I moti contadini del macinato
Il 1° gennaio entra in vigore l’imposta sulla macinazione dei cereali varata dal governo per giungere al pareggio di bilancio: 1 lira in più per ogni quintale di grano, 2 lire per ogni quintale di granturco. La riscossione è affidata ai mugnai, dopo aver verificato con un apposito misuratore la quantità di grani macinati.
Il giornale “L'Amico del Popolo” parla di “balzello della fame”. In molti paesi emiliani si scatenano proteste e si hanno scontri di manifestanti con l'esercito. Nei borghi di campagna le campane delle parrocchie suonano a raccolta. Migliaia di "villici" invadono i municipi e mettono tutto "a ruba e a fuoco".
“Nelle campagne ribolle il furore contro la tassa, contro i mugnai, contro gli amministratori e gli impiegati comunali, che rappresentano, agli occhi del popolo, l’iniquità della legge”.
Sembrano di nuovo le rivolte degli “insorgenti” del periodo napoleonico. I pensieri e i desideri dei ribelli “volgono al passato e ripongono nel passato un sogno di felicità che ancora sono incapaci di concepire per l'avvenire” (Zangheri)
Il generale Raffaele Cadorna riceve pieni poteri per riportare ovunque l’ordine e la legalità e agisce con fermezza ed energia.
Tra le misure messe in campo vi è anche quella di far staccare i battacchi dalle campane che hanno fatto sentire il loro suono “sinistro e grave” fin sugli spalti delle mura di Bologna.
Il 3 e 4 gennaio ci sono agitazioni in molti comuni della provincia di Bologna: a Camugnano, Serravalle, Praduro e Sasso, Castel d’Aiano, Tavernola, Castiglione, Lizzano, Pianoro, Budrio e Minerbio.
A Medicina “giovani e coraggiosi” penetrano nel campanile e suonano le campane a distesa. Una massa di contadini inferociti e armati si raduna contro le nuove tasse.
A Castenaso tremila contadini impongono la riapertura dei mulini. Tumulti si verificano a Santa Maria in Duno, Castel Maggiore, Molinella, Ozzano e San Lazzaro.
Il 5 gennaio “tutta la pianura è in subbuglio”. A Castel San Pietro sono uccisi quattro manifestanti. I contadini di Minerbio, Baricella, Altedo, Malalbergo si concentrano e marciano verso il grande mulino di Bentivoglio.
Le proteste continuano anche nei giorni successivi. A San Pietro in Casale le truppe sono accolte a fucilate. Il 6 gennaio i contadini ottengono la riapertura dei mulini di Caprara sopra Panico, Bagni della Porretta, Casio e Casola, Savigno, Camugnano, Pian del Voglio.
Il 7 gennaio ci sono manifestazioni a Sala Bolognese, Padulle, Sant’Agata, Bazzano, Castel d’Argile, Crespellano, Calcara. Ad Anzola i contadini picchettano i mulini del capoluogo e quelli del marchese Guidotti a Lavino. A Trebbo di Reno costringono il mugnaio a macinare. Manifestanti inferociti invadono il municipio di Pieve di Cento e bruciano i registri dell’anagrafe.
I tumulti sono particolarmente violenti a San Giovanni in Persiceto: al grido di "abbasso il macinato, abbasso il re, viva Pio IX", fin dall'alba gruppi di campagnoli "ben coperti con mantelle di panno" muovono verso il paese dalle borgate di Zenerigolo, Lorenzatico, Budrie, Tivoli, Martignone, Amola in piano. Si parla di oltre 4.000 persone armate di fucili da caccia e attrezzi agricoli.
Vengono devastati gli uffici comunali e anche alcune dimore private. Gravi danni si registrano all’archivio della Partecipanza, istituzione risalente a Matilde di Canossa e attiva anche in altri comuni della provincia, che assegna periodicamente terreni da coltivare alle famiglie di Persiceto.
Il paese è riportato all’ordine con un assalto di bersaglieri. Si contano diversi morti e feriti e molti ribelli vengono catturati. Più di 60 dei 189 arrestati saranno condannati a pene detentive.
Altre manifestazioni si svolgono l’8 gennaio a Sant’Agata e l’11 a Casalecchio di Reno. Nello stesso giorno a Pianoro scendono in piazza circa 150 donne per protestare contro la tassa sul macinato. Si grida
“Vogliamo macinare e non vogliamo pagare la tassa, vogliamo aperti i molini oggi stesso perché siamo per morire di fame noi coi figli nostri, altrimenti saremo costrette a fare dei passi inconvenienti per la nostra compromissione”.
I soldati intervengono ovunque con durezza: a Pian del Voglio si contano cinque morti tra i dimostranti.
Nelle provincie di Bologna, Parma e Reggio è proclamato lo stato d'assedio. Nel circondario di Bologna sono arrestate 1.127 persone, per la maggior parte braccianti e mezzadri. In tutta l'Emilia saranno celebrati 129 processi, con 2.226 imputati.
Di fronte all'incendio delle campagne, la città di Bologna e gli altri maggiori centri emiliani non si muovono. I democratici e i repubblicani non compiono alcun tentativo di collegare le agitazioni contadine con moti operai urbani.
Anche il prefetto testimonia l'estraneità del partito garibaldino, che "non prevedeva e non osava sperare" una tale sommossa. Risale a questo periodo l'epiteto "Bologna carogna", dato alla città dalla gente del contado.
