Cronologia di Bologna dal 1796 a oggi
Archivio di notizie sulla storia della città e del suo territorio dal 1796 ad oggi. Con riferimenti bibliografici, link, immagini.
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1872La passione dei velocipediUn cittadino francese prende in affitto l'arena dello Sferisterio (o del Gioco del Pallone) e vi apre un noleggio di bicicli e tricicli. Il Comune intanto concede ai pedalatori il permesso di circolare sull'anello della Montagnola e nella piazza Otto Agosto. Il primo velocipede è apparso a Bologna nel 1870, con la ruota anteriore più alta di quella posteriore e il manubrio girevole collegato al freno da una funicella. Uno dei primi campioni ciclisti è Lorenzo Scarani, capace di scendere da San Michele in Bosco con le mani sul manubrio e i piedi sul sedile del biciclo. A fine secolo un certo Francesco Pelloni aprirà in Piazza VIII Agosto una officina per velocipedi, con annesso noleggio. Un'altra officina con noleggio sarà condotta da Raffaele Oppi in via Cairoli. Intanto in diversi punti della città sorgeranno rivendite di biciclette e pneumatici. In via Farini aprirà il Laboratorio succursale della casa di Stanislas Rossy di Digione “per la fabbricazione e riparazione di coperture in gomma per biciclette e vetture a benzina”. In via Santo Stefano Umberto Manzoli venderà biciclette della Gladiator Phebus di Parigi e della Bianchi di Milano. Guglielmo Rubbi terrà in via Mazzini un deposito con rivendita di biciclette e pneumatici di varie marche, mentre Pietro Giordani in via San Vitale fabbricherà biciclette, ma anche macchine da cucire. Anche il meccanico Belvederi, con officina a vapore in via Indipendenza, abbinerà la fabbricazione e vendita dei velocipedi a quella delle macchine da cucire e dei ferri da taglio.dettagli
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1872La biblioteca popolare circolanteSu iniziativa della Lega per l'Istruzione del Popolo è organizzata a Bologna la prima biblioteca popolare circolante. Vi sono raccolti i piccoli fondi librari delle associazioni promotrici e la più consistente biblioteca della Società Operaia. Si avvale inoltre di donazioni private in libri o in denaro. La funzione della biblioteca circolante è quella di fornire le fonti e i “ripetitori” delle nozioni impartite durante le lezioni e le conferenze domenicali della Lega. La biblioteca, però, non darà "quel fecondo risultato che si aveva diritto di sperare": conterà solo cinque lettori al giorno, soprattutto studenti e impiegati, e distribuirà solo "opere leggere, amene, divertenti". Il massimo livello di pubblico sarà raggiunto nel 1878, con 5462 lettori e 5715 opere.dettagli
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1872Ballo Popolare in piazza della PaceDal 1872, sopra un elegante palco in piazza della Pace (poi piazza Galvani), si tiene il Ballo Popolare, grande attrattiva dei carnevali bolognesi, organizzato dalla Società del dottor Balanzone. Tra strisce multicolori e migliaia di fiammelle a gas salgono a ballare le persone mascherate. Altre maschere sfilano lungo il Pavaglione, confondendosi con i travestimenti più popolari, i “mascherotti”, chiamati dal popolo “sabbioni” (vestiti di trucioli, penne di gallina, erba, stracci o altro). Dal 1879, dopo la inaugurazione della statua di Luigi Galvani, il ballo sarà trasferito in piazza VIII Agosto. I balli popolareschi sono regolati dagli ordini impartiti dal “caposala”, che li grida in un francese approssimativo. Per le diverse categorie di balli vi sono società appositamente costituite. Chi invita una ragazza deve presentarsi rigorosamente vestito di nero, prenotare tre posti a tavola (uno anche per l'accompagnatrice anziana) e pagare la carrozza.dettagli
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gennaio 1872Antonio Zannoni scopre i resti della città anticaL'ing. Antonio Zannoni (1833-1910) comincia a rilevare in alcune zone del centro storico tracce di un grande abitato risalente a un periodo tra il X e il V secolo a.C. Nel gennaio 1871, nel corso di lavori di ristrutturazione a Villa Bosi, in San Mamolo, rintraccia cinque fondi di capanne "con istoviglie proprie del loro periodo, insieme a ceramica e bronzi terramaricoli". Tracce di altre quattordici capanne saranno individuate poco lontano nel 1878, durante la costruzione del serbatoio dell’acquedotto. Fino al 1890 l‘ingegnere faentino troverà circa 550 fondi di capanne, "assodate con palizzate e fango" e "collegate per cunicoli", la maggior parte delle quali con pianta rotonda e poche a pianta quadrata o rettangolare. In queste ultime verranno rinvenuti molti manufatti, materiali villanoviani associati a ceramiche attiche, indice forse di una maggiore ricchezza dei loro abitanti. Secondo i calcoli di Zannoni l'area della città preromana, dalla forma approssivativa di un quadrilatero, comprendeva tra le 10.000 e le 15.000 capanne. Il centro andava dalla riva dell'Aposa verso ovest fin quasi al Ravone.dettagli
