Cronologia di Bologna dal 1796 a oggi
Archivio di notizie sulla storia della città e del suo territorio dal 1796 ad oggi. Con riferimenti bibliografici, link, immagini.
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1871Analfabeti a BolognaSecondo i dati del Censimento, gli analfabeti a Bologna sono il 47% della popolazione complessiva. Per ovviare a questa situazione preoccupante il Governo tenterà vari modi, coinvolgendo intellettuali come Manzoni e Carducci. La Società Operaia di Bologna aprirà una biblioteca sociale e organizzerà corsi serali per lavoratori, attraverso la Lega per l'Istruzione del Popolo (1871) e l'Università popolare (1900).dettagli
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1871La nuova stazione ferroviariaLa nuova stazione ferroviaria, progettata dall'ing. Gaetano Ratti (? - 1913), sorge tra il 1871 e il 1876 sul luogo della prima stazione “sperimentale”, in funzione dal 1859. Al vecchio parco ferroviario vengono aggiunti quattro chilometri di nuovi binari. Il bugnato del fabbricato viaggiatori richiama quello di palazzo Bevilacqua, mentre le finestre a bifora riprendono quelle di palazzo d’Accursio. Non molto diverso era il disegno presentato nel 1860 da Giuseppe Mengoni, in occasione della visita a Bologna di Vittorio Emanuele II: un bel progetto, "dichiaratamente ispirato a Palazzo Pitti", per stile e dimensioni. L'interno dell'edificio sarà sistemato con l'intervento di abili decoratori e l'apporto di pittori come Luigi Busi (1837-1884) per gli affreschi del ristorante, e Luigi Samoggia (1811-1904) per quelli dell'atrio. La stazione sarà più volte ristrutturata, in particolare nel 1926 e dopo la seconda guerra mondiale, quando la primitiva tettoia metallica verrà sostituita da un pronao porticato. L'area prospiciente ai fabbricati ferroviari sarà recintata con una cancellata continua fino alla Grande Guerra.dettagli
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1871"Il Prigioniero Apostolico" settimanale clericaleEsce il giovedì in edicola il settimanale “Il Prigioniero Apostolico”, pubblicato in otto pagine a due colonne. Contiene articoli religiosi, morali, storici, notizie del movimento cattolico e delle persecuzioni che la Chiesa sta subendo in Italia e in vari paesi europei. E' espressione degli ambienti clericali conservatori, che non si rassegnano alla annessione di Roma da parte dello stato italiano. “Figli al venerato Pontefice piangiamo noi pure sulla abbominazione della Santa Città e sulla desolazione del Tempio di Dio. Il largo pianto che ci scorre negli occhi non estingue però in noi l’ardore della pugna”. Il periodico è presentato come “il giornale di tutte le famiglie cattoliche”. I discorsi del Santo Padre in esso riportati “con suprema virtù confortano i deboli, consolano gli afflitti, richiamano gli erranti ... rafforzano la nostra speranza, infiammano la nostra carità”. Per molti fedeli il Papa “è ancora prigioniero in Vaticano”, nel carcere dove lo costrinsero “gli eroi del 20 settembre 1870”. Il “Prigioniero Apostolico” sarà pubblicato fino al 1873.dettagli
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1871Francesco Orsoni esplora la grotta del FarnetoFrancesco Orsoni (1849-1906), giovane autodidatta appassionato di geologia, poi allievo non laureato di Giovanni Capellini all'Istituto Geologico dell'Alma Mater, individua e inizia ad esplorare la grotta del Farneto, situata nella vena del gesso a dieci chilometri da Bologna, sulla destra del torrente Zena. Tra il 1881 e il 1888, dopo una serie di esperienze di lavoro fallimentari in Italia e all'estero, si dedicherà, investendo tutto il suo patrimonio, ad una indagine rigorosa della grotta, spingendosi fino a duecento metri all'interno - dove troverà alcuni vasi interpretati come urne cinerarie - e abbassando il