Cronologia di Bologna dal 1796 a oggi
Archivio di notizie sulla storia della città e del suo territorio dal 1796 ad oggi. Con riferimenti bibliografici, link, immagini.
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1870La mortadella in scatolaDopo alcuni tentativi andati a vuoto, il salsamentario Alessandro Forni mette a punto un metodo per inscatolare la mortadella, superiore alla conservazione sotto vetro secondo il metodo Appert, da lui stesso introdotto nel 1862. Per ottenere una lunga conservazione della carne, le scatole vengono immerse a bagnomaria in vasche di acqua calda. Un foro praticato sul coperchio, poi sigillato con stagno, permette all'aria di uscire a bassa temperatura. Negli anni successivi la mortadella in scatola - normalmente in grosse fette da 250-500 grammi - avrà notevole successo commerciale, grazie anche alla pubblicità ottenuta dalle ditte bolognesi, che parteciperanno assiduamente alle fiere nazionali e internazionali, finchè, nel 1881, oltre il 65% della produzione sarà destinata all'esportazione, in Francia, Germania, Inghilterra, Turchia, Egitto e nelle Americhe. Alla fine dell'800 il settore della produzione della mortadella occuperà a Bologna circa mille addetti, suddivisi tra 70 imprese e 200 esercizi commerciali. Tra gli stabilimenti più rinomati vi saranno, oltre a quello di Forni, quello dei fratelli Nanni a Borgo Panigale, dotato di spaziosi locali per il macello e il confezionamento dei prodotti (ma anche di refettorio e abitazioni per gli operai) e quello di Ulisse Colombini, "torre che non piega al turbine". I fratelli Zappoli apriranno uno stabilimento a vapore a porta San Felice, mentre dal 1873 Giuseppe Romagnoli, dal suo magazzino fuori porta Galliera, invierà mortadelle in scatola in Europa e in America. Altre "antiche case", come Bassi, Suppini, Samoggia, Paderni, Bertoggi, Lanzarini, saranno premiate a tutte le più importanti esposizioni internazionali e nazionali. Nel 1888 anche la strenna annuale della rivista umoristica "Ehi! Ch'al scusa" uscirà fustellata come una scatola di mortadella. Il settore più tradizionale dei pizzicagnoli bolognesi è concentrato soprattutto nel centro storico, tra le vie Caprarie, Orefici e Pescherie Vecchie: qui operano le fucine degli insaccati e le mortadelle sono lavorate secondo sistemi consolidati. La conservazione delle mortadelle è effettuata nei sotterranei dei negozi, in vasche rivestite di ceramica bianca e riempite di strutto fuso. Questo metodo deriva dalla antica pratica contadina di mettere i salumi sott'olio.dettagli
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1870Bologna è un "covo di internazionalisti"Secondo l'economista belga E.L. Victor de Laveleye, in visita a Bologna, la città ha vissuto intensamente l'esperienza della Comune di Parigi e appare come un “covo di internazionalisti”. Tutti leggono i giornali e discutono di politica per le strade. Al 1870 risalgono le prime segnalazioni della Prefettura sull'esistenza nel capoluogo di un nucleo internazionalista. Si tratta di garibaldini reduci dall'Armata dei Vosgi, quali Abdon Negri, Teobaldo Buggini, Alfonso Leonesi, o transfughi mazziniani, come Erminio Pescatori. Insieme daranno vita nel 1871 al primo Fascio Operaio, dotato dell'omonimo organo di stampa. Altri fogli, come "Il Martello" a Bologna, "Il Miserabile" a Parma, "Il Petrolio" a Ferrara e molti altri, porteranno avanti l'originale orientamento libertario del socialismo emiliano. In tutta l'Emilia-Romagna la vocazione socialista e anarchica si fa sempre più evidente. Capofila sono cittadine come Imola, Rimini e Mirandola, ma anche nei più piccoli centri rurali sorgono nuclei e sezioni dell'AIL.dettagli