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1872Lo schedario dei sovversiviPresso la Questura di Bologna è istituito lo schedario delle Persone pericolose per la sicurezza dello Stato. Nei primi anni sarà utilizzato soprattutto per la sorveglianza di vagabondi o alcolisti. Dal 1894 inizieranno le segnalazioni di attività politiche da parte di internazionalisti, repubblicani e socialisti. Le notizie andranno ad incrementare il Casellario politico centrale esistente dal 1896 presso il Ministero dell'Interno. Nei primi decenni del Novecento lo schedario bolognese riguarderà anche i pacifisti e gli antimilitaristi. Nel corso della Grande guerra segnalerà i filogermanici. A partire dagli anni Venti il controllo riguarderà gli antifascisti. Tra il 1923 e il 1944 saranno aperti oltre 6.000 fascicoli di sovversivi, la maggior parte dei quali dopo la promulgazione delle leggi “fascistissime”. Lo schedario verrà utilizzato – pur con minore intensità – anche nel secondo dopoguerra, rimanendo aperto fino al 1983.dettagli
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1872Demolita e ricostruita la chiesa della CroaraViene demolita per motivi di stabilità la chiesa di Santa Cecilia della Croara, sorta nell'XI secolo sull'area di una antica domus imperiale e consacrata solennemente l'8 maggio 1139. Apparteneva a una abbazia di monaci Vallombrosani passata nel 1496 ai Canonici Renani Lateranensi del convento bolognese di San Salvatore. Il campanile, risalente al XVIII secolo, venne rifatto nel 1851 su disegno di Giuseppe Brighenti. La chiesa verrà ricostruita a partire dal 1873 per opera di Vincenzo Brighenti, figlio di Giuseppe. Restaurata nel 1927, sarà danneggiata pochi mesi dopo dallo scoppio della polveriera di Marano. Dal 1940 al 1960 il monastero ospiterà famiglie sfollate a causa della guerra, poi verrà in parte trasformato in abitazioni private.dettagli
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1872Il romanzo "La fanciulla di Zena" di Raffaello GaragnaniPresso la Tipografia sociale di Ferrara viene pubblicato il romanzo La fanciulla di Zena di Raffaello (o Raffaele) Garagnani (1821-1891). L'autore è un avvocato di nobile famiglia originaria della provincia di Parma e imparentata con i Lambertini. E' ben conosciuto nell'ambiente forense - durante la famosa Causa Lunga è stato difensore di alcuni imputati della Balla delle scarpe di ferro - e come estensore di alcuni saggi polemici contro l‘amministrazione comunale, ma anche per i suoi trascorsi come capo mazziniano, come scrittore di romanzi e novelle e come traduttore di Orazio. Il pretesto di questo nuovo romanzo ambientato sulle colline bolognesi ai tempi di Matilde di Canossa è una lapide trovata nei pressi dell'antico castello di Zena, ai piedi del Monte delle Formiche. La lapide - forse mai esistita e comunque scomparsa durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale (Fantini) - parlava di una fanciulla bellissima, Zenobia, fatta rapire da Azzone de' Cossi, in seguito liberata dal fidanzato Sigiero, ma colpita, per le disavventure patite, da un male che la condurrà alla morte. Secondo "La Civiltà Cattolica" la vicenda avventurosa di Zenobia "ti commuove ai più soavi affetti, ti schiera innanzi i costumi, le passioni, i vizii, le virtù di quell’epoca, si illustre e gloriosa per l’Italia, e t’informa l’animo a sensi nobili e virtuosi". Di grande interesse è la descrizione di varie località attorno a Bologna - come Monterenzio, Zula, Sassoleone, Brento - fatta con gli occhi di un uomo del XIX secolo, che quei luoghi conosce bene e frequenta assiduamente. La fanciulla di Zena avrà nel 1876 una seconda edizione bolognese - in due volumi per 600 pagine complessive - presso la Tipografia Pontificia Mareggiani. Secondo Abdon Altobelli il romanzo sarà ben conosciuto nella locale società.dettagli
