 1875Viadagola diventa GranaroloIn virtù del Regio Decreto 11 ottobre 1875 n. 2738 il Comune di Viadagola, autonomo dal 1860, cambia nome, prendendo quello di Granarolo, sua frazione e nodo emergente di traffici commerciali lungo la via San Donato. Si chiamerà quindi Granarolo dell’Emilia. La sede del Municipio è a Granarolo fin dal novembre 1860. Inizialmente fu ospitato in alcune abitazioni private. Nel 1871 venne acquisito uno stabile apposito. In questo periodo nella Provincia di Bologna vi sono altri significativi mutamenti di nomi: Caprara sopra Panico assume il nome di Marzabotto, Santa Maria in Duno diventa Bentivoglio, Belvedere Lizzano in Belvedere e Tavernola Grizzana.dettagli