piano di scavo di sei metri rispetto alle prime ricerche del 1871. L'avventuroso ricercatore individuerà sei strati archeologici, con resti di insediamenti risalenti a varie epoche, dall'età del rame all'età del bronzo recente. Tra gli oggetti rinvenuti, piuttosto numerosi, vi sono tazze-attingitoio con ansa sopraelevata o con manico nastriforme, scodelle carenate, decorate con solcature e motivi geometrici, ceramiche forate per la lavorazione dei latticini. Nel 1888 la grotta del Farnè (o Farneto) riceverà la visita di illustri personaggi, quali Rubbiani, Panzacchi, Zanichelli e Carducci. L'onorevole Baccarini la vedrà, accompagnato da Orsoni, dopo aver presenziato al congresso dei cooperatori e a quello dei ragionieri. Nel 1890 Orsoni, ormai senza mezzi economici, abbandonerà gli scavi, lasciando la documentazione archeologica al Museo civico bolognese. La sua attività sarà proseguita da Brizio tra il 1899 e il 1900, da Tusa, Bermond e Radmilli Montanari tra il 1948 e il 1951. Tra le più importanti del sistema carsico bolognese, la grotta del Farneto è lunga più di un chilometro, con un dislivello di circa 50 metri. Nel 1915 sarà dichiarata monumento nazionale e considerata la più importante stazione preistorica della regione Emilia-Romagna.dettagli
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1871La balena etrusca e l'orca di CetonaVincenzo Luatti, veterinario originario di San Pietro Capofiume (Molinella), residente a Montepulciano e proprietario di un allevamento di bovini, vende al prof. Giovanni Capellini dell'Istituto geologico bolognese alcune vertebre dorsali-cervicali di balena provenienti dalle sabbie gialle del torrente Astrone vicino a Cetona (SI). Capellini chiamerà questo cetaceo preistorico Balaena etrusca. Nel 1882 a circa tre chilometri dal luogo di ritrovamento della balena un contadino troverà casualmente altre ossa fossili, che nel 1882 Capellini attribuirà a un esemplare - il primo mai ritrovato - del genere orca, risalente a 3-4 milioni di anni fa. “Per la forma generale del cranio, per le particolarità che si notano nella forma degli intermascellari, delle mandibole, e più ancora dei denti; e finalmente per quanto si rileva dall'esame comparativo delle vertebre, delle coste, dello sterno e delle scapole, il delfino di Cetona va riferito al vero genere Orca”. L’orca di Cetona, Orcinus citoniensis, sarà conservata nel Museo Geologico bolognese.dettagli
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gennaio 1871Un comitato per gli inondati del TevereSi costituisce a Bologna un comitato di rispettabili cittadini per raccogliere aiuti e portare soccorso agli inondati del Tevere. Negli ultimi giorni dell'anno il fiume ha allagato gran parte della città di Roma, con una piena storica - 17,22 m, la più alta dal XVII secolo - che ha lasciato sott'acqua molte abitazioni e negozi, con grave danni per i commerci. Per i soccorsi è stato mobilitato l'esercito e lo stesso Re è accorso nella Città Eterna il 30 dicembre, assieme ad alcuni ministri, accolto con entusiasmo dal popolo. Ha lasciato 200mila lire tratte dal proprio patrimonio per le vittime dell'inondazione. Nel 1875 Garibaldi presenterà un progetto di deviazione del Tevere, finalizzato a salvaguardare la Città Eterna, nuova capitale italiana. La soluzione che verrà adottata sarà invece quella di arginare il fiume con alti muraglioni.dettagli