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2 gennaio 1872Il Collegio di Santa Dorotea apre una scuola per "lavori donneschi"Il Collegio di Santa Dorotea apre una "scuola civile" per l'insegnamento dei "lavori donneschi". L'Opera di Santa Dorotea è stata fondata nel 1838 a Genova da don Luca Passi e dalla Beata Paola Frassinetti per l'educazione di giovani povere e bisognose. Nel 1853 ha aperto a Bologna un conservatorio per le figlie delle migliori famiglie della città. Nel 1867 ha evitato il provvedimento di soppressione che ha colpito gli ordini claustrali, prendendo il nome di Collegio-Convitto privato per fanciulle nobili e civili. Ha allargato in seguito la propria attività con la fondazione di un convitto per giovanette del ceto medio, chiamato della Sacra Famiglia. I due collegi saranno riuniti dal 1886: nella casa della Sacra Famiglia rimarrà fino al 1911 un laboratorio, un ricreatorio e un pensionato per studentesse. Tra il 1873 e il 1876 l'Educandato di Santa Dorotea avrà tra le sue ospiti anche la figlia di Carducci, Laura. Il poeta andrà spesso a visitarla e, passeggiando con lei nel giardino, sarà solito togliersi il cappello davanti alla statua della Madonna Immacolata lì presente.dettagli
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4 gennaio 1872Rapporto per il riordino della toponomasticaL'estensore del Rapporto per il riordino della toponomastica antica definisce “sconci e strani” i nomi di molte strade cittadine. Tra i nomi modificati, via Berlina diventa via Alessandrini, via Malcontenti cambia nome in via Mezzofanti, via della Maddalena diventa via Otto Agosto. La piazza d'Armi davanti alla Montagnola è chiamata Piazza dell'Indipendenza.dettagli
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5 febbraio 1872Dimissioni della Giunta CasariniIl 5 febbraio la giunta progressista di Camillo Casarini (1830-1874) si dimette a seguito di uno scandalo: l'assessore Guadagnini, distintosi in passato per la radicale riforma degli uffici comunali, è riconosciuto colpevole di malversazioni. Il sindaco è costretto a lasciare il posto a una Giunta di transizione, presieduta dal moderato Giovanni Malvezzi. Le nuove elezioni generali, indette per il 30 ottobre 1872, vedranno prevalere i “consorti”, i liberali moderati appoggiati dai cattolici, mentre gli Azzurri di Casarini subiranno una flessione. Nell'occasione voteranno meno della metà degli aventi diritto.dettagli
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13 marzo 1872Giornali listati a lutto per la morte di MazziniIl 10 marzo muore a Pisa Giuseppe Mazzini (1805-1872). Il 12 marzo Carducci lo commemora con “un forte discorso” in un incontro commemorativo al Teatro Comunale. Ora Roma è troppo piena di principi e di prelati, e non ha posto per la bara del povero vecchio repubblicano. Ora la salma sua ritorna alla dolce terra nativa, ritorna a riposare a canto il padre, a canto la madre diletta, da cui si divise in vita per sempre per amore d’un‘altra più dolente madre, l’Italia: vi ritorna dopo quarant’anni di esilio ... Il 13 marzo, sul giornale repubblicano "L'Alleanza" listato a lutto, detta un’epigrafe in cui definisce il maestro genovese "l'ultimo dei grandi italiani antichi e il primo dei moderni, il pensatore che dei romani ebbe la forza, dei comuni la fede, dei tempi moderni il concetto". Benchè oramai gli internazionalisti siano profondamente distanti dalle idee e dall'azione promossa da Mazzini, anche il loro organo, "Il Fascio Operaio", esce listato a lutto. Subito dopo la polemica con i repubblicani scaturirà feroce per il mancato invito degli internazionalisti alle manifestazioni commemorative di Bologna. Si arriverà fino alla sfida a duello tra il console del Fascio Operaio Erminio Pescatori e il responsabile del giornale "L'Alleanza" Enrico Perdisa.dettagli
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15 marzo 1872Transita alla stazione la salma di Giuseppe MazziniAlle 2 del 15 marzo 1872 giunge a Bologna il treno che reca la salma di Giuseppe Mazzini (1805-1872), in transito verso Genova. L’ex triumviro romano, protagonista del Risorgimento italiano, è morto a Pisa, ma non essendo ancora attiva la linea ferroviaria tirrenica, il convoglio è costretto all'attraversamento degli Appennini. Ad attendere il treno funebre vi sono alla stazione circa 1.500 persone. Il prof. Quirico Filopanti tiene alla moltitudine accorsa un breve discorso celebrativo, mentre molti depongono fiori sulla bara. Prima di giungere alla città lagunare il treno passa da Parma, dove viene suonata la marcia funebre, e da Alessandria, in cui è registrato un “grande concorso di popolo”. Due giorni prima, al Teatro comunale, Mazzini era stato commemorato da Carducci con parole risentite nei confronti di chi, fino all‘ultimo, l‘ha perseguitato e emarginato: Giuseppe Mazzini dopo quarant'anni di esilio passa libero per terra italiana oggi che è morto. O Italia, quanta gloria e quanta bassezza e quanto debito per l'avvenire!dettagli
