Prove di insurrezione in Emilia
I giornali della destra danno notizia di disordini scoppiati a Pavia e Piacenza, dove gruppi di dimostranti hanno assalito alcune caserme al grido di “Viva la Repubblica!, viva Mazzini!”.
I mazziniani tentano un moto insurrezionale per suscitare la Costituente e promuovere l'instaurazione della repubblica in Italia.
Il 24 marzo a Piacenza c'è stato un tentativo di ammutinamento da parte di alcuni militari della Brigata Modena affiliati all'Alleanza Repubblicana Universale.
Nella città emiliana il "patatrac" è rientrato rapidamente, mentre a Pavia, durante un'analoga sommossa - sconfessata però da Mazzini - i soldati fedeli alla monarchia hanno sparato sui rivoltosi, facendo una carneficina.
Per il moto di Pavia sarà processato e condannato a morte - tra generali proteste - il caporale Pietro Barsanti (1849-1870), considerato dai repubblicani il primo martire dell'Italia unita.
In provincia di Bologna gruppi di rivoltosi, soprattutto romagnoli, si muovono nei dintorni di Dozza Imolese e sulle colline di Castel San Pietro.
A Bologna le autorità diramano ordini severi onde reprimere in anticipo ogni tentativo di sommossa. E’ disarmata la Guardia Nazionale, mentre la polizia controlla le strade cittadine.
- Luigi Arbizzani, Giornali repubblicani bolognesi tra il 1867 e il 1874, Bologna, Atesa, 1977, p. 11 (data cit.: 24 marzo 1871)
- Lilla Lipparini, Alle origini del socialismo, in: Bologna nell'Ottocento, a cura di Giancarlo Roversi, Roma, Editalia, 1992, p. 152
- Lilla Lipparini, Andrea Costa rivoluzionario, Milano, Longanesi, 1977, p. 28
- Mino Milani, Patatrac. 1870: l'ammutinamento della Brigata "Modena", Palermo, Barion, 2013
- Pietro Barsanti, 1849-1870. Il sogno di un'Italia unita e repubblicana, Borgo a Mozzano, Comune, 2003