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9 gennaio 1871Grande nevicataIl 9 gennaio una grande nevicata si aggiunge ad altre precedenti, provocando enormi cumuli in città e nelle campagne, con grande disagio degli abitanti. La quantità di neve caduta supera il livello storico del 1829-30. Le comunicazioni sono ovunque interrotte e i commerci bloccati. Il Comune compie ogni sforzo per liberare le strade dalla neve, che ovunque supera in media il metro di altezza. Si scavano trincee per i pedoni, ma tutti gli sforzi sembrano vani. Molti proprietari di case sono costretti a scaricare i tetti gettando la neve nelle strade. Alcuni tetti crollano comunque, con enorme fragore, "fra il pericolo e lo spavento degli abitatori". Nei giorni successivi il vento di scirocco provocherà lo scioglimento repentino di gran parte della neve e ciò porterà allo straripamento di alcuni fiumi della zona, quali il Lavino e l'Idice.dettagli
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17 gennaio 1871La Società Sezionale di Ginnastica (poi Sef Virtus)In un'aula della Scuola Tecnica a S. Domenico, su iniziativa del maestro Emilio Baumann (1843-1916), nasce la Società Sezionale di Ginnastica in Bologna - nel 1889 diventerà Virtus Società di Ginnastica Educativa di Bologna - che ha per scopo “l'educazione fisico-morale della gioventù”. Il 17 gennaio 1871 è approvato lo Statuto, sulla base dei concetti espressi nel 1868 dai “nove precursori”, e viene nominato il primo Presidente, l'avvocato Cesare Augusto Puviani. Il sodalizio è aggregato alla Federazione Ginnastica italiana. Il 4 aprile 1871 la stampa dà per la prima volta notizia di una iniziativa sportiva della Società: una “marcia forzata” compiuta da uno sparuto gruppo di soci attorno ai viali di circonvallazione. Al cronista del giornale "La Ginnastica", rimangono impressi, di questa breve gita, “la velocità straordinaria del passo e il non esser rimasto indietro nessuno degli intervenuti”. La prima sede della Società, nel locale della Scuola Tecnica, si rivela ben presto insufficiente. Una nuova, più consona sistemazione è trovata nella chiesa di Sant'Agata, in Piazza del Francia. Concessa dal marchese Giacchino Napoleone Pepoli (1825-1881), essa è situata accanto a Palazzo Pepoli Campogrande, nell'area dove, nel 1911, sorgerà il palazzo delle Poste. All'apertura della nuova palestra i soci sono 82. Inizialmente le discipline praticate sono soprattutto la ginnastica, la scherma e il tiro a segno. Nel 1876 la Società indice il primo Concorso provinciale, con gare di scherma, tiro a segno e ginnastica, al quale partecipano diverse realtà associative del circondario bolognese. La manifestazione sarà ripetuta negli anni seguenti.dettagli
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marzo 1871Il Fascio operaio a San Giovanni in PersicetoDopo l'esperienza della Comune parigina si costituisce a San Giovanni in Persiceto una sezione del Fascio operaio. Ad animarla è Teobaldo Buggini (1846-1921), detto Gigione, cameriere all‘Osteria del Foro Boario di Bologna, ex garibaldino e amico di Pascoli e di Costa. Grazie al suo impulso e alla sua opera la sezione di San Giovanni sarà “tra le più attive e meglio organizzate della provincia di Bologna“. Nel 1873 verrà promosso il primo sciopero di operai di una fabbrica locale. In questi anni il territorio persicetano vedrà consolidarsi l'idea solidaristica e anarchica. Nell’agosto 1874 Buggini sarà a capo della colonna di anarchici che, partendo da San Giovanni, prenderà parte alla fallimentare insurrezione di Bologna, descritta da Riccardo Bacchelli nel Diavolo al Pontelungo.dettagli
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14 marzo 1871Le sorelle Angiolini, "fotografesse"All'Esposizione nazionale dei lavori femminili, che si tiene dal 14 marzo al 19 aprile a Firenze, le signorine Angiolini, abili “fotografesse”, vincono la medaglia d'argento nella Sezione Belle Arti, per alcune immagini con “effetti della luce a contrasto ottenuti con la candela”. Le tre sorelle, Amalia (1845-1917p), Cesira (1847-1925) e Adele (1859-1924p), figlie del litografo e fotografo Luigi, morto nel 1869, hanno studio a Bologna in Palazzo Pepoli vecchio, assieme al fratello Felice. Nel 