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17 marzo 1872Congresso Regionale dell’Internazionale socialistaSi svolge a Bologna dal 17 al 19 marzo il congresso delle sezioni romagnole dell'Internazionale socialista, vicine alle posizioni politiche di Bakunin. Presiedono Camillo Amadio, Erminio Pescatori e il mirandolese Celso Ceretti. I partecipanti promettono di "compiere un'attivissima propaganda, non soltanto nei centri operai, ma soprattutto nelle campagne". Intervengono anche delegazioni da Genova, Napoli, Mantova. Il Congresso incarica il Consiglio regionale di Bologna di organizzare una Conferenza nazionale dei gruppi internazionalisti. Nel seno dell'Internazionale socialista l'anarchico russo Michail Bakunin (1814-1876) ha assunto da tempo una posizione distinta da quella del Consiglio Generale di Londra ispirato da Karl Marx (1818-1883) e Friedrich Engels (1820-1895). Nel settembre del 1868 ha fondato l' “Alleanza fraterna segreta”, primo nucleo del movimento anarchico in Italia. Il Fascio Operaio bolognese si è posto sulla sua scia. Il movimento bakuniniano ha messo radici anche in Romagna, dove sono sorte rapidamente numerose “sezioni” dell'Internazionale. Tra i protagonisti del movimento vi è anche il giovane Andrea Costa (1851-1910), che dopo il congresso di agosto a Rimini, dove si consumerà la rottura degli anarchici italiani con il Consiglio di Londra, dirigerà da Bologna la Commissione di corrispondenza della Federazione italiana dell'Associazione internazionale dei lavoratori (AIL).dettagli
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aprile 1872Un giardino in piazza CavourPietro Ceri, padre dell'ing. comunale Giuseppe Ceri (1839-1925), è l'artefice del giardino sistemato nella parte centrale di piazza Cavour. Aperta pochi anni prima, la piazza ha in un primo tempo ospitato un teatro d'operetta. Nel giardino sarà collocato nel 1892, a cura degli studenti del circolo monarchico liberale, un busto di Camillo Benso conte di Cavour (1810-1861), per ricordare "le sembianze dello statista glorioso". E' opera di Carlo Monari (1831-1918), artista bolognese di buona fama, già allievo di Cincinnato Baruzzi, autore anche delle sfingi del Pontelungo e di alcuni bei monumenti funerari alla Certosa. La fontana del giardino sarà alimentata da un ramo del riattivato acquedotto romano.dettagli
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23 maggio 1872Rotta del Po nel ferrareseIl Po rompe gli argini in quattro punti tra Ferrara e Rovigo. L'abitato di Guarda ferrarese è devastato. Alcuni giorni dopo la piena travolge l’argine del canal Bianco: le acque dilagano fino al Po di Volano, che il 3 giugno straripa anch'esso. L’alluvione copre un’area di 70.000 ettari: verso occidente raggiunge Boara, nei pressi di Ferrara; verso oriente Mesola e Goro. Ci vogliono più di cinquanta giorni per arginare le rotte. Il 23 ottobre il Po sale nuovamente e rompe gli argini presso Ronchi di Revere, nel mantovano, recando gravi danni soprattutto nella zona di Bondeno. Nel frattempo il Reno fuoriesce a destra a Passo Savignano (Argelato). A causa di piogge interminabili, il grande fiume allagherà le campagne padane anche nei mesi di novembre e a dicembre. Gioacchino Napoleone Pepoli, tra gli altri, si prodigherà negli aiuti in soccorso degli abitanti di Stellata e Bondeno. Negli anni successivi l'"Olanda italiana", il vasto territorio attorno al Po, che rimane sotto al livello del mare, sarà interessato da vaste opere di bonifica, con l'uso di idrovore azionate da macchine a vapore e grazie al lavoro, "pala e carriola", di migliaia di operai.dettagli
