Il Ricovero di Mendicità
A seguito del Bando pubblico del Municipio del 12 dicembre 1859 "per togliere dalle vie gli accattoni" e sollevare la classe indigente si forma a Bologna una società di benefattori, presieduta dal marchese Pizzardi, con l'intenzione di istituire un ricovero per i poveri invalidi e una Casa di Lavoro per i validi.
La società ottiene dal Dittatore Farini l'ex convento di San Bernardino in via Morelli, ma non riesce a raccogliere fondi sufficienti per avviare l'opera.
"Essendo urgente provvedere alla mendicità incalzante", il Municipio decide allora di riaprire il vecchio Ricovero di Mendicità in San Gregorio.
Con Decreto del 13 agosto 1861 sarà approvata l'unione dell'Asilo di Mendicità con l'antico Spedale Abbandonati e Ricovero uniti e lo stabilimento prenderà il nome di Regio Istituto Ricovero di Mendicità Vittorio Emanuele II.
La struttura, nata con lo scopo di “curare la piaga sociale dell’oziosità questuante”, assumerà negli anni il carattere di un'opera pia assistenziale per anziani malati cronici e non autosufficienti.
Arriverà ad accogliere fino a 600 degenti, divisi in due sezioni: sani e malati. Avrà come primo presidente il marchese Luigi Pizzardi e si avvarrà del sostegno di numerose istitizioni cittadine, quali il Comune e la Cassa di Risparmio.
Con il Decreto del 28 agosto 1864, che abolirà la Congregazione di Carità, al Ricovero verrà data la gestione dell'antica Opera dei Mendicanti (1560) e dell'Ospizio dei vecchi settuagenari di San Giuseppe (1642), amministrato dal 1815 al 1859 dall'Arcivescovo.
Nel 1972 in via Albertoni, sul luogo dell'antico ricovero di San Gregorio dei Mendicanti, sarà inaugurato un moderno ospedale, il Malpighi, con due padiglioni dotati di oltre mille posti letto.
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