1873 la ditta Angiolini sarà premiata all'Esposizione universale di Vienna per una serie di ritratti colorati e "a luce di sera" degli eroi del Risorgimento e per un album con i partecipanti al Congresso preistorico di Bologna del 1871. Le Angiolini avranno un nuovo, personale trionfo nel 1888, grazie a un ritratto della Regina Margherita presentato all'Esposizione delle Provincie Emiliane, che otterrà un'altra medaglia d'oro. Nel 1901 la ditta di Bologna sarà ceduta ai signori Pozzi e Trevisani, mentre da quell’anno Adele e Amalia risultano registrate all‘anagrafe del comune di Firenze, dove conducono da anni uno studio, in via della Scala e in Lungarno Soderini.dettagli
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13 maggio 1871Il giornale "Il Lavoro" appoggia la Comune di ParigiVede la luce il 13 maggio un nuovo giornale repubblicano, “Il Lavoro”, diretto dal mazziniano conte Giulio Tozzoni. Pur richiamandosi, in origine, ai principi mazziniani, presto la sua linea divergerà da quella del maestro. Mazzini, ad esempio , è contrario alla Comune, il moto scoppiato a Parigi il 18 marzo 1871. Tozzoni e il “Lavoro”, invece, l'appoggiano apertamente. Nel numero del 4 giugno, mentre è in corso la sanguinosa repressione del primo esperimento socialista della storia - e a pochi giorni dalla chiusura definitiva del giornale (8 giugno) - sulle sue pagine è lanciata una maledizione “a tutti i re della terra”. Si sostiene che “la Comune è un'idea che brilla in tutte le menti, è affetto ed è scolpita in tutti i cuori” e che il movimento da essa suscitato “fra non molto sorgerà più forte e compatto”. Tozzoni pubblicherà negli anni successivi saggi storico-politici, quali Italia e Vittorio Emanuele (1878) e Francesco Crispi e la monarchia italiana (1887). Dal 1892 sarà direttore di “Camicia rossa”, notiziario dell’Associazione Nazionale Veterani e Reduci Garibaldini.dettagli
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29 maggio 1871La Lega per l'istruzione del popoloE' costituita la Lega per l'istruzione del popolo, una sorta di università popolare. E’ il frutto degli sforzi fatti fin dalla sua fondazione dalla Società Operaia, specialmente dal suo Comitato d’Istruzione, animato da Quirico Filopanti. Oltre all'Operaia, partecipano all'iniziativa altre otto associazioni bolognesi, quali la Società dei Tipografi, la Cooperativa di Consumo, la Società degli Insegnanti e l'Associazione Universitaria. Presieduta nel primo biennio da Giosue Carducci, la Lega sarà diretta per quasi vent'anni da Raffaele Belluzzi (1832-1903), educatore, ex combattente per l'unità italiana e futuro direttore del museo del Risorgimento. Nel corso di conferenze e letture serali e domenicali, che si tengono nella sede di via Mercato di Mezzo (poi via Rizzoli) al civico 34, si alternano prestigiosi insegnanti, quali Aristide Ravà, Enrico Panzacchi, Luigi Bombicci, il Filopanti. Tra le varie materie trattate vi sono la Storia Patria, l'Igiene, la Telegrafia, l'Educazione Civica e la Contabilità commerciale. Gli operai partecipano, portando spesso anche le mogli. Tra le iniziative della Lega vi è quella di una biblioteca circolante con più di 3.000 volumi, formata grazie alla cessione provvisoria dei volumi della Società Operaia e della Società Artigiana. Nel seno dell'associazione sarà propugnata, tra l'altro, l'istituzione di una scuola professionale femminile.dettagli