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31 maggio 1872Richard Wagner cittadino onorarioA seguito del grande successo del Lohengrin, su proposta dell'ex sindaco Casarini, il consiglio comunale conferisce la cittadinanza onoraria di Bologna a Richard Wagner (1813-1883). Assieme a lui ricevono l’onorificenza alcuni illustri scienziati intervenuti nel 1871 al congresso mondiale di archeologia. La lettera di ringraziamento del compositore tedesco "non ha la forma cerimoniosa di un complimento qualunque; è la dichiarazione di principi, esplicita, sincera, piena di sensi elevati intorno allo scopo che il Wagner s'è proposto colla creazione del suo dramma musicale" (Filippi). Vi si dice che la presenza nello stemma di Bologna del motto "Libertas" giustifica il coraggio di presentare al pubblico una musica così insolita come la sua. In conclusione vi è la promessa di una venuta in città quanto prima: “Ho fidanza di potermi recare nell'autunno del 1874 a fare una visita ai miei stimabilissimi concittadini, e per conseguenza anche a Lei, onorevole signor Sindaco, onde confermarle con una cordiale stretta di mano quanto oggi da lungi, col mezzo della presente, pregiomi di significarle, e cioè che io vado orgoglioso di potermi chiamare cittadino onorario di Bologna”. In effetti Wagner verrà a Bologna solo nel 1876, a causa dei suoi numerosi impegni professionali.dettagli
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agosto 1872Un telegrafo solare per GaribaldiNelle vetrine della ditta Calzoni, sotto il portico del Pavaglione, è esposto il “sensazionale” telegrafo solare (o eliografo) di Raffaele Sgarzi, dono dei volontari garibaldini di Cento (FE) all'eroe dei due mondi, in esilio sull'isola di Caprera. Si tratta di un congegno a specchi in grado di inviare messaggi fino a trenta chilometri di distanza. I donatori sono certi che così il generale potrà mantenere dal suo “scoglio” le comunicazioni con la Sardegna e il continente. L'ufficio telegrafico della Maddalena, infatti, sarà in grado di rilanciare i suoi dispacci inviati col telegrafo solare. L’invenzione dell’eliografo è controversa. Alcune autorevoli pubblicazioni la attribuiscono al telegrafista francese Leseurre, morto nel 1864. Il prof. Quirico Filopanti riconoscerà a Sgarzi il perfezionamento del prezioso apparecchio.dettagli
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4 agosto 1872Il convegno internazionalista di RiminiDal 4 al 6 agosto, nella sede del Fascio Operaio di Rimini, si incontrano le società operaie, soprattutto marchigiane e romagnole, che non hanno votato il “patto di fratellanza” all'XI Congresso di Roma, rompendo con il movimento mazziniano. Il pugliese Carlo Cafiero (1846-1892) è presidente di questa prima Conferenza Nazionale del socialismo italiano e l'imolese Andrea Costa (1851-1910) funge da segretario. Tra i rappresentanti delle sezioni vi è Errico Malatesta (1853-1932). Anarchici e socialisti fondano nell'occasione la Federazione italiana dell'Associazione Internazionale dei Lavoratori (AIL), atto di nascita del socialismo italiano. Emergono comunque profondi contrasti tra i due gruppi. Costa e Cafiero rivendicano l'autonomia delle federazioni all’interno dell’AIL e la sovranità del Congresso rispetto agli apparati centrali dell'Associazione, accusata di trasformarsi in partito. La rottura definitiva tra i comunisti “autoritari” seguaci di Marx e gli anarchici di Bakunin si consumerà il 2 settembre a L'Aja, durante il II Congresso dell'Internazionale. Il 15 settembre a Saint-Imier, in Svizzera, si terrà il Congresso "antiautoritario". Verrà condannato il trade-unionismo e ribadita l'opposizione anarchica alla formazione di un partito politico dei lavoratori e alla tesi della dittatura del proletariato. L'imolese Andrea Costa, assieme a Carlo Cafiero, Lodovico Nabruzzi e Errico Malatesta, si farà promotore, in questa occasione, della sezione italiana dell'Internazionale anarchica di Michail Bakunin.dettagli
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5 agosto 1872La Piccola Missione per i SordomutiLa famiglia religiosa fondata da don Giuseppe Gualandi (1826-1907) è approvata dal cardinale Arcivescovo di Bologna Carlo Luigi Morichini (1805-1879), desideroso di stabilire un aiuto duraturo per l‘educazione - e in particolare per la formazione religiosa - dei sordomuti. Prende il nome di Piccola Missione per i Sordomuti (PMS) o Pia Congregazione del Patriarca San Giuseppe e di San Francesco di Sales per istruire i sordomuti. Essa comprende una associazione di sacerdoti per i sordomuti maschi e una unione di Pie Sorelle in aiuto delle sordomute. Orsola Mezzini (1853-1919) sarà la prima a guidare la sezione femminile, seguita da altre giovani. la PMS sarà definitivamente approvata dalla Santa Sede nel 1963 come congregazione religiosa clericale di diritto pontificio, composta di religiosi e laici. Avrà sedi in Italia e in vari paesi nel mondo. La casa generalizia rimarrà a Bologna fino al 2003, per poi trasferirsi a Roma.dettagli