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1870Terme a Castel San PietroA Castel San Pietro, cittadina fondata nel XIII secolo lungo la via Emilia come avamposto di Bologna, è edificato a spese del Comune, a poco più di un chilometro dal paese, uno stabilimento termale organizzato con criteri molto avanzati e scientificamente aggiornati. La zona era nota come termale già dal Medioevo. Acque ferruginose e clorurate sodico sulfuree sgorgavano "promiscuamente in molta copia da un'infinità di polle poste sulla sinistra del Sillaro". La fonte Fegatella, che scendendo dai colli di Liano porta "acqua purissima e leggiera", fu frequentata fin dai tempi antichi da nobili, prelati, studenti e professori. Per due volte infatti Castel San Pietro ospitò lo Studio bolognese, in esilio a seguito di interdetti papali. Nel 1830 alcuni abitanti trovarono acque con "un fetore molto disgustoso assomigliante a quello di uova marce" nella località di San Martino in Pedriolo, alcuni chilometri a sud di Castel San Pietro. Nel 1832 venne effettuato il primo allacciamento delle acque solforose attinte da pozzi artesiani, in seguito al ritrovamento delle sorgenti da parte del dott. Giovanni Montebugnoli. Una nuova sorgente ferruginosa, caratterizzata per una "maggior quantità di gas acido carbonico in dissoluzione nell'acqua", fu scoperta nel 1837. Le acque del Sillaro verranno usate per la cura di molte infermità. Quelle solforiche per "malattie cutanee, catarri polmonari e della vescica, ingorghi linfatici e glandulari, affezioni croniche delle membrane mucose", quelle ferruginose "nelle malattie lente del sistema vascolare clorosi, amenorree e dismenorree". Il complesso termale, "a comodo dei bevitori", sorto nel 1886, sarà in funzione soprattutto dagli anni '90 dell'Ottocento e molto attivo anche nei primi decenni del Novecento. Durante la seconda guerra mondiale verrà completamente distrutto dai Tedeschi in ritirata e ricostruito ex novo nel 1955.dettagli
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1870La distilleria Landy FrèresI fratelli Landi, intenzionati a produrre cognac con uve italiane, inaugurano a Bologna una distilleria. Nel 1911 la ditta Landy Frères otterrà le Tre Stelle dal Tribunale di Commercio di Cognac. Negli anni Trenta la produzione sarà in via dé Gandolfi, in località Casaralta. Nel 1956 il marchio sarà acquisito dai fratelli Maschio di Conegliano Veneto. Verrà costruito uno stabilimento in località Trappolone di Rastignano, caratterizzato da una grande insegna luminosa. Tra i prodotti Landy Frères vi saranno il Cognac d'uve appassite - il fortunato "cognachino" - e la Grappa Piave. La ditta bolognese sarà anche la prima in Italia ad utilizzare il termine "brandy" (Brandy Riserva).dettagli
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1870La chiesa dell'Annunziata diventa un magazzino militareDopo l'espulsione dei Frati Minori nel 1866 lo Stato italiano si appropria nel 1870 della chiesa e del convento della SS. Annunziata. Buona parte dei dipinti vengono portati alla Pinacoteca. Altri beni mobili saranno dispersi. Gli edifici sono adibiti a magazzini e officine della Direzione d’Artiglieria. Alcuni monumenti e il portale della chiesa saranno collocati nel cimitero della Certosa. I Frati Francescani riavranno parte del convento nel 1944 e la chiesa diverrà sede parrocchiale il 20 maggio 1945. Consacrata nel 1952 dal cardinal Lercaro, sarà dotata di un nuovo altare e di una Via Crucis in precedenza custodita a palazzo Malvezzi. Nello stesso anno nuove campane prodotte dalla Fonderia Bianchi di Varese saranno issate sul campanile, risalente al XVII secolo.dettagli
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16 gennaio 1870Arresto di Francesco Pais dopo una manifestazione mazzinianaSi svolgono i funerali di Francesco Zambonelli muratore di 21 anni residente a Budrio. Volontario garibaldino, fu gravemente ferito a Mentana, "colpito da una palla al fianco". Arrestato e poi rilasciato è rimasto ricoverato a Bologna per oltre due anni prima di morire. Al funerale partecipano migliaia di cittadini. Il carro funebre è preceduto dalle associazioni popolari, "disposte in bell'ordine" con le bandiere in testa. Prima fra tutte la Società Operaia. Tra le autorità è presente