Banchetto democratico
A Bologna si riuniscono circa cento esponenti democratici in onore di Stanislao Mancini, Benedetto Cairoli e Filippo De Boni, che rappresentano in Parlamento le ragioni dei detenuti ex pontifici, trattenuti da mesi nelle carceri italiane.
Il banchetto si chiude con un indirizzo a Mazzini in cui è detto: “Vogliamo Roma e Venezia; se si tenta alienare una porzione qualunque di territorio italiano faremo le barricate”. Giuseppe Garibaldi, invitato per l’occasione, risponde con una lettera da Caprera:
Sono commosso dal vostro invito. So che vi viene dall'anima. E la vostra è nobile e generosa. Voi mi volete fra voi in terraferma e mi consigliate, anzi fate pressione al mio cuore, affinché abbandoni quest'isola, a me ormai tanto cara per affetti e consolazioni d'ogni sorta. Non posso, dopo che mi hanno venduto il paese dove io sono nato, dove nacquero e hanno tomba i miei.
- Alfredo Comandini, L'Italia nei cento anni del secolo XIX, 1801-1900, giorno per giorno illustrata, continuata da Antonio Monti, Milano, Vallardi, 1900-1942, vol. 4: 1861-1870, p. 648
- Giuseppe Garibaldi, Edizione nazionale degli scritti, vol. 16: Epistolario. 10, 1865-marzo 1866, a cura di Giuseppe Monsagrati, Roma, Istituto per la storia del Risorgimento italiano, 1997, p. 26
- Notizie italiane, in: "Gazzetta del Popolo", n. 53, 22 febbraio 1865, p. 5