Persuttino e Narciso maschere del teatro popolare
L'impresario del teatro Contavalli mette in scena la commedia La gran cuccagna, con la maschera di Persuttino ciabattino - o Persuttino Gambuzzi, da gamboz, gambuccio, cioè la parte terminale più saporita del prosciutto - interpretata dal suo inventore, Leonardo Scorzoni (1808-1885), attore dialettale e prima burattinaio e intagliatore di cornici.
Persuttino veste una lunga giubba gialla, un panciotto a fiori e delle braghe verdi di velluto. In testa ha un cappello floscio. La faccia è tonda e rubiconda con un neo vicino alla bocca e una parrucca con codino rivolto all'insù.
Il suo regno è il teatro “popolarissimo” della Nosadella, secondo Bianconi "il più brutto dei teatri di Bologna", dove il pubblico può andare "in maniche di camicia".
Persuttino, Salametto, Fighetto sono personaggi molto apprezzati del teatro popolare. Vengono recitati da burattini in legno e stoffa, oppure anche da attori in carne e ossa (i cosiddetti "burattini in persona").
La maschera preferita dalla gente di campagna è invece quella di Narciso, poeta del popolo, originario di Malalbergo e dal Seicento spalla del dottor Graziano, meglio conosciuto come il dottor Balanzone.
Lo si vede girare per le strade a Bologna nei giorni di Carnevale. Nel suo bizzarro costume da contadino - giacchetta a righe rosse e gialle, calzoni larghi, cappellone di paglia con lunghi nastri colorati - dice "un mucchio di corbellerie" (Sarti).
In teatro recita raramente una commedia intera: "arguto, vivacissimo, motteggiatore" intrattiene il pubblico tra un atto e l'altro, criticando i costumi del tempo, parodiando la vita cittadina e improvvisando rime in dialetto.
Fu introdotto dal commediante modenese Luigi Riccoboni, appassionato del mestiere, autore di una storia del teatro italiano in lingua francese.
Le "narcisate" (narzisat), farcite di frasi salaci e spinte, divennero nel tempo le canzoni tipiche delle feste di nozze e delle veglie invernali nelle stalle.
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