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3 giugno 1871Abbattuta la chiesina della Garisenda. Trasferita la statua di San PetronioViene demolita la chiesina della Madonna delle Grazie o Madonna di Porta - arch. Antonio Laghi - addossata alla torre Garisenda in piazza Ravegnana. Sono abbattute anche due casupole con botteghe da ciabattino e battirame dotate di antiche serrande. La chiesina, con gli arredi sacri, fu acquistata nel 1804 da Piriteo Malvezzi, assieme alla torre Garisenda e alla vicina statua di San Petronio. Come segretario della R. Deputazione di Storia Patria Giosue Carducci leva la sua voce perchè venga preservato l'antico dipinto - forse di Lippo Dalmasio (1355-1410) - "che vedesi sur una delle pareti della chiesetta, che è pur parete esterna della torre", importante "come monumento di storia patria". L’affresco con la Madonna delle Grazie sarà trasferito e conservato nel battistero della vicina chiesa dei SS. Bartolomeo e Gaetano in Strada Maggiore. La statua di San Petronio - opera di Gabriele Brunelli (1683) - collocata in piazza Ravegnana sotto le due torri, traslocherà invece all’interno della basilica dedicata al Santo Vescovo in piazza Maggiore, nella cappella di San Rocco. Fu donata anticamente dal cardinale Pallavicini alla Compagnia degli Strazzaroli, a protezione del pittoresco mercato, che in quel luogo si svolgeva.dettagli
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4 giugno 1871Abbondante nevicata sugli AppenniniSull’Appennino bolognese cade un’abbondante nevicata. Anche Loiano e Marzabotto sono imbiancate, nonostante la primavera inoltrata.dettagli
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20 giugno 1871Muore il pittore Napoleone AngioliniMuore Napoleone Angiolini (1797-1871) "pensionato pittore possidente", autore del sipario dipinto - "bellamente immaginato" e "condotto con isquisitezza di disegno" - del Teatro Comunale e di mille altre opere a Bologna e provincia.Fin da ragazzo fu notato e apprezzato per le sue qualità, che gli fruttarono numerosi premi e il pensionato a Roma, rinnovato per quattro anni.A lungo titolare della cattedra di elementi di figura all'Accademia Pontificia di Belle Arti, la sua fama oltrepassò negli anni 1840-50 l'ambiente locale. Fu apprezzato per il suo stile classicista - ma legato alla tradizione della scuola bolognese del Settecento - e per la sua versatilità. Fu infatti anche valente restauratore e incisore.dettagli
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6 luglio 1871Il Comune di Pian del Voglio trasferisce la sede municipaleIl Regio Decreto n. 343/71 autorizza il Comune di Piano del Voglio a trasferire la sede municipale nella frazione di San Benedetto in Valle di Sambro. Il territorio di Piano appartenne dal XV secolo al 1796 alla famiglia bolognese de' Bianchi. Nel 1534 divenne contea grazie a papa Clemente VII. Nel 1816 un motu proprio papale lo rese capoluogo di dieci piccoli villaggi, o appodiati, divenuti in seguito frazioni. Nel 1862 il Comune mutò il nome da Piano a Piano del Voglio. Fino all'arrivo di Napoleone San Benedetto era conosciuto come Poggio dei Rossi, dalla famiglia nobile di origine parmense che ne era proprietaria. Il cambio definitivo della denominazione del Comune, da Piano del Voglio a San Benedetto Val di Sambro, avverrà solo nel 1924 con il Regio Decreto n. 2019.dettagli
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16 luglio 1871Snobbato il volo dell'aeronauta BlondeauIl 16 luglio l'aeronauta belga Henry Blondeau (1834-1890) si leva in volo con il suo globo “ad aria rarefatta” dall'Arena del Pallone. L'esperimento ha pieno successo e il pilota scende felicemente a poca distanza dalla città. Il pubblico accorso allo spettacolo è però scarso: la frequenza di questi eventi aviatori ha diminuito la curiosità dei bolognesi. Dopo essersi esibito per centinaia di volte in numerose città italiane ed europee, Blondeau concluderà tragicamente la sua carriera nel 1890 a Ragusa.dettagli