Camillo Casarini già sindaco di Bologna e deputato del collegio di Budrio. Il corteo parte da porta Lame e attraversa la città "fra le file strette e compatte di un popolo immenso", che commosso si accalca sulle strade e alle finestre. Percorre via delle Lame, via Ugo Bassi, il Mercato di Mezzo e Strada Maggiore. Giunto al Foro Boario, il "funebre trasporto" assume il carattere di un comizio popolare. Secondo il giornale "Il Popolo" è l'adunata democratica "più imponente che siasi mai tenuta in Bologna, forse la più importante che sia ancora stata in Italia, tanto pel numero delle persone intervenute, quanto per la franchezza delle opinioni espresse dagli oratori". Da una finestra affacciata sulla piazza Raffaele Belluzzi, Quirico Filopanti e Giorgio Imbriani commemorano il giovane defunto. L'avvocato Ceneri, due studenti e il Pescatori, "negoziante di chincaglierie", attaccano nei loro interventi la monarchia e il papato. Francesco Pais Serra (1837-1924), attivista democratico e fondatore del giornale antigovernativo "Amico del popolo", arriva ad accusare personalmente il Re: mentre si combatteva a Mentana, "invece di montare il suo cavallo di battaglia e far roteare la sua spada", egli se ne stava "fra le braccia di una impudica concubina". Il comizio termina tra gli evviva alla repubblica, senza che la polizia intervenga “a far cessare lo scandalo”. Quindi la folla si disperde pacificamente. Secondo il giornale “La Civiltà Cattolica” l’adunata ha dimostrato “l’efficacia della setta denominata Allenza Repubblicana Universale”. Per il discorso del Foro Boario Pais verrà in seguito arrestato e processato. La sentenza che lo assolverà “alla barba del fisco” per insufficienza di prove sarà accolta da una ovazione del pubblico presente in tribunale.dettagli
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24 marzo 1870Prove di insurrezione in EmiliaI giornali della destra danno notizia di disordini scoppiati a Pavia e Piacenza, dove gruppi di dimostranti hanno assalito alcune caserme al grido di “Viva la Repubblica!, viva Mazzini!”. I mazziniani tentano un moto insurrezionale per suscitare la Costituente e promuovere l'instaurazione della repubblica in Italia. Il 24 marzo a Piacenza c'è stato un tentativo di ammutinamento da parte di alcuni militari della Brigata Modena affiliati all'Alleanza Repubblicana Universale. Nella città emiliana il "patatrac" è rientrato rapidamente, mentre a Pavia, durante un'analoga sommossa - sconfessata però da Mazzini - i soldati fedeli alla monarchia hanno sparato sui rivoltosi, facendo una carneficina. Per il moto di Pavia sarà processato e condannato a morte - tra generali proteste - il caporale Pietro Barsanti (1849-1870), considerato dai repubblicani il primo martire dell'Italia unita. In provincia di Bologna gruppi di rivoltosi, soprattutto romagnoli, si muovono nei dintorni di Dozza Imolese e sulle colline di Castel San Pietro. A Bologna le autorità diramano ordini severi onde reprimere in anticipo ogni tentativo di sommossa. E’ disarmata la Guardia Nazionale, mentre la polizia controlla le strade cittadine.dettagli
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6 aprile 1870Camillo Casarini sindacoL'avv. Camillo Casarini (1830-1874), da tempo reggente l'amministrazione comunale, è ufficialmente nominato sindaco di Bologna. Già fondatore del Comitato bolognese della Società Nazionale, rappresentante della Sinistra costituzionale, è il leader della coalizione conosciuta come Partito degli Azzurri.Durante il suo mandato difenderà la laicità delle istituzioni, si occuperà di scuole, biblioteche, musei e promuoverà in particolare la vita musicale.La sua giunta segna il passaggio “da una rappresentanza esclusivamente terriera a un governo locale espressione di nuove borghesie urbane”. Vi entreranno ad esempio emeriti esponenti della Facoltà di Medicina: da Francesco Magni (1828-1887) a Pietro Loreta (1831-1889) e Francesco Rizzoli (1809-1880).Presidente dal 1863 al 1867 e dal 1869 fino alla morte (1874) del Teatro Comunale, per suo impulso saranno introdotte a Bologna e in Italia le opere di Richard Wagner.Come sindaco resterà in carica fino al 1872, quando uno scandalo in Giunta lo costringerà a dimettersi. Poco prima della morte sarà chiamato da Marco Minghetti a collaborare nel suo ministero.dettagli
