La Banda della Guardia Urbana, poi Banda Municipale
La Banda musicale della Guardia Urbana inizia in agosto la sua attività pubblica. La prima esibizione prevede La marcia di Radetzki di Strauss, la sinfonia dell’Opera Fiorina di Pedrotti, un pout-pourri sulla Norma di Bellini, brani dal Mosè e dal Guglielmo Tell di Rossini. Per finire una polka ungherese.
Formata di 45 elementi, la formazione musicale, erede dei “pifferi e trobetti di palazzo”, è aggregata alle compagnie urbane della Guardia e dipende dal suo comando militare. Cesare Aria ottiene il grado di Capitano, il maestro Alessandro Antonelli il ruolo di Capo-musica.
Ben presto si afferma come “una delle più belle e simpatiche Istituzioni cittadine, della quale il popolo bolognese maggiormente si compiace”, in grado di competere con le bande musicali austriache, che in questo periodo sono di stanza in città. Si esibirà spesso in occasione di feste e solennità pubbliche.
I tradizionali concerti del venerdì in piazza Galvani, chiamati “i venerdì dell’Antonelli”, saranno una memorabile occasione di intrattenimento e di incontro per i cittadini bolognesi.
Dal 1872 il consiglio comunale confermerà l’esistenza della banda, ponendola sotto l’Ufficio Istruzione assieme al Liceo Musicale. Con il nuovo regolamento assumerà il nome di Banda musicale di Bologna o Banda Municipale.
- Maurizio Fochi, Mauro Orsi, Il popolo, i pompieri e gli incontri di piazza, in: “Quaderni di storia pompieristica”, 43, 1 (2023), pp. 16-20
- Gianmario Merizzi, ... e tutta la città era in suoni. I luoghi della storia della musica a Bologna, Bologna, Comune di Bologna, 2007, p. 104
- Nestore Morini, La banda municipale di Bologna. 1856-1917, Bologna, La vita cittadina, 1918