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3 settembre 1871Muore il marchese Luigi PizzardiIl 3 settembre a Castel Maggiore muore il marchese Luigi Pizzardi (1815-1871), “cittadino devoto agl'interessi del paese e della Nazione”. Benché molto ricco, viveva in modo frugale ed era sostenitore del Ricovero di Mendicità. "Educato egli ai buoni studii, fu amoroso cultore della classica letteratura e delle arti, e ricco di avito censo, seppe farne intelligente e benefico uso. I miseri non gli si rivolsero mai inutilmente". Nel suo grande palazzo, un tempo Legnani, fece decorare un salone con “i fatti antichi e moderni che contribuirono a rialzare l'Italia e a renderla Nazione”, coinvolgendo i migliori artisti bolognesi. Fu per alcuni anni Sindaco di Bologna, Senatore del Regno e ultimamente Presidente della Banca Popolare. Una “specie di malinconia”, forse un presentimento della fine, lo portò a trascurare, nei tempi più recenti, gli affari pubblici.dettagli
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1 ottobre 1871Il Congresso internazionale di ArcheologiaSi svolge a Bologna, dal 1° all'8 ottobre, il V Congresso Internazionale di Antropologia e Archeologia preistoriche. E' ospitato nella grande aula della Biblioteca Universitaria ed è presieduto da Giovanni Gozzadini (1810-1887), studioso di storia bolognese e scopritore della civiltà villanoviana. L'assise è duramente contestata dai cattolici, che non accettano la proposizione, da parte di scienziati quali Luigi Concato e Giovanni Capellini, delle "turpi" teorie darwiniane. Nelle sale del fabbricato della Morte, adiacenti a quelle dell'Archiginnasio, è allestito un museo, che espone una parte delle collezioni antiquarie donate dal pittore Pelagio Palagi e alcune tombe etrusche da poco scavate alla Certosa. Il 1° ottobre al Teatro Comunale, alla presenza dei congressisti e del Principe Umberto I, viene rappresentato con grande successo il Faust di Gounod. Il 4 ottobre - festa patronale - il principe di Savoia interviene alla seduta del Congresso e inaugura in via Zamboni la prima Esposizione italiana di Antropologia e Archeologia preistoriche. Nell'ambito del Congresso si svolgono escursioni scientifiche alla terramara di Montale (MO), a Marzabotto nella tenuta Aria e alla Certosa di Bologna, dove la visita è guidata dall'ing. Zannoni, scopritore in quel luogo di una importante necropoli etrusca, e dai conti Gozzadini. Dal punto di vista scientifico il congresso di archeologia segna un notevole punto di svolta, sancendo di fatto la nascita della paletnologia italiana e la sua affermazione a livello internazionale. Sorge in questa sede quel "mito degli Etruschi", che avrà in Edoardo Brizio il suo curatore scientifico e in Giosue Carducci il suo cantore.dettagli
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2 ottobre 1871Il Museo Civico nel Palazzo della MorteIn occasione del V Congresso internazionale di Antropologia e Archeologia Preistoriche, il sindaco Camillo Casarini inaugura solennemente il nuovo Museo Civico, ricavato in cinque sale del Palazzo della Morte (ex Ospedale della Morte o Palazzo Galvani), direttamente collegate all'Archiginnasio. Nell’Aula XI di quest’ultimo viene posta la seguente iscrizione: Il Municipio di Bologna decretòrestasse a perpetua memoriache in questa aulaaddi II ottobre MDCCCLXXIil sindaco Camillo Casariniassieme ai primari magistratiaccoglieva e salutava benvenutii membri del V congresso d'archeologia e antropologia preistoricheQui tratti d'ogni paese dalla famadi questa sede d'antiche dottrinee dall'amore delle scienze nuoveinaugurando alla stessa ora il vicino Civico Museoauspici e plaudenti gli ospiti illustriII ottobre MDCCCLXXI Allestito dal prof. Ariodante Fabretti, direttore del museo egizio di Torino ed eroe del Risorgimento, l'istituto comunale ospita la parte antica della collezione Palagi e alcune tombe etrusche scavate da Antonio Zannoni alla Certosa. La sistemazione museale e l'opera di Zannoni suscitano generale ammirazione e meraviglia tra gli studiosi. Il catalogo è affidato al giovane Edoardo Brizio (1846-1907), allievo di Fabretti. Nel 1873 Luigi Frati e Francesco Rocchi prepareranno una nuova disposizione del museo, prevedendo la demolizione dei muri dell'oratorio al piano terra. Nel 1878 una convenzione sancirà il passaggio al Comune delle raccolte artistiche universitarie. In previsione di un nuovo grande museo, il palazzo Galvani sarà allargato dallo stesso ing. Zannoni con due bracci su via Foscherari e via Marchesana.dettagli