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22 aprile 1870Il portico del Pavaglione illuminato a gasViene attivata l'illuminazione a gas (o a gaz) sotto i portici dell'Archiginnasio e dell'Ospedale della Morte. Il Pavaglione, costellato di negozi “ricchi ed eleganti”, è il passeggio più frequentato della città. C’è chi lo chiama - parafrasando l’epigrafe del Giordani per l’Arena del Sole - “luogo dato alle tentazioni del mondo e della carne”. Data la sua importanza è logico che sia tra i primi settori cittadini dotato della nuova illuminazione. I fanali installati, però, vengono da molti vivamente criticati: sono paragonati a “graffi da pescare”.dettagli
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1 maggio 1870Tombola telegrafica e microscopio giganteAlle 3 del pomeriggio in Piazza Maggiore una grande folla assiste all'estrazione di una tombola telegrafica. La prima tombola da 25mila lire è vinta da un mugnaio di Bologna, quella da mille da due operai. Gli altri premi vanno a giocatori di altre città. Negli intervalli delle estrazioni, la banda municipale allieta i presenti. Alla sera al Teatro del Corso il dott. Klug espone al pubblico il suo microscopio gigante, illuminato da luce elettrica. L'ingrandimento degli oggetti è "quasi favoloso" e potrà risultare molto utile per la ricerca scientifica.dettagli
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22 maggio 1870Il nuovo palazzo Zambeccari-FranciaIl 22 maggio è presentato il disegno, firmato dagli ingegneri Alessandro Maccaferri, Luigi Grandi e Francesco Gualandi, per il nuovo fronte del palazzo Zambeccari-Francia, a seguito dell'allineamento di via Farini. Il grande edificio, costruito dalla famiglia Lucchini - mercanti della seta di origine genovese - fu acquisito nel Settecento dagli Zambeccari. I lavori saranno completati in tempi brevi (1873), con una decorazione molto pesante, un portico a tredici arcate e un "imponente" cornicione (De Angelis). La chiesa dei SS. Cosma e Damiano, presente nell'area fino alle soppressioni napoleoniche, sarà sostituita, all'interno del palazzo, da un'altra di dimensione e stile molto diversi, che però rimarrà incompleta e non utilizzata per molti anni. All'inizio del Novecento il palazzo sarà ereditato dai Padri Salesiani e poi rivenduto a privati.dettagli
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4 luglio 1870Il Gran Circo AmericanoArriva a Bologna il famoso Gran Circo Americano. E' composto da quaranta vetture e ha al seguito oltre cento cavalli, sette leoni e due elefanti "di smisurata grandezza". Si accampa nella Piazza d'Armi alla Montagnola. Dopo aver rapidamente montato il grande tendone, gli artisti del circo fanno un corteo per le strade del centro. In testa c'è un carro con le Guardie della Regina d'Inghilterra, tirato da otto cavalli. Seguono amazzoni e guerrieri e infine un carro altissimo tirato dai due elefanti, molto ammirati dal popolo. Alla sera sotto il tendone è presentato un eccezionale spettacolo equestre. In questo periodo importanti circhi stranieri cominciano a sostare con le loro carovane nelle città italiane. Il Gran Circo Americano è "il primo a lasciare il ricordo di una sensazionale e potente organizzazione" (Cervellati).dettagli