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17 agosto 1872Epigrafe di Carducci per Piccinini "spento a tradimento"La sera del 2 maggio all'uscita dal Caffé Europa di Lugo viene ucciso Francesco Piccinini (1839-1872), ex garibaldino e capo del Fascio Operaio di Lugo, uno degli iniziatori del movimento internazionalista in Romagna. L'attentato, a colpi di rivoltella e di coltello, è opera di due mazziniani estremisti di Faenza, uno dei quali verrà in seguito catturato a Londra e condannato al carcere a vita. La morte di Piccinini ha grande ripercussione sulla stampa italiana e internazionale. Aurelio Saffi condannerà decisamente i metodi violenti usati troppo spesso in Romagna per dirimere le questioni politiche, ma il suo appello rimarrà inascoltato. In questo periodo si assiste a una serie impressionante di duelli, agguati, scambi di offese tra repubblicani e internazionalisti in varie località della regione: a Bologna, Ravenna, Rimini, Cesena, Forlì. Il 17 agosto è pubblicato il testo di Giosue Carducci per la lapide commemorativa del caduto: “Propugnò / la libertà della nazione / nelle battaglie / dal 1859 al 1867 / la libertà della ragione umana / nelle relazioni domestiche religiose e civili / col pensiero e cogli atti / da per tutto e sempre / aveva cominciato a propugnare / con le Associazioni del lavoratore d'ogni nazione / la libertà della plebe / quando / ferri omicidi e cuori bestiali e menti selvagge / la sera del 2 maggio 1872 / spegnendolo a tradimento / involavano / ... / la vita trentenne di lui / buono innocente acceso del bene / banditore di concordia e di pace / amatore del popolo e degli uomini tutti / i fratelli i compagni gli amici / questa memoria posero / segno di amore e dovere / e d'infamia perenne / agli assassini traditori vigliacchi”.dettagli
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settembre 1872"Il Petroniano" settimanale istruttivo e popolareEsce in settembre il primo numero de “Il Petroniano”, giornale storico patrio istruttivo popolare redatto in lingua italiana e dialetto bolognese. Ha cadenza settimanale (48 numeri l’anno) e una tiratura di 1.400 copie. Si occupa di storia patria e di cronaca locale ed è diretto da Ferdinando Guidicini, saggista, editore e curatore delle opere del padre, Giuseppe Guidicini (1763-1837). Tra esse le Cose Notabili della Città di Bologna (1868-1873) e la Miscellanea storico-patria bolognese (1872).dettagli
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ottobre 1872Il piccolo motore ZavagliaSebastiano Zavaglia (1824-1876), direttore del Gabinetto Aldini di Fisica e Chimica Applicata, progetta e costruisce un piccolo motore a vapore della potenza di un quarto di cavallo. Esso è in grado di risolvere “in modo assai soddisfacente il problema di ottenere la forza a domicilio” ed è considerato adatto a sostituire il lavoro umano nelle piccole imprese artigiane e industriali. Dopo la pubblicazione nel numero di ottobre della “Rivista scientifico-industriale” di Guido Vimercati, il motore Zavaglia sarà messo a punto l’anno seguente e collaudato con successo nel 1874 nell‘officina di Luigi Giusti in via Galliera. “Distinto fisico e meccanico“, Zavaglia svolge anche una notevole attività promozionale sulle modalità d'impiego della macchina Watt, utilizzando un ampio campionario di modelli e strumenti appositamente costruiti a Bologna. Ben presto diventerà uno dei principali consulenti a Bologna per l'installazione di caldaie e motori a vapore. Lo sviluppo del trasporto ferroviario e la diffusione delle macchine a vapore nelle campagne lo indurrà, inoltre, a istituire un corso di addestramento per fuochisti e conduttori di locomotive e locomobili.dettagli