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1 novembre 1871La prima del "Lohengrin" di WagnerE’ in programma al Comunale la rappresentazione del Lohengrin di Richard Wagner (1813-1883), opera composta nel 1850 ed eseguita nell'ottobre di quell'anno a Weimar, nel centenario della nascita di Goethe. L’allestimento a Bologna è frutto dell’interessamento del sindaco Camillo Casarini (1830-1874) e avviene su pressione della stampa cittadina, dominata dalla figura del giovane assessore Enrico Panzacchi (1840-1904), e dell'editore musicale Lucca, detentore dei diritti di esecuzione. Tutti attendono la prima italiana con grande impazienza: “i fanatici delle cose germaniche per innalzarla al cielo a qualunque costo; gli avversari per registrare una caduta”. Bologna musicale conosce Wagner da qualche tempo: nei saggi del Liceo Musicale e del Teatro comunale è stata eseguita, nel 1869, la Ouverture del Tannhauser, accolta con favore "temperato". Le "stramberie della musica dell'avvenire" trovano opposizione tra gli influenti soci della Società Felsinea, che considerano Wagner "incomprensibile come un geroglifico egiziano", tra i liberali moderati e soprattutto tra i clericali, che si scagliano con aspri articoli contro il "framassone" Wagner. Il barone Mistrali parla di "mostruoso aborto dell'ingegno umano" e definisce il Lohengrin una sfida "al senso comune e all'arte". Il critico dell' "Ancora" se la prende soprattutto con il secondo atto, che contiene un duetto così lungo "da far perdere la pazienza a Giobbe con una musica da mandare al diavolo". Per il redattore dell' "Arpa" Sangiorgi, Wagner "non è né un demonio, né un angelo: non è un genio, ma è tale che può dirsi maestro nella scienza, e colle combinazioni armoniche ha trovato la magia della sonorità assoluta". Il debutto dell'opera avviene il 1° novembre. Sotto la guida del maestro Angelo Mariani (1821-1873), uno dei migliori direttori d'orchestra in Italia. Cantano il tenore Italo Campanini (Lohengrin), Bianca Blum, Elisa Stefanini Donzelli, Pietro Silenzi. Il Teatro Comunale è gremito in ogni ordine e accoglie i più bei nomi dell'aristocrazia bolognese. Scriverà il giorno dopo il cronista dell' "Arpa" che gli spettatori "non avevano il sembiante di chi si è riunito per divertirsi, ma invece apparivano tutti quanti giurati che dovessero emettere un verdetto in una causa capitale". Il successo è, tuttavia, fin da subito notevole: gli artisti e il direttore vengono più volte richiamati alla ribalta. Ad una delle quattordici repliche - il 9 novembre all'ombra del palco n. 23 - presenzierà anche Giuseppe Verdi, accompagnato da Arrigo Boito. Il 31 maggio 1872 il Consiglio municipale assegnerà a Wagner la cittadinanza onoraria. Il Teatro Comunale diverrà il tempio del culto wagneriano in Italia: a Bologna si terranno anche le prime italiane di Tannhäuser (1872), Il vascello fantasma (1877), Tristano e Isotta (1888) e Parsifal (1914). Al Lohengrin sarà intitolato un profumo - un doppio "estratto olezzante", che un avviso a pagamento definirà indispensabile a "chiunque aspiri all'eleganza" - e anche una ciambella, confezionata con ricetta tenuta segreta dal pasticcere Geremia Viscardi.dettagli