La tassa sul macinato è criticata da più parti e sorgono dubbi anche sui vantaggi della tanto sospirata unità nazionale.
Persino Giuseppe Verdi, vera e propria colonna sonora del Risorgimento, commenta gli eventi con queste parole: “Ora che siamo uniti siamo rovinati”.
- Antifascismo e Resistenza a Casalecchio di Reno. Documenti e testimonianze, a cura di Graziano Zappi (Mirco), Bologna. Libreria Beriozka, 1988, p. 21
- Luigi Arbizzani, Giornali repubblicani bolognesi tra il 1867 e il 1874, Bologna, Atesa, 1977, pp. 7-9
- Luigi Arbizzani, Sguardi sull'ultimo secolo. Bologna e la sua provincia, 1859-1961, Bologna, Galileo, 1961, pp. 32-33
- Atlante bolognese. Dizionario alfabetico dei 60 comuni della provincia, Bologna, Poligrafici Editoriali, 1993
- Roberto Balzani, Giancarlo Mazzuca, Amarcord Romagna. Breve storia di una regione (e della sua idea) da Giulio Cesare a oggi, Argelato, Minerva, 2016, p. 163
- Agostino Bignardi, Alba di libertà a S. Giovanni Persiceto, in: Il 1859-'60 a Bologna, Bologna, Calderini, 1961, p. 160
- Giancarlo Borghesani, A cavallo del giorno sette. Rivistiazione storico-fantastica dei moti contro la tassa sul macinato (1869), in: "Strada maestra. Quaderni della Biblioteca comunale G. C. Croce di San Giovanni in Persiceto", 23 (1987), pp. 27-49
- Lidia Bortolotti, "Amor di patria impavido / mieta i sanguigni allori". Feste teatri e celebrazioni nelle Romagne, in: ... E finalmente potremo dirci italiani. Bologna e le estinte Legazioni tra cultura e politica nazionale 1859-1911, a cura di Claudia Collina, Fiorenza Tarozzi, Bologna, Editrice Compositori - Istituto per i Beni artistici, culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna, 2011, p. 268
- Luigi Bortolotti, I comuni della provincia di Bologna nella storia e nell'arte, Bologna, Tip. S. Francesco, 1964, p. 439
- Enrico Bottrigari, Cronaca di Bologna, a cura di Aldo Berselli, Bologna, Zanichelli, 1960-1962, vol. 4., pp. 65-70
- Stefano Cammelli, Al suono delle campane. Indagine su una rivolta contadina. I moti del macinato, 1869, Milano, F. Angeli, 1984
- Oreste Cenacchi (Chiunque), Vecchia Bologna. Echi e memorie, con prefazione di Giulio De Frenzi, Bologna, Zanichelli, 1926, pp. 110-111
- Arturo Colombi, I contadini nella lotta di Liberazione nazionale, in: Al di qua della Gengis Khan, a cura di Remigio Barbieri e Sergio Soglia, Bologna, Galileo, 1965, p. 168
- Alfredo Comandini, L'Italia nei cento anni del secolo XIX, 1801-1900, giorno per giorno illustrata, continuata da Antonio Monti, Milano, Vallardi, 1900-1942, vol. 4: 1861-1870, pp. 1106-1108, 1117-1118, 1120, 1124, 1136, 1138-1139, 1150-1151
- Franco Cristofori, Giornali umoristici bolognesi dell'800, in: Storia del giornalismo in Emilia Romagna e a Pesaro. Dagli albori al primo Novecento, a cura di Giancarlo Roversi, Casalecchio di Reno, Grafis, 1992, p. 219 (per "Bologna carogna")
- Dal Santerno al Panaro. Bologna e i comuni della provincia nella storia, nell'arte e nella tradizione, a cura e coordinamento di Cesare Bianchi, Bologna, Proposta, 1987, vol. 3: Dal Santerno al Reno. I comuni bolognesi, p. 142, 176
- Dalla guerra al boom. Territorio, economia, società e politica nei comuni della pianura orientale bolognese, vol. 2: Mirco Dondi, Tito Menzani, Le campagne. Conflitti, strutture agrarie, associazioni, San Giovanni in Persiceto, Aspasia, 2005, pp. 33-34
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- Su, compagni, in fitta schiera. Il socialismo in Emilia-Romagna dal 1864 al 1915, a cura di Luigi Arbizzani, Pietro Bonfiglioli, Renzo Renzi, Bologna, Cappelli, 1966, pp. 40-46
- Torri e castelli. Bologna e la sua provincia. Storia, dizionario biografico, opere d'arte, notizie d'oggi, 2. ed. ampliata a cura di Luigi Arbizzani e Pietro Mondini, Bologna, Editrice Galileo, 1966, p. 38
- Sandro Zabbini, Nadia Cesari, Da Napoleone al 1945, in: Dal Santerno al Panaro. Bologna e i comuni della provincia nella storia, nell'arte e nella tradizione, a cura e coordinamento di Cesare Bianchi, Bologna, Proposta, 1987, vol. 1: Da Bologna a Modena, p. 73
- Renato Zangheri, I moti del macinato nel bolognese, in id., Agricoltura e contadini nella storia d'Italia. Discussioni e ricerche, 2. ed., Torino, Einaudi, 1977, pp. 189-240