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20 ottobre 1872Il ponte Muratori a VignolaIn occasione del bicentenario della nascita di Ludovico Antonio Muratori (1672-1750) è posata la prima pietra del ponte sul Panaro nei pressi di Vignola. Esso avrà la funzione di “aprire un varco sempre sicuro al commercio attivissimo che si intrattiene fra una parte della montagna modenese e la finitima provincia di Bologna”. Per dare ai presenti un'idea del tracciato si è provveduto ad alzare ad intervalli dal letto del fiume "mucchi di ghiaia e di terra con sopra banderuole" che simulano i piloni su cui poggeranno le arcate. Alla cerimonia partecipa, in qualità di Segretario della Deputazione di Storia Patria per le provincie di Romagna, Giosue Carducci, che lascerà un ricordo - pieno di sarcasmo nei confronti delle Autorità intervenute - in un articolo sul giornale “La Voce del Popolo”: “La piena della notte avea portato via tutti i preparativi per la fondazione del ponte. Ma la pietra fu messa, e il prefetto di Modena parlò: io non lo intesi. O quercie, o grandi ampie ombrose e pensosamente liete quercie dei colli di Vignola [...] chi, chi vi condannò, povere quercie, a vedere certi eruditi in marsina, i quali spingono la licenza d'esser brutti fino agli ultimi limiti del possibile? In che peccaste mai, per dovere udire i discorsi del sig. prefetto di Modena? Io per me pensavo alla piena“. Il ponte Muratori sarà aperto nel 1876 e su di esso transiterà la nuova tramvia Bologna-Casalecchio-Vignola. Bombardato e semidistrutto durante la seconda guerra mondiale, sarà reso inagibile dall'alluvione del 1966 e sostituito con uno in cemento armato, inaugurato nel 1969.dettagli
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22 ottobre 1872Fiumi in piena. Disastro nell'Oltrepo mantovanoNel mese di ottobre gran parte dell'Italia è sconvolta da violenti nubifragi, piene e straripamenti di fiumi. Vasti allagamenti sono provocati dal Po e dai suoi affluenti nel Pavese, nelle provincie di Parma e Cremona. Nel Bolognese tutti i fiumi sono in piena e si verificano sormonti e rotte degli argini. Il 22 ottobre la piena del Panaro è "elevatissima". Quella del Reno segna oltre due metri sopra il livello di guardia all'idrometro di S. Prospero. Riccardo Bacchelli descrive, nel romanzo Il Mulino del Po, il timore per le piene minacciose dei due fiumi in contemporanea al Po: la città di Ferrara "spaurita aspetta l'acqua da un'ora all'altra; si son barricate porta Reno e porta Po, le più esposte; la gente affolla giorno e notte le strade". A Pontelagoscuro si chiudono le vie del paese. La piena trascina alcune barche del ponte di chiatte. Vi sono rotture in golena nelle possessioni Forti e Camerini. Da Polesella viene questa testimonianza: “Abbiamo passata notte infernale. Continui allarmi, campane a stormo. Sul ferrarese pioggia, fulmini, un finimondo. L'aurora portò un po'di calma nelle idee. Alle nove di questa mane due ondate del Po traversarono l'argine alla località Ponte-Sostegno ... Siamo al disopra di quanto i nostri vecchi avevano segnato all'idrometro. Ora si calcola di avere m. 3,20 sopra guardia, 27 centimetri al di sopra della massima piena del 1868. E’ inevitabile una disgrazia”. Il disastro maggiore si verifica nell'Oltrepo mantovano, a causa di due rotte del Po sull'argine destro. Quella del 23 ottobre tra il Secchia e il Panaro a Ronchi, presso Revere, è la più grave. Il territorio compreso tra l'argine destro del Secchia, l'argine del Po e l'argine sinistro del Panaro viene sommerso e le acque raggiungono i 7 metri di altezza nelle zone più depresse. "Chi dal ponte di Panaro presso Bondeno avesse riguardato la gran valle - è il racconto di uno dei testimoni - sarebbe rimasto inorridito alla vista dell'immensa superficie d'acqua interrotta da comignoli, da cime d'alberi e da natanti masserizie". Numerose abitazioni vengono distrutte e una buona parte degli abitanti deve rifugiarsi nei paesi vicini e sugli argini per parecchie settimane. La rotta sarà chiusa solo nel gennaio successivo e in aprile i terreni più bassi saranno ancora allagati. Nel febbraio 1873 Quirico Filopanti descriverà la "compassionevole" situazione delle donne "sotto quelle loro capannuccie aperte al vento" mentre accudiscono ai lavori domestici o preparano "presso un fumoso fuoco fatto di sterpi raccolti nella golena del fiume il frugale pasto di polenta per la povera famigliola".dettagli
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10 novembre 1872Il "Tannhauser" accolto con freddezzaIl 10 novembre va in scena al Teatro comunale - per la prima volta in Italia - il Tannhauser di Richard Wagner (1813-1883), condotto da Angelo Mariani (1821-1873). Secondo il critico dell' “Arpa”, alla prima rappresentazione l'opera non ottiene consensi unanimi: piace molto la Sinfonia e sono accolti discretamente i due primi atti. Il terzo atto, invece, viene criticato. Verso la fine si accende la contestazione dei conservatori e i pochi applausi sono soffocati dalle grida di "Viva Rossini!". Lo spettacolo finisce “a fischi”. Nelle repliche, tuttavia, il Tannhauser sarà “accolto con tolleranza” dal pubblico e risulterà un "chiaro successo", a conferma della fascinazione dei bolognesi per la mitologia tedesca, nata dopo le recite del Lohengrin l‘anno prima. Quasi a voler smentire una presunta disaffezione di Bologna per la musica italiana, la stagione operistica del Comunale comprenderà anche il Mosè di Rossini e la Norma di Bellini.dettagli
