Lo schedario dei sovversivi
Presso la Questura di Bologna è istituito lo schedario delle Persone pericolose per la sicurezza dello Stato. Nei primi anni sarà utilizzato soprattutto per la sorveglianza di vagabondi o alcolisti.
Dal 1894 inizieranno le segnalazioni di attività politiche da parte di internazionalisti, repubblicani e socialisti. Le notizie andranno ad incrementare il Casellario politico centrale esistente dal 1896 presso il Ministero dell'Interno.
Nei primi decenni del Novecento lo schedario bolognese riguarderà anche i pacifisti e gli antimilitaristi. Nel corso della Grande guerra segnalerà i filogermanici.
A partire dagli anni Venti il controllo riguarderà gli antifascisti. Tra il 1923 e il 1944 saranno aperti oltre 6.000 fascicoli di sovversivi, la maggior parte dei quali dopo la promulgazione delle leggi “fascistissime”.
Lo schedario verrà utilizzato – pur con minore intensità – anche nel secondo dopoguerra, rimanendo aperto fino al 1983.
- Salvatore Alongi, Fascicolo in A8, genesi e forme del casellario politico della Questura (1872-1982) conservato all'Archivio di Stato di Bologna, in: Spigolature d'archivio. Contributi di archivistica e storia del progetto "Una città per gli archivi", a cura di Armando Antonelli, Bologna, Bononia University press, 2011, pp. 45-69
- Antifascisti nel casellario politico centrale, a cura dell‘Associazione nazionale perseguitati politici italiani antifascisti, Roma, ANPPIA, 1988-1995, 19 voll.