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7 luglio 1870Prodotti bolognesi all'Esposizione di LondraIl 7 luglio apre a Londra la grande Esposizione Internazionale Operaia (Workmen's International Exhibition). Vi sono accolte "non esclusivamente ma essenzialmente le opere speciali di ogni singolo operaio indipendentemente dal capitale". La Società degli Operai bolognese vi partecipa, inviando alcuni prodotti di artigiani locali. Aderiscono tra gli altri il fabbro ferraio Gamberini, che presenta il modello di attrezzo “per sbarazzare le strade dalla neve”, il falegname Brunetti, che porta una speciale finestra a saliscendi, il lanternaio Casarini, ideatore di un apparecchio da caffè con sveglia. Vi sono inoltre Ercole Ambrosi, fabbricante di maglie di ferro, Camillo Canaverio, produttore di acque gazose, il calzolaio Montanari, specialista in stivali da caccia, e numerosi altri. In occasione dell'esposizione gli operai bolognesi manifestano la loro elevata qualificazione e l'alto grado di preparazione raggiunto.dettagli
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24 agosto 1870Scoperte archeologiche tra porta Sant'Isaia e la CertosaIl 24 agosto è scoperta la prima cista in bronzo. In seguito, tra porta sant'Isaia e la Certosa, verranno scavati nove gruppi di sepolcri. Saranno più di 2.000 le tombe ritrovate, risalenti a diverse popolazioni, che si sono anticamente succedute sul territorio intorno al torrente Ravone: Umbri, Etruschi, Galli e Romani.dettagli
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10 settembre 1870Rubbiani e i "zampitti" bolognesi in difesa del PapaMentre in Vaticano è in corso il Concilio, l'esercito italiano, nonostante le promesse fatte dal ministro degli Esteri Visconti Venosta, invade le province pontificie e si appresta alla conquista di Roma. In varie città si festeggia “il sospirato avvenimento”, ma a Bologna la notizia è tenuta a lungo nascosta dal Prefetto. A difesa del Papa accorrono alcune centinaia di volontari. Tra essi una colonna di ragazzi bolognesi appartenenti alla neonata Gioventù cattolica. Il popolino romano li chiama "zampitti", come i ciociari del corpo ausiliario creato da Pio IX per la repressione del brigantaggio (che vestono, appunto le tipiche calzature montanare chiamate ciocie o zampitti). Li guida il segretario della Società, Alfonso Rubbiani (1848-1913), un giovane "di animo generosissimo, impulsivo, colto", convinto che il potere temporale del Papa sia una garanzia del suo potere spirituale. La presenza di questi giovani sarà soprattutto simbolica. Durante la presa di Porta Pia non spareranno un solo colpo. Pio IX escluderà in generale una difesa violenta: "Non si dica mai che il Vicario di Gesù Cristo, quantunque ingiustamente assalito, abbia ad acconsentire a qualunque spargimento di sangue". La capitolazione del 20 settembre sarà soprattutto uno scontro a colpi di cannone, risolto in poche ore, attorno alle mura aureliane. Due anni dopo Rubbiani ricorderà con queste parole l'origine della sua avventura: Un giorno del 1870 leggevo le opere di Ugo Foscolo; una pagina mi fece grande impressione. Cominciava così: "Gli Italiani devono volere e volerlo fino all'ultimo sangue che il Papa resti in mezzo all'Italia, a Roma, venerato, onorato e difeso dagli Italiani". Chiusi il libro e partii per Roma.dettagli
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11 settembre 1870Artisti bolognesi premiati all'Esposizione nazionale di Belle Arti di ParmaApre l'11 settembre a Parma la seconda Esposizione Nazionale di Belle Arti. Fa seguito a quella fiorentina del 1861 ed è in concomitanza con l’inaugurazione del monumento a Correggio. Sono esposte oltre 1.100 opere, di cui 716 di pittura. La manifestazione registra un grande successo di pubblico. Dal punto di vista critico e stilistico trionfa il verismo toscano. La giuria, formata tra gli altri dagli "innovatori" Telemaco Signorini e Adriano Cecioni, premia con una medaglia d'oro i bolognesi Luigi Bertelli (Luogo ameno in autunno, Casa rustica, Pineta di Ravenna al tramonto), Luigi Serra (1846-1888) e Luigi Busi (1838-1884), esponenti della tendenza verista. Serra espone Annibale Bentivoglio prigioniero nel castello di Varano, prova finale del Pensionato Angiolini. L'opera di Busi, dal titolo Visita di condoglianza, già esibita a Brera, è acquistata dalla Principessa di Piemonte. In contemporanea alla mostra di Parma si tiene a Bologna, nelle sale dell'Accademia di Belle Arti, l'Esposizione artistica d'incoraggiamento della Società protettrice, che, forse proprio per la coincidenza dell'altra, risulta "meschina".dettagli