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17 novembre 1872Il Collegio di San Luigi in via San MamoloI Padri Barnabiti si stabiliscono nel palazzo in via San Mamolo, che fu sede fino al 1797 del Collegio Montalto. Qui trova dimora definitiva lo storico Collegio San Luigi. L'8 dicembre 1873 verrà riaperta la chiesa annessa di S. Antonio Abate e nel 1879 sarà inaugurato un teatro interno in stile Settecento, tra i migliori della città. Il Collegio “per i figli del popolo”, o dei Cittadini, fu fondato in zona Castiglione dal conte Carlo Zani nel 1645 e inizialmente dedicato a S. Carlo. Nel XVIII secolo venne costruita una sede più ampia in via Cartolerie, angolo via de' Chiari. Dopo la morte del fondatore il collegio venne affidato ai Gesuiti, che già guidavano il vicino Collegio dei Nobili, posto anch'esso in via Cartolerie. Essi diressero entrambe gli istituti fino alla soppressione dell'Ordine, nel 1773, per poi lasciarli ai Padri Barnabiti. Alla fine del Settecento i due collegi vennero fusi insieme sotto il nome di S. Luigi. In epoca napoleonica la sede del Collegio dei Nobili diventò una caserma. I Padri professori, secolarizzati sotto il dominio francese, continuarono a gestire l'altra parte. Poterono ricostituire la loro Congregazione solo dopo l'8 settembre 1816. Nel 1866 i Barnabiti furono nuovamente soppressi. Il Collegio S. Luigi di via Cartolerie diventò un magazzino. Fino all'assegnazione dell'ex collegio Montalto, I Padri utilizzarono per le loro scuole sistemazioni provvisorie.dettagli
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17 novembre 1872Muore Luigi Mercantini, poeta di GaribaldiMuore a Palermo, dove dal 1865 insegnava letteratura italiana, il poeta Luigi Mercantini (1821-1872). Originario della provincia di Ascoli Piceno, studiò nel seminario di Fossombrone. Nel 1849 partecipò alla difesa di Ancona assediata dagli Austriaci e in seguito fu costretto all'esilio nelle isole ioniche. Rientrato in Italia nel 1852, fu insegnante di collegio e giornalista. Nel 1858 conobbe Garibaldi, da cui ricevette l'incarico per un inno. Nacque la Canzone Italiana, musicata da Alessio Olivieri, poi conosciuta come l'Inno di Garibaldi, di cui diveranno molto noti i versi iniziali: Si scopron le tombe, si levano i morti,I martiri nostri son tutti risorti e il ritornello Va' fuori d'Italia! va' fuori ch'è l'ora!Va' fuori d'Italia! va' fuori, stranier! Così come famosi saranno i versi della sua lirica La spigolatrice di Sapri, ispirata alla fallita spedizione di Carlo Pisacane (1818-1857): Eran trecento, eran giovani e forti,e sono morti Nel 1860 venne nominato professore di storia e di estetica all'Accademia delle Belle Arti di Bologna, dove fu anche segretario della Deputazione di Storia Patria e membro della Loggia massonica Galvani.dettagli
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dicembre 1872La necropoli ArnoaldiNel dicembre 1872 inizia uno scavo di sepolture antiche ad ovest della città, circa un chilometro fuori della cerchia delle mura. All'interno del podere San Polo, di proprietà della famiglia Arnoaldi Veli, sono riportate alla luce più di 400 tombe risalenti alla fase tardo villanoviana e orientalizzante e alla fase "Certosa". La campagna è effettuata da persone diverse: si registra la perdita di gran parte della documentazione scientifica e lo smembramento dei corredi funerari, che saranno venduti in vari lotti al Museo civico. Andrà molto meglio nel 1883, in occasione di una nuova campagna di scavo curata da C. Ruga, quando saranno tenuti distinti i corredi di 22 tombe e verranno redatte planimetrie dettagliate delle trincee esplorate. Nelle sepolture rinvenute prevale nettamente il rito incineratorio, con tombe a forma quadrangolare o a dolio. La maggior parte delle deposizioni sono segnalate da ciotoli o da stele a disco. I corredi sono molto abbondanti, con vasti servizi di vasellame e numerosi ornamenti in bronzo.dettagli