La balena etrusca e l'orca di Cetona
Vincenzo Luatti, veterinario originario di San Pietro Capofiume (Molinella), residente a Montepulciano e proprietario di un allevamento di bovini, vende al prof. Giovanni Capellini dell'Istituto geologico bolognese alcune vertebre dorsali-cervicali di balena provenienti dalle sabbie gialle del torrente Astrone vicino a Cetona (SI). Capellini chiamerà questo cetaceo preistorico Balaena etrusca.
Nel 1882 a circa tre chilometri dal luogo di ritrovamento della balena un contadino troverà casualmente altre ossa fossili, che nel 1882 Capellini attribuirà a un esemplare - il primo mai ritrovato - del genere orca, risalente a 3-4 milioni di anni fa.
“Per la forma generale del cranio, per le particolarità che si notano nella forma degli intermascellari, delle mandibole, e più ancora dei denti; e finalmente per quanto si rileva dall'esame comparativo delle vertebre, delle coste, dello sterno e delle scapole, il delfino di Cetona va riferito al vero genere Orca”.
L’orca di Cetona, Orcinus citoniensis, sarà conservata nel Museo Geologico bolognese.
- Giovanni Capellini, Di un'orca fossile scoperta a Cetona in Toscana, in: “Memorie dell'Accademia delle Scienze dell'Istituto di Bologna“, serie IV, 4 (1883), pp. 670-685
- Giovanni Capellini, Sulla balena Etrusca, in: "Memorie dell'Accademia delle Scienze dell'Istituto di Bologna", serie III, 3 (1873)
- “Paleontographia italica. Memorie di paleontologia“, pubblicate per cura del prof. Mario Canavari, 3 (1897), p. 4 (Facs.: Bologna, Forni, 1968)