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24 novembre 1871Carlo Luigi Morichini arcivescovoIl 24 novembre mons. Carlo Luigi Morichini (1805-1879) è designato arcivescovo di Bologna. Fa il suo ingresso solenne in città il 24 dicembre. La sua nomina non ottiene però il regio exequatur, il nulla-osta reale, e questo lo induce a ritornare a Jesi, dove è amministratore apostolico temporaneo. Dietro forti sollecitazioni della curia romana torna a Bologna nel marzo 1872 e fino al 1875 intraprende una visita pastorale generale della diocesi. Si impegnerà in questi anni nella preparazione spirituale del clero, riorganizzando il seminario (che tra l'altro sarà la sua residenza, non potendo usufruire dell'arcivescovado). Riserverà inoltre una particolare attenzione ai temi del matrimonio e dell'istruzione religiosa. Sarà fondatore del giornale "La Diocesi". Nel 1876 dovrà rinunciare alla sede episcopale bolognese per motivi di salute e pochi mesi dopo scriverà al suo gregge perduto: “Ho cessato di governarvi, ma non di amarvi”. Morirà a Roma il 26 aprile 1879.dettagli
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27 novembre 1871Fondazione del Fascio OperaioIl 27 novembre un gruppo di ex garibaldini reduci dalla campagna di Francia si riunisce in una sala dell'albergo e ristorante delle Tre Zucchette, in via della Canepa, a pochi passi da Piazza Maggiore. Il loro scopo è “fondare una società di lavoratori che, prescindendo dalle gare politiche e religiose, corrispondesse in miglior modo delle esistenti ai bisogni urgenti della classe operaia, e avvisasse i mezzi di rendere possibile l'unione e la solidarietà fra tutti i lavoratori d'Italia e delle altre nazioni per attingere quella forma e quella potenza, atte a sciogliere la mondiale questione sociale, l'emancipazione, cioè, della parte più generosa e più sventurata dell'umanità: quella del proletariato”. Il nuovo Fascio Operaio, associazione di liberi pensatori, è guidato da Erminio Pescatori (1836-1905), attore e capocomico della Compagnia Parmense e attivista repubblicano, da tempo in contatto con l'agitatore anarchico russo Michail Bakunin. Secondo l'autorità pubblica l'organizzazione clandestina è composta "di un esercito di cosmopoliti, reclutato nei bassifondi dell'ignoranza". E' la prima forma che assume in Emilia l'Associazione dell'Internazionale. Entro la fine dell'anno raccoglie oltre cinquecento soci. Tra essi il giovane anarchico imolese Andrea Costa, allievo di Carducci. Avrà presto anche l'adesione di Giuseppe Garibaldi, che il 5 dicembre, in un dispaccio da Caprera, si dirà orgoglioso del “prezioso titolo di socio” del Fascio. La sede è posta in via Castiglione 1137, al secondo piano di palazzo Pepoli. Il 27 dicembre 1871 esce il primo numero de "Il Fascio operaio", settimanale internazionale diretto da Pescatori, che entra subito in polemica con il giornale repubblicano e conciliatorista "L'Alleanza". Costa figura tra i redattori. Il 2 marzo 1872 "Il Fascio" si fonderà con "Il Romagnolo", organo dell'Associazione Repubblicana.dettagli
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3 dicembre 1871I giornali repubblicani "L'Alleanza" e "La Voce del Popolo"Viene fondato a Bologna il periodico “L'Alleanza”, organo dell'Alleanza Repubblicana Universale. E' diretto da Francesco Pais Serra (1835-1924), un esponente democratico, ex volontario garibaldino, che cerca di conciliare le dottrine di Mazzini e di Garibaldi.Dopo la sua sostituzione, nel febbraio 1872, con Luigi Rangoni, diventerà “organo quotidiano delle Società repubblicane consociate delle Romagne”: sarà mazziniano ortodosso e intransigente verso il socialismo internazionalista.In seguito alla sua "arbitraria soppressione" sorgerà "La Voce del Popolo", quotidiano democratico-sociale repubblicano, sul quale Giosue Carducci pubblicherà una fiera dichiarazione, poi ristampata in Ceneri e Faville.dettagli