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20 settembre 1870La Brigata "Bologna" alla Presa di RomaLa Brigata “Bologna” (39° e 40° Reggimento Fanteria) partecipa alla Presa di Roma inquadrata nella 12a Divisione di Linea del IV Corpo d'Armata comandato dal generale Raffaele Cadorna (1815-1897). Formata nel 1859 in gran parte a Bologna e in Romagna, fu dapprima costituita dai reggimenti 21° e 22° dell’Armata della Lega dell’Italia centrale, di stanza, assieme al 19° e 20° della Brigata “Ravenna”, nel capoluogo emiliano. La Brigata “Bologna” ha partecipato nel 1860 all'attacco ad Ancona e nel 1866 è stata impiegata nella Terza Guerra d'Indipendenza. Sciolta come Brigata permanente dopo l'impresa romana, sarà riformata nel 1881 e vivrà da protagonista le imprese coloniali e la Grande Guerra.dettagli
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20 settembre 1870Pochi indizi di pubblica letizia dopo la presa di Porta PiaLa conquista di Roma da parte delle truppe italiane, attraverso la breccia di Porta Pia, non provoca a Bologna manifestazioni di “pubblica letizia”. Il sindaco fa pubblicare un manifesto che annuncia l'avvenimento, concludendo con un “Viva l'Italia” e senza menzionare il nome del Re. La città è in parte imbandierata, ma alla sera poca gente percorre le vie cittadine. Solo la piazza della Pace (poi piazza Galvani) e i circostanti portici dell'Archiginnasio sono riccamente illuminati a gas a cura del Municipio. Qui la banda comunale è invitata a suonare ripetutamente l'Inno di Garibaldi, mentre l'Inno Reale è accompagnato da fischi e urla. “Come se l'ordine di occupare Roma - sottolineano i cronisti di parte monarchica - non fosse partito dal Governo del Re, ma fosse invece opera di Garibaldi!”. Tra i bolognesi presenti a Porta Pia, il maggiore Leopoldo Serra (1829-1912) è entrato a Roma tra i primi “alla testa dei suoi bersaglieri”, rimanendo anche leggermente ferito.dettagli
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11 ottobre 1870Libero il patriota Giuseppe PetroniTra i patrioti liberati a Roma dopo la presa di Porta Pia c'è anche il bolognese Giuseppe Petroni (1812-1888), rappresentante in Italia di Giuseppe Mazzini. E' stato arrestato il 14 agosto del 1853, alla vigilia di una insurrezione progettata nell'Urbe ed è rimasto prigioniero del Papa anche dopo l'Unità. Ha rifiutato l'amnistia per non venir meno ai suoi principi liberali. Per alleviare la sua condizione e quella di altri detenuti rinchiusi nelle carceri pontificie la Società Democratica di Bologna ha aperto nel 1865 una sottoscrizione in denaro. Tornato a Bologna l'11 ottobre, Petroni è accolto alla stazione da una gran folla, che non manca di lanciare grida "sovversive" a favore della repubblica. Dopo diciassette anni riprenderà la professione di avvocato e la militanza nel partito repubblicano, rifiutando, però, cariche parlamentari. Sarà anche Gran Maestro della massoneria italiana dal 1882 al 1885. Riceverà da Garibaldi una celebre lettera, proclamante l'avvento del socialismo e “il sole dell'avvenire”.dettagli
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24 ottobre 1870Aurora borealeNella sera del 24 ottobre si vede nel cielo di Bologna una aurora boreale. E' di colore rosso e splende con raggi prolungati in tre punti del cielo, ben alta sopra l'orizzonte. La popolazione rimane impressionata per la sua imponenza. Si tratta di un fenomeno naturale estremamente raro. Nel Nord Italia capita solo cinque o sei volte al secolo. E’ stata osservata nel dicembre del 1862 e il 13 maggio 1869.dettagli
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28 ottobre 1870Il vaiolo in cittàIl vaiolo colpisce Bologna. Il primo caso, rilevato il 28 ottobre, riguarda un facchino della ferrovia abitante nell'appodiato di Bertalia. Poco dopo il male entra in città e si propaga in ogni classe di persone. Fino al giugno 1871 l'andamento dell'epidemia è piuttosto lento. Nella seconda metà "l'orrendo malanno" si propaga invece "con allarmante rapidità". I casi diminuiscono poi gradatamente e terminano quasi del tutto nel giugno del 1872. Tra il 1870 e il 1872 l'epidemia colpisce a Bologna circa 1.500 persone, con più di 300 morti. Oltre al vaiolo emorragico e a complicazioni polmonari la causa della morte è, nella maggioranza dei casi, la setticemia.dettagli
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9 novembre 1870Congresso repubblicanoSu iniziativa di Aurelio Saffi, Giuseppe Ceneri e Giuseppe Petroni si svolge a Bologna il Congresso repubblicano. Giuseppe Mazzini, da Lugano, denuncia l'inefficienza del partito e l'attrazione di alcuni suoi membri per le poltrone ministeriali. Raccomanda ai propri seguaci di non agevolare in alcun modo il successo della sinistra parlamentare, che considera “fatale alle aspirazioni radicali”. In questo periodo prevale nel partito la corrente massimalista e astensionista. Tra le questioni trattate a Bologna vi è quella del giuramento di fedeltà al Re richiesto ai parlamentari. A marzo Giuseppe Ceneri si è rifiutato di giurare e si è dimesso dalla Camera. Il congresso delibera di appoggiare in futuro "le candidature di coloro che preventivamente dichiareranno di non andare alla Camera, non volendo prestare il giuramento di fedeltà alla monarchia".dettagli
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24 novembre 1870Un Comitato di soccorso per i terremotati in RomagnaSotto la presidenza del marchese Prospero Bevilacqua si forma, per iniziativa del patriziato, un Comitato di soccorso alle popolazioni romagnole colpite dal terremoto. Il 22 novembre sono giunti alla stazione di Bologna centinaia di sfollati, ai quali è stata offerta sincera ospitalità. Da più di un mese, quasi ogni giorno in Romagna tra Castelbolognese e Rimini si susseguono scosse di tipo ondulatorio e sussultorio, che spaventano le popolazioni, soprattutto in provincia di Forlì. I paesi di Meldola, Cesena e lo stesso capoluogo hanno subito gravi danni e a Bertinoro molte case sono lesionate al punto di non essere più agibili. Gli abitanti di queste contrade hanno costruito tende o capanne e vivono all'aperto nonostante la stagione sfavorevole. I più impressionabili e le famiglie agiate hanno da tempo abbandonato i paesi e si sono rifugiati nella Bassa e in riviera. Le scosse del 21 novembre hanno rinnovato la paura provata il 30 ottobre precedente. Allora il terremoto, che a Ravenna e dintorni aveva gettato nel terrore "ogni classe di cittadini", era stato avvertito chiaramente anche a Bologna. Nella piazza di Forlì, piena di contadini per il consueto mercato del lunedì, alle 11 e 30 del 21 c'è stato un fuggi fuggi generale. Circa 4.000 forlivesi hanno preso d'assalto i treni per Ancona e per Bologna.dettagli
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27 dicembre 1870Fitte nevicateNella terza decade di dicembre la neve cade copiosa sull’Appennino tosco-emiliano. Il transito sulla linea ferroviaria Bologna-Pistoia diventa “difficilissimo” e molti treni vengono soppressi.I disagi continueranno fino al gennaio successivo anche sulla linea Bologna-Piacenza. In Toscana straripano vari fiumi. Nella zona di Modena la neve cade ininterrotta dal 22 al 26 dicembre. Il 24 la temperatura tocca i meno 12 gradi e il giorno di Natale si ha una nevicata record di 32 cm. Il 28 dicembre si verifica a Roma una delle inondazioni più importanti della storia, che sommerge tutta la parte bassa della città. Il Tevere raggiunge gli oltre 17 metri all’idrometro di Ripetta, livello non più toccato in seguito. Il disastro è dovuto, oltre che ad abbondanti piogge, anche allo “squagliamento in modo subitaneo”, e in una vasta area, della neve presente in Appennino, a causa del vento